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5 famose citazioni birrarie meritevoli di essere conosciute

D’accordo, al giorno d’oggi essere creativi non è facile. Sarà anche per questa ragione che frequentando il mondo della birra si finisce per incappare sempre nelle solite citazioni, usate per promuovere simpaticamente la propria attività. C’è chi con responsabilità sociale invita a “non fermarsi alla terza media”, chi mostra uno spirito ecologista con “save water, drink beer”, chi ci ricorda che “la birra piccola è immorale”, chi ancora la butta sul musicale con “don’t worry, beer happy”. Insomma, potrei andare avanti per ore riportando frasi lette e stralette, che la prima volta strappano un sorriso, ma alla fine finiscono facilmente per suonare stucchevoli e inflazionate. Comunque, visto che ormai l’argomento è stato toccato, ho deciso di dedicare il post di oggi ad alcune citazioni che ritengo particolarmente interessanti. Sono più strutturate dei claim visti in precedenza – e quindi non facilmente utilizzabili allo stesso modo – ma sicuramente più valide in termini di cultura birraria. E magari fonte d’ispirazione per appassionati e operatori del settore.

Michael Jackson

Brindare con un bicchiere di fresca birra stagionale, magari in un pub o in un biergarten, insieme agli amici o a nuovi conoscenti, è un rito che rende felice ogni partecipante. Di solito non ce ne rendiamo conto sul momento, ma questo gesto ci restituisce un senso di luogo condiviso nella nostra comunità e di riappropriazione del tempo nello scorrere della vita. È un modo per valorizzare la birra e trattarla con il giusto rispetto.

Questo è un estratto proveniente dalla preziosa opera di Michael Jackson, che possiamo considerare il padre della divulgazione birraria e uno dei primi esponenti della rivoluzione della birra artigianale. In passato ho raccontato il suo modo rivoluzionario di intendere lo studio della bevanda, caratterizzato da un approccio che potremmo definire etnografico. Nel decimo anniversario della sua scomparsa (caduto la scorsa estate) non poteva mancare una sua splendida citazione tra queste pagine.

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Johann Wolfganf von Goethe

Conoscere i luoghi, vicino o lontani, non vale la pena, non è che teoria; saper dove meglio si spini la birra, è pratica vera, è geografia.

Citazione piuttosto inflazionata, ma questa volta a ragione. Il grande letterato tedesco non solo fu uno delle più grandi menti del suo tempo, ma anche un appassionato di birra, come si deduce dai costanti richiami alla bevanda nel vastissimo materiale epistolare che produsse durante la sua vita. Nello specifico la citazione qui riportata – che usai sul sito dei Domozimurghi Romani e che si può leggere anche nella guida Eurhop – si lega alla precedente di Michael Jackson per esplicitare quel fondamentale connubio tra birra e abitudini locali.

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Richard Doddridge Blackmore

Solo una pinta a colazione, e una pinta e mezzo alle 11, e circa un quarto di pinta a pranzo. Poi niente più birra fino al pomeriggio; e metà gallone a cena. Nessuno può contestare questo.

In uno post del 2013 pubblicato sul suo sito Zythophile, Martyn Cornell raccolse venti citazione birrarie meritevoli di essere conosciute. Tra queste c’è un estratto di Lorna Doone, romanzo di Richard Doddrige Blackmore, in cui il protagonista Jan Ridd difende le abitudini degli inglesi del XVII secolo di fronte a una donna italiana che gestisce una birreria nel Somerset. L’opera è poco conosciuta alle nostre latitudini, ma trovo la citazione molto divertente e interessante. Per la cronaca un gallone secondo il sistema imperiale anglosassone corrisponde a poco più di quattro litri e mezzo. Fatevi due conti…

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Aldobrandino da Siena

Comunque con qualsiasi cosa venga prodotta, sia con l’avena, sia con l’orzo o con il frumento, [la birra] fa male alla testa e allo stomaco, causa una cattiva respirazione e rovina i denti, riempie lo stomaco con fumi dannosi, e chiunque la beva insieme al vino diventa ubriaco rapidamente; ma ha la proprietà di facilitare la minzione e rende la pelle bianca e liscia.

Nel 1256 il medico italiano Aldobrandino da Siena descriveva così gli effetti della birra sull’uomo, dimostrando quanti pregiudizi esistessero in una certa parte di mondo – ahimè la nostra – nei confronti della bevanda. Gli antichi greci e gli studiosi arabi avevano condotto pochi esperimenti sulla birra e il risultato è che la sua cattiva fama resistette per secoli. Nell’estratto in questione si nota in particolare la contrapposizione con il vino, che, nonostante fosse parimenti una bevanda alcolica e generata dalla fermentazione, godeva di tutt’altra considerazione. Una situazione che, in modo diverso, spesso perdura anche al giorno d’oggi.

Philip Kindred Dick

Il miglior modo di chiedere una birra è gridare: Ubik! Frutto di malti selezionati e acqua di prima qualità, invecchiata lentamente per ottenere un sapore perfetto, Ubik è la birra numero uno nel paese. Prodotta solo a Cleveland.

Ho inserito questa citazione principalmente per il mio amore nei confronti di Philip Dick, uno degli scrittori più straordinari e al contempo sottovalutati della seconda metà del XX secolo. La sua opera è quasi completamente di stampo fantascientifico e Ubik è probabilmente il suo romanzo più riuscito, una summa delle sue visioni stupefacenti e del suo mondo immaginario innestata all’interno di una struttura narrativa splendidamente architettata. Ubik è anche questo: una birra, un bene di consumo che ci ammalia con le sue peculiarità grazie al tipico linguaggio pubblicitario. Come in altri romanzi di Dick, è difficile comprendere il confine tra il reale e il fittizio, tra il consistente e l’inconsistente. Qualcosa che alla lontana riguarda anche la birra artigianale.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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