Quello appena concluso è stato per me un fine settimana birrario passato in Salento, che si è snodato tra il piccolo comune di Leverano e la città di Lecce. Quella pugliese è una scena molto sui generis nel panorama italiano: è tra le più fervide in assoluto, ma anche caratterizzata da molti alti e bassi e da numerose contraddizioni. Nei centri più grandi non è raro imbattersi nella dicitura “birra artigianale”, ma può risultare molto più difficile – soprattutto per chi è meno smaliziato – districarsi tra progetti realmente validi e altri che cercano solo di cavalcare la moda. A ogni buon modo il Salento e Lecce nello specifico sono destinazioni che hanno non poco da offrire dal punto di vista birrario.
Come accennato, il mio viaggio è cominciato da Leverano, comune situato in linea d’aria tra Lecce e il litorale ionico. Qui venerdì si è tenuta l’inaugurazione della nuova immensa sede produttiva di Birra Salento, ex beer firm che ora si è dotata di un suo impianto di proprietà. E che ha deciso di compiere il salto di qualità con un progetto che ha pochissimi paragoni nella scena brassicola italiana: parliamo di un complesso che si sviluppa su ben 1.600 mq e che vanta una sala cotta a marchio Simatec della capacità di 65 hl. La cantina al momento può contenere 1.200 hl di birra, ma a breve raggiungerà presumibilmente i 2.000 hl. Le parti dedicate al confezionamento (11.000 bottiglie l’ora) e allo stoccaggio sono parimenti impressionanti, ma in realtà è tutta la struttura a lasciare senza fiato. Cito giusto a titolo esemplificativo la sala degustazione sopraelevata con un centinaio di posti a sedere, un’intera aerea dedicata agli uffici, un terreno per la coltivazione dell’orzo, uno spazio interrato per il trattamento delle acque, lo shop interno e persino un paio di camere che si possono prenotare come se fossimo in un hotel.
Nella gamma di Birra Salento sono rimaste le tre birre prodotte inizialmente presso Baladin (Pizzica, Taranta e Beggia), alle quali si sono aggiunte una IPA, una Helles, una Pils e una Blanche. Per ogni tipologia l’azienda ha individuato un birraio che si occuperà dell’avviamento delle ricette di sua competenza: per la IPA e le birre speciali sono stati ingaggiati Moreno e Cisco dell’Olmaia, vecchie conoscenze dell’ambiente; per le basse fermentazioni tratte dalla cultura della Germania ci si è affidati alla tedesca Angela Wurges; infine per la Pils al ceco Martin Vrba. La gamma è destinata a crescere nei prossimi mesi, ma già adesso mostra una certa varietà. Alcune birre sono volutamente “tranquille” – il target di riferimento non è quello degli appassionati, ma dei consumatori meno esperti – e tra tutte a mio parere svetta la Tipa (IPA). Il progetto, legato al distributore Mebimport, è davvero imponente, ma questo ormai lo avrete capito. Sarà interessante verificare come si svilupperà nei prossimi mesi.
Il giorno successivo all’inaugurazione di Birra Salento ci siamo spostati a Lecce, dove abbiamo alternato la visita alle classiche tappe turistiche della città con alcune destinazioni birrarie. Prima tappa è stato il Lambic (pagina Facebook), piccolo beershop posizionato in zona centrale, all’interno di uno dei tanti suggestivi palazzi del capoluogo pugliese. Gli spazi sono ridotti, ma il locale è molto attivo e può vantare un’ottima selezione di birre da tutto il mondo, con un occhio di riguardo per l’Italia. L’impostazione è quella classica da “birroteca”, senza impianto di spillatura… ma chissà che in futuro non si attrezzi anche da questo punto di vista.
