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Il grande giorno delle riaperture

Capisco che non sia elegante cominciare un articolo con “io ve l’avevo detto”, ma io ve l’avevo detto. In un articolo pubblicato mercoledì scorso eravamo partiti dalle linee guida dell’Inail per estrapolare dei principi generali e capire come avrebbero potuto riaprire pub e birrerie. La conclusione era che alla fine l’esperienza per il consumatore finale sarebbe stata ovviamente diversa rispetto al passato, ma magari non così devastante come molti si erano affrettati a prefigurare. Quelle dell’Inail erano solo ipotesi e nel frattempo sono arrivati i documenti ufficiali: un nuovo dpcm (qui in pdf la parte relativa alla ristorazione) e le regole attuative di ogni regione. E il risultato, non senza qualche sorpresa, è che da oggi possono riaprire tutte le attività di ristorazione (compresi i pub) con limitazioni molto meno invasive di quanto immaginato fino a qualche giorno fa. Una bellissima notizia per il nostro settore, che infatti è stata accolta con soddisfazione ed entusiasmo da tutto il comparto.

Vediamo allora come si caratterizzerà questa nuova fase per i locali italiani.

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Distanziamento sociale

Ogni regione ha recepito le indicazioni con margini di autonomia decisionale ma, Campania e Piemonte a parte, la situazione sarà tendenzialmente simile in tutte le realtà. Il principio più importante, quello cioè relativo al distanziamento sociale, è stato tradotto in “almeno 1 metro di separazione tra le sedute”. Non due metri per cliente come proposto dall’Inail, non distanze ancora maggiori come rilanciato con errori marchiani da alcune testate giornalistiche. Quanto stabilito dal dpcm può essere realizzato da molti locali senza eccessivi disagi, considerando anche che sono previste alcune deroghe: i conviventi possono tranquillamente sedere vicino e si può scendere sotto il limite di un metro con l’installazione di barriere mobili tra i clienti (i famosi plexiglass).

Il decreto ha inoltre riservato una piacevole sorpresa a tutti gli amanti della vita da pub. Le nuove regole infatti non impediscono la consumazione al banco, purché sia mantenuta la solita distanza di un metro tra i clienti. Si tratta di una concessione inaspettata e che va oltre più rosea aspettativa, ma che soprattutto permette di riaccreditare il bancone come luogo di consumo. Per chi gestisce e frequenta le birrerie questo passaggio ha un importante valore simbolico, perché restituisce un grande senso di normalità dopo un periodo buio e difficile. L’idea che da stasera potremmo tornare a sederci al bancone di molti pub, pur con le dovute accortezze, è un pensiero dall’elevato residuo zuccherino.

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Altre indicazioni

Oltre al distanziamento sociale i locali dovranno rispettare alcune regole. Saranno affissi pannelli informativi relativi all’emergenza sanitaria e resi disponibili igienizzanti per mani in diversi punti. Il personale di sala dovrà indossare la mascherina e i tavoli dovranno essere disinfettati al termine di ogni servizio, compresi i contenitori “comuni” (saliere, oliere, ecc.). Molte indicazioni rappresentano inviti non vincolanti, come l’accesso tramite prenotazione (si parla di “privilegiarlo”), l’uso degli spazi esterni (laddove disponibili), l’impiego di menu elettronici o cartacei a perdere, il ricambio d’aria (ma è vietata la funzione “ricircolo” per gli impianti di climatizzazione). Infine sarà impedita la consumazione a buffet: molti hanno giocato sulla nostalgia per gli anni ’80, ma in realtà questa modalità riguarda gran parte degli aperitivi e dei brunch. Comunque è bene ricordare che le presenti disposizioni possono variare da regione a regione in base alle norme locali.

Come cambierà l’esperienza al pub

Chiaramente sono previsti obblighi anche per i clienti. Questi ultimi, infatti, dovranno indossare la mascherina in tutte le situazioni diverse dal consumo (recarsi in bagno, andare in cassa, ecc.) e preferibilmente prenotare in anticipo il proprio tavolo. I gestori dei locali, inoltre, potranno richiedere la misurazione della temperatura corporea prima di consentire l’accesso, ma immagino che difficilmente questa facoltà verrà sfruttata. Le prescrizioni per i clienti sono essenzialmente queste, a parte il richiamo alla responsabilità personale, sulla quale torneremo.

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Cosa significherà andare al pub da stasera? Dovremo abituarci ad alcune differenze: indosseremo la mascherina in determinate situazioni, siederemo più distanti dagli altri clienti (ma non dai conviventi), ci laveremo le mani più spesso, potremmo aspettare un po’ in fila prima di entrare. Una situazione non certo sconvolgente insomma, o comunque non così apocalittica come molti si erano affrettati ad annunciare nelle scorse settimane. Senza considerare che le disposizioni sono temporanee: se tutto andrà bene molti vincoli saranno rimossi nel giro di qualche settimana. Per un po’ l’esperienza al pub non sarà come prima della pandemia, sia chiaro, ma non sarà neanche una tortura. Era esattamente ciò che mi ero augurato mercoledì scorso, sostenendo gli auspici con un certo margine di sicurezza. Credo che molte persone abbiano voglia di tornare in birreria, nonostante il terrorismo psicologico alimentato da diversi giornali e purtroppo rinfocolato spesso dagli stessi esercenti.

I prossimi giorni

Da un paio di giorni i pub italiani si stanno preparando alla riapertura, in un’atmosfera a metà strada tra l’euforia e la ragionevolezza. Non tutti lo faranno nello stesso momento: alcuni saranno operativi già da stasera, altri si prenderanno qualche giorno per prepararsi al meglio, altri ancora – quelli strutturalmente più problematici – attenderanno l’evoluzione della situazione per riaprire a tutti gli effetti. Dopo un periodo di tensioni e di pessimismo, le scelte del governo hanno felicemente spiazzato publican e appassionati, decretando un ritorno alla normalità più rapida di quanto pensassimo. Il motivo è forse da ricercare nel principio che detta la logica delle disposizioni previste dal dpcm: c’è infatti un costante richiamo alla responsabilità individuale, sia per gli esercenti che per i clienti. Ed è proprio ad essa che dobbiamo affidarci in un momento in cui l’entusiasmo potrebbe offuscare le giuste cautele. Torniamo al pub, torniamo a bere: ma facciamolo con la testa e in maniera consapevole.

Ci vediamo al bancone, a un metro di distanza.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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