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Birrificio in provincia di Roma vende impianto completo con sala cotte da 6 hl

Birrificio in provincia di Roma propone in vendita impianto...

Vendesi impianto produttivo con sala cottura da 350 litri

Birrificio della provincia di Bologna vende impianto di produzione...

Birrificio vende impianto completo con sala cottura, fermentatori, imbottigliatrice e altro

Birrificio vende impianto per la produzione di birra artigianale....

Una bici, due festival e sette birrifici: in viaggio da Acido Acida al Villaggio della Birra

L’Italia è un paese ricco di bellezze, percorsi ciclabili e birrifici artigianali. In mezzo a tutta questa abbondanza è per assurdo difficile preparare un percorso per un viaggio che abbia un tema o uno scopo ben preciso. Di recente ho trovato un ottimo pretesto quando ho realizzato che due importanti festival, Acido Acida a Ferrara e Villaggio della Birra a Rapolano Terme (SI), si sarebbero tenuti a una settimana di distanza l’uno dall’altro. Così è scoccata la scintilla e l’idea di avventurarmi in un viaggio FESTival to FESTival, raggiungendo i due eventi in bicicletta e cercando di visitare il maggior numero di birrifici lungo la strada.

Partenza: Acido Acida

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Sabato 31 agosto arrivo a Ferrara e, dopo un’imperdibile visita al Castello Estense, mi dirigo al Chiostro di Santa Maria della Consolazione, location che da alcune anni impreziosisce Acido Acida (pagina Facebook). Rispetto all’edizione precedente manca la zona del Camra con le Ales tradizionali britanniche, ma in compenso sono presenti non solo birrifici dal Regno Unito, ma anche da Svezia, Lettonia, Spagna, Francia, Irlanda e Olanda. Le spine sono tantissime, con una scelta incentrata su birre acide e Imperial Stout e una selezione di birrifici locali in una zona denominata Ferrara Craft Beer City. La birra che mi ha colpito di più è un’Imperial Stout di Turning Point, maturata in botte di ex Bourbon da 15 a 24 mesi con l’aggiunta di scaglie di cocco.

Prima tappa (107 km): Manifatture Birre Bologna

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Il giorno seguente parto per il viaggio vero e proprio e appena passata la piacevolissima ciclabile di Malalbergo, incontro casualmente un’amica ciclista che mi accompagna fino al primo birrificio del viaggio: Manifattura Birre Bologna (sito web). Ci accoglie Michele Cantaluppi, birraio e titolare del birrificio, che ci fa assaggiare alcune sue creazioni intervallando la degustazione con una visita all’impianto di produzione. La sua storia è quella comune ad altri birrai: un passato da homebrewer, poi la decisione di compiere il grande salto e nel suo caso di trasferirsi da Bergamo a Bologna. I suoi modi pacati e la piacevolezza delle birre rendono difficile ripartire, ma è tempo di salutarsi anche perché Michele ha sacrificato il suo tempo per noi nel giorno del pranzo con tortellini e del compleanno della moglie!

Faccio una breve sosta per pranzo e riprendo la strada in direzione Appennini, ma dopo una quarantina di chilometri devo dare forfait: la pedalata sotto il gran caldo della giornata mi ha bloccato la digestione e non riesco più a far andare le gambe. Fortunatamente sono a solo 20 chilometri dalla mia meta e il proprietario del b&b in cui ho prenotato mi recupera e mi conduce alla meta della giornata. Per oggi mi fermo a 107 km.

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Seconda tappa (130 km): Brùton

Riparto dopo una notte non delle migliori e una colazione estremamente leggera perché soffro ancora i postumi del malessere del giorno prima. Non le condizioni migliori per affrontare quella che si prospetta come la tappa più dura del viaggio, con 130 km da percorrere e 1600 metri di dislivello. Per niente in forma e praticamente a stomaco vuoto dal giorno prima parto da Pavullo nel Frignano (mio paese natale). La strada fino al passo dell’Abetone è una lotta tra me e i pedali, ma nonostante la fatica opto per la variante panoramica che è leggermente più impegnativa ma con una vista che a tratti riesce a distrarmi dal mix di malessere e affaticamento. Appena svalico mi lascio portare dall’inerzia della discesa fino alla pianura, tuttavia appena la strada ricomincia a salire devo nuovamente arrendermi. In attesa della santa amica che mi verrà a recuperare, riesco finalmente a smangiucchiare qualcosa.

