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La semplificazione delle accise è realtà: approvata la proposta di Unionbirrai

Durante il fine settimana appena concluso è stata annunciata un’importante novità per i microbirrifici italiani, che potrebbe cambiare radicalmente il loro approccio al pagamento delle accise. Come annunciato infatti da Unionbirrai sul proprio sito web, la proposta di Unionbirrai e CNA sulla semplificazione delle accise è stata recepita dal consiglio dei ministri, che l’ha inserita nel Decreto Legge in materia di semplificazione fiscale appena approvato. In soldoni, per i birrifici con una produzione inferiore ai 10.000 hl l’anno l’accisa non sarà più calcolata sul mosto prodotto, ma nella fase di confezionamento. Un dettaglio solo a prima vista, che invece apre interessanti prospettive per tutte le aziende brassicole artigianali.

Il risultato è frutto del lavoro che Unionbirrai ha recentemente avviato insieme a CNA nei confronti dell’Agenzia delle Dogane, finalizzato a modificare la disciplina delle accise affinché sia più giusta riguardo alle esigenze dei microbirrifici. Lo scorso 26 maggio riportammo la notizia che la proposta dell’associazione era arrivata sul tavolo del Ministero delle Finanze: dopo quasi un anno il progetto si è finalmente concretizzato.

Quello della semplificazione delle accise è un argomento sul quale Unionbirrai sta puntando da tempo. A dicembre 2010 scrissi un articolo sulle strategie dell’associazione in materia di accisa, tra le quali rientrava proprio lo spostamento del pagamento dal momento della produzione a quello del confezionamento.

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Non mi ritengo un esperto in materia, ma direi che la novità porterà almeno due importanti vantaggi per i birrifici artigianali italiani. Il primo è che saranno eliminati tutti gli adempimenti amministrativi che precedentemente erano collegati al vecchio metodo di pagamento. Il secondo è che non bisogna più pagare l’accisa anche sulle perdite di lavorazione, poiché il pagamento stesso è spostato all’ultimo step dell’iter produttivo.

Ma forse la più importante innovazione sarà in prospettiva. Se non sbaglio, infatti, con il Decreto Legge per la prima volta il legislatore italiano prende in considerazione l’esistenza di microbirrifici. Mi spiego meglio: uno dei problemi più gravi della disciplina delle accise era quel “cono d’ombra normativo” nella quale si trovavano le piccole aziende brassicole; in pratica la legge era plasmata sui meccanismi della grande industria e non considerava l’eventuale esistenza di microproduttori. Ora invece per la prima volta viene riconosciuta l’esistenza di piccoli birrifici, quelli cioè con produzione annua inferiore ai 10.000 hl – che per inciso è il limite individuato da Unionbirrai per definire la birra artigianale.

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Stabilito per legge che esistono i microbirrifici, è dunque verosimile aspettarsi in futuro nuovi provvedimenti che vadano incontro alle loro esigenze. Decisamente un bel passo avanti per la birra artigianale italiana.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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75 Commenti

  1. Penso che prima di cantare vittoria bisogna vedere “l’attuazione”. Tante volte leggi buone sulla carta sono state attuate ad minchiam. Se i litri invece di contarli in sala cottura li conti in magazzino non so che vantaggi ci siano, e’ da vedere in termini di carta e burocrazia. La cosa non mi sembra ancora smarcata. Ma io bevo e basta che mi frega?

    • Evidentemente parli perché non conosci le imposizioni. Comincia ad eliminare la bilancia fiscale ed almeno un conta-litri metrico, parliamo già di qualche migliaia di Euro. Elimina inoltre la tenuta di diversi, inutili e tediosi registri e sopratutto elimina di dover pagare l’accisa sulla birra venuta male (non posta in commercio) e sugli inevitabili scarti di lavorazione. Elimina l’obbligo di dover comunicare una cotta con relativi ingredienti e quantità. Ora non ho letto tutta la nuova normativa, ma in sostanza questi dovrebbero esserne i vantaggi, oltre allo snellimento delle pratiche e conseguentemente dei tempi per l’approvazione.

      Questa è già una piccola rivoluzione, incredibile ma vero mi trovo a difendere UB!!??

