Come cominciare al meglio la settimana se non con un aggiornamento sulle nuove birre italiane? Partiamo allora da una collaborazione molto importante, nata dall’incontro (brassicolo) tra Turan e Scirocco Brewing. Il primo birrificio non ha certo bisogno di presentazioni, essendo una delle realtà più interessanti nel Lazio; il secondo invece è il nuovo progetto brassicolo di Luigi Serpe – uno dei papà del movimento in Italia centro-meridionale – che dopo anni passati in Maltovivo ha deciso di lanciarsi in questa nuova avventura. Il frutto del lavoro di Orazio e Luigi è la Ossi di Seppia, una Russian Imperial Stout nella quale hanno infuso tutta l’esperienza acquisita in tanti anni di appassionata carriera.
La Ossi di Seppia (10,9% alc.) prevede l’impiego di cereali maltati e non maltati, una cospicua percentuale dei quali tostati. I luppoli sono aggiunti in mash e poi a 30 minuti. Prodotta lo scorso novembre, ha subito un lungo affinamento in botti di rovere precedentemente usate per vino rosso (in un caso Amarone). In una delle botti sono stati aggiunti Brettanomyces Clausseni. Aspettiamoci allora un’Imperial Stout opulenta, ma anche dal gusto molto tradizionale. Personalmente sono piuttosto curioso di assaggiarla.
Ho invece già assaggiato l’altra novità di casa Turan, la Koni Ma. Presentata durante la recente Settimana della Birra Artigianale presso il Saxophone Pub di Roma, è una White Ipa che aggiunge un (grande) pizzico di creatività alle interpretazioni più “belghe” di questo stile emergente. Solitamente infatti le “Ipa bianche” vengono brassate o senza spezie, oppure con un’aromatizzazione da Blanche (coriandolo + buccia d’arancia). Qui invece Orazio Laudi ha fatto ricorso anche a zenzero candito, aggiunto però solo in dry hopping insieme ai luppoli. La base fermentabile comprende invece malto d’orzo e ovviamente frumento, in una percentuale vicina al 50% e sia maltato che “liscio”. Si propone come perfetta ammazza sete per le calde giornate ormai all’orizzonte.
Restiamo nel Lazio per presentare l’ultima novità in casa Birradamare, che per certi versi appare clamorosa. Dopo anni di “resistenza”, infatti, anche il birrificio di Fiumicino (RM) si è arreso alle richieste del mercato e ha lanciato la sua prima India Pale Ale, battezzata Dammenipa – è questa la richiesta più ricorrente nelle varie manifestazioni. Suona strano che un produttore ormai così radicato sul territorio non si fosse ancora cimentato con lo stile più popolare di sempre. L’interpretazione che ne hanno fatto in Birradamare però sembra lontana dalle mode del momento e più vicino al loro modo di intendere la birra: scordatevi i luppoli americani, qui sono stati usati solo varietà europee (tra cui lo sloveno Aurora e l’inglese Goldings). Per il resto dovrebbe essere una IPA molto equilibrata, che ha fatto anch’essa il suo debutto ufficiale durante la Settimana della Birra Artigianale, presso Il Secchio e l’Olivaro di Roma.
L’emergente Birra Perugia sta continuando a sfornare nuove birre e ottenere importanti riconoscimenti. Tra le ultime novità si segnala la Ila, presentata a inizio marzo all’Elfo Pub di Perugia in occasione – indovinate un po’ – della Settimana della Birra Artigianale. La Ila (8%) è una Scotch Ale molto particolare, perché realizzata in collaborazione con Samaroli, selezionatore di distillati italiano tra i migliori al mondo. La Ila infatti è stata affinata in una botte di whisky Caol Ila 1980, arrivato nei locali del birrificio perugino direttamente dall’isola di Islay, in Scozia. Consideratela quindi una classica birra da meditazione, nella quale ritrovare distintamente le sfumature torbate tipiche del whisky in questione.
Tornando nella zona della Capitale, bisogna segnalare l’ultima creazione del progetto Buskers, nata in collaborazione col birrificio Dada. Anche in questo caso siamo al cospetto di una White Ipa, battezzata Khaleesi (5,6%). Oltre che l’aggiunta di coriandolo e buccia d’arancia dolce (quindi non amara), la Khaleesi prevede l’impiego di pepe. I luppoli sono di varietà molto “trendy”: Citra, Mosaic e Sorachi Ace. La base fermentabile è invece realizzata con frumento e malti Pils, Cara Pils e Pale. L’etichetta, opera come sempre dell’artista spagnolo Felideus, conferma l’impressione avuta leggendo il nome della birra: è un omaggio a uno dei personaggi principali del Trono di Spade. La troverete presto in diversi locali di Roma, prima fra tutti il rinnovato Buskers Pub di Viale Leonardo da Vinci.
È stata invece presentata sabato scorso nei locali Oro Birra di Torino e Birreria Gambrinus di Avigliana l’ultima nata in casa Aleghe. Il birrificio di Coazze è attivo ormai da diversi anni, tuttavia la sua gamma di prodotti è rimasta pressoché inalterata nel tempo. Ecco che a mischiare un po’ le carte arriva ora la Aleghetor (7,5%), una birra scura a bassa fermentazione realizzata con l’aggiunta di fave di cacao selezionate dal maestro cioccolatiere Guido Castagna. Date le peculiarità non è facile da associare a uno stile birrario ben preciso: è una Schwarz? Oppure una Baltic Porter? Nessuna delle due direi, ma l’importante è che sia un buon prodotto.
Avete già assaggiato alcune delle novità presentate oggi? Quale vi intriga di più?
Per la Aleghetor ipotizzerei una doppelbock, come da desinenza.
Ma il bravo Luigi di Maltovivo non sarebbe Serpe invece che Recchiuti?
Ila e Ossi di Seppia mi intrigano molto.
Sì forse una doppelbock, la presenza delle fave di cacao mi ha suggerito una birra nera.
Chiaramente Serpe, chiedo venia.
Curiosissimo di provare Ossi di Seppia. Sia le produzioni di Turan che di Maltovivo in genere mi hanno sorpreso sempre positivamente. Molto interessante anche la White Ipa. Solita grande etichetta di Buskers…e certamente grande birra.
Ne berremo delle belle insomma.
Segnalo a mero titolo informativo visto l’interessante trend dei birrai italiani all’utilizzo del legno, che da una settimana circa è disponibile la nuova birra di Ebers che anch’essa prevede il passaggio in botte, ex Nero di Troia.
Grazie della segnalazione!