Quando a ottobre si insediò il governo Meloni, a tutti apparve chiaro che il primo grande scoglio da affrontare sarebbe stata la Legge di Bilancio. Non solo perché, come sempre, avrebbe rappresentato un passaggio legislativo delicato e complesso, ma anche per il pochissimo tempo a disposizione rispetto al passato. E il ritardo accumulato (anche per motivi fisiologici) non è certo un freno alle richieste della società civile, che chiaramente sono assai variegate. Tra le tante istanze che il Parlamento sta tenendo in considerazione ci sono anche quelle del mondo brassicolo italiano, interessato comprensibilmente a tutelare i propri interessi economici. Interessi che, ancora una volta, si concentrano sulla disciplina delle accise, destinate ad aumentare se non verrà trovata qualche soluzione nelle prossime settimane. È su questa criticità che recentemente si sono espresse le tre principali associazioni del settore, Assobirra (industria), Unionbirrai (birrifici artigianali) e Coldiretti (filiera e produzione), presentandosi allineate come accaduto lo scorso anno, quando questa comunanza di intenti portò risultati più che soddisfacenti.
Per capire cosa succederà a gennaio occorre fare un passo indietro. Lo scorso anno le tre associazioni riuscirono a inserire in Legge di Bilancio alcuni provvedimenti di portata storica per il comparto italiano, che possiamo sintetizzare in una corposa riduzione delle accise. L’aspetto interessante fu la proiezione nel futuro del provvedimento, con un graduale calo dell’aliquota fino al 2024. A raffreddare gli entusiasmi arrivò la Ragioneria dello Stato, che verificando le coperture della norma preferì limitarne gli effetti al solo 2022, eliminando la riduzione progressiva negli anni successivi e trasformando la nuova disciplina da definitiva a temporanea. E così, a distanza di dodici mesi, eccoci qui a dover affrontare la scadenza di quel provvedimento: senza interventi specifici, da gennaio la disciplina delle accise tornerà quella in vigore fino al 2021.
Attualmente c’è un emendamento alla Legge di Bilancio che riuscirebbe a scongiurare l’aumento delle accise. Nei comunicati delle associazioni è citato l’emendamento n° 78.035, ma a noi risulta che sia il 78.015 a firma Foti, Angelo Rossi, Cerreto, Caretta, Almici, Ciaburro, La Porta, La Salandra, Malaguti, Marchetto Aliprandi, Cannata, Giorgianni, Lucaselli, Mascaretti, Tremaglia. Numeri a parte, il testo prevede “semplicemente” l’estensione dell’attuale disciplina a tutto il 2023, rimandando in pratica di un anno la sua scadenza naturale. Se fosse accolto positivamente rappresenterebbe un’importante iniezione di ossigeno nell’ottica dei prossimi mesi, che si preannunciano affatto facili per il mondo brassicolo, così come per molti altri settori produttivi. Sarebbe però anche un intervento molto difensivo, che abbandona la visione a medio-lungo termine della precedente Legge di Bilancio – al netto delle correzioni imposte dalla Ragioneria di Stato – per cercare soluzioni di emergenza.
Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai, a tal proposito ha dichiarato:
A dispetto delle necessità del momento, l’anno che sta per cominciare potrebbe vedere scomparire gli sconti attualmente in vigore per le accise sulla birra, con il rischio di incrementare, quindi, le tasse per i piccoli produttori, in controtendenza con questa fase di rilancio del settore, dopo le non poche difficoltà derivanti dalla pandemia. Stiamo seguendo con grande attenzione i lavori sulla Manovra. Se non dovesse passare l’emendamento, gli aumenti sulle accise potrebbero avere un impatto devastante sui piccoli produttori. Il comparto è compatto nel sostenere l’urgenza di bloccare l’aumento delle accise sulla birra nel 2023. In accordo con le altre associazioni, AssoBirra e Coldiretti, Unionbirrai ha spinto affinché ci sia una proroga agli sconti, per dar forza ad un settore giovane e dinamico che continua a investire e rappresentare la qualità italiana con il suo prodotto artigianale, impiegando più di 9000 addetti. Per dare sostegno e contribuire a rilanciare l’intera filiera brassicola italiana è necessario approvare questo emendamento.
Gli fa eco Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra:
Aumentare le tasse adesso, dopo due anni di Covid e di crisi economica è un trattamento che il settore non merita nel modo più categorico. Auspichiamo che il Governo tenga conto delle nostre reali e concrete preoccupazioni prorogando la misura per il 2023. In questi mesi è stato sviluppato un percorso importante con il ministro Lollobrigida e tutte le forze politiche di maggioranza sulla necessità di rendere più competitivo il comparto italiano della birra in Europa, dove i principali produttori, Germania e Spagna in primis, godono di un livello di accise nettamente più sostenibile del nostro, il quale favorisce l’importazione di birra straniera in Italia, a discapito dello sviluppo del mercato interno. La proroga sul 2023 di livelli più bassi di accise è condivisa e sostenuta da tutte le associazioni del comparto, AssoBirra, Coldiretti e Unionbirrai, un settore unito che non chiede aiuto, ma sostegno alla crescita economica e competitiva della filiera nonché allo sviluppo di una cultura italiana delle birra sempre più apprezzata, anche all’estero.
Quante possibilità ci sono che l’emendamento passi? Difficile prevederlo. Rispetto allo scorso anno, quando sin dall’inizio serpeggiò un certo ottimismo, la sensazione di chi scrive è che questa volta le incognite siano maggiori. Innanzitutto per i problemi cronologici che abbiamo spiegato in apertura: il tempo utile per approvare la Legge di Bilancio è pochissimo, figuriamoci quello per cercare di fare pressioni sulle scelte del Parlamento. Secondopoi rispetto alla precedente, questa Legge di Bilancio è molto conservativa e decisamente meno espansiva, su cui in aggiunta si riflette il periodo di incertezze che stiamo vivendo. Infine l’avvento nuova legislatura ha portato con sé un profondo ricambio nella composizione del Parlamento, che peraltro per la prima volta è ridotto nel numero di deputati e senatori.
Ci sono però anche molti elementi a favore dell’emendamento. Quello più importante è l’esplicito sostegno arrivato dal Ministro Brambilla, che nell’incontro organizzato qualche settimana fa da Coldiretti e Consorzio Birra Italiana è sembrato avere a cuore i destini della birra (artigianale) italiana. Un secondo aspetto non indifferente è il rinnovo dell’alleanza tra le associazioni dell’ambiente: una comunanza di intenti che può sembrare scontata a un osservatore esterno, ma che solo fino a qualche tempo fa era impensabile. Infine la capacità che ha avuto il settore negli scorsi anni di accreditarsi nei confronti della politica italiana, spiegando le sue esigenza e le sue necessità . Detto questo e facendo gli scongiuri del caso, è probabile che alla fine lo sconto sulle accise sarà prorogato di un altro anno.