Nella prima parte dell’articolo sul mio viaggio in Australia ho analizzato il movimento birrario, facendo riferimento alla distribuzione geografica dei birrifici artigianali e illustrando quello che è il mio pensiero a riguardo. In questa seconda parte ne descriverò l’organizzazione e la diffusione relativamente alle associazioni, ai festival e ai concorsi birrari. Infine, tratterò l’interessante argomento dell’homebrewing locale.
Associazioni di categoria
Le associazioni di categoria si impegnano da sempre per l’interesse e la crescita del movimento artigianale: su questo aspetto l’Australia ha le idee ben chiare. Una delle prime associazioni che merita menzione è l’Australian Real Craft Brewers Association (sito web), posta a salvaguardia e a supporto dei produttori indipendenti di birra artigianale e dei gestori che si prodigano per la cultura del bere di qualità. Uno degli obiettivi primari dell’associazione è garantire che i piccoli produttori abbiano voce in capitolo nel rappresentare il movimento brassicolo nazionale.
Un’altra associazione che occorre segnalare è The Craft Beer Industry Association (CBIA). È gestita da un organismo nazionale, che rappresenta la birra artigianale australiana e aspira ad essere la voce unificante ed indipendente nel plasmare e guidare il futuro dell’“australian craft beer”.
Infine, un altro organismo a supporto è la Western Australian Brewers Association (WABA). È l’organo di rappresentanza di spicco per birrifici artigianali in Australia Occidentale. Il WABA nasce a tutela dei consumatori di birra di qualità e sostiene i produttori locali che utilizzano ingredienti di prima scelta, ingredienti che rappresentano la prerogativa fondamentale per un prodotto di alto profilo.
Festival e concorsi birrari
Per quanto riguarda i festival a tema birrario, è possibile elencarne un numero consistente, ma mi limiterò soltanto a citare i più importanti. Il Ballarat Beer Festival (sito web) fa parte degli eventi assolutamente consigliati. Si svolge nella omonima cittadina di Ballarat situata a nord di Melbourne e rappresenta un’importante vetrina per i birrifici indipendenti australiani.
Procedendo, il Great Australian Beer Festival (sito web) è, secondo il mio parere, il festival a tema birrario nel quale vi è riposto maggiore interesse. Si svolge a Gelong, nello stato del Victoria a febbraio e i birrifici artigianali presenti provengono da quasi tutto il pianeta.
A seguire vi è il GABS, ovvero il Great Australasian Beer SpecTAPular, dove rigorosamente “on tap” vengono spillate birre artigianali da quasi tutto il mondo. È un festival birrario che celebra le diverse birre artigianali e la creatività dei birrai di 120 birrifici differenti, provenienti principalmente da Australia, Nuova Zelanda e America. Inoltre sono presenti diverse “chicche”, realizzate appositamente per l’evento in questione.
La Sydney Craft Beer Week (sito web), infine, è una manifestazione incentrata sulla conoscenza e sulla celebrazione della birra di qualità. Volendo usare un termine di paragone è possibile accostarlo alla Settimana della Birra Artigianale che si svolge qui in Italia. All’iniziativa prendono parte ogni anno circa 100 esponenti della birra craft con altrettanti eventi che si tengono un po’in tutto il new South Wales.
Per quanto riguarda i concorsi da menzionare (anche per orgoglio nazionale) vi è certamente l’Australian International Beer Awards. È proprio nel citato contest, infatti, che nella scorsa edizione hanno trionfato i birrifici Elav e Birra del Borgo, i quali rappresentano una consolidata realtà anche nel panorama internazionale.
Homebrewing
Come per tutti i movimenti in ascesa, esiste un grande fermento intorno a tutto ciò che rappresenta il mondo della birra. L’homebrewing ad esempio gioca un ruolo fondamentale nella cultura birraria australiana, al punto che esistono competizioni, convegni e associazioni di categoria. In qualità di appassionato, nonché homebrewer, ho avuto modo di prender parte al convegno sull’homebrewing svoltosi al Ballarat Beer Festival, verificando di persona che gli argomenti trattati facevano riferimento alle nuove frontiere dell’homebrewing australiano e alle tecniche di produzione casalinghe.
L’interesse verso questi argomenti mi ha portato a notare la grande attenzione degli homebrewers locali verso la sperimentazione e la crescita di questo hobby. Nelle loro cotte casalinghe, i domozimurghi australiani prendono spunto dagli homebrewer americani e gli impianti sono autocostruiti quasi in modo professionale. Vi è un’attenta selezione nelle materie prime e, dettaglio da non trascurare, una grande passione per il bere bene.
Un forte interesse per la coltivazione del luppolo, inoltre, completa il profilo dell’homebrewer perfetto. Riguardo alle varietà di luppolo autocoltivate, le specie più accreditate sono chiaramente le varietà australiane come, ad esempio, Galaxy e Victoria Secret, caratterizzati dai forti sentori fruttati e di frutta tropicale. Per gli acquisti ci sono negozi specializzati come Grain and Grape e i prezzi sono paragonabili ai maggiori rivenditori italiani, coniugati anche alla grande varietà delle materie prime disponibili. Ovviamente è possibile trovare con più facilità ingredienti che in Italia presentano scarsa disponibilità, come i già citati luppoli autoctoni.
Di grande supporto a questo hobby, infine, sono i forum. Il più importante è certamente l’Aussie Homebrewer Forum, dove migliaia di appassionati si scambiano opinioni e consigli.
In definitiva ho percepito un gran fermento ed una grande attenzione verso il panorama brassicolo locale nonostante le non poche difficoltà. Nella mia prossima pubblicazione continuerò il discorso focalizzandomi sulla parte più “ludica” del mio viaggio, ovvero gli assaggi e degustazioni a cui ho preso parte, fornendo anche un’analisi sulla direzione futura del movimento.