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L'Italia mette al bando le feste della birra

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Quando qualche mese fa scrissi un titolo simile per un Pesce d’aprile su una fantomatica nuova legge che avrebbe proibito l’homebrewing in Italia, molti si fecero un grassa risata. Molti altri, invece, ci cascarono in pieno, visto che il nuovo divieto, per quanto assurdo, si collocava perfettamente in un’atmosfera di tensione, in cui si fondeva la nuova corrente neoproibizionista con la solita genialità del legislatore italiano. Forse anche chi capì subito lo scherzo, rimase con un profondo senso di inquietudine, sapendo più o meno consciamente che un simile provvedimento, pur nella sua insensatezza, non era poi così inverosimile. Così oggi ci troviamo amaramente a scoprire che la realtà supera spesso la fantasia, se è vero che il Parlamento ha deciso di annientare tutte le feste della birra in Italia. E stavolta non è il primo aprile…

L’incredibile situazione nasce dall’art. 23 della legge n. 88/2009, atta a recepire una legge comunitaria del 2008. Le disposizioni di tale articolo sono state pensate per combattere le attività abusive legate alla somministrazione di alcolici, ma, come troppo spesso accade, il legislatore è riuscito nell’intento di creare un danno incalcolabile. In pratica dal prossimo 29 luglio (cioè da domani) sarà vietato vendere o somministrare alcolici su spazi o aree pubblici diversi dalle pertinenze dei ristoranti e dei bar. Come spiega Confesercenti:

Per esemplificare, la vendita di una lattina di birra nel box alimentari di un mercato rionale costerà all’operatore una sanzione di 4.000 euro; la vendita di bottiglie di vino, in una mercato locale o in una sagra in cui si commercializzano prodotti tipici, sarà punita con la stessa pena. Per la vendita di alcolici oltre le ore 24, la sanzione prevista va addirittura dai 5.000 ai 30.000 euro.

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L’effetto più evidente di queste disposizioni è che da domani saranno illegali tutte le feste della birra che affollano la nostra estate, molte delle quali – è bene ricordarlo – sono organizzate da associazioni culturali o enti locali. Ma evidentemente non saranno colpiti solo gli eventi birrari, ma anche quelli incentrati sul vino, oltre a tutte le sagre con prodotti tipici in generale. La legge, inoltre, graverà pesantemente su una miriade di piccole attività commerciali, che fanno della somministrazione di alcolici una fetta importante del proprio business.

La situazione è ancora più assurda se si pensa che la legislazione italiana già vieta la somministrazione di bevande alcoliche a chi non è in possesso dell’apposita licenza di pubblica sicurezza. Come è intuibile, esistevano già una serie di disposizioni atte a definire comportamenti abusivi in materia, la soluzione più logica era di farle rispettare. Invece si è preferito integrare la disciplina con queste nuove norme, creando il papocchio che ora ci troviamo a commentare.

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Tuttavia stavolta il danno è così evidente che persino il solerte Parlamento italiano si è affrettato a correre ai ripari, visto che in occasione dell’approvazione della legge, la Camera dei Deputati ha votato un Ordine del giorno, il quale:

Premesso che la norma in questione potrebbe prestarsi a ingenerare equivoci e incertezze in sede interpretativa quanto all’ambito di applicazione delle sanzioni ivi previste, per cui potrebbero risultare penalizzate attività che – nell’intenzione del legislatore – non devono incorrere nelle medesime sanzioni, impegna il Governo a chiarire che le disposizioni (…) non si applicano alle attività di vendita o somministrazione di bevande alcoliche in occasione di manifestazioni, sagre, fiere o feste paesane previamente autorizzate ovvero in occasione di manifestazioni in cui si promuovono la produzione ed il commercio di prodotti tipici locali, come anche alle attività di vendita e somministrazione di bevande alcoliche su aree pubbliche da parte di venditori ambulanti autorizzati.

E non ci si è fermati qui. Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, è intervenuto in prima persona nella vicenda, dichiarando la posizione del Governo, favorevole all’approvazione di un articolo aggiuntivo finalizzato alla correzione di una norma evidentemente scorretta. Tale aggiustamento rientrerebbe nell’approvazione del disegno di legge comunitaria per il 2009.

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Tutto a posto dunque? Neanche per sogno. L’approvazione del disegno di legge in questione, infatti, è prevista non prima del prossimo autunno, lasciando inalterata la nuova disposizione fino ad allora. Questo significa che per tutta la restante parte dell’estate (e chissà per quanto altro ancora) gli organizzatori delle manifestazioni estive si troveranno a dover affrontare questa nuova situazione normativa, rischiando di andare incontro a sanzioni che appaiono davvero assurde.

A colpire il sottoscritto non è tanto la solita corrente puritana-neoproibizionista-ipocrita che ormai ha preso piede in Italia, quanto la leggerezza con cui vengono ideate certe norme, e poi approvate in Parlamento, anche di fronte al sussistere di condizioni ai limiti della realtà. Aspettiamo aggiornamenti, per il momento non resta che constatare una nuova dimostrazione di triste squallore italiano.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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25 Commenti

  1. “non si applicano alle attività di vendita o somministrazione di bevande alcoliche in occasione di manifestazioni, sagre, fiere o feste paesane previamente autorizzate ovvero in occasione di manifestazioni in cui si promuovono la produzione ed il commercio di prodotti tipici locali”
    Basta essere autorizzati, o no?

