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Bere e mangiare: suggerimenti per un beer hunter all’estero – Londra e Bruxelles

L’estate, si sa, è il momento dell’anno in cui si hanno a disposizione più giorni di vacanza. Così molti appassionati si organizzano per visitare i birrifici europei che più apprezzano, cercando di scambiare due chiacchiere con i birrai per carpirne i segreti e assaggiare le rare release a diffusione limitata. E così la birra non rimane solo la straordinaria bevanda che apprezziamo e consumiamo quotidianamente, ma può diventare un principio di ispirazione per le tappe di un viaggio. Visto che una volta in loco è difficile (ma non impossibile…) alimentarsi solo a pane liquido, ecco qualche suggerimento culinario con i relativi abbinamenti: per non abbandonarsi al caso o, ancora peggio, cedere distrattamente alle blandizie dei locali con menu turistici.

Del resto, anche nei contesti gastronomicamente meno celebrati ci sono stimolanti cibi da saggiare. Dunque, non facciamo sempre il paragone con la cucina tricolore (ricca, varia e, nelle migliori interpretazioni, inarrivabile) e non confondiamo i cattivi realizzatori dei piatti (la maggior parte, ovunque) con l’impressione generale su una specifica tradizione. La cucina è parte essenziale della tipicità culturale del luogo che visitiamo, spesso spiega il carattere di un paese ed è in perfetta corrispondenza col modo di birrificare dello stesso. In calce, è disponibile anche una selezione di indirizzi che ci sentiamo di consigliare.

Bruxelles

Comoda base per le scorribande brassicole in terra belga e sede di birrifici e pub fondamentali per il movimento, vanta un cospicuo tesoro gastronomico composto, nel tempo, grazie al contributo misto tipico del plat pays: l’elemento sassone della sostanza arricchito e modulato dalla finezza della tradizione francese.

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Moules frites

È stato davvero arduo compiere scelte sui piatti da inserire. Partiamo dalle entrée: croquettes aux crevettes (crocchette di gamberi), moules frites (cozze stufate accompagnate da patatine fritte) e le sfiziose caricoles comme à Bruxelles (lumache di mare stufate con pepe, erbe aromatiche e sedano). Qui ci giochiamo subito la vera birra di territorio, la straordinaria creazione liquida che fa la felicità dei bier-sommelier, vista la sua sorprendente capacità di donarsi ai cibi: la geuze. In questo caso, il consiglio è di prediligere quelle un po’ più mature, eleganti e fini.

Di seguito uno dei pezzi forti della cucina bruxelloise, vero e proprio orgoglio della capitale: il gustoso stoemp saucisse (salsiccia su purè di patate e ratatouille belga). Si può abbinare con una belgian ale, che sgrassi, accompagni le tendenze dolci (questo aspetto dipenderà anche dalla tipologia di verdure presenti) e non vada ad inserire “durezze” in un piatto simbolo del comfort food.

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Proseguiamo con lapin à la kriek, accompagnato da salsa ai piccoli frutti rossi: un piatto di consistenze delicate e di grande carattere gustativo. Ci abbiniamo facilmente la medesima birra usata nel processo di preparazione, ma si potrebbe anche tentare un’italianissima IGA con mosti da uve rosse: servono personalità, acidità presenti ma non prevaricanti e una certa texture “vinosa”.

Croquette aux crevettes

Non esiste un posto (serio), in Belgio, dove non sia presente la carbonnade flamande (spezzatino di manzo con cipolle macerato e cotto nella birra), simbolo della cuisine à la biere, una vera e propria branca della ristorazione nazionale. Pietanza esaltata dall’accoppiamento con una dubbel, una vera mamma che ne asseconda felicemente le morbidezze aggiungendo un tocco fruttato, o con una oud bruin che accende un coinvolgente gioco gusto-olfattivo grazie alle tenui tendenze acidule, alla forza dei malti e all’ampio ventaglio aromatico.