      Poi si sa che ogni ufficiale (s)ragiona con la sua testa e interpreta come meglio gli aggrada, però gli si può far avere una copia del decreto, visto che ora esiste.

  2. Avendo in passato criticato UB per alcune iniziative, ricordo il caso delle bottiglie unificate, mi sento in dovere di fare un plauso ad UB. Davvero un bel risultato, bravi.

  3. > non bisogna più pagare l’accisa anche sulle perdite di lavorazione

    Bene, finalmente scenderanno i prezzi.
    Ben fatto!

  4. Non credo che i registri spariranno (come non spariranno a seguito della telematizzazione)… e nemmeno i contatori di energia per i controlli incrociati. Vedremo invece le tubature fisse imposte tra sala cottura, fermentatori e maturatori con contalitri fiscali che misurano il passaggio del mosto fino al confezionamento…. speriamo in bene…

  5. Cerevisia ma hai letto il testo della nuova normativa? Se si, mi potresti dire dove così posso leggerlo? Thanks.

      • @ Cerevisia
        Per essere uno che si definisce “tecnico birraio” e offre consulenza, mi sembri poco informato.
        Le tubature fisse non sono una invenzione dell’agenzia di Milano o Torino, bensì è la legge!
        Decreto 153 del 27/03/2001, articolo 3, paragrafo 4, lettera d
        “….L’assetto delle linee di trasferimento deve essere tale da non consentire il passaggio delle materie prime alla lavorazione senza essere misurate e l’introduzione del mosto in cantina e della birra nel reparto d’imbottigliamento se non attraverso TUBAZIONI FISSE su cui siano inseriti misuratori.”

        Che poi tu abbia trovato funzionari che in deroga alla legge abbiano autorizzato l’uso di manichette mobili è un’altra cosa.
        Però, per favore, non facciamo disinformazione!

        • Ho installato birrifici in tutta Italia e non solo e mi è capitata una richiesta del genere sono in provincia di Milano. Per tua informazione ci sono anche fabbriche che usano i tubi flessibili e se c’è chi li produce evidentemente c’è anche chi li compra e chi li approva.

          Ora tu citi giustamente la legge, che come tale è a libera interpretazione di chi poi deve eseguire i controlli, io cito la pratica, cioè quello che accade nella realtà, visto che la maggior parte dei birrifici Italiani è sprovvisto di tubi fissi dalla cotta ai fermentatori e da questi ai maturatori.

          Si chi di noi due stia facendo disinformazione ci sarebbe da discutere.

          • Da un professionista serio e preparato mi sarei aspettato qualcosa tipo:
            “La legge dice che sono necessarie le tubature fisse, però, in base alla mia esperienza, nella maggiorparte dei casi le l’agenzia delle dogane autorizza l’uso di manichette mobili”
            Oltre a dare una informazione corretta, avrebbe dimostrato competenza nel campo in cui opera e si fa pagare, ed esperienza nell’aiutare i suoi clienti.

            tu hai scritto:
            “CHE IO SAPPIA sono una cosa INVENTATA dall’agenzia di Milano…”
            Trai tu le conclusioni.

          • Ho scritto così perché anche in fabbrica non sempre ci sono tubi fissi. Il motivo, a parte l’aspetto legale è pratico, sai quanta perdita di prodotto può esserci con un simile sistema in una fabbrica, magari posizionata su più piani? E quanti metri di tubo si devono sanificare inutilmente per attuare un simile sistema? Col rischio che qualche deviazione venga tralasciata?

            Chi ha scritto la legislazione non si è preoccupato di questo fattore, ma solitamente l’ufficiale che poi deve approvare o meno, sotto indicazione dell’interessato, se ne rende conto ed opta diversamente. Di default infatti non si applica, mentre qualche ufficiale più pignolo e meno informato “s’inventa” la stretta osservazione dello stesso. E’ chiaro che non può inventarsi cose di sana pianta, ma s’inventa la stretta osservanza in quanto normalmente è un punto che viene saltato a pie pari.

