Anche se mancano ancora un paio di mesi alla sua conclusione, possiamo già affermare che il 2023 è stato un anno in cui si sono moltiplicate le collaborazioni tra birrifici. In attesa dei dati definitivi di Whatabeer, che pubblicheremo a gennaio, possiamo anticipare che circa un quinto delle birre inedite quest’anno sono nate da partnership tra diversi produttori. Negli scorsi mesi, ad esempio, il milanese Vetra (sito web) ha puntato molto su questa soluzione produttiva, lanciando la linea Wondercraft insieme a diversi produttori stranieri. La quarta e ultima incarnazione del progetto è stata presentata sabato scorso presso la Scurreria di Genova, come al solito in un evento con musica ad hoc. La birra si chiama Emery (5,3%) ed è un’Italian Pils brassata insieme la birrificio americano Fifth Frame Brewing (sito web) di Rochester (NY). Leggera e facile da bere, è contraddistinta dal netto contributo aromatico del luppolo fresco di provenienza tedesca.
Da Milano ci spostiamo a Roma, dove recentemente il birrificio Rebel’s (sito web) ha annunciato la sua nuovissima No Stress (6%), brassata con il supporto dell’azienda Canapando. Sin dal 2015 Canapando opera un’attività di ricerca, sviluppo e commercializzazione di canapa light, disponendo di 13.000 mq di serre e un laboratorio di 800 mq con impianti per la coltivazione indoor. I ragazzi di Rebel’s si sono confrontati con questi pionieri del settore per selezionare inflorescenze di cannabis biologica che meglio si adattassero in termini aromatici a una birra in stile IPA, dove solitamente è il luppolo a farla da padrone. La cannabis è stata impiegata a freddo (come se fosse un dry hopping) e il risultato è una birra chiara, facile da bere e dal sapore tendenzialmente amaro, con note agrumate (arancia) e fruttate (passion fruit).
Torniamo a occuparci di collaborazioni tra birrifici per introdurre la Kaiser (5,6%), una bassa fermentazione realizzata dall’umbro La Gramigna (sito web) insieme al marchigiano Styles (sito web). Visto il periodo, la birra non poteva non appartenere allo stile delle Festbier, produzioni associate alle feste tedesche di ottobre – inutile specificare la più celebre, giusto? Di colore giallo dorato intenso, limpida e con schiuma bianca, pannosa e persistente, la Kaiser di caratterizza per aromi di miele d’acacia e mollica di pane, un leggera sfumatura tostata e delicati toni erbacei, floreali e lievemente speziati conferiti da luppolo. In bocca predomina la parte maltata, bilanciata da un sottile amaro con un ritorno floreale ed erbaceo. Molto bella l’etichetta in pieno stile La Gramigna, con una grafica che è tra le più riconoscibili e d’impatto nel panorama brassicolo nazionale.
Due invece sono le novità annunciate nelle ultime settimane da Birra Perugia (sito web). La prima si chiama Norman (5,8%) ed è una Pale Ale brassata esclusivamente con luppolo fresco coltivato in Umbria. Semplice e diretta, si va aggiungere al progetto Native del produttore perugino, che omaggia il legame con il territorio. La seconda new entry è la PX 96 (8,5%) una Imperial Stout che, a differenza di quanto accade ormai comunemente con questo stile, rimane su un livello di gradazione alcolica ampiamente sotto la doppia cifra. Il nome enigmatico rivela la sua peculiarità principale, perché è stata lasciata maturare un intero anno in una botte di sherry Pedro Ximenez del 1996. Il passaggio in legno ha donato note di cuoio, tabacco e spezie che si sono aggiunte a quelle classiche di un’Imperial Stout.
Continuiamo in questa alternanza tra birre collaborative e “normali” spostandoci tra Basilicata e Campania, dove qualche giorno fa è stata presentata l’inedita Latrippa (8,8%). Si tratta di una Tripel realizzata a quattro mani da Ersilia D’Amico del Birrificio del Vulture (sito web) di Rionero in Vulture (PZ) e Vincenzo Serra del Birrificio dell’Aspide (sito web) di Roccadaspide (SA). Aspettiamoci una birra in linea con le caratteristiche dello stile: forte ma relativamente bevibile, complessa con note primarie derivanti dal metabolismo del lievito (esteri e fenoli), amara in chiusura con un leggero warming ad accompagnare la bevuta. Latrippa è stata presentata lo scorso 20 ottobre in diversi birrifici del salernitano e uno della provincia di Modena.
Concludiamo con un salto in Trentino, dove il Birrificio degli Arimanni (sito web) ha da poco lanciato una nuova creazione, battezzata La Walda (5,2%). È una bassa fermentazione dedicata alla maestosità del Parco Asburgico delle Terme di Levico, simbolo dei fasti dell’epoca Ottocentesca, e non a caso brassata sul modello delle Vienna Lager. Al naso emergono profumi di crosta di pane e miele, con un leggero aroma fruttato-floreale derivante dal luppolo. Al palato l’ingresso è dolce e maltato, con una corsa agile e un retrolfatto coerente con quanto rilevato precedentemente, arricchito però da piacevoli sfumature floreali. Equilibrata e facile da bere, conferma l’ottimo momento delle basse fermentazioni nel panorama brassicolo italiano.