Sebbene non occupi più perennemente le prime pagine dei giornali, la guerra ucraina sta andando avanti con la sua terribile regolarità, di cui ormai ci rendiamo conto solo quando qualche notizia particolarmente tragica torna in evidenza – l’ultima è relativa al raid missilistico di sabato nella città di Chasovy Yar, che ha causato la morte di almeno 24 persone, per lo più civili. L’emergenza non è finita e a nostro avviso è sbagliato abbassare la guardia nei confronti di una vicenda di una gravità inenarrabile. Come raccontato in passato, la comunità internazionale della birra artigianale è stata tra le prime a muoversi per aiutare la popolazione ucraina, grazie a diverse iniziative. A lungo andare quella che ha prevalso è stata la creazione di birre ad hoc, il cui ricavato è stato totalmente o in parte destinato a progetti benefici: è senza dubbio la soluzione più efficace, perché semplice da capire anche per il consumatore finale. Un’iniziativa che si è rapidamente diffusa tra i birrifici di tutto il mondo è quella chiamata Resist, che prevede la realizzazione di una “anti-Imperial Stout” partendo da una ricetta condivisa.
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