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Londra

Una vera capitale mondiale per storia, cultura, forza economica; una città elettrica, vibrante che dal 2012 ha conosciuto uno strabiliante risveglio birrario.

English breakfast

Cominciamo dal principio, il pasto mattutino. I medici ce lo dicono sempre: la colazione è importante e allora cosa c’è di meglio di un real english breakfast? Nel piatto troveremo certamente uova, salsicce, bacon e fagioli: una oatmeal stout è tra le opzioni favorite, visti il tenore alcolico accettabile, l’essenzialità del gusto e tratti di delicata acidità e setosità che rappresentano la carezza mattutina del bevitore. Per gli amanti di birre dal corpo più magro, watery, l’alternativa validissima resta una porter.

Il fish&chips non ha bisogno di presentazioni: per l’abbinamento, la scelta cadrà su birre con corpo e tocco maltato apprezzabili, CO2 in grado di sgrassare, che chiudano secche e non troppo amare. Dunque, una english IPA, oppure una dorata e maltata helles bavarese (qui premiamo l’incontro tra le tendenze dolci e la sapidità del pesce) oppure, per i più curiosi, una frizzante e ruvida australian sparkling ale.

Altro street food che rischia di dare dipendenza quando ben eseguito è lo scotch egg (uovo sodo avvolto da pasta di salsiccia, panato e fritto). Per l’abbinamento serve una birra accogliente, dal grado alcolico avvertibile, ma non eccessivo, con apprezzabile carbonazione e dai toni orientati verso il malto: una scottish export ci appare rispondere all’identikit; alternativa efficace può essere una amber ale con il suo apprezzabile equilibrio tra inclinazioni maltate/caramellate e amaricanti/asciuganti.

Scotch eggs

In Terra d’Albione, il prosciutto di maiale glassato è un piatto tipico dei pasti comandati. La tenerezza al cuore della carne enfatizza il contrasto con la crosticina croccante e la glassatura realizzata con miele e succo di arancia: un piatto aromatico e speziato, con tendenze dolci e sapide. Qui con una nobile old ale nel bicchiere andremo a colpo sicuro: morbidezza, complessità, detergenti venature acide e chiusura riscaldata da un calibrato warming.

 

Qualche “libero suggerimento” di sicuri approdi gastronomici, che curano con attenzione sia la parte food che la proposta brassicola.

 

Bruxelles

Fin de siecle, osteria di cucina belga e bruxelloise: Rue des Chartreux, 9

Restobieres, ristorante simbolo della cuisine à la biere: Rue des Renards, 9

In’t Spinnekopke, storico ristorante di cucina tipica: Place du Jardin aux Fleurs, 1

Nuetnigenough, piccolissima osteria di cucina belga e bruxelloise: Rue du Lombarde, 25

Noordzee, pescheria/street food e osteria di pesce: Rue Sainte-Catherine, 45

 

Londra

The golden hind, tavola calda di cucina tipica, con uno dei migliori fish&chips della città: 71a-73 Marylebone Ln, Marylebone, W1U 2PN

The white horse, ottima cucina inglese in uno dei pub più belli e accoglienti della città: 1-3 Parsons Green, Fulham, SW6 4UL

The queen’s head, selezionatissima gastronomia fredda, birre e distillati: 66 Acton Street, WC1X 9NB

Southampton arms, uno dei migliori pub della città, offerta food limitata, ma sempre molto valida: 139 Highgate Rd, Highgate, NW5 1LE

Roberto Muzi
Roberto Muzi
Docente, degustatore e consulente di settore. Classe 1980, appassionato di fermentazioni e di tutto ciò che riguardo quello straordinario micromondo abitato da lieviti e batteri, è sommelier, scrittore, divulgatore birro-gastronomico e giurato in alcuni concorsi nazionali. Ama leggere e bere birra mentre segue il calcio: una semplice scusa, sciocca e inossidabile, per foraggiare il consumo pro-capite italiano.

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