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Il birrificio Rotorcraft vende un luppolatore (hop gun) isobarico...

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Il delivery di Westvleteren e altre notizie dal mondo della birra trappista

Il mondo della birra trappista è scandito da ritmi molto diversi rispetto al resto dell’universo brassicolo. È un ambiente costituito da poche realtà, che rimane tendenzialmente sempre uguale a sé stesso e in cui le novità si susseguono con una frequenza neanche lontanamente comparabile all’irrequietudine che spesso contraddistingue il nostro settore. Tuttavia in tempi recenti le cose hanno subito un’inversione di tendenza, tanto che oggi ci ritroviamo a riassumere in un singolo articolo le ultime notizie provenienti dai (pochi) produttori trappisti sparsi sul pianeta. Come si spiega questo fenomeno? Probabilmente dipende da vari fattori: in parte dal crescente numero di birrifici che negli ultimi anni hanno ottenuto il bollino esagonale; in parte dalla globalizzazione dell’informazione e il rafforzamento di quella specializzata in temi birrari; in parte da una maggiore propensione di questi birrifici per soluzioni di marketing diverse dal passato. A ogni modo eccoci qui, a raccontare le ultime vicende che hanno caratterizzato questo affascinante mondo.

Westvleteren consegna a domicilio

Proprio così: il più esclusivo tra i birrifici trappisti del Belgio ha recentemente deciso di attivare un servizio di delivery, con la possibilità per i cittadini belgi di ricevere le mitiche bottigliette prive di etichetta direttamente a casa. Si tratta di una novità clamorosa per Westvleteren, un altro segno di “apertura” dopo quanto avvenuto a metà giugno, quando il produttore approntò una sezione dedicata sul proprio sito per prenotare le proprie birre online. Un’innovazione che sarebbe risultata normalissima in qualsiasi altra circostanza, ma che ha rappresentato un passaggio fondamentale per un birrificio che ha costruito gran parte della sua leggenda non solo sull’elevata qualità delle proprie produzioni, ma anche sulla difficoltà di reperirle sul mercato, se non addirittura in loco.

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Questo il comunicato con cui l’abbazia ha reso nota la novità:

Abbiamo deciso di bloccare la vendita delle birre trappiste al cancello del monastero perché è consentito muoversi solo per ragioni essenziali. Abbiamo considerato tutte le possibili alternative per portare le birre di Westvleteren ai consumatori nel caso di un nuovo lockdown generale. Ciò ha determinato una variazione al progetto pilota di e-commerce, nel quale avremo una parte attiva nel consegnare le birre ai nostri clienti tramite un servizio specializzato in spedizioni. Per il momento offriamo questo nuovo servizio solo a chi risiede in Belgio.

Rispetto alla prenotazione online con ritiro presso l’abbazia, il servizio di delivery permette l’acquisto di una sala cassa da 24 birre. Un bottino comunque non indifferente per tutti gli appassionati delle birre di Westvleteren.

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Achel non è più un birrificio trappista

Come raccontato una decina di giorni fa, Achel ha perso lo status di birrificio trappista. Si tratta di un duro colpo per la comunità belga, soprattutto se si considera il motivo alla base della decisione: a detta dell’abate di Westmalle, infatti, nel monastero non ci sono più frati. Nonostante la produzione brassicola sia ancora attiva – e supervisionata dagli stessi monaci di Westmalle – allo stato attuale è impossibile rispettare uno dei tre criteri che definiscono trappista un birrificio: oltre a richiedere l’assenza di scopo di lucro e la presenza di un impianto all’interno del monastero, il regolamento impone che la produzione sia quantomeno seguita dalla locale comunità religiosa. Finisce così – almeno temporaneamente – la storia del più giovane birrificio trappista del Belgio, unitosi agli altri cinque (Westmalle, Chimay, Westvleteren, Orval e Rochefort) solo nel 1998. Cosa succederà ora? Difficile prevedere evoluzioni sostanziali a breve, sebbene l’attuale controllo da parte di Westmalle non impedisca di tenere aperta qualsiasi porta.

La Dubbel collaborativa di Tre Fontane

A fine dicembre abbiamo raccontato della Sinergia ’21, la nuova birra collaborativa dell’Abbazia Tre Fontane di Roma. Dopo la IPA prodotta con il birrificio americano Spencer (anch’esso trappista), è ora il momento di una Dubbel realizzata insieme a due giganti della birra trappista belga: Rochefort e Westmalle. Torniamo sull’argomento perché proprio in questi giorni la Sinergia ’21 dovrebbe essere ampiamente disponibile nel nostro paese: la ricetta segue fedelmente lo stile di riferimento – la cui origine è tra l’altro strettamente legata al mondo trappista – ma presenta anche elementi che restituiscono il tocco riconoscibile di Tre Fontane. Vale la pena ricordare che la birra, come tutte quelle del progetto, ha uno scopo solidale.

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Birra trappista e saponette

Si chiama La Beer Epoque la linea belga di saponi prodotti esclusivamente con birre locali: tra i vari marchi utilizzati compaiono anche i trappisti Chimay e Rochefort. Tra gli ingredienti utilizzati sono presenti anche quelli da birra: il luppolo fornisce effetti antimicrobici, astringenti, tonici e lenitivi, mentre il malto regala note aromatiche che ricordano il caramello. Anche il lievito gioca la sua parte nella definizione delle proprietà idratanti, nutrienti, esfolianti e purificanti. Se pensate che la creazione di saponi alla birra sia una stranezza, sappiate che in Belgio le suore dell’Abbazia di Nostra Signora di Nazareth, appartenenti allo stesso ordine dei cistercensi della stretta osservanza, realizzano uno shampoo alla Westmalle Dubbel.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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