            Poi non è che posso avere in memoria tutta la legislatura relativa alla produzione ed alla commercializzazione della birra e chi sono un computer? Conosco invece a menadito la procedura per ottenere i permessi necessari ed i punti principali sui quali si concentra, solitamente, l’attenzione degli ufficiali preposti. Solitamente perché insolitamente accade, come ne caso di Milano, che ci si concentri su punti diversi.

            Comunque detengo un record: l’ottenimento del permesso dell’agenzia delle dogane e relativo codice d’accisa, in soli 15 minuti. Relativo alla birreria Old Brick di Spoleto, se non è professionalità questa?

            Io le conclusioni le ho tratte….

  6. Nel mio caso la nuova norma è peggiorativa. Ora pago sul venduto del mese precedente. Mi tocchera invece anticipare l’accisa sulla birra non ancora venduta. Grazie tante.

  7. A Torino NON abbiamo tubazioni fisse come dice Alex, ma solo perchè deroghiamo con buona pace dell’AdD locale. Poichè la storia fiscale piemontese risale a Teo Musso (pioniere anche e soprattutto in questo) si paga sul mosto. Quindi sfridi a carico nostro (completamente accisati) ma un solo contalitri. La nuova legge potrebbe essere peggiorativa se mi obbliga a mettere tubazioni fisse e misuratori come richiesto. Aspettiamo con preoccupata trepidazione la determinazione dirigenziale, ma non è tutto oro quel che luccica….

    • Assolutamente d’accordo con sanpaolo.
      L’approvazione di questo decreto se da un lato potrebbe semplificare alcune procedure, ad esempio si potrebbe eliminare il registo di carico/scarico della birra imbottigliata e infustata dal deposito fiscale, dall’altro potrebbe portare a complicazioni a livello impiantistico.
      Il decreto dice “…l’accertamento del prodotto finito viene effettuato immediatamente a monte del condizionamento, sulla base di appositi misuratori, direttamente dall’esercente l’impianto”
      E’ plausibile che l’agenzia delle dogane possa chiedere una tubatura, sulla quale installare un contalitri, e nella quale far passare tutta la birra pronta per essere imbottigliata/infustata.
      Ora come essere certi che la birra passi da questa tubatura se non obbligando i birrifici ad installare una tubatura fissa che parta dai maturatori ed arrivi all’imbottigliatrice e all’infustatrice?
      Se chiederanno questo, la vedo dura per parecchi piccoli produttori.

      • Basta un semplice conta-pezzi che può essere installato sulla tappatrice, come ad esempio presso il birrificio Soralamà a Prata Camportaccio (SO) ed un conta-pezzi sull’infustatrice, come al birrificio Ca Leoni ad Aquileia (UD).

        Il conta-pezzi è un semplice ed economico strumento, se confrontato con qualsiasi contalitri; che conta un pezzo al passaggio dello stesso. Si moltiplicano i pezzi per il volume del contenitore ed ecco quantificata la produzione in modo semplice ed efficace.

        I conta-pezzi si trovano in diversi birrifici in quanto anche prima la normativa prevedeva che per la birra condizionata (confezionata) ci fosse una quantificazione dei pezzi prodotti e del loro volume.

        In alternativa è possibile installare una parte di tubatura fissa in ingresso all’infustatrice e/o all’imbottigliatrice, dotata di contalitri e poi raccordarsi alla stessa con un tubo flessibile, provvisto di raccordo rapido a standard alimentare tipo DIN o Clamp.

        Farsi fare la consulenza da un professionista, ha anche lo scopo che lo stesso trovi le soluzioni più semplici ed efficaci, con conseguente risparmio economico e di tempo, che consente di recuperare ampiamente il costo della consulenza.

        Non vuole essere uno spot, ma un chiarimento visto che i consigli sono gratuiti.

  8. infatti, ora ci tolgono il conteggio sul mosto e ce lo mettono sul confezionato… ma NOTIZIONA! oggi hanno approvato l’aumento delle accise per pagare i costi dell’istruzione pubblica! toh guarda… sembrava troppo bello per essere vero… risultato? non cambia niente a livello di oneri e anzi.. forse aumenteranno… in sintesi, quello che perdono dallo scarto sulla lavorazione lo recuperano sulla bottiglia! ricordate che lo Stato quando deve essere pagato non molla mai… al massimo mette della vaselina…

  9. Sul sito del deputato che ha proposto l’idea ho chiesto lumi. Mi pare che abbiano sparato una cifra a caso, senza pensare alla sua sostenibilita. Mi son cavato almeno lo sfizio d’insultare il deputato manuela ghizzoni.

