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Riguardo alla nuova associazione di birrifici…

Per chi bazzica l’ambiente, non è un segreto che la scorsa settimana si sia tenuta a Fidenza una riunione tra birrai italiani. Non è stato un semplice incontro tra colleghi, ma un meeting per valutare lo stato del mercato artigianale e per pianificare la creazione di una nuova associazione birraria. “Un’altra?”, verrebbe da chiedersi. E la risposta è sì, un’altra, né più né meno. La notizia è trapelata su blog e forum di settore, attirando una grande attenzione e accedendo le prime, inevitabili polemiche, che sicuramente continueranno anche nei prossimi mesi. Dato il clamore dell’avvenimento, mi sembra opportuno spendere qualche riga su Cronache, cercando di rimanere fedele ai fatti e a quanto ho appreso da Bruno Carilli di Toccalmatto, catalizzatore dell’iniziativa, con cui ho avuto una lunga chiacchierata ieri sera. Cercherò di lasciare tutto il resto – polemiche e gossip vario – fuori dalle mie considerazioni.

La prima valutazione – ovvia ma secondo me fondamentele – è che, salvo sorprese, a breve avremo a che fare con un nuovo attore del settore. Un attore che arricchirà un cast già numeroso, nel quale convivono associazioni, consorzi, movimenti. Citandone alcuni: MoBI, Assobirra, Consobir (la inserisco perché la sua morte non è ancora stata accertata ufficialmente), Associazione Degustatori Birra e, non ultima, Unionbirrai. Proprio Unionbirrai è l’organismo su cui la notizia avrà ripercussioni più pesanti, al punto che già si affollano dubbi sul suo futuro. Per scopi e obiettivi, la nuova associazione si pone infatti come alternativa a Unionbirrai; anzi è proprio da alcuni associati che è partito il progetto in questione.

Tornando alla riunione della scorsa settimana, in quella sede i birrai partecipanti (un numero tra i venti e i trenta, segno che l’argomento è piuttosto sentito) si sono espressi favorevolmente circa l’idea della creazione di una vera e propria associazione di categoria, capace di difendere gli interessi dei produttori e di sviluppare sia la cultura birraria che la professionalità/competenza dei suoi associati. Quindi sarà espressamente un’associazione e non un semplice consorzio, indicando con quest’ultimo termine un raggruppamento di professionisti che opera per la risoluzione di problematiche prettamente pratiche. Da questo aspetto mi sembra evidente l’idea di creare una nuova Unionbirrai.

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L’idea di rompere con Unionbirrai nascerebbe dalla sensazione che ormai l’associazione risulta poco utile ai microbirrifici, nonostante gli sforzi compiuti da chi ultimamente si sta dedicando alla causa (il presidente Simone Monetti, ma non solo). I birrifici coinvolti nel nuovo progetto avrebbero – almeno sulla carta – l’idea di fare le cose in grande, per fornire al settore un organo in grado di sostenere le esigenze degli operatori del mercato, che sono decisamente cambiate rispetto agli anni del pionierismo birrario.

La nuova associazione non chiuderà le porte a nessuno e sarà disposta a collaborare con qualunque attore del mercato, Unionbirrai compresa. D’altro canto sarà intesa come un organo destinato a preservare le esigenze di determinati produttori brassicoli. Nonostante ancora non siano state definite linee guida precise, in generale i suoi associati dovranno essere birrifici indipendenti e di dimensioni limitate, non legati a livello societario ad altre realtà imprenditoriali.

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I lavori per la creazione dell’associazione stanno procedendo alacremente e la nascita ufficiale dovrebbe avvenire all’inizio del prossimo anno, magari facendo coincidere il primo comunicato stampa in concomitanza con Selezione Birra.

E ora le mie considerazioni. Non nascondo che quando ho appreso la notizia sono rimasto piuttosto spiazzato e anche adesso nutro qualche perplessità. Innanzitutto sono rimasto sconcertato dal sapere che ci sarà una nuova organizzazione, che si aggiungerà a quelle già esistenti e che ho citato in apertura. E indipendentemente dalla riuscita del progetto, almeno in partenza questa non è una notizia positiva. Dal punto di vista dei consumatori perché contribuisce ad aumentare il senso di disorientamento di chi si avvicina a questo mondo. Dal punto di vista dei professionisti perché, almeno in teoria, la frammentazione del mercato provoca una dispersione degli sforzi.

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L’idea poi di ritrovarsi con una alter ego di Unionbirrai, la quale potrebbe svanire nel nulla per questa ragione, non è facile da accettare. Unionbirrai è stata l’associazione che ha favorito la crescita del movimento nei suoi primissimi anni e che ha accolto al suo interno sia gli appassionati che i professionisti, in un periodo storico per la birra italiana in cui girava meno denaro ma c’era più condivisione di obiettivi. E al di là delle valutazioni “romantiche”, nonostante alcuni anni di inoperosità, Unionbirrai ha nel tempo ottenuto importanti traguardi, che sono stati spesso documentati anche su queste pagine.