Il Bluebeat è invece un pub situato non lontano dal Duomo di Lecce, dove si respira tanta passione ed è facile sentirsi subito a casa. Se non ricordo male l’impianto consta di sei spine e una pompa inglese, nella quale trovano posto tanto produzioni locali, quanto birre dal resto del mondo. Il valore aggiunto è rappresentato dall’organizzazione di molti eventi con birrai da tutta Italia, sebbene non sia sempre facile farli spostare fino in Salento. Il giorno prima della mia visita, ad esempio, era stata presentata la Berekeller, ispirata alle classiche birre della Franconia e realizzata da Ebers in collaborazione con Angelo Ruggiero di Berebirra. Non ho potuto fare a meno di provarla, così come non ho potuto esimermi dall’assaggiare la No Borders, la creazione della casa brassata insieme a B94 e Prophet Pub: è un’American Brown Ale veramente ben fatta, facile da bere, tradizionale e moderna allo stesso tempo.
Al Bluebeat ho incontrato Stefano Chironi del birrificio Malatesta e ne ho approfittato per una visita alla sua sede produttiva, considerando che è posizionato a un paio di centinaia di metri dal Bluebeat. Assaggiai per la prima volta le birre di Malatesta a Roma durante la prima edizione di Birre dal Basso, trovandole di livello sicuramente discreto. In assoluto mi piacque molto la Wooly Bully (una Extra Strong Bitter), che infatti ho ritrovato in grande forma nonostante non completamente matura – Stefano l’ha spillata direttamente dal fermentatore. Da segnalare anche la A Sante, una Dry Stout molto “cioccolatosa”, ma anche piacevolmente morbida. Un produttore da continuare a tenere d’occhio negli anni a venire.
Il mio sabato birrario a Lecce si è concluso con una visita allo storico Prophet Pub. Di quelli citati è il locale meno centrale, ma comunque facilmente raggiungibile a piedi in pochi minuti dal centro. Per anni è stato praticamente l’unico riferimento a Lecce per la birra artigianale, contribuendo ad alimentare un sottobosco dal quale poi è fiorito l’attuale movimento birrario locale. Il posto è di sicuro impatto estetico: siamo all’interno di uno dei tanti suggestivi palazzi della città, con volte a botte e addirittura affreschi sul soffitto. L’arredamento è fortunatamente scarno, con del legno a creare calore e comfort. La selezione delle birre alla spina copre diverse tipologie e rappresenta birrifici da tutto il mondo, compresa l’Italia: al momento della mia visita c’erano tre o quattro birre del birrificio Lambrate. Io ho optato però per la Railway Porter del birrificio Five Points di Londra, una scura molto godibile.
Il Salento dunque non è esclusivamente mare, sole e vento, ma anche birra artigianale. Lecce in particolare è una città che può regalare molte soddisfazioni da questo punto di vista e che probabilmente fa da riferimento primario per tutta la regione Puglia. Se stavate progettando una vacanza estiva in quegli splendidi luoghi, sappiate che si può bere anche molto bene.
Il progetto Birra Salento mi sembra affetto da megalomania e confusione. Non sarebbe stato meglio ingaggiare un bravo birraio? In futuro in sala cotta ci sarà un mero esecutore di ricette altrui?
Mea culpa, ho dimenticato di precisarlo. In futuro le cotte saranno affidate a Marco Brusasco (già Lodigiano e Pratorosso) e Gianni Rollo
sì, è un progetto da megalomani.. non ha niente a che fare con la birra artigianale.. nel “paese del vino” ci mancava una megalomanata del genere per confondere ancora di + le idee ai salentini, che sono abituati alla dreher che costa poco + di 1€.. assaggeranno una birra che non sarà artigianale ma sarà diversa dalla birra industriale.. e comunque la pagherà troppo rispetto alla dreher.. quindi il risultato per loro sarà “birra artigianale = birra che non mi piace e pure cara!” allora mi compro la dreher!!!
peccato.. perché a lecce qualcosa si stava muovendo, proprio grazie a quei locali che hai visitato.. adesso chissà quanto ancora dovremo aspettare..