  10. @Alex: questo decreto complica al posto di semplificare… ci voleva invece la forfetizzazione delle accise sotto i 10000 ettolitri e le fasce di pagamento relative (ad esempio: fino a 12 plato fa xx euro/hl) come in altri paesi europei.

    ma nessuno le ha proposte.

    Speriamo nella determinazione direttoriale che assimili il “condizionamento” a tutto cio che avviene dopo la produzione del mosto, cosi come è adesso per molte province, sinceramente pago volentieri le accise sugli sfridi piuttosto che riempirmi di tubi fissi e contalitri costosi , di difficile pulizia e soggetti a errori di registrazione ( e sanzioni)

  11. @SanPaolo, io non credo che questo decreto complichi le cose e (se sarà applicato) finalmente renderà chiarezza a livello nazionale (chiedere a chi vuole aprire in Calabria ) Il fatto stesso che sia finalmente riconosciuto dallo stato che esistono “microbirrifici” mi pare gia un bel passo avanti su cui impostare poi la forfetizzazione che auspichi.
    Non credo che i “tubi fissi” (se non ci sono chiaro che è meglio) siano un grande ostacolo se effettivamente (ribadisco ..attendiamo le circolari chiarificatrici) ci si libera di magazzino fiscale malti e relativi registri.

    @Tutti l’aumento accise è saltato (al momento), si vede che qualche santo in paradiso anche i micro cominciano ad averlo!

    • I tubi fissi farebbero chiudere la maggior parte dei micro italiani, sia per la spesa da affrontare per le modifiche da apportare all’impianto sia per lo spazio quasi sempre insufficiente.
      La verità è che siamo controllati da ispettori incompetenti, che cambiano spesso settore per carenza d’organico(dalle benzine, passano ai distillati,poi tornano alla birra…), ma lo stato ci costringe a redigere una marea di registri, ossia fare il lavoro al posto loro.
      E poi francamente sono stufo di ribadire che il luppolo non andrebbe conteggiato in quanto non fa grado…e che non si macina nel mulino!!!

  12. @Lelio: sicuramente semplifica chi apre in Calabria. Chi paga sul mosto fa un passo indietro a meno che ci faccia buttare via il registro unico. Ma gia oggi dobbiamo scrivere i contatori energetici per ogni cotta per i controlli incrociati, vedo difficile abolire i carichi malti.
    mi piacerebbe sapere cosa voleva semplificare UB, mi sembra che demandando nuovamente alle circolari provinciali le situazioni interpretative saranno molteplici.
    Molto buono che lo status micro sia stato inserito in una legge di Stato.

    • Diciamo che “uniforma i diversi trattamenti” che i micro hanno a seconda di dove sono ubicati, per la questione “mosto” ti lascio al commento di Simone.

      Le tubazioni fisse sono già presenti in molti micro (vallescura e B&C per citare due che conosco). Continuo a sostenere che se non ci fossero sarebbe meglio, ma non sono un ostacolo insormontabile. Vorrei anche capire se e quale contalitri verrà accettato, visto che di fatto in questo momento vi è un “quasi” monopolio con costi e tempi di attesa al limite de sostenibile.

      • @Lelio
        Direi che le tubature fisse, al momento sono presenti in POCHI birrifici, e non in molti come hai scritto tu.
        Per fortuna la maggior parte paga sul mosto, installando un contalitri all’uscita dello scambiatore e stop.
        Consideriamo che i birrifici sono tanti, e tante le casistiche.
        Ci sono bittifici che hanno i maturatori disposti a “L”, oppure disposti su più file, e chissa quanti altri casi.
        Se l’agenzia delle dogane dovesse pretendere una tubatura fissa in questi casi (ad esempio su impianti con maturaturi disposti su più file) la soluzione non è affatto semplice.
        Faranno dei serpentoni di decine di metri di tubature fisse, o faranno n tubature (una per fila) con n contalitri ? L’agenzia delle dogane accetterà queste soluzioni ? e nel frattempo potranno continuare a produrre o si ferma tutto ?
        E poi some si farà a pulire e sanitizzare adeguatamente questi tubature fisse?
        Come puoi immaginare le domende e le incertezze sono molte.
        E ho la sensazione che si sottovalutino i possibili impatti di queste richeiste sui birrifici più piccoli

