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Guida alla birra artigianale in Portogallo (Parte 1): Lisbona

Per anni il Portogallo è stato sinonimo di vino: dal Porto alle bottiglie del Douro, dai vini dell’Alentejo fino al Vinho Verde del Minho. In questo panorama enologico radicato, la birra ha sempre avuto un ruolo da comprimaria, spesso limitata ai marchi industriali dominanti – Sagres e Super Bock – che popolano le terrazze estive e i chioschi sulle spiagge. Negli ultimi anni, tuttavia, qualcosa è cambiato. Silenziosamente, ma con crescente convinzione, il Portogallo ha avviato la sua rivoluzione birraria. Così oggi, tra i vicoli di Lisbona, i viali granitici di Porto e i cortili universitari di Coimbra, una nuova generazione di birrai artigianali sta riscrivendo la storia della birra lusitana facendosi conoscere anche nei festival all’estero.

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La birra artigianale in Portogallo ha una storia relativamente giovane: i primi birrifici indipendenti sono comparsi tra il 2010 e il 2014, spesso nati dalla passione di homebrewer che hanno deciso di scommettere su un mercato ancora tutto da costruire. Ma proprio l’assenza di una tradizione forte ha fornito grande margini alla sperimentazione. Forte di questa convinzione, di recente ho approfittato di un roadtrip in Portogallo per esplorare la scena birraria locale. La prima parte del report si concentra sulla capitale, Lisbona.

Lisbona è una città collinare e luminosa affacciata sull’estuario del fiume Tago, dove storia, cultura e modernità si intrecciano in modo unico. Con i suoi tram gialli, i miradouros panoramici, i quartieri storici come Alfama e Bairro Alto, e l’inconfondibile “calçada portuguesa” sotto i piedi, Lisbona affascina con il suo ritmo rilassato e l’atmosfera malinconica del fado. È una città che mescola anima antica e spirito creativo: palazzi manuelini, rovine romane, street art, locali alternativi e una scena culinaria e musicale in fermento. Il clima mite, la luce dorata e la vicinanza all’oceano la rendono una delle capitali europee più vivibili e piacevoli da visitare. Lisbona è il cuore pulsante del movimento birrario portoghese. Ho scoperto esserci una scena giovane, cosmopolita, e con una rete di taproom che nulla ha da invidiare a città come Barcellona o Berlino.

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Dois Corvos

Il nome probabilmente più conosciuto all’estero è quello del birrificio Dois Corvos (sito web). Fondato nel 2013 dall’americano Scott Steffens e dalla portoghese Susana Cascais, Dois Corvos è uno dei birrifici simbolo di Lisbona. Possiede due taproom: quella principale è situata a Marvila, in una ex zona industriale ora riconvertita in hub creativo a una mezz’oretta di autobus dal centro. La seconda nella zona di Intendente, ha un paio di fermate di metro dal centro città. Quella con più scelta è la taproom di Marvila. Arredamento semplice, impianto a 16 spine e megaschermo per vedere le partite della Superliga Portoghese. Più piccola e in stile postindustriale quella di Intendente, con un impianto a 11 spine.

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Dois Corvos produce una gamma ampia di birre: molte ispirate ai classici americani (IPA, West Coast IPA, Session IPA, Sour Ale) e una serie di birre sperimentali in tirature limitate. Fra i migliori assaggi segnalo la Brutalist, Double IPA dry hopped con luppoli Rakau e Nelson Sauvin, brassata in collaborazione con il birrificio spagnolo Soma; la Dyonisus, una Grape Ale prodotta con uve bianche della cantina Adega Marel dell’Alentejo; e una sontuosa ma impegnativa Murder in Carcavelos, Imperial Stout invecchiata in botti del pregiato vino dolce portoghese.

Fermentage

Ma a Marvila non c’è solo Dois Corvos, tanto che la zona può essere considerata un piccolo “Beer mile” lisbonese grazie alla presenza di diverse taproom. Come ad esempio quella del brewpub Fermentage (sito web), una vera e propria “chicca” birraria. Il birrificio è recentissimo, avendo aperto nel 2023 come evoluzione della precedente birreria Lince. Il nome è un mix delle parole “fermentazione” e “coupage” (dal francese) e richiama l’unione di fermentazioni e creatività umana nel processo birrario. È stato fondato da quattro amici con esperienza in altri birrifici portoghesi, come Dois Corvos e Piratas Cervejeiros.

Fermentage è pensato come “laboratorio sociale”: oltre a birra e pizza, offre giochi da tavolo, arcade, quiz e perfino spettacoli di wrestling, spesso con ring allestiti all’interno del locale. Il locale è molto carino e arredato con elementi di design contemporaneo e opere di street art. La produzione è parte del locale, con una torre di servizio in stile ceco per spillare birre a bassa fermentazione in modo fresco e autentico e un impianto a 12 spine. Il menu offre perlopiù birre a basso contenuto alcolico (3–5 %), ma include anche proposte più forti e fermentazioni miste che si avvicinano al vino naturale. È presente anche un frigo con birre di altri birrifici portoghesi.