Una delle prime domande che mi sono posto è stata dunque: perché non sfruttare la struttura e il know how acquisito da un’associazione storica invece che crearne una da zero? A volte è più semplice ricominciare da capo piuttosto che “riciclare” situazioni già esistenti, su questo punto posso concordare. Ma allora è opportuno che la nuova associazione si caratterizzi per un profilo alto e realmente professionale. Se sarà in grado di abbandonare ogni velleità “artigianale” e di porsi come attore di primissimo livello, magari in grado di far compiere al movimento un salto di qualità, allora tanto di cappello. Ma se si rivelerà uno dei tanti aborti a cui ci ha abituato il settore e, spento l’entusiasmo iniziale, non sarà in grado di perseguire realmente i suoi obiettivi, allora la sua creazione sarà stata solo un’operazione irresponsabile. Di fronte alle difficoltà spesso è più facile farsi prendere dall’impeto della novità, senza pensare troppo al futuro.

I birrifici coinvolti sembrerebbero pronti ad esporsi con quote di iscrizione piuttosto alte (almeno in proporzione a quelle di Unionbirrai), ma basterà questo aspetto, pur positivo? Poniamo ad esempio che la nuova realtà decida di intraprendere la lotta alle accise, come reagirebbe l’Agenzia delle Dogane sapendo che al tavolo di lavoro dovrebbe inserirsi un nuovo soggetto? Cosa penserebbe l’ente dei birrifici artigianali italiani?

Altro passaggio che mi fa parecchio riflettere è l’idea che la nuova associazione nasca per tutelare i diritti solo di un certo tipo di birra artigianale, quella cioè “indipendente”. Non ho problemi a comprendere che specifiche aziende brassicole abbiano esigenze diverse rispetto ad altre, ma proprio per questo avrei immaginato la creazione di un consorzio, piuttosto che quella di un’associazione. Anche se dal punto di vista dei produttori il discorso può apparire semplice quanto pragmatico, per chi è dall’altra parte la natura del nuovo organismo non è irrilevante. Un consorzio cura interessi pratici dei suoi partecipanti, un’associazione fa qualcosa in più: fa cultura, veicola la sua visione di birra artigianale, che è diretta emanazione della sua filosofia. Magari sono solo timori infondati, ma non vorrei che a un moltiplicarsi di associazioni segua un moltiplicarsi di concezioni di birra di qualità.

Insomma, sulla notizia si potrebbe scrivere per giorni e sicuramente ci saranno altre occasioni per farlo. Oltre a quanto espresso non mi sento troppo lontano dalle valutazioni di Maurizio Maestrelli. Sono perplesso, lo ribadisco, ma se i birrifici aderenti saranno in grado di creare qualcosa capace di segnare uno spartiacque verso una nuova epoca del movimento, allora l’idea sarà stata vincente.

P.S. Visto che ormai conosco i miei polli, ho deciso che i commenti saranno moderati almeno per qualche tempo. Non solo, accetterò solo i messaggi di chi è riconoscibile. Quindi chi stava aspettando questo post per fare polemica nascondendosi dietro a nick come Giggetto e Superman77, resterà deluso. Intanto cominciamo da questo post, poi magari estenderò il provvedimento anche ai futuri articoli del sito. Prendetela come il tentativo di stabilire un nuovo corso per i commenti.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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124 Commenti

  1. Frammentare equivale a disperdere le energie. Sicuramente c’è bisogno di qualcosa di nuovo. Sul fronte dei consumatori c’è MoBi, sul fronte dei produttori invece c’è molta confusione. Forse l’ideale sarebbe avere un’associazione il cui presidente non abbia alcun interesse personale. Mi spiego meglio: se io ho un birrificio e contemporaneamente sono anche presidente di una associazione c’è un conflitto di interessi che potrebbe essere secondario se tutti gli altri associati hanno un’attività con le mie stesse caratteristiche, ma se vi sono produttori più grandi, più piccoli, con leggi regionali differenti, ecc… il rischio è che per tutelare i miei interessi vado contro quelli di qualcun altro (anche se in buona fede).
    La presenza di una figura super partes limiterebbe problematiche di questo tipo (forse..)

  2. Non c’è dubbio che frammentare non aiuta. E’ la prima cosa che si nota dall’esterno la mancanza di uno (o pochi) punti di riferimento.
    L’appassionato non sa dove tuffarsi oggi, neppure l’homebrewer.
    A mio parere il percorso per conseguire una certa maturità del settore sta andando nel verso opposto, bisognerebbe fare squadra, fare unità. Ma questa cosa non è riuscita nemmeno alla nostra nazione, quindi non c’è da sorprendersi se non avviene per il mondo della birra…!

  3. Molto importante il concetto che viene espresso nell’articolo.
    Valutare i risultati!
    Obiettivi chiari e dichiarati, misurabili in tempi prestabiliti.
    Questa sarà la incredibile innovazione se verrà messa in pratica.

    Credo che tutto il resto sia di secondaria importanza.

