Da sempre l’inizio dell’anno è caratterizzato dalla pubblicazione di numerosi report di settore, finalizzati ad analizzare le tendenze – come nel caso del nostro Italian Craft Beer Trends – o i numeri del settore. Uno dei documenti più attesi è il National Hop Report (qui disponibile in pdf) del Servizio nazionale per le statistiche agricole (NASS) degli Stati Uniti, che ovviamente si concentra su un singolo aspetto del mercato birrario, ossia la produzione di luppolo in America. Sebbene abbia un approccio molto verticale, tocca un argomento che, per ovvie ragioni, gioca un ruolo fondamentale nell’industria brassicola mondiale. E le notizie che emergono dal report non sono certo rassicuranti, bensì risultano coerenti col momento di difficoltà che sta vivendo la birra artigianale a livello globale.
Il dato del National Hop Report da cui partire è la superficie coltivata a luppolo nel corso del 2024, che ha registrato un calo del 18% rispetto all’anno precedente. Si tratta di una contrazione pesantissima, che peraltro arriva dopo il -10% del 2023. Possiamo dunque parlare di una tendenza costante e nettissima, che però è in parte mitigata dalla maggiore efficienza delle coltivazioni. In altre parole la superficie di coltivazione si sta riducendo, ma sta aumentando la resa: lo scorso anno è stata pari a 1.944 libbre per acro, rispetto alle 1.915 del 2023. Si tratta di un +1,51% che, per quanto confortante, non basta a bilanciare l’emorragia in termini di superfici coltivate.
A conferma di questa sensazione troviamo la produzione totale di luppolo, crollata del 16% rispetto al 2023. Non solo nel 2024 l’industria è scesa sotto la soglia psicologica dei 100 milioni di libbre, ma non vi si è neanche lontanamente avvicinata, fermandosi a 87,1 milioni di libbre. È un risultato che cancella totalmente la timida ripresa del 2023 (+2%), arrivata peraltro dopo un’altra pesante contrazione (-12% del 2022). Insomma, siamo al cospetto di un mercato esposto a pesanti fluttuazioni, che dimostra una forte instabilità e offre poche sicurezze. Esattamente ciò che stiamo avvertendo in generale nel settore della birra artigianale, contraddistinto da un periodo di trasformazioni accompagnate da grandi difficoltà. Ma, come spiega Craft Brewing Business, in un contesto del genere non mancano le opportunità.
Una arriva dal valore complessivo della produzione di luppolo negli USA, che nel 2024 è sceso del 21% rispetto all’anno precedente. Il comparto ha generato ricavi per 446 milioni di dollari, ben lontani dai 562 milioni del 2023 e in drastico calo rispetto agli anni precedenti. Questo trend, apparentemente negativo, si traduce però in una contrazione dei costi medi per i birrifici, che nel 2024 hanno pagato in media 5,12 dollari per libbra rispetto ai 5,40 del 2023. Un calo che riflette un surplus di materia prima rispetto alla domanda, con molti produttori costretti a ridimensionare le proprie attività.
Il National Hop Report conferma il Citra come varietà di luppolo più coltivata negli Stati Uniti, nonostante un calo del 14% rispetto all’anno precedente. Segue il Mosaic, che ha subito una contrazione simile (-14%), mentre varietà storiche come il Columbus (-23%) e il Simcoe (-15%) hanno registrato un ridimensionamento significativo, segno che l’intero settore si sta adeguando alla minore domanda proveniente dai birrifici. La tendenza generale mostra una riduzione soprattutto tra le varietà più diffuse, mentre altre cultivar più recenti o specializzate stanno cercando di guadagnare spazio, sebbene in un contesto di contrazione generale.
Un caso interessante è quello dell’Helios, una delle poche varietà che ha visto una crescita nelle superfici coltivate. È una cultivar dall’elevatissimo contenuto di alfa acidi (intorno al 18-21%) e straordinariamente resistente alle malattie. Sebbene il suo utilizzo sia ancora limitato, sta guadagnando popolarità tra i birrifici alla ricerca di soluzioni più sostenibili ed efficienti. Se non andiamo errati, fino a oggi i birrifici italiani ancora non lo hanno utilizzato per le loro birre. Chissà che non comincino proprio nel corso del 2025.