L’influenza che mi ha colpito negli ultimi giorni ha mostrato un’aggressività che mi ha ricordato le peggiori scene dei b-movie sulle contaminazioni di massa. Quindi se da metà della scorsa settimana non avete letto aggiornamenti è semplicemente perché non ero in condizione di reggermi in piedi, figuriamoci di scrivere un post su Cronache. Ora sono tornato (più o meno) operativo, quindi possiamo riprendere il nostro usuale viaggio tra le notizie birrarie nazionali e internazionali, dando uno sguardo a cosa di nuovo hanno in serbo per noi i principali produttori italiani.
La prima novità arriva direttamente dall’ottimo birrificio Brewfist, un nome che ormai avranno tutti imparato a conoscere. In realtà le novità sono ben due e più precisamente altrettante birre, presentate ufficialmente sabato scorso presso il pub capitolino Mad for Beer. La prima si chiama Terminal Pale Ale ed è una Pale Ale che si caratterizza per un tenore alcolico molto contenuto (3,7%) e una luppolatura ottenuta con varietà Citra e Summer. Il nome è lo stesso del locale di Brewfist (Terminal 1), dettaglio che fa pensare che sia una birra creata appositamente per diventarne ambasciatrice.
La seconda produzione ha un nome che è tutto un programma ed è stata battezzata Czech Norris. Si tratta di un’Imperial Pils che impiega solo il luppolo ceco per antonomasia (Saaz) su una base di tre diversi malti: Pilsner, Carapils e Munich. L’alcool chiaramente è in evidenza (7%) e le unità di amaro sono 40. Protagonista sono le note caratterizzanti di uno dei luppoli più conosciuti e apprezzati al mondo, per una birra arrogante che si accosta bene al personaggio da cui trae ispirazione.
Da Codogno ci spostiamo a Montegioco, dove il birrificio omonimo ha messo a segno un’altra prestigiosa collaborazione dopo la recente creazione della Mezzasegale con il Bi-Du. La birra si chiama Folie à Deux ed è nata insieme a Toccalmatto: Riccardo Franzosi e Bruno Carilli hanno per l’occasione realizzato una ricetta molto particolare: la base è quella di una Blanche belga, a cui sono state però aggiunte fragole profumate di Tortona (presidio Slow Food). Il risultato è stato analizzato da Stefano Ricci su il Cucchiaio d’argento… se siete interessati ne trovate dunque una recensione.
Le collaborazioni in giro per il mondo sono ormai il segno distintivo di Toccalmatto. Oltre alla già citata birra con Montegioco, bisogna citare anche la recente collaboration brew con gli svedesi di All In Brewing, dall’incontro coi quali è nata la Big Lager. Come si può leggere sul sito di Zombier, si tratta di un’Imperial Lager, con un tenore alcolico non indifferente (7,5%) e brassata con luppoli Citra, Nelson Sauvin e Stella. A detta di Bruno Carilli in persona, risulta una birra facilmente bevibile nonostante il suo carattere “imperiale”.
E per Toccalmatto le novità proseguono, poiché recentemente si è conclusa un’altra collaboration brew, ma stavolta a sei mani: gli interlocutori sono stati l’associazione spagnola Cervesa Marina (che organizza l’evento Birrasana) e il birrificio gallese Hopcraft. Dettagli nei prossimi giorni.
Tra i produttori più attivi del sud Italia ultimamente si sta mettendo in mostra il molisano Kashmir, che proprio negli scorsi giorni ha lanciato la sua ultima creazione. Si chiama Pallas (5,0% alc.) e strizza l’occhio alle classiche Stout inglesi, non rinunciando però a farsi tentare da suggestioni statunitensi: i luppoli utilizzati sono infatti gli americani Chinook e Cascade, che tuttavia non risultano mai invasivi. È disponibile nei formati da 33 e 75 cl e in fusto.
Visto che nel post si parla de “La Folie à Deux” ne approfitto per chiedere a Schigi da quando è diventato estimatore della musica neomelodica napoletana.
Mi è sembrato davvero insolito che un lombardo conoscesse e citasse un brano come “Il fragolone” 🙂 !!!
Provate le novità di Brewfist, ho gradito di più la Czech Norris, ma in entrambi i casi non grido al miracolo.
Burocracy e 24K rimangono le mie preferite (sopratutto alla pompa)
Czech Norris giá bevuta in Pazzeria alla presentazione assieme alla Galaxie.
Ottime tutt’e due anche se ammiccano un po’ troppo al mercato.
Speriamo in miglioramenti da Fidenza.
Mi piacerebbe sapere quali e quanti tipi di saaz sono stati utilizzati nella Czech Norris.
Scusa Michele ma l’ho scritto sul Barbiere…perchè non me lo hai chiesto lì? Mi fanno impazzire questi cortocircuiti del web, scrivo sul blog e mi rispondi su twitter… 😉
Comunque sono un appassionato dei neomelodici anche se vado più sul classico, Rosario Miraggio nella “macchina 50” è un vero capolavoro del genere, per fare un esempio.
Te l’ho chiesto qui solo per fare pubblicità al Barbiere 😉
Comunque tra Marfè e Miraggio è difficile stabilire chi sia peggiore dell’altro… 🙂