  2. @Vito
    Ovviamente per la somministrazione durante eventi pubblici occorre essere autorizzati. Il problema è che queste nuove disposizioni – se ho capito bene – annullano di fatto tali autorizzazioni, limitando la possibilità di esercitare simili attività a chi possiede un ristorante, un bar, un pub, o qualsiasi altro locale strettamente connesso alla somministrazione.
    La parte da te citata, d’altronde, è una precisazione della Camera che tuttavia non ha alcun valore normativo, in quanto la disposizione ormai vigente (anzi, da domani) fa riferimento solo e soltanto all’art. 23 della legge 88/2009

  3. gli altri paesi della comunità europea come avranno fatto per recepire la norma?

    …tutte le varie manifestazioni e sagre estive?
    forse la norma è aggirabile attraverso ordinanze comunali…

  4. @velleitario
    Non ho studiato giurisprudenza e non so come funzionino certe cose, ma immagino che ci sia modo e modo di recepire una direttiva europea per trasformarla in legge. Magari il legislatore italiano è stato così bravo da estendere per errore una norma atta a colpire solo gli abusivi a tutti gli esercenti

  5. come al solito invece di fare chiarezza, la legislazione italiana ingarbuglia la matassa.
    Avendo aperto da poco una birroteca (solo vendita) in un piccolo comune della provincia di Torino, questa notizia mi confonde non poco le idee.
    Chi mi sa dire come vengono classificati i locali di “pizza al taglio”, “kebab”, etc. che fanno consumare sul loco il proprio prodotto con tanto di bancone, sgabello e bibita aperta? Non penso che tutti abbiano la licenza artigianale, oppure la licenza di somministrazione.
    Purtroppo il mondo è dei furbi.

  6. @b&g
    Questo quanto recita il comma 1 dell’articolo in questione:

    “La somministrazione di alcolici e il loro consumo sul posto, dalle ore 24 alle
    ore 7, possono essere effettuati esclusivamente negli esercizi muniti della licenza prevista dall’articolo 86, primo comma, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza,
    di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni”

    Tutto sta nel capire qual’è la licenza in questione…
    Il pdf della legge è disponibile qui http://www.parlamento.it/parlam/leggi/messaggi/c2320a.pdf

  7. @ Turco
    sono convinto che lo stato italiano ci metta del suo,
    tuttavia credo che la “corrente puritana-neoproibizionista-ipocrita” non sia solo una prerogativa dei governanti italiani ma anche delle organizzazioni sovranazionali. 😉

  8. @velleitario
    Ah no per carità, basta vedere quali splendide cacce alle streghe riescono a partorine nei paesi anglosassoni. Però noi ovviamente non vogliamo essere da meno…

  9. @Andrea
    sì in effetti faccio solo vendita oltre che di birre anche di formaggi salumi e cioccolato; per mia sfortuna/fortuna il Comune in occasione di Notti Bianche, Notti dei Saldi, sagre cittadine, etc. mi ha rilasciato (anche se in forma verbale) l’autorizzazione di mettere un banchetto fuori del mio negozio e di poter fare degustare le birre. Nota positiva: i clienti così si possono avvicinare a birre che altrimenti non si azzardano a comprare perchè non conoscono (lambic, guezue, trappiste, Ale britanniche, etc…); nota dolente: posso solo servirle in bicchieri di plastica perchè non possono portarsi via la bottiglia…
    Con questa nuova proposta di legge vedremo cosa interpreterà la giunta comunale.
    Certo è che i paesini che vivono di Turismo e che investono per promuovere prodotti locali (può essere vino, birra, formaggi, mieli, etc) si dovranno scontrare con nuovi problemi…Staremo a vedere.

  10. tranquillo Andrea, l’articolo della comunitaria 2008 è riferito a chioschi, ambulanti e baracchini vari senza licenza, no problem per sagre e feste varie che naturalmente devono avere tutte un’autorizzazione

  11. @psycho
    ok per la comunitaria 2008, ma è il modo in cui è stata recepita in Italia che ha creato questa situazione paradossale

  12. la Legge 88/2009 e la Legge comunitaria 2008 sono la stessa cosa.
    Per vedere quali erano le linee guida della comunità europea bisognerebbe conoscere il contenuto della direttiva.
    Per dovere di cronaca il disegno di legge di questa norma è stato approvato nella legislatura precedente.

    http://www.politichecomunitarie.it/attivita/41/legge-comunitaria-2008
    http://www.politichecomunitarie.it/normativa/16734/comunitaria-2008-elenco-direttive

    ADB on the beach?

    @Turco per organizzazioni sovranazionali intendo proprio la comunità europea

  13. la ratio della legge era impedire ai baracchini non autorizzati, ai chioschi illegali e agli ambulanti di vendere senza autorizzazione. il tipico che gira per i concerti con lo zaino pieno di lattine di birra e te le vende a 5 € oni lattina. quelli che fanno manifestazioni, sagre e manifestazini eno gastronomiche varie, avendo autorizzazione non incorrono in alcun rischio.

  14. “pistillone”

    quando mandi al governo dei minchioni, è ovvio che ti devi aspettare delle minchiate !

    🙂 🙂 🙂

    il problema è che in Italia c’è l’imbarazzo della scelta…

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