  13. Buongiorno a tutti.
    Scusate l’intervento brevissimo e non esaustivo, ma capirete la situazione frenetica di questi giorni.
    L’aumento delle accise sulla birra pare scongiurato. Stiamo monitorando la situazione in tempo reale con Cna.

    Semplificazione: facciamo un pò di storia. Ci siamo seduti al tavolo tecnico sulla telematizzazione anche perchè l’agenzia riteneva in questa occasione indispensabile uniformare la situazione normativa relativa ai microbirrifici.
    Condizione numero uno: non sarà più accettato il pagamento sul mosto, in evidente contrasto con tutte le norme italiane e comunitarie.
    (continua)

  14. siamo/siete sicuri che sia frutto del lavoro di UB..? O che l’aver adesso fatto passare il concetto che sotto i 10.000hl un produttore sia qualificato come artigiano sia un risultato anch’esso da ascrivere ad UB? O che la cancellazione in zona Cesarini sia dovuta alla fortuna e non ad un’intensa azione di lobbying da parte di qualcuno? Meditate, gente, meditate..

    • Beh, l’emendamento approvato è il nostro testo, presentato da Unionbirrai e Cna.
      Di cancellazione non si può parlare, era una proposta non sostenuta e su cui, comunque, in poche ore ci eravamo attivati in tutti i modi.
      PS. sotto i 10000 hl si è piccoli produttori di birra e basta.

    • Se non si paga sul mosto con un contalitri sullo scambiatore, mi spieghi come fanno a farti pagare sulla birra senza un contalitri fisso?

        • @Lelio
          Consideriamo però che ci sono più di 400 birrifici, con dimensioni ed impiantistica molto diversi tra loro.
          Ci sono molti birrifici che l’infustatrice non l’hanno. Pensa ad esempio a chi usa i Key Keg. Infusta usando un attacco ed un tubo flessibile. E tanti altri birrifici piccoli infustano anche i fusti classici con un attacco (baionetta o scivolo) ed un tubo.
          Saranno costretti a comprare una infustatrice da qualche migliaio (una decina?) di euro.
          Stesso discorso per l’imbottigliatrice. Si va da birrifici con linee di imbottigliamento automatizzate, a chi ha dei monoblocchi, a chi ha semplici imbottigliatrici manuali da banco.
          Quando collegherenno il contalitri all’imbottigliatrice, come faranno poi le pulizie e la sanificazione con il contalitri che conta anche la soluzione pulente/sanitificante ?
          Credo che l’impatto di tubeture fisse e/o contalitri collegati a imbottigliatrice/infustatrice venga sottovalutato.

          • @Alex ti rimando a cerevisia per le “invenzioni” del caso.
            Non conosco ovviamente tutte le impiantistiche dei 400 micro e sono cosciente delle enormi differenze tecniche e di trattamento fiscale a cui sono sottoposti a seconda dell’agenzia locale che li ha seguiti.Se anche l’agenzia delle dogane ha accettato una collaborazione per una proposta di semplificazione (e speriamo che effettivamente lo sia) è proprio per mettere chiarezza e dei parametri applicabili in maniera univoca, non creando disparità fiscali tra i produttori.

            Per le sanificazioni, giusta osservazione la tua, un tempo (e forse qualcuno lo fa ancora) si dichiaravano sui registri semplicemente i litri di lavaggio, ora molti (o pochi) sono stati obbligati ad utilizzare un costosissimo e a quanto mi risulta poco affidabile contatore che discrimina la densità del prodotto (se è birra incrementa, se è acqua sta fermo). In alcuni casi ho visto dei doppi contatori.

