Girare il mondo per amore della birra è un’attività non necessariamente collegata a una stagione specifica, ma è normale che proprio in questo periodo ci si abbandoni più facilmente ai progetti di viaggio. Esiste qualcosa di più entusiasmante che programmare un itinerario dedicato alla nostra bevanda, studiare le tappe da visitare di giorno in giorno e poi vivere effettivamente quelle esperienze, così profondamente cariche di cultura birraria? Effettivamente viaggiare per la birra è un’opportunità straordinaria e l’unico modo per capire realmente alcune realtà locali, sia che abbiamo uno stretto legame con le tradizioni brassicole internazionali, sia che appartengano a scene emergenti o comunque di più recente ascesa. Così il pezzo di oggi è da leggere come un supporto alla vostra pianificazione estiva: un elenco di diverse definizioni birrarie, divise in base a tre diversi temi di viaggio.
Tema 1 – Le tradizioni
Ogni volta che un appassionato mi chiede consigli per il suo primo viaggio birrario, rispondo sempre di cominciare dalle destinazioni più tradizionali. Chiaramente sono quelle più inflazionate, ma anche le uniche in grado di trasmettere il forte legame che esiste tra determinati popoli e la nostra amata bevanda: un legame che si è sviluppato sulla base di abitudini e usanze stratificatesi nei secoli. Le destinazioni possibili sono tante, ma possiamo considerarne una per ognuna delle tre principali nazioni brassicole europee: il Belgio, l’Inghilterra e la Germania. Il primo è probabilmente il più facile da organizzare, poiché le ridotte dimensioni del paese permettono di coprire in pochi giorni le principali mete birrarie, tornando a casa con una visione abbastanza completa della realtà locale. Gli argomenti da toccare però sono diversi: le birre trappiste, le fermentazioni spontanee, le Saison delle fattorie, le classiche Belgian Ale, i nuovi birrifici… Insomma, il Belgio garantisce un itinerario comodo, ma non per questo poco impegnativo.
La Germania è un mondo totalmente diverso e molto variegato, ma dovendo scegliere un solo itinerario è impossibile non rivolgersi alla Franconia, con in testa la sua splendida Bamberga. Questa è la regione tedesca che più di tutte conserva le grandi tradizioni brassicole del passato, spesso ricorrendo a consuetudini produttive andate perse nel resto della nazione. Tra Rauchbier, Keller, Schwarz, Landbier e altre specialità locali c’è solo l’imbarazzo della scelta: berle nelle suggestive birrerie del posto è un’esperienza impareggiabile. Restando in Germania, una meta alternativa ricca di tradizione è rappresentata dall’accoppiata Colonia – Dusseldorf, molto valida se avete pochi giorni a disposizione: scoprire da vicino le antiche alte fermentazioni delle due città (rispettivamente Kölsch e Altbier) è un esercizio dall’altissimo valore culturale.
Per l’Inghilterra non si può non suggerire una lunga permanenza a Londra, vero e proprio ombelico della scena birraria anglosassone. La città non ha certo bisogno di presentazioni – men che meno sul fronte prettamente turistico – e la presenza di decine di ottimi pub permette di entrare facilmente in contatto con le abitudini birrarie di un intero popolo, senza rinunciare a bere in maniera straordinaria. Che puntiate quelli posizionati in zone più turistiche (due su tutti: The Harp a Covent Garden e Market Porter a Borough Market) o quelli più periferici (Wenlock Arms, Southampton Arms, White Horse) scoprirete un modo di vivere il locale lontano anni luce dalle consuetudini a cui siete abituati. Nonché un rapporto particolare con la bevanda, che nella sua concezione più classica si esprime con Real Ale, cask e handpump. Se poi vorrete dare una sferzata di modernità alla vostra vacanza, avrete a disposizione tutta l’altra faccia della birra artigianale anglosassone: una tappa al Beer Mile è d’obbligo.
In questo gruppo non bisognerebbe tralasciare la Repubblica Ceca e in particolare Praga: città che vi permetterà di restare sbalorditi dalla sua bellezza e di entrare in contatto con una scena birraria affascinante, legata ai forti retaggi del passato ma anche caratterizzata da una nuova scena emergente. In generale è una destinazione sempre molto sottovalutata, sebbene proprio quelle terre abbiano dato i natali allo stile più rivoluzionario della storia: quello delle Pils.
Tema 2 – Gli Stati Uniti d’America
Gli USA rappresentano un viaggio da sogno per molte persone, in particolar modo per chi è appassionato di birra. La rivoluzione craft iniziata negli anni ’70 ha ridefinito non solo il concetto di birra in tutto il mondo, ma ha persino modificato le abitudini quotidiane di tanti cittadini americani. Alcuni birrifici locali sono diventati nomi leggendari a livello internazionale e tutto ciò che di nuovo gira intorno alla birra arriva dall’altra parte dell’Atlantico. Ovviamente però organizzare un viaggio negli USA non è semplice, perché bisogna limitare i propri programmi a una regione ben definita. Ne possiamo individuare tre in base alle evoluzioni birrarie degli ultimi anni: New England, California e Oregon.