Carichiamo la bici sull’auto e ci dirigiamo verso il birrificio Brùton (sito web), dove, nonostante il nostro ritardo, il birraio ci guida in una rapida visita allo stabilimento. L’impianto è lo stesso dal 2005, ma grazie a un’ottima organizzazione interna riesce tuttora a rivelarsi performante e sufficiente a coprire la produzione. Prendiamo una lattina di Eva e una di Tappa (nome quanto mai azzeccato), che berremo seduti su una panchina con vista sulle splendide mura di Lucca. Riesco a finire la lattina ed è un buon segno, sto finalmente meglio.

Terza tappa (72 km): Piccolo Birrificio Clandestino

La mattina successiva, dopo una ricca colazione (il primo pasto vero da 24 ore), parto carico di energia positiva e per motivarmi continuo a dirmi che mi aspetta una tappa breve e con poco dislivello. Mentre come un mantra ripeto queste parole, mi imbatto nella prima salita con un cartello che mi avvisa di pendenze del 20%; scopro così che i circa 400 metri di dislivello del giorno li farò praticamente tutti su questa salita che porta su una strada sterrata al Passo di Dante (847 metri). Tornato in pianura raggiungo Asciano, dove con mia sorpresa trovo una bellissima ciclabile che corre parallela all’acquedotto Mediceo e che arriva fino in centro a Pisa.

Supero la città della Torre pendente e, lungo un’altra ciclabile che affianca il canale navigabile dei Navicelli, giungo a Livorno dove ho appuntamento presso il Piccolo Birrificio Clandestino (pagina Facebook). Arrivo durante la pausa pranzo del team che è impegnato nei lavori di “ammodernamento” del grande locale appena fuori dal centro città e, dopo una visita all’impianto produttivo accompagnato da un bicchiere di Keller Pils spillata direttamente dal fermentatore, vengo invitato a unirmi alla tavolata. È risaputo che le chiacchiere mettono sete e mentre mi vengono raccontati i progetti futuri e il cambio di denominazione sulle etichette – dove è sparita la dicitura “Piccolo” – degustiamo Santa Giulia, Goslar 1826 e Oimena. L’accoglienza ricevuta mi rende difficile ripartire, ma dopo una bellissima foto ricordo riprendo la strada e seguo la costa fino alla mia meta del giorno, Cecina.

Quarta tappa (70 km): Birrificio Opificio delle Saline

Il giorno seguente dal mare punto verso l’entroterra e dopo poche colline arrivo a Saline di Volterra. Il paese deve il nome alle sorgenti d’acqua salata, dette moie, utilizzate per la produzione di sale, ed è proprio dentro gli spazi del museo delle saline che ha sede il Birrificio Opificio delle Saline (pagina Instagram). Emanuele Basta è il one man band dietro il birrificio: originario di Varese, si trasferisce in questa zona dopo essersene innamorato e riesce a trasformare la sua passione di homebrewer in un’attività, prima con la produzione all’interno del brewpub Brasseria del Grifone, situato in Volterra (per il quale produce tutt’ora), e poi con l’attuale progetto.

Essere parte integrante della salina permette a Emanuele di brassare le sue birre con l’acqua di evaporazione derivante dal processo produttivo del sale, praticamente fa birra con uno “scarto” di produzione. Oltre a questa peculiarità, il sale si ritrova anche in alcune delle sue birre, tanto che BOS vanta due linee: una composta da birre tradizionali, l’altra con ricette simili ma con l’aggiunta di sale di Volterra. Riparto rinfrescato (e con il pieno di sali) alla volta di due classiche bellezze del territorio, Volterra e San Gimignano, fino alla mia meta del giorno, Poggibonsi.

