L’estate è probabilmente il periodo dell’anno in cui si concentra il maggior numero di novità brassicole, quindi ecco oggi un nuovo aggiornamento al riguardo. Partiamo da Toccalmatto, produttore che sta vivendo un momento di grandi trasformazioni: oltre al nuovo impianto dalle dimensioni imponenti, il produttore di Fidenza ha recentemente lanciato il formato da 33 cl. Una scelta che anni prima Bruno Carilli affermò che mai avrebbe compiuto, ma che si rivela perfetta per alcune tipologie di birra. Non è infatti un caso che una delle ultime nate in casa Toccalmatto sia stata lanciata proprio nel formato piccolo: parliamo della Skianto (4,3%), una Session IPA chiaramente dedicata a uno dei più importanti gruppi rock demenziali della storia italiana – tanto per ribadire quel connubio tra birra e musica affrontato qualche giorno fa.
La luppolatura della Skianto punta sulle varietà Huell Melon ed Equinox e chiaramente gioca sulla facilità di bevuta accompagnata da aromi intensi di agrumi. Per un’impressione competente vi rimando alla recensione di Davide Salsi.
Rimaniamo in tema di birre estive spostandoci a Roma, dove la beer firm Jungle Juice ha giusto in questi giorni annunciato la sua “Midsummer Pale Ale” – definizione che preferisco volentieri all’inflazionata e spesso fuorviante “Session IPA”. Il nome di questa birra è poi un colpo di genio senza eguali: si chiama Marisol (4,1%), con esplicito riferimento all’omonima ragazza spagnola del film Un sacco bello. Una delle scene più celebri della pellicola vede un giovane Carlo Verdone nei panni dell’ingenuo Leo vagare per il Bioparco di Roma chiamando a squarciagola il nome della ragazza. L’episodio si svolge in pieno agosto, in un giardino zoologico praticamente vuoto e con un caldo inenarrabile. È insomma quella tipica situazione in cui una birra leggera e rinfrescante rappresenterebbe un perfetto toccasana. Anche qui il luppolo Huell Melon è protagonista (insieme al TNT), mentre la base maltata è composta quasi esclusivamente da Pils.
Se Jungle Juice è un marchio giovane, non da meno è The Wall. Lo scorso 20 giugno si è infatti festeggiato il primo compleanno dell’azienda lombarda e per l’occasione è stata presentata una nuova birra. La Kamaleon (4,3%) è un’American Pale Ale molto leggera e adatta al periodo, che prevede l’impiego di luppoli El Dorado e Summit. Questa stagionale entrerà regolarmente nella gamma di The Wall, ma cambierà ricetta di volta in volta in base all’estro creativo del momento, pur rimanendo sempre fresca e facile da bere. Sarà disponibile solo in fusto.
Curiosa la genesi dell’ultima nata dal birrificio Extraomnes, battezzata Guld. Come raccontato da Malto Gradimento, è una particolare Saison aromatizzata al mango, che il produttore lombardo ha potuto annunciare solo recentemente dopo un’attesa forzata. Il motivo? L’improvvisa morte del cantante Mango. Sembra assurdo ma è così: il nome originario Goud in fiammingo significa “oro” e un eventuale lancio ravvicinato con la dipartita del cantante sarebbe apparso poco elegante. Oltre all’ingrediente insolito, la Goud presenta diverse peculiarità estetiche: in particolare appare molto torbida e con un curioso colore di succo di carota.
Anche l’ultima creazione del Birrificio Opera è pensata appositamente per l’estate, ma si ispira a uno stile molto di nicchia. La Pinky Salt rientra infatti nella famiglia delle Gose, le tipiche birre di frumento tedesche realizzate con sale, coriandolo e lattobacilli. Il prodotto del Birrificio Opera è persino più complesso: la base fermentabile è composta non solo da orzo e frumento ma anche da farro (tutti maltati), mentre a livello di aromatizzazione troviamo non solo coriandolo e sale – è stato usato quello rosa dell’Himalaya, da cui il nome – ma anche bacche di Goji. La cotta presentata allo scorso Beer Food di Pavia era disponibile solo in fusto, ma non è escluso che, dato il buon riscontro di pubblico, in futuro non sia prodotta anche in bottiglia.
Si chiama invece Eau de Cannò la nuova Saison del birrificio marchigiano Mukkeller. Come si può leggere su Il Birronauta, il nome è un omaggio a Paolo Cannoni, titolare del locale I Santi di Porto Sant’Elpidio. Nonostante più volte si parli di una Saison sperimentale, dalla descrizione sembra invece molto in stile e lontana da eccessi di creatività. E almeno personalmente sono contento così. La Eau de Cannò è stata presentata ufficialmente durante lo scorso Don’t worry beer happy.
Comunque per esperienza il mango se lo usi pastorizzato intorbidisce e scurisce parecchio la birra:io l’ho usato su una american wheat poco luppolata ma abbastanza intensa sul naso: il rakau rilascia un’esplosione di frutta (tropicale e non) che insieme al mango è molti piacevole…c’è anche una leggera nota tra l’acidulo e il lattico. Insomma piacevolmente estiva. Peró l’aspetto è inquietante: doveva essere leggeemente ambrata è venuta fuori quasi color rubino e sulla torbiditá grazie a dio con la winterizzazione ho recuperato qualcosa. Purtroppo il mango è ricchissimo in pectina