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Mario Monti, un presidente birraio

In questi giorni le notizie politiche nazionali sono ovviamente monopolizzate dalla nascita del nuovo governo, affidato a Mario Monti. Tra le tante curiosità emerse sull’economista chiamato a risollevare le sorti dell’Italia, ce n’è una che ci riguarda da vicino e che è apparsa qualche giorno fa sul sito dell’Ansa. Il nonno del neo-presidente del Consiglio era un emigrato italiano che in Argentina fondò una fabbrica di birra, dove si producevano anche liquori e acqua minerale. Nata da zero con i primi piccoli risparmi, l’azienda raggiunse ben presto dimensioni ragguardevoli e oggi opera ancora nel settore con il nome di Casa Monti.

La storia è simile a quelli di tanti italiani che verso la fine del XIX secolo lasciarono la terra natia in cerca di fortuna nel nuovo continente. Il nonno di Monti, Abramo, si stabilì nella città di Lujan insieme ai quattro fratelli, sperando di ottenere successo come tanti altri connazionali. La fabbrica, che aprì i battenti nel 1888 con il nome di Union Italiana Hermanos Monti, permise loro di ottenere ciò che cercavano.

Inizialmente l’azienda realizzava prodotti molto diversi tra loro: birra, ovviamente, ma anche soda e liquori – come l’amaretto e un digestivo simile al Fernet. Il vero boom arrivò quando la società cambiò missione, puntando alla distribuzione. Il colpo da novanta fu la stipula di un contratto con la Quilmes, la birra più diffusa in Argentina. Era il 1898 e quell’accordo rappresentò il volano imprenditoriale per i fratelli Monti. Non è un caso che ancora oggi l’azienda distribuisca la birra Quilmes.

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Il nonno Abramo nel 1907 tornò in Italia col figlio Giovanni, lasciando il controllo della società. In seguito anche gli altri fratelli abbandonarono l’azienda e oggi è in mano a un ramo della famiglia rimasto in Argentina, diviso tra le città di Lujan e Junin.

Guardando all’estero, Monti non è l’unico primo ministro ad avere collegamenti con la birra. In passato abbiamo visto come sia la bevanda preferita di Obama, al punto che alla Casa Bianca è stato allestito un piccolo impianto di produzione casalinga. Ma come ci ricorda uno splendido articolo di Alberto Laschi, anche i primi presidenti americani erano homebrewer, come Washington e Jefferson.

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Se dunque il predecessore di Monti si era autodefinito “presidente operaio”, il nuovo primo ministro italiano può essere considerato un “presidente birraio”. Certo, si tratta di una forzatura… ma perché, l’immagine pubblicitaria di Berlusconi col caschetto di protezione in testa era verosimile? 😛

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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7 Commenti

  1. Riprendendo il discorso, che uscì fuori dalla nuova bottiglia presentata da unionbirrai, forse e dico forse e me lo auguro, questo nuovo presidente avendo questo tipo di origini, potrebbe essere favorevole all’approvazione di qualche legge a favore della birra artigianale, io cercherei di approfondire bene la cosa ed inviterei unionbirrai a seguire questa strada, così oltre ad aver una bottiglia che rappresenti la birra artigianale( con design molto discutibile, a mio parere) si potrebbero avere dei risultati più significativi per quanto riguarda la tutela di questa ottima bevanda…

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