Cominciamo la panoramica di oggi sulle nuove birre italiane con un’anteprima assoluta: la Be Strong del birrificio Etnia. L’ultima nata dalle mani del birraio Nicola “Nix” Grande sulla carta può essere definita una Belgian Strong Ale, ma in realtà è pensata come anello di congiunzione tra una Tripel e una Blanche: prevede dunque una percentuale di frumento e un’aromatizzazione tipica da Witbier (coriandolo e arancia amara), ma anche un’aggiunta di zucchero e una discreta luppolatura a bilanciare. Delle Tripel eredita anche il tenore alcolico elevato (9,8%) e una decisa secchezza finale. La via di mezzo tra i due stili è confermata anche dall’impiego di altrettanti lieviti, uno da Blanche e uno da Tripel.
La Be Strong giunge qualche mese dopo l’altra novità a firma Etnia, datata novembre 2015. Si tratta della USA IPA (6,4%), un’American IPA che punta alla bevibilità e lontana dalle interpretazioni più “caramellate” dello stile. I profumi e gli aromi sono decisi e penetranti, caratterizzati da toni agrumati e di pesca, che si alternano a fresche sfumature resinose. La chiusura è amara e secca e invita a bere un altro sorso appena concluso il precedente.
Da un’American IPA passiamo a un’American Pale Ale con la nuova creazione della beer firm romana Jungle Juice. La Montesacro Pale Ale, dedicata all’omonimo quartiere della Capitale, è definita una birra da “comfort zone”: confidenziale e confortante, fresca e profumata come il sapore di “casa”. Oltre ai malti Pils, Carapils e Cara20 troviamo fiocchi d’orzo, mentre per la luppolatura sono stati impiegate le varietà Comet, Athanum e Chinook. La gradazione alcolica rimane nei confini del “confortevole” (5,3%), mentre ancora una volta merita menzione la splendida etichetta, opera come sempre di Patrizio Anastasi ed Emanuele Grimaldi.
Da Roma passiamo a Milano, dove negli scorsi giorni il birrificio La Ribalta ha presentato la sua ultima novità. Si chiama Morpheus (6%) ed è una Black Ipa, dove protagonisti sono i luppoli americani Simcoe e Cascade. Come nella migliore interpretazione dello stile, il colore nero è ingannevole: chi si aspetta i toni classici da Stout, con sensazioni di caffè, torrefatto o cioccolato, si troverà completamente spiazzato. Da segnalare la cascata di 0 e 1 che compaiono in etichetta, chiaro omaggio al mondo di Matrix insieme al nome stesso della birra.
Uno dei fenomeni italiani più clamorosi degli ultimi anni – spesso sottovalutato – è rappresentato dai progetti di coltivazione del luppolo, che hanno favorito la nascita di molte birre da piantagioni locali. Una delle ultime è la Lu.Bo. di Birra Cerqua, prodotta con luppolo bolognese, che si ispira allo stile delle India Pale Ale: profumi floreali, delicato caramello al palato e deciso finale amaro ed erbaceo. Immancabile la rivisitazione del nome dello stile in chiave locale: non più IPA ma BPA, acronimo di Bologna Pale Ale.
Usciamo dalla sfera delle IPA e sue derivate per parlare della Grano Nero di The Wall, nata a fine 2015 come “coda conclusiva” del concorso per homebrewer di Malto Gradimento. La ricetta è di Stefano Zanon, vincitore del contest: una classica Dunkelweizen realizzata con un’alta percentuale di frumento, cinque diversi tipi di malto e due luppoli, tutti di provenienza tedesca. Per saperne di più vi rimando al post di presentazione di Malto Gradimento.
E concludiamo scendendo fino in Sicilia, dove, in occasione della manifestazione ChocoModica 2015, il birrificio Tarì ha presentato un nuovo prodotto. Si tratta della Bonajuto, nata in collaborazione con l’Antica Dolceria Bonajuto, la più antica fabbrica di cioccolato di Modica. Dalla descrizione credo possa essere associata a una Chocolate Stout, sebbene la ricetta preveda non solo l’aggiunta di fave di cacao, ma anche vaniglia, malto di frumento, fiocchi d’avena e zucchero integrale di canna. Chiaramente è perfetta per tutti gli amanti del cioccolato!