            Vedremo…, ma come scrivo anche dopo, il fatto stesso che finalmente esista lo status di piccolo produttore è un risultato epocale. Finalmente lo stato riconosce una categoria di produttori cui applicare norme specifiche e diverse da quelle applicate nei grandi stabilimenti. ( e si spera meno penalizzanti)

  15. a me pare na strunzata…..spero vivamente di sbagliarmi…..

    io che pago sul mosto e non ho imbottigliatrici automatiche con contapezzi …cosa potrò mai fare per semplificare di più?
    semplificazione de che?
    mah…..finchè qualcuno non ci spiega cosa effettivamente si deve fare ….non ci credo alla semplificazione….

    • Un semplice conta-pezzi può essere sulla tappatrice pneumatica o anche su un’infustatrice manuale, già fatto e già approvato in diversi luoghi d’Italia. Oppure un contalitri su una parte di tubatura fissa d’ingresso imbottigliatrice e/o infustatrice, già fatto e già approvato, pure questo.

      Poi se uno vuol fregare l’accisa non c’è tubatura fissa che tenga, certo non si può pretendere che il tutto venga approvato nel caso, ad esempio d’infustamento a caduta, vedi metodo dei cask.

      Ma se uno s’attrezza, non dico di un’infustatrice semiautomatica, ma di un semplice pannello o meglio cabinet, con parte di tubatura fissa, dotata di contalitri metrico, piombabile o con base d’appoggio fusto provvista di conta-pezzi, di solito approvano, già fatto anche questo.

      Dipende sempre dalla testa con cui si ha a che fare, poi si usa la proverbiale fantasia Italiana.

      Speri bene, anche se chi ha già aperto ed ha già contatore e metodo, magari s’incasina, ma per chi deve aprire la semplificazione c’è.

      • beh vedi che è una strunzata?
        quello che tu dici equivale a contare usando le dita di una mano……qualsiasi pirla pùo dichiarare ciò che vuole…..

        semplificazione significa……forfettizzazione in base a criteri oggettivi…
        i contatori te li puoi mettere dove vuoi….anche ai cateteri….non servono a nulla….

    • Potrei copiare ed incollare quanto scritto sopra. Anche se credo che non serva. Il pagamento sul mosto sarebbe stato vietato.

  16. ecco al solito siamo lo spaccato di questa italietta dove ognuno ha il proprio orticello da difendere e teme qualunque cosa che possa danneggiarlo.
    Il risultato del riconoscimento in Italia dello status di “piccolo produttore” è EPOCALE e con esso la normativa specifica che ne deriva.

  17. @Lelio
    D’accordo con te che lo status, per legge, di piccolo produttore è epocale.
    Ora però, da quanto ho capito, bisogna andare a discutere di soluzioni tecniche con l’agenzia delle dogane. I miei messaggi volevano sottolineare che le realtà sono tante e variegate, e le soluzioni tecniche che si proporranno potrebbero essere più o meno impattanti.
    Faccio una considerazione che non vuole essere polemica, ma al limite può essere una proposta.
    Il gruppo accise di UB, se ricordo bene, è formato da rappresentanti di Birrificio Italiano, Lambrate, e Ducato.
    Sono persone a cui dire grazie, perchè al di là delle chiacchiere hanno dedicato del loro tempo alla “patata bollente” dell’accisa.
    Però sono tutte e 3 realtà medio-grandi, localizzate al nord Italia.
    Perchè non sentire quale potrebbe essere l’impatto delle diverse soluzioni tecniche
    (tubature fisse, contalitri, o altre soluzioni che non conosco) su birrifici, di dimensioni differenti, (piccoli e piccolissimi), localizzati anche in diverse parti d’italia ?
    Capisco che non si possono interpellare 400 birrifici, ma magari un campione di una 40ina di birrifici si. Magari indicendo una riunione ?
    E’ logico che comunque andrà degli impatti sui birrifici ci saranno.
    Sarebbe utile individuare le proposte tecniche da portare avanti con l’agenzia, e che impattino meno sugli impianti dei birrifici.

