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Aperte le iscrizioni a Birra dell’Anno 2019: tutte le novità del concorso di Unionbirrai

Lunedì scorso Unionbirrai ha ufficializzato l’apertura delle iscrizioni all’edizione 2019 di Birra dell’Anno. Si tratta del più importante concorso nazionale sulla birra artigianale, al quale possono partecipare tutti i produttori rientranti nella relativa definizione legislativa. Esiste dal 2005 ed è strutturato come molte iniziative analoghe: i birrifici sono chiamati a iscrivere le proprie birre assegnando ognuna a una delle categorie previste dal regolamento, che poi vengono valutate da una panel di giudici italiani e stranieri; per ogni categoria viene stilato un podio e premiate le rispettive produzioni. Il contest prevede inoltre l’attribuzione del titolo di “Birrificio dell’anno” in base ai piazzamenti ottenuti nelle varie categorie. Rispetto ad altri concorsi, la particolarità di Birra dell’Anno è di concentrarsi esclusivamente su produzioni nazionali, fornendo dunque un valido affresco della scena brassicola italiana.

Ogni anno è interessante analizzare le modifiche effettuate al regolamento, soprattutto in termini di categorie previste. Ebbene, la novità più importante in questo senso è l’assenza di novità: le categorie dell’edizione 2019 saranno 41 come lo scorso anno, senza alcuna differenza. Credo che sia la prima volta che avviene in quasi tre lustri di concorso e ha un significato molto profondo, perché significa che l’iniziativa è cresciuta a tal punto da essere riuscita a dividere le centinaia di birre partecipanti in categorie ben definite. In effetti già lo scorso anno avevamo registrato con soddisfazione il superamento di strani accorpamenti di stili, talvolta anche molto distanti tra di loro. Di conseguenza è facile aspettarsi un numero di produzioni iscritte superiore (o quantomeno pari) alle 1.650 dell’edizione 2018.

Ritroveremo dunque la stessa suddivisione dello scorso anno. Così ad esempio i birrifici saranno chiamati a confrontarsi nuovamente con l’emergente sottostile delle New England IPA, sperando che questa volta le birre iscritte nella categoria mantengano un livello dignitoso anche fuori dal podio. A proposito di IPA, saranno ancora tantissime le categorie derivanti da questa grande famiglia: avremo le tradizionali English IPA, le leggere Session IPA, le American IPA, le muscolari Double IPA, le White IPA (valutate insieme alle American Wheat), le IPA “scure” (Red, Brown e Black) e le Specialty IPA (realizzate con cereali alternativi, con lieviti belgi o con la tecnica della bassa fermentazione). Chiaramente questo pullulare di variazioni di IPA giocherà a favore dei birrifici focalizzati su queste specialità, ma d’altro canto è una scelta che rispecchia l’andamento del mercato.

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Confermata la suddivisione delle Italian Grape Ale in due categorie, in base al “colore” delle uve impiegate: una scelta che avevo apprezzato già lo scorso anno e che a livello internazionale dovrebbe essere seguita da tanti altri concorsi. Rimane viva la famigerata categoria 41, quella relativa alle Exraordinary Ale (cioè birre che non rientrano in nessuna delle precedenti 40 tipologie), e l’accorpamento di stili a fermentazione ibrida (Kölsch, Altbier e California Common) in un’unica categoria, nonostante le loro profonde differenze a livello organolettico. Nell’ultimo caso ovviamente il motivo è da ricercare nel basso numero di birre iscritte riconducibili a quelle tipologie.

Il mantenimento delle stesse categorie dello scorso anno permetterà inoltre di ottenere risultati facilmente confrontabili con quelli del 2018, anche per capire quali produttori saranno in grado di confermare i loro exploit. In particolare i riflettori saranno puntati sul birrificio Crak, chiamato a dare seguito alla vittoria generale della precedente edizione che arrivò grazie alle birre luppolate ma anche ai piazzamenti in altre categorie (Barley Wine, speziate). Lo scorso anno registrammo l’ottima performance di nomi molto giovani, come Vetra, Muttnik e Ca’ del Brado; il difficile però arriva ora, perché tutti questi birrifici dovranno convincere il movimento con altri importanti piazzamenti.

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Le iscrizioni a Birra dell’Anno resteranno aperte fino al 21 gennaio 2019, mentre la premiazione avverrà sabato 16 febbraio a Rimini, come sempre nell’ambito di Beer Attraction. Gli assaggi per le valutazioni avverranno nei giorni precedenti, grazie all’immancabile esercito di giudici provenienti da tutto il mondo. Ulteriori aggiornamenti arriveranno più avanti, per il momento direi che le informazioni sono sufficienti per cominciare a ragionare sulla prossima edizione del concorso di Unionbirrai: sul sito trovate il regolamento e le caratteristiche descrittive della categorie in formato pdf.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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