Il fumetto è uno strumento straordinario, che un approccio superficiale spesso associa esclusivamente alla letteratura per ragazzi. In realtà è un medium “narrativo” come molti altri, meritevole della stessa dignità che viene solitamente riservata, per esempio, al cinema o alla pittura. Per di più è estremamente duttile, tanto da rivelarsi efficace anche per componimenti più vicini alla saggistica che alla narrativa, riuscendo a fondere gli elementi portanti di entrambi i generi letterari. In tal senso il fumetto possiede un potere divulgativo non indifferente, perché è in grado di veicolare nozioni in maniera diversa dal solito, permettendo di ampliare il proprio pubblico (o intercettandone un tipo alternativo). Sebbene possa suonare strano, anche la birra può vantare un certo legame con i fumetti: un connubio che in Italia negli ultimi anni si è fatto più stretto ed evidente. Indagare nuove forme comunicative è indispensabile per la nostra bevanda, soprattutto se ci si riferisce al segmento artigianale.
Beer Revolution
L’esempio probabilmente più eloquente dell’incontro tra birra artigianale e fumetti risale allo scorso anno, quando uscì in tutte le librerie d’Italia la graphic novel Beer Revolution. Come annunciamo all’epoca, è un’opera nata dalla partnership tra lo storico birrificio Baladin e la celebre casa editrice Star Comics, che gli appassionati di fumetti conosceranno sicuramente. La storia è raccontata come un viaggio dei due protagonisti, Teo Musso di Baladin e il disegnatore stesso Sualzo, tra alcuni dei più importanti birrifici del mondo. In ogni tappa il birraio ospite riporta la sua storia, quella dell’azienda e qualche nozione di cultura birraria. La lettura è piacevole, divertente e scorrevole ed è impossibile non riconoscere al fumetto un grande valore in termini di divulgativi. Beer Revolution dimostra come il fumetto può rivelarsi complementare ai libri e ai siti web quando l’obiettivo è promuovere la cultura birraria. Con il vantaggio che, per la sua stessa natura, presumibilmente è in grado di rivolgersi a un pubblico diverso da quello tipico della birra artigianale. Se ancora non l’avete fatto, potete acquistare Beer Revolution direttamente su Amazon.
Conoscere la birra (e non solo)
Curiosamente Beer Revolution non è l’unico esempio in Italia di graphic novel dedicata alla birra. Solo qualche settimana fa abbiamo segnalato l’uscita di Conoscere la birra, un “manuale a fumetti” (come riportato in copertina) che funziona alla stregua di qualsiasi altro compendio sull’argomento, ma utilizza disegni e vignette per spiegare storia, stili, produzione, degustazione e abbinamenti della nostra amata bevanda. Gli autori sono Francesco Scalettaris (specialista in comunicazione) e Gio Di Qual (disegnatore), mentre la casa editrice è Becco Giallo. Anche Conoscere la birra è disponibile su Amazon.
Fumetti stranieri
E all’estero? Gli esempi non mancano, soprattutto in Belgio dove fumetti e birra sono due cardini nazionali. Le Magicien d’Orge (disponibile su Amazon) – il titolo è un divertente gioco di parole, poiché traducibile con “Il Mago di Orzo” – è illustrato da Louis-Michel Carpentier, celebre disegnatore belga che ha curato anche le iconiche etichette della Brasserie à Vapeur. Sempre belga è I Maestri dell’Orzo (disponibile su Amazon), che racconta le vicende di una famiglia di birrai, mentre merita menzione anche The Comic Book Story of Beer (disponibile su Amazon), dove è raccontata la storia della bevanda dal Neolitico fino ai giorni nostri.
Original Graphic Novel (Birrificio della Granda)
Tuttavia non sono rari i casi in cui il ruolo tra fumetto e birra si inverte e non è più il primo a raccontare la seconda, ma la seconda a sfruttare il primo per raccontarsi. In Italia gli esempi non mancano, come nel caso del progetto Original Graphic Novel lanciato dal Birrificio della Granda nel 2021. In occasione di Lucca Comics, manifestazione di riferimento per il settore, il produttore piemontese presentò una Session IPA in lattina, confezionata con un’etichetta in 48 diverse versioni. Ognuna di esse racconta una parte di una storia a fumetti, incentrata sulle Girls, ragazze uscite da un mondo simil-cyberpunk che nei mesi precedenti avevano fatto la loro apparizione sulle nuove creazioni del Birrificio della Granda. Per restare in zona, lo stesso birrificio Baladin in passato lanciò una versione speciale della sua Nazionale per Star Comics, con un’etichetta realizzata dalla fumettista Mirka Andolfo. Fu l’inizio della collaborazione che poi avrebbe portato alla nascita del già citato Beer Revolution.
Comic Beer
Non tutti sanno che in Italia c’è persino un marchio birrario battezzato Comic Beer (sito web) e completamente dedicato a celebrare l’incontro tra birra e fumetto. Le birre – prodotte (almeno inizialmente) presso Podere La Berta – sono tre (Irish Red Ale, Saison e Weizen) e la particolarità è nell’etichetta presente su ogni bottiglia. È infatti “srotolabile” fino a diventare un breve fumetto illustrato da Alberto Madrigal. I temi trattati, con simpatia e leggerezza, riguardano la vita di coppia, il rapporto con l’emicrania e la crisi dello scrittore (un racconto per ogni tipologia di birra). Oltre all’originalità dell’idea, all’epoca ci colpì la realizzazione della stessa: l’etichetta-graphic novel risultò piuttosto funzionale e molto curata nei materiali e nella stampa.
Questi sono i principali esempi italiani dell’incontro tra birra e fumetti, ma abbiamo volontariamente trascurato tutte le volte che i birrifici hanno coinvolto fumettisti famosi per le loro etichette. Nei casi citati tuttavia il connubio tra i due mondi è più profondo e articolato e non si ferma alla mera resa visiva – senza nulla togliere a un aspetto che merita sempre molta attenzione da parte dei produttori. Il fumetto è uno strumento di comunicazione importantissimo e la sua forza divulgatrice è spesso ignorata. Vedremo se questo elemento continuerà a essere sfruttato anche in futuro dalla birra artigianale italiana.
Disclaimer: con alcuni dei siti linkati in questo articolo Cronache di Birra ha attivato un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Volendo, potete cercare gli stessi articoli su Google. Se invece volete saperne di più su questi link, su Il Post c’è una spiegazione chiara e dettagliata.