Il New England è una regione situata nella parte nordorientale del paese, incastonata tra l’Oceano Atlantico e il Canada e composta da sei stati federali, tra cui il Vermont, il Maine e il Massachusetts. Nonostante la produzione brassicola sia una consuetudine di vecchia data, è negli ultimi anni che questa zona degli Stati Uniti è salita agli onori delle cronache, grazie alla produzione di IPA molto particolari: torbide alla vista, morbide al tatto, dall’aroma di agrumi, frutta tropicale e resina e dall’amaro contenuto. Stiamo chiaramente parlando delle New England IPA, capaci di diventare in poco tempo un fenomeno birrario di portata mondiale. Molti ne parlano, ma in pochi le hanno bevute in loco: farlo è l’unico modo per capire davvero questo stile fino in fondo.
La California è una destinazione ever green per chi voglia organizzare un viaggio birrario negli USA. È forse lo stato che più di tutti ha influenzato la scena nazionale, basti pensare che molti pionieri della rivoluzione craft sono partiti da lì, compreso il birrificio Anchor di San Francisco – considerato il capostipite. Ma sono californiani molti altri produttori diventati protagonisti negli anni, come Sierra Nevada, Stone, Russian River, Green Flash, Lagunitas, Firestone Walker: molti hanno raggiunto dimensioni ragguardevoli, talvolta siglando accordi con la multinazionale di turno. Sebbene la California rappresenti una scena birraria matura con un grande passato alle spalle, rimane comunque una destinazione di prim’ordine e sempre al passo coi tempi. Luogo prediletto per assaggiare le West Coast IPA (in particolare San Diego), vanta una scena frizzante e in continua evoluzione, anche grazie ai tantissimi birrifici presenti (più di qualsiasi altro stato americano).
Considerato il miglior stato birrario degli USA da Thrillist, l’Oregon è una destinazione primaria per un viaggio oltreoceano. I motivi sono diversi: il numero dei birrifici attivi è altissimo (circa 300), la loro qualità media decisamente elevata e la cultura birraria locale assai sviluppata. Alcuni produttori non solo sono rinomati in tutto il mondo, ma sono considerati vere e proprie pietre miliari nell’ambiente internazionale: Hair of the Dog, Ale Apothecary, Deschutes, Rogue, Great Notion, pFriem sono solo alcuni dei nomi più quotati. Portland è una delle principali “beer city” degli States, con la bellezza di circa 60 produttori attivi all’interno dei confini comunali, ma limitare un viaggio in Oregon a questa singola città sarebbe delittuoso: si può tranquillamente visitare la splendida costa continuando a bere divinamente, sconfinando magari nello stato di Washington per un salto a Seattle, metropoli altrettanto interessante a livello birrario.
Comunque le destinazioni americane non si riducono certo ai tre itinerari qui proposti. Grandi soddisfazioni possono arrivare da un viaggio nel Midwest, oppure in Colorado, dove Denver rappresenta una città straordinaria dal punto di vista birrario.
Tema 3 – Le destinazioni alternative
Se gli USA sono troppo lontani o se le tradizionali tappe europee vi hanno stancato, potreste virare su qualche destinazione meno inflazionata ma capace di regalare grandi soddisfazioni in termini birrari. Una delle esperienze più evocative a livello continentale potrebbe essere un viaggio alla scoperta delle birre delle fattorie, produzioni rustiche e antiche che hanno caratterizzato l’evoluzione brassicola di molti paesi europei. Escludendo il Belgio (e una parte di Francia), l’area a cui guardare è quella che comprende le Repubbliche Baltiche e la Scandinavia: è qui che ci si può imbattere nelle Farmhouse Ale locali, come le Kaimiskas lituane, le Kveik norvegesi o i Sahti finlandesi. Non aspettatevi picchi qualitativi straordinari, ma se amate il beer hunting più autentico allora avrete di che divertirvi.
Se vagare per l’Europa non vi alletta particolarmente, potreste puntare su singole nazioni. Tra quelle birrariamente emergenti la Spagna può riservare belle sorprese, a patto di individuare le giuste destinazioni: da questo punto di vista Barcellona è ormai una sicurezza a livello europeo. L’Olanda offre un bel mix tra tradizione e modernità, oltre a tanti spunti di stampo prettamente turistico. La Danimarca è un paese da anni all’avanguardia dal punto di vista brassicolo, capace di regalare grandi soddisfazioni (e di alleggerire il portafoglio). Se poi non intendete spingervi oltre i confini nazionali, la possibilità di approfondire la scena birraria italiana è sempre una valida alternativa, spesso sottovalutata.
Insomma, spero di avervi dato qualche spunto. Quale sarà la destinazione del vostro prossimo viaggio birrario?
Io me ne andrò in Irlanda quest’estate,secondo me rimane ancora un paese che dal punto di vista brassicolo ha da dire la sua.
Comunque spero di scovare gradite sorprese quá e là però se hai da suggerirmi delle chicche o dei must elergisci pure!
Grazie,Paolo.
Gran bel viaggio Paolo! Dai un’occhiata a questo vecchio articolo http://www.cronachedibirra.it/viaggi/17786/non-solo-guinness-il-fermento-dellirlanda-birraria/