I miei assaggi in loco sono stati una buonissima Katuki, New Zealand Pilsner, la Pulp Fiction, una Pastry Sour pericolosamente simile a un succo di mango, e un’eccellente Medusa, New England IPA dell’interessantissimo birrificio Ophiussa con sede vicino alla città di Setubal, a sud di Lisbona.

Pravda Craft Mission

Il terzo indirizzo birrario in zona è il Pravda Craft Mission (sito web), la filiale portoghese del birrificio Pravda di Leopoli, in Ucraina. Il locale nasce come evoluzione del format già rodato a Leopoli: piccoli micropub sparsi in diversi quartieri, con controllo diretto sull’esperienza del cliente, la qualità della birra e la comunità locale. Il fondatore, Yuriy Zastavny, ha spiegato in alcune interviste che sua moglie e la figlia hanno vissuto a Lisbona durante i primi mesi del conflitto Russo-Ucraino e anche lui vi ha passato molto tempo, impressionato dalla città e dalla scena birraria locale.

Il locale è minuscolo, poco più di 30 m², con pochissimi posti a sedere e decorato con graffiti, richiami visivi alla cultura ucraina contemporanea e articoli di giornale che richiamano la tragica invasione russa dell’Ucraina. I miei assaggi in loco sono stati l’ottima Porter Leopolis (Baltic Porter) e una Wee Heavy.

La quarta taproom di Marvila è quella del birrificio Musa, che però non ho avuto tempo di visitare.

Outro Lado e Brew Chiado

Il centro di Lisbona offre numerosi locali per noi amanti delle birre artigianali. Uno dei più interessanti è senza dubbio Outro Lado (pagina Facebook). Situato a pochi passi dalla Sé (Cattedrale) di Lisbona, si tratta di un locale “nascosto” lungo un vicolo stretto. Dispone di 15 spine con una rotazione di birre portoghesi ed internazionali, oltre a un’imponente lista di circa 300 fra bottiglie e lattine, locali, europee o nordamericane.

L’ambiente è accogliente, con un design che ricorda il soggiorno di una casa con sedie vintage, tavoli in legno e muri bianchi decorati in stile industrial chic. Vi è la possibilità di mangiare in loco tapas o pizza napoletana. I miei assaggi qui sono stati una delle American IPA della casa, la Break on Through, e la Labutes, una Double New England IPA di Fermentage.

Il locale più famoso però è sicuramente il Brew Chiado (sito web), situato nel cuore dell’omonimo quartiere. Vanta un impianto a 23 spine con una rotazione continua di birre locali e internazionali. Inoltre, dispone di circa 500 etichette tra bottiglie e lattine con un’ampia scelta di birre nordamericane. Qui i miei assaggi sono stati la Hustle, una IPA di Freemont presente alla spina, e la Eulogy di Ophiussa, una Imperial Pastry Stout con cioccolato e noci servita shakerata come un autentico milkshake. Esperienza interessante, ma che non rifarei.

Musa da Bica e altri indirizzi

Altra tappa interessante in centro è il Musa da Bica, taproom cittadina del birrificio Musa (sito web), situata nell’omonimo quartiere famoso per la funicolare. Fondato nel 2016 da Nuno Melo e Bruno Carrilho, Musa nasce dalla passione per la birra sperimentale e artistica maturata dai due durante i loro viaggi internazionali. Il nome “Musa” è un omaggio all’ispirazione artistica e musicale: ogni birra ha un nome legato al rock o alla cultura pop (es. Red Zeppelin, Born in the IPA, Frank APA).

Si tratta di un piccolo pub con forma allungata e dipinto con un’improbabile colore lilla. Dispone di un impianto con 15 birre alla spina di produzione locale che vengono ruotate regolarmente. Qui gli assaggi sono stati una piacevole Baile Individuale (Double IPA) e una non indimenticabile Saison O’Connor (Farmhouse Ale).

La scena di Lisbona offre molto altro. Fra gli altri locali segnalo la tap room del birrificio Oitava Colina (sito web), situata nella zona del Mercado de Arroios, lo Sputnik Bar (pagina Facebook), craft beer bar situato a due passi da Dois Corvos Intendente, la tap room del Birrificio Canil (sito web), situata in pieno centro a Douradores, e il Quimera Brewpub (sito web).

Niccolo' Querci
Niccolo' Querci
Bergamasco di nascita. Vive a Bruxelles dal 2011 dove si occupa di fondi europei. Ha ottenuto la qualifica di Beer Sommelier presso la Beer Academy di Londra, ha scritto una guida birraria su Bruxelles ed è membro della British Guild of Beer Writers. Ama girovagare per il Belgio e per l'Europa per scoprire nuovi birrifici e nuove birre. Ha una predilezione per le Saison e una venerazione per la birra trappista Orval.

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