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Dall'estero alcune notizie più o meno curiose

La Vortex Bottle, l'ultima trovata di Miller
La Vortex Bottle, l'ultima trovata di Miller

Come altri settori, anche quello della birra spesso si contraddistingue per notizie curiose o involontariamente fuori di testa. Oggi diamo un’occhiata alle novità più interessanti, ma non aspettatevi di trovare argomenti particolarmente profondi. Si tratta di cinque veloci segnalazioni, che pur nella loro leggerezza, potrebbero rappresentare avvincenti temi di discussione. Partiamo allora dagli Stati Uniti…

  • Ieri abbiamo accennato alla settimana della birra americana, in corso in questi giorni. Ebbene, da Beernews si apprende che la New Belgium, uno dei più importanti birrifici del paese, ha realizzato una birra per l’occasione con la collaborazione di altri due produttori statunitensti: Odell e Coopersmith’s. Si chiama Collaboration Kriek e nasce da un blend di Odell Saboteur (15%), New Belgium La Folie (45%) e Coopersmith’s Kriek. Direi che questa storia delle collaborazioni tra birrifici sta assumendo toni agghiaccianti…
  • Sempre da Beernews arriva la notizia che i tedeschi della Schorschbräu hanno riconquistato il primato di birra più alcolica del mondo, superando nuovamente i rivali scozzesi di Brewdog con una versione della Schorschbock da 43,38% alc. Dunque la stucchevole gara tra i due birrifici continua e sembrerebbe che i ragazzi di Brewdog abbiano trovato pane per i loro denti: gli antagonisti, infatti, hanno cominciato ad allinearsi ai comunicati irriverenti degli scozzesi, con frasi come “Schorschbock 43%, perché gli uomini franconi non vestono come ragazzine”. La verità è che la vicenda inizia davvero ad annoiare ed è lecito iniziare a pensare che ci sia più complicità che rivalità tra i due protagonisti. La notizia è infarcita anche di altre curiose rivelazioni, che però evito di riportare.
  • A fine mese in Repubblica Ceca si terranno le elezioni politiche. Dov’è il legame con labirra? Dovete sapere che il microbirrificio Bernard – piuttosto conosciuto e rinomato in patria – ha deciso di donare un fusto alle prime 250 scolaresche i cui studenti si impegneranno ad andare a votare, indipendentemente dallo schieramento che sceglieranno. Stesso discorso per gli universitari, ognuno dei quali riceverà 12 bottiglie di birra. Oltre a un motivo puramente pubblicitario, dietro la promozione del produttore ceco c’è anche una scelta politica: il proprietario non ha mai nascosto il proprio orientamento conservatore e le fasce più giovani di popolazione hanno gli stessi gusti politici, ma solitamente non si recano alle urne. Tante le polemiche seguite al proclamo da parte del birrificio, inevitabili anche nel paese con il più alto consumo pro capite di birra al mondo.
  • Non ne ero al corrente, ma esistono delle aste che contemplano anche birre invecchiate o rarissime. Qualche giorno fa l’asta tenuta dal sito Liquid Solutions aveva come oggetto una specialissima versione della Hair of the Dog Dave, che l’utente MadMitch76 si è aggiudicato per l’irrisoria cifra di 1.571 dollari. Considerando che la bottiglia è da 375 ml, ogni millilitro è stato valutato 4,19 dollari. Ok Mitch, bel colpo… il tuo “Mad” nel nome credo che non sia casuale.
  • In passato abbiamo visto come le multinazionali della birra stiano cercando di trovare nuove idee per cercare di contrastare la diminuzione dei consumi, che spesso sono in controtendenza rispetto al segmento artigianale. Beh, vista l’ultima idea della Miller è normale pensare che siano alla frutta o quasi. La rivoluzionaria invenzione dell’azienda è la Vortex Bottle, una bottiglia che crea un “vortice” mentre versi la birra, grazie a delle scalanature presenti nel collo della stessa. Il movimento rotatorio esalterebbe il gusto e gli aromi (quali?) della Miller Lite!
Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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7 Commenti

  1. na biglia dentro la bottiglia non c’è la mettono? così ti diverti a farle fare su e giùe te la bevi pure sgasata la miller…che schifo

  2. Circa la “sfida” Brewdog-Schorschbräu, su RateBeer hanno riportato un servizio di una TV tedesca in cui dichiarano che, dopo alcune analisi di una bottiglia fatte presso un laboratorio a Berlino, la Sink the Bismarck è 29% invece che 41% (o quant’è). Naturalmente tutti hanno cominciato a dare addosso ai Brewdog.
    Poi è intervenuto James Watt, convinto che si tratti di un errore poiché soltanto in Scozia, all’università di non-so-dove, possiedono i necessari strumenti per misurare accuratamente gradazioni alcoliche così alte. E fin qui, chiunque abbia ragione, la difesa del suo prodotto da parte di Brewdog ci sta tutta.
    Ciò che mi ha positivamente sorpreso, e che mi lascia credere che tutta ‘sta lotta per la birra più alcolica del mondo sia, in fondo, un divertissement brassicolo, e quindi da prendere con leggerezza, è stato il seguente intervento di Schorsch stesso. Ha detto di aver telefonato alla TV, chiedendo dettagli sul servizio; è emerso che quel risultato (i 29% misurati) era frutto dell’analisi di due bottiglia diverse, e che conseguentemente poteva o esserci stato un errore o essere guasta la bottiglia della discordia. Schorsch ha chiuso con la frase riportata su beernews, dimostrandosi molto professionale. Gli utenti di RateBeer hanno apprezzato il gesto, ma alcuni – confermando quanto sostengo sull’effettiva serietà della lotta – non hanno mancato di dire “E adesso a quando una collaborazione”? 😀

  3. @Patrick
    Più che divertissement si può definire immensa operazione commerciale, nata come una sfida e trasformatasi presto in una situazione di comodo per entrambi i birrifici. Carina la battuta sulla collaborazione, secondo me con ampie probabilità che si concretizzi.

  4. sempre più perplesso dai brewdog. Non mi sorprenderebbe se sia la TNP che la STB non avessero le effettive gradazioni dichiarate.

    I tedeschi poi non sono da meno…

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