Quando si inizia a fare birra in casa e si è alla ricerca di informazioni, una delle imprese più difficili è valutare l’attendibilità dei contenuti che il web ci propone. Sui libri viene solitamente fatto un minimo di filtro a monte, anche se alcuni possono essere datati e altri meno accurati, ma sulle informazioni reperibili in rete regna la legge della giungla. Chiunque può dire qualsiasi cosa, in ogni momento: se questo è un bene dal punto di vista della libertà di espressione, non lo è affatto da quello dell’acquisizione della conoscenza. È sufficiente fare una ricerca sui travasi del mosto da un fermentatore all’altro, ad esempio, per scoprire decine di pareri profondamente diversi tra loro, sostenuti dalle diverse fazioni con l’accoramento tipico del tifo da stadio. Come si fa a valutare se stiamo leggendo contenuti affidabili o deliri di un pazzo scellerato? Non è impresa facile. Sui blog si può rimediare facendo qualche ricerca sull’autore: se la fonte è autorevole, in genere si trovano informazioni sul suo conto, più o meno certificate. Ma districarsi tra i nomignoli nei vari interventi dei forum (mastro_birraio_67, trappista_89, monaco2034, josef_groll, burtonize-me e via discorrendo) non è impresa facile.
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