  18. @Alex all’inizio del percorso lo studio sulla situazione dei micro in Italia fu fatta, tramite interviste telefoniche a un campione di associati: era fondamentale per dare all’Agenzia un quadro assolutamente verosimile della situazione in Italia. Tanto per intederci, quando si fece presente l’enorme varietà di trattamenti presenti sul territorio nazionale, con altrettanti sistemi di calcolo e pagamento dell’accisa, i tecnici e il direttore dell’Agenzia non volevano crederci. Mi pare evidente che la norma approvata è semplicemente un primo indispensabile passo che già porta a sostanziali migliorie per i piccoli produttori (certezza del trattamento, riconoscimento dello status) che va integrato con la determinazione direttoriale, su cui faremo le nostre proposte, che già è una ulteriore modifica fondamentale, delegando a questo solo documento il trattamento dei micro.
    A seguito della approvazione dei giorni scorsi stiamo organizzando una giornata di studio come anche da te prospettata.
    Stiamo anche aprendo un thread sul forum di Unionbirrai, pubblico, dove potranno essere indicate idee, proposte, critiche.

  19. @Simone: pagare sul mosto sarà anche vietato dalla legge, ma io ho una bella relazione doganale firmata che dice che lo posso fare, rilasciata in sede di verifica tecnica. E speravo che questa che oggi è una deroga venisse portata a livello nazionale. Invece andiamo sul prodotto condizionato. Mettiamo pure i contapezzi (Altri Euro) e inventiamoci una riempifusti fiscalizzabile (sempre che l’AdD l’accetti…) ma come faccio a convincere le Dogane che non si devono preoccupare di quanto malto compro, quanta energia consumo, quanto mosto produco, quanto ne butto via in cantina e quanti lavaggi faccio, ma solo del numerello della contapezzi?

    Gli umpalumpa da me non sono passati… ripeto vediamo con le circolari locali come ci mettiamo in ordine, nel frattempo sento le Dogane e mi tocco…

  20. Cito Moretti.
    Con questa classe dirigente non vinceremo MAI le elezioni.
    Con questi a rappresentarVi non semplificherete MAI.

  21. @Nicola è esattamente quello che vogliamo scongiurare: regole certe, decise dalla Direzione dell’Agenzia delle Dogane.

    • se gli ispettori che hanno vinto (o almeno dovrebbero averlo vinto)un concorso DEVONO conoscere il loro lavoro! E’ imbarazzante dover spiegare a chi ti fa un’ispezione perchè alcune domande che ti fanno non hanno senso. Avere 3 ispettori tra le scatole 2 volte l’anno,ogni anno, 3 giorni (mattina e pomeriggio) consecutivi, ti obbliga a lavorare facendo le capriole…perchè uno di noi deve stare con loro tutto il tempo.

  22. fanno registrare il luppolo che entra in birrificio e quello che viene usato per brassare, ma non controllano zucchero o miele. E poi che bello quando, in un tripudio di professionalità cristallina, ti dicono: “chieda ad un collega”… vogliamo parlare poi del fatto che non capiscono la differenza tra zuccheri fermentabili e non? Per loro tot grado plato corrisponde a tot alcol. Infatti i controlli di grado plato effettuati sul prodotto finito sono una palese offesa all’intelligenza. Riescono a risalire al grado plato originale partendo da plato finale e % alc vol. Neanche Nostradamus avrebbe mai osato tanto.

  23. Per me questa fatidica semplificazione è solo un complicazione…. Noi abbiamo esplicitamente richiesto di pagare sul mosto accollandoci le perdite, Ci sono già un milioni di registri, 10000 righe a scrivere tutto cio che entra ed esce, ci manca solo il contabottiglie e contafusti…
    Mi fa ridere chi dice con poca spesa se ne compra uno per questo, uno per quello… a furia di questo e quello i soldi continuano ad uscire in cazzate…

  24. se contiunano a “semplificare” così dovranno assumere altri 10.000 addetti….noi poi li paghiamo, ma, tranquilli, sono le misure per la crescita!!!!!!

    pago sul mosto prodotto, mi accollo le perdite e ho 2 registri (lavorazioni e magazznio) e un solo contalitri…….

    fate voi adesso, economisti ed esperti, il calcolo di quanto mi costa questa semplificazione (in termini di strumenti e di costo lavoro)……

    GRAZIE!!!……approposito c’è anche la telematizzazione…..

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