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Accise: la proposta di UB sul tavolo del Ministero delle Finanze

UnionbirraiNegli scorsi mesi ho illustrato  i dettagli e le novità relative all’argomento birra e accise. Si tratta di un tema molto sentito dai microbirrifici italiani, che si trovano costretti a scendere quotidianamente a patti con una regolamentazione disorganica, confusionaria ed estremamente gravosa nei loro confronti. La semplificazione della disciplina è un obiettivo a cui stanno puntando diversi soggetti coinvolti nel tavolo tecnico con l’Agenzia delle Dogane: la speranza è che eventuali conquiste abbiano positive ripercussioni anche sui consumatori. Ma questo è un altro discorso, che riprenderò in chiusura…

Tornando invece al dialogo aperto con le istituzioni, ieri Unionbirrai ha comunicato via Twitter un’importante novità: l’Agenzia delle Dogane ha recepito il disegno di semplificazione proposto dall’associazione, che ora sarà trasmesso al Ministero delle Finanze. In parole povere, questa operazione rappresenta il primo vero impulso all’iter legislativo necessario per modificare la regolamentazione relativa ai microbirrifici. Come spiegai in passato, infatti, mentre per la semplificazione riguardante gli impianti ad alta automazione basta una semplice circolare prodotta dal direttore dell’Agenzia delle Dogane, per tutti gli altri impianti – fattispecie nella quale rientrano quasi tutti i microbirrifici italiani – è invece necessaria una vera e propria modifica legislativa, con tutti i problemi burocratici che ne conseguono.

Per la ragione sopra descritta, la semplificazione relativa ai microbirrifici era sempre stata vista come una chimera. Ora invece sembra un obiettivo realizzabile, pur con le mille insidie che un simile iter nasconde. Tuttavia, già il solo fatto che la proposta di Unionbirrai passerà all’attenzione del Ministero delle Finanze rappresenta un traguardo senza precedenti e permette di guardare con ottimismo al futuro.

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Come riportato sul sito dell’associazione, fondamentale in questo senso è stato l’apporto della CNA, a cui Unionbirrai si è affiliata da non più di qualche mese. Quando fu firmato l’accordo, parlammo di una svolta straordinaria, che avrebbe aperto orizzonti completamente nuovi e accresciuto le potenzialità dell’associazione. La notizia di ieri è una conferma a quella previsione.

Il lavoro ovviamente non si ferma qui. Unionbirrai è già all’opera per accelerare l’iter legislativo, affinché la riforma sia approvata dal Parlamento prima del prossimo 1 settembre 2010, scadenza ultima per passare alla totale telematizzazione dell’accisa.

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Queste le belle notizie per chi produce birra in Italia. Ma cosa deve aspettarsi il consumatore da un’eventuale semplificazione della disciplina? Secondo voi è giusto attendersi una riduzione dei prezzi, oppure i due discorsi non hanno alcun giustificabile punto di contatto?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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19 Commenti

  1. @Andrea

    una precisazione: “mentre per gli impianti ad alta automazione basta una semplice circolare prodotta dal direttore dell’Agenzia delle Dogane, per tutti gli altri impianti – fattispecie nella quale rientrano quasi tutti i microbirrifici italiani – è invece necessaria una vera e propria modifica legislativa”

    manca il complemento di scopo… per fare cosa? non si capisce

    complimenti al lavoro di Unionbirrai. quando ci si muove in maniera professionale i risultati sperabilmente arrivano

    non mi esimo dallo sparare sulla croce rossa: sarebbe bello sapere anche il ruolo avuto da Assobirra in questa faccenda, visto che si era investita della lotta per la sopravvivenza del settore tramite noti consiglieri

    una volta mi ricordo che dicevano che la birra costava tanto perché era aumentato il luppolo… io i prezzi delle materie agricole li ho visti fluttuare in questi anni, quello delle birre no, chissà perché… i prezzi caleranno quando ci saranno più birrifici stile Valcavallina che trovi al pub a 3.60 euro alla 0.33. e quando i soldi nelle tasche della gente saranno ancora meno. entrambe le cose si stanno verificando

