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Dopo tanta tradizione al GBBF trionfa la new wave: oro alla Cwtch di Tiny Rebel

Tradizionalmente in questo periodo dedico un post di Cronache di Birra ai risultati del concorso delĀ Great British Beer Festival, che incorona la migliore birra della manifestazione. Quest’anno causa la sovrapposizione con la pausa estiva del blog, sono costretto aĀ rilanciare la notizia con diversi giorni di ritardo. Tuttavia ĆØ interessante farlo perchĆ© la proclamazione dei vincitori ha riservato parecchie sorprese, in primis per il premio più ambito: il titolo di Champion Beer of Britain ĆØ infatti andato alla Cwtch di Tiny Rebel, un birrificio operativo solo da pochi anni.

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Rispetto alle precedenti edizioni del concorso, quindi, la vittoria ĆØ stata assegnata a un produttore giovanissimo e che può essere considerato tra gli esponenti della new wave anglosassone. UbicatoĀ in Galles, nella cittĆ  di Newport, il birrificio Tiny Rebel ha aperto i battenti solo nel 2012, ma vanta giĆ  una gamma di birre estremamente numerosa, caratteristica che si ritrova spesso nei produttori d’impostazione moderna. E non ĆØ un caso allora che tra le varie produzioni si possano incontrare diverse incarnazioni delle mode del momento: affinamenti in legno, collaboration brew, uso di nuovi luppoli, stili non propriamente inglesi.

Nonostante la giovane etĆ , il birrificio Tiny Rebel ĆØ comunqueĀ riuscito a mettersi rapidamente in mostraĀ per l’ottimo livello qualitativo delle sue birre: oltre al riconoscimento appena ottenuto, nel 2014 ha vinto il premio Champion Beer of Wales con la FUBAR. Come accennato, la creazione che ha trionfato al GBBF ĆØ invece la Cwtch, che ĆØ definita dall’azienda una Welsh Red Ale. Non essendo prevista dalĀ concorso una categoria per le Red Ale, la Cwtch ĆØ rientrataĀ tra le Best Bitter, nonostante sia difficilmenteĀ associabile a questo stile (almeno in termini di interpretazione classica): oltre all’uso di sei malti diversi, la ricette prevede l’impiego di due varietĆ  di luppoli americani, che forniscono aromi agrumati e di frutta tropicale. Per la cronaca “cwtch” ĆØ un termine galleseĀ (si pronuncia “cutch”) che può essere tradotto in maniera poco fedele con “caldo abbraccio”.

La Cwtch ha preceduto nell’ordine la Jaguar di Kelburn (una Golden Ale) e la Dark Drake di Dancing Duck (una Stout). Per quanto riguarda le classifiche di categoria, spulciando le varie posizioni ci si imbatte in molti nomi praticamente sconosciuti, ma anche in birre decisamente affermate, come la Revelation di Dark Star (oro nelle Strong Bitter) o la Port Stout di Hanlons (bronzo tra le birre speciali). Tra le conferme da segnalare la Ruby Mild di Rudgate, vincitrice assoluta nel 2009 e argento di categoria nel 2008 e nel 2011, che quest’anno ha strappato un secondo posto tra le Mild.

Tornando alle peculiaritĆ  del birrificio vincitore, ĆØ impossibile nonĀ trovare analogie con le ultime edizioni del concorso, che hanno mostrato segnali di un cambiamento nelle tipologie di birre premiate. Come spiegato la Cwtch ĆØ una produzione molto lontana da una concezione brassicola tradizionale – almeno per gli standard anglosassoni – ma non ĆØ un caso isolato. Lo scorso anno giĆ  era emerso qualche indizio di un mutamentoĀ in atto: sebbene avesse trionfato una classica Bitter (la Boltmaker di Timothy Taylor), le posizioni immediatamente successive erano state occupate da una single hop moderna (la Citra di Oakham) e da una Bitter con luppoli provenienti da diversi continenti (la Darwin’s Origin di Salopian).

Dunque anche una delle più importanti iniziative del tradizionalissimo Camra sembraĀ doversi piegare alle mode brassicole del momento, o quantomeno a dover fare i conti con un’evoluzione del gusto nel settore. SarĆ  interessante verificare tra un anno se questi cambiamenti troveranno conferme nella prossima edizione del concorso.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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5 Commenti

  1. personalmente ho assaggiato di recente proprio Revelation ed è una delle Pale Ale più buone che abbia mai bevuto! una curiosità: dove si trovano i risultati del concorso??

  2. Quando ci andai anni fa vinse in effetti uno stile tradizionale come il barley wine (Coniston mi pare, il che mi sembra pure normale), quindi considerando l’austeritĆ  del CAMRA ĆØ un evento quello di quest’anno. Anche se poi almeno personalmente tutta questa new wave (anche peraltro come locali londinesi) mi lascia abbastanza perplesso, alla fine il bello del vero pub inglese ĆØ proprio il suo tradizionalismo e la sua atmosfera: basta una bitter o una mild a pompa fatta come Dio comanda e non sento il bisogno di sperimentare altro,anche se la tendenza sembra in effetti quella opposta.

    • A mio parere tra le realtĆ  brassicole più tradizionali il Regno Unito ĆØ la più interessante, perchĆ© accanto a tanti prodotti d’impostazione classica si trovano anche nuove leve di gran valore. E a differenza di altri paesi, la new wave qui ĆØ più assennata: ci sono produttori che hanno realmente reinterpretato la birra locale in maniera intelligente, senza scadere in facili estremismi o sperimentazioni modaiole senza alcun valore. Penso a Thornbridge, Moor, Dark Star e in parte Kernel, ma i nomi da citare sarebbero davvero tanti.

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