Quinta tappa (33 km): Birrificio San Gimignano e Cantina Errante

La mattina mi sveglio sotto una leggera pioggia e cerco subito rifugio dal Birrificio San Gimignano (sito web), che è anche la sede di Cantina Errante (sito web). Rimango colpito da come due anime con una visione così differente della birra convivano negli stessi spazi – seppur ben divisi per evitare che i microrganismi “wild” possano creare infezioni non volute. La mente dietro i due progetti è sempre la stessa: Stefano Botto è il birraio di entrambe le realtà, ma con impieghi molto diversi tra loro. Vista la pioggia battente prolungo la visita e mentre supporto nella fase di imbottigliamento, ci concentriamo (sia nelle degustazioni che nelle chiacchiere) sul lato “acido” del suo lavoro, raccontandomi come l’attività più impegnativa sia la gestione delle botti. Bisogna infatti monitorare costantemente lo stato della birra ed è essenziale programmare con attenzione qualsiasi mossa: occorre sempre avere prodotto disponibile così da non subire rotture di stock, né “accavallamenti” di prodotti, oltre a gestire la cura e la pulizia delle botti stesse.

Approfittando di una consegna, mi faccio trasportare fino a Castellina in Chianti e, dopo altri 25 km, arrivo a termine della giornata a Gaiole in Chianti. Da ignorante non sapevo essere il paese natale dell’Eroica, una delle granfondo più famose al mondo.

Sesta tappa (60 km): Podere La Berta e Villaggio della Birra

È l’ultimo giorno di viaggio e mi rimangono solo una sessantina di chilometri da percorrere sulle morbide colline del Chianti, che, inutile specificarlo, sono quasi completamente coperte di viti. Sulla cima di uno dei poggi che caratterizzano Castelnuovo Berardenga, in perfetta armonia con l’Azienda Agricola Fèlsina, si trova il birrificio artigianale Podere la Berta (sito web). Qui mi fa da cicerone Marco Mignola, che mi guida alla visita del birrificio e della bottaia mentre sorseggiamo la Keller Pils spillata direttamente dal fermentatore. Marco mi racconta della loro azienda con un piede in Toscana e uno in Emilia e dei vantaggi che comporta avere una solida azienda vinicola alle spalle, tra cui la possibilità di ragionare su progetti di espansione a lungo termine, ipotizzando anche investimenti importanti.

Mancano davvero pochi chilometri a Rapolano Terme e la voglia di portare a termine il viaggio (oltra a quella di bere ancora ottima birra) mi mettono Watt in più nelle gambe. Quando finalmente arrivo al Parco dell’acqua, sede del festival, capisco quanto il nome Villaggio della Birra (sito web) sia azzeccato. Sembra davvero di essere in una piccolo paese in festa: c’è chi si porta tavoli e sedie, chi si stende per terra con teli, famiglie con bambini, gruppi di amici e il palco per gli spettacoli. Ma tornando al c(u)ore della manifestazione, il livello delle birre e dei birrifici è molto alto e, a differenza di Acido Acida, si trovano produzioni di tutti i tipi, rendendo l’evento davvero alla portata di tutti. È giunto il momento di godermi le birre e i birrifici con calma, senza pensare al tempo o ai chilometri e di incontrare i numerosi amici con cui ho appuntamento. Finalmente posso godermi una pinta intera (dopo i numerosi assaggi) e comincio con quella che per me è la birra del ciclista d’estate: la Gose.

Fabio Marrale
Fabio Marrale
Già appassionato di birra, incontra casualmente la bici per potersi muovere liberamente tra i festival senza rischi per la patente, raddoppiando così le sue passioni. Continua ad allenare le gambe con viaggi alla scoperta di birre e birrifici e contemporaneamente perfeziona gusto e olfatto fino al completamento del corso di secondo livello di Unionbirrai.

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