  4. Certo che non e’ facile commentare avendo notizie non complete… comunque io mi chiedo perche’ fare una nuova associazione quando i soci UB avrebbero potuto chiedere il cambiamento dello statuto.

  5. quando un potenziale bevitore di birra artigianale vedrà davanti a sè 4, 5, 10, 100 associazioni non c’è la possibilità che si “spaventi” piuttosto che “buttarsi in mezzo”?
    saranno i fatti a parlare…
    e come ha detto livingstone se ci saranno risultati ben vengano, altrimenti preferisco lavare i bicchieri sporchio più che sorbirmi promesse e chiacchiere che in questo momento proprio non ci servono…
    CHEERS!

  6. io non ho capito una cosa: che ha risposto Bruno a nome dei 20-30 riguardo al fatto di creare una nuova associazione rispetto all’opportunità di prendere le redini di UB?

  7. salve a tutti,
    dopo la lettura di questo articolo non posso che manifestare confusione, perplessità e ad essere sincero anche un pochino di delusione… mi spiego:

    che senso avrebbe creare una nuova associazione? tanto vale che quelle già esistenti lavorassero in un modo migliore e più costante rispetto a quello attuale non credete?

    a mio modesto parere è inutile creare associazioni su associazioni, rischieremmo di avere una lama a doppio taglio (produttori in primis).

    se da una parte si cerca di consolidare gli interessi dei produttori, dall’altra la nostra “linfa vitale” ovvero i nostri consumatori, andrebbero a perdersi sempre di più in un limbo di confusione… che potrebbe (uso sempre il condizionale) sfociare, prima o poi, in uno stato di sfiducia nella birra artigianale. perchè? perchè potrebbe nascere nel consumatore l’idea che i produttori, al posto di pensare ad unirsi in un tuttuno e creare un punto di riferimento unico per la birra di qualità italiana, facciano di tutto per accaparrarsi (ogniuno in casa propria) agevolazioni e privilegi a discapito del prodotto.

    cerchiamo allora un momento di entrare nell’ottica del consumatore:
    se il birrificio A fa parte dell’associazione X che è proiettata verso un certo programma; allora il birrificio B dell’associazione Y che professa un’altra fede, è di sicuro meglio/peggio del birrificio A… ma chi mi assicura che, il birrificio A e il birrificio B, facciano ancora birra di qualità se continuano a cambiare associazione oppure, si puntano il dito a vicenda? perchè lo fanno? ma soprattutto, a chi mi posso rivolgere se continuano a nascere nuove associazioni? come faccio ad entrare nella filosofia della birra artigianale se continua a prevalere questo marasma?

    da consumatore, sinceramente, mi porrei queste domande nella testolina.

    cerchiamo però di vedere anche il rovescio della medaglia…
    come si dice nell’articolo, è anche vero che il produttore (che abbia o no il locale di mescita) si trova completamete su un altro pianeta rispetto al consumatore o al degustatore. è quindi palese che si necessiti indispensabilmente la formazione di associazioni ben distinte (create appositamente “ad hoc”).

    quindi mi chiedo: non sarebbe meglio, al posto di seguire la linea dell’indipendentismo… seguire piuttosto (visto il numero e l’aumento delle associazioni, consorzi, ecc…) la linea del federalismo? ovvero, che ogni movimento la pensi per la sua, ma che siano TUTTI INDISTINTAMENTE diretti e rappresentati da un unico organismo sovrano e “super partes” (della serie: e pluribus unum) come accade con le associazioni di ristoratori che sono (per la maggior parte) capitanate dalla confesercenti?

    questi sono solo dei miei piccoli pensieri… e non voglio e non pretendo il diritto di fare la predica a nessuno…

    sono solo (e voglio restare) un umile birraio! 😉

    ancora un saluto a tutti!

  8. Credo che 2 o tre associazioni di categoria, o meglio di subcategoria, non siano in linea di principio un male e non dovrebbero “disorientare” i consumatori in quanto proprio di categoria (diverso sarebbe il discorso di 10 associazioni di consumatori).

    Ci sono, infatti, una serie di caratteristiche ed esigenze diverse, oltre che idee sull’associazionismo, che possono creare la necessità di associarsi, appunto.

    Ad esempio, i “birrifici agricoli” avranno necessità diverse da quelli “non” e vedrei cosa quasi naturale il loro associarsi e magari affiliarsi alla confagricoltura al posto della confartigianato o CNA.

    Diverso, giustamente, il concetto di dire che non possono essere stabiliti vari criteri per definire una birra artigianale o di qualità; questo non può esse soggettivo, dovrebbe invece essere un disciplinare messo a punto e condiviso dalle varie associazioni, consumatori e produttori nessuno escluso.

    Sul fatto di crearne una nuova, piuttosto che “modificare” UB credo ci possa essere molto da discutere in quanto, come spesso accade, ci sono numerosi pro e numerosi contro e quindi si dovrebbe iniziare una serie di incontri per vedere quanti e quali punti possano creare una sinergia e quanti e quali un allontanamento degli obbiettivi comuni.
    Vedremo intanto nella prossima assemblea straordinaria