  2. è un tipico esempio di fluttuazione asimmetrica: quando salgono è colpa del mercato, quando scendono… beh, ma tanto chi se ne accorge che scendono? e poi ci si lamenta del petrolio e dei prezzi alla pompa…

    ci manca solo un aumento generalizzato sulle IPA col fatto che il dollaro è decollato e il luppolo americano lo si compra in USD…

  3. Cercando di rimanere in tema e non parlando per l’ennesima volta di prezzi, non posso che complimentarmi con Simone e soci Ub per l’ottimo risultato (speriamo che vada tutto in porto). Così sarà meno difficile “fare impresa” e anche le piccole entità familiari potranno avere utili migliori (e forse contenere i prezzi).
    Il fatto che UB, nel momento in cui si trova a perdere alcune pedine importanti passate (anche) ad Assobirra sia, non solo riconosciuta, ma abbia un suo peso IMPORTANTE al tavolo dell Agenzia delle Dogane lo vedo in modo molto positivo. La rivincita dell gruppo sui fuoriclasse. Bravi ragazzi bel lavoro!

  4. @ lelio
    bhe, a fine articolo è proprio l’autore che pone la questione prezzi ai suoi lettori.

    @ lallo
    secondo me ci sono molte variabili in gioco…

    il problema di fare impresa in italia:
    >pressione fiscale; >costo del lavoro; >costi delle spese generali, servizi bancari e assicurativi; ecc ecc;

    in questi anni i birrai hanno puntato sulla ristorazione di livello equiparando il prezzo della bottiglia di birra artigianale a quello del vino di media importanza, senza stare a fare tutti i calcoli che ci facciamo noi consumatori;

    il packaging: in certi casi val€ più la champagnotta di vetro che quello che c’è dentro;

    Oramai il prezzo si è consolidato e non credo che gli addetti ai lavori faranno il passo indietro sui prezzi. A fronte del calo del prezzo delle materie prime o dello sfruttamento di impianti più grandi, non mi pare che i prezzi siano scesi.

    ritengo che il dito non debba essere puntato solo sui produttori.
    Sul prezzo finito, l’intermediario e il venditore ci mettono del loro (credo convenga più venderla che produrla); La filiera agroalimentare italiana è famosa per questo.

    Per finire, sabato ero in un locale ed ho notato un tavolo in cui le bottiglie di saison dupont a 9 euro andavano come l’acqua minerale, sulla carta c’erano anche delle italiane vendute a 12-13 euro (qualcuno dirà che non è nemmeno poi così tanto), le bottiglie erano esposte su un banchetto a prendere la polvere.

  5. Sì è vero, ho introdotto la questione prezzi, ma da un punto di vista un po’ diverso. Mi ha fatto riflettere un botta e risposta su Twitter, che dopo l’annuncio da parte di UB del traguardo ha raggiunto, ha visto Birrazen chiedere se a questo punto era auspicabile una riduzione dei prezzi.
    Quello che mi chiedevo era se questo collegamento è giusto, cioè se è legittimo per noi consumatori aspettarci un calo dei prezzi da questa notizia, e quanto la semplificazione dell’accisa può pesare in questo senso.
    D’altro canto mi sembra che i commenti fino ad ora hanno cercato di portare qualcosa in più alla solita questione dei “prezzi troppo alti”.

  6. @ velletairo
    la mia era solo una precisazione per evitare che il trehad deviasse per l’ennesima volta sulla trita e ritrita questione prezzi, quando il focus, secondo me, è l’ottimo lavoro di UB ed i risvolti che potrebbero derivarne (tra cui il prezzo ovviamente).

    Anche a parità di prezzo io sceglierei sempre una Saison Dupont !

    Il rischio per i micro nostrani è legato all’effetto moda, ai “fighetti del gusto” (da cui anche Carlin Petrini si è pubblicamente dissociato). Se passa la semplificazione e la riduzione delle accise sono certo che vedremo degli onesti artigiani vivere bene e con ricarichi più moderati a tutto vantaggio della vera cultura della birra. (probabilmente vedremo anche qualche multinazionale aprire dei propri brewpub…ma questo potrebbe avere i suoi risvolti positivi)

  7. @lelio
    ok, stiamo a vedere cosa succede 😉
    per ora rimango sul: “ci spero, ma non ci credo…” 😀

    ah, complimenti a UB. Questo traguardio sarà di stimolo per il raggiungimento dei prossimi obbiettivi.

  8. Mah, non credo che la riduzione dei prezzi sia legata all’accisa. L’accisa su una bottiglia da 3/4 pesa normalmente sui 15/20 cent e di certo non è una cifra che possa fare sperare una diminuzione dei prezzi.
    La birra in italia al momento è un fenomeno modaiolo, la maggior parte dei birrifici vendono birra non ancora matura perchè non riescono a soddisfare le richieste crescenti e credo che i prezzi siano dettati dalla necessità/volontà di ripagare in fretta l’investimento effettuato e dal fatto che i volumi prodotti sono modesti.
    In ogni caso di certo non sarà un’accisa adeguata a garantire al consumatore un prezzo adeguato, in linea con quello degli altri paesi d’Europa.

  9. @Stefano

    a me insieme al costo del luppolo mi avevano detto che la birra costava tanto per colpa dell’accisa. io ci avevo creduto. come la mettiamo?

  10. speriamo. vorrà dire che allora i prezzi caleranno e saremo tutti più felici, io per primo

    ma se PER CASO non caleranno… quale delle due affermazione risulterà falsa?

    1. l’accisa è un elemento determinante alla base del costo della birra

    2. i birrifici, in particolar modo quelli già avviati e con volumi di produzione interessante e prezzi poco friendly, incamerano degli extraprofitti mica male checché se ne dica

    si accettano scommesse

  11. I miei complimenti a Simone e UB!
    Se non ho capito male, quando la modifica diventerà operativa i birrifici come il nostro potranno risparmiare un bel po’ di lavoro burocratico se sceglieranno di pagare l’accisa sul mosto prodotto e non sui litri venduti.

    Che poi da questo ci si debba aspettare una riduzione dei prezzi: scordiamocelo. Semmai un AUMENTO.

    La semplificazione consisterebbe, nel nostro caso, nel passare dalla tenuta degli attuali 4 registri ( materie prime, produzione, confezionamento, vendita ) a soli 2 registri.

    Il prezzo da pagare per la semplificazione non è poco: se ora versiamo l’accisa sulla birra venduta il mese prima ( birra fatturata, soldi che si presuppone di avere anche incassato, in teoria ) con la nuova proposta dovremmo pagare sul mosto prodotto, che andremo a vendere come birra finita dopo 40-80 giorni. Si tratta di anticipare un bel gruzzolo. Inoltre, dovremmo pagare l’accisa sulla massima gradazione ottenibile, e non su quella effettiva. La birra che ora paghiamo per 13 gradi plato dovremmo pagarla a 20, come se producessimo solo birre a 20 plato.
    Spero che si tenga conto delle perdite di lavorazione dal mosto prodotto alla birra imbottigliata, che sono circa del 13%. Già ora il nostro UTIF storce il naso davanti alla differenza tra i litri finiti e quelli registrati dal contalitri del mosto. Mica posso farci niente, le perdite di lavorazione, tra fermentazione e travasi, ci sono. Questi volevano farci pagare anche gli sfridi…
    In questo contesto è ovviamente impossibile pensare a una riduzione dei prezzi. E mi dispiace, perchè venderemmo tutti sicuramente di più se potessimo abbassare i prezzi lungo tutta la filiera.
    Simone, intervieni se ho capito male. Mi pare che la proposta sia questa. La valuteremo anche noi, perchè comunque lo sbattimento burocratico è grande, e può valerne la pena. Aggiornando i listini.

  12. @ Walter
    effettivamente con le dilazioni di pagamento e gli insoluti che vanno tanto di moda di questi tempi anticipare le tasse su prodotti che dovranno/potranno essere venduti, bella non è.
    però dire che i prezzi addirittura aumenteranno… è una coltellata per il consumatore…

  13. vedremo quando la proposta diventerà legge. Il testo prevede la possibilità, e non l’obbligo, di passare al nuovo sistema. Se sceglieremo di pagare 50 cent al litro le birre che ora paghiamo 32, adegueremo i listini. Scelta nostra. Se continueremo col sistema attuale, manterremo i prezzi attuali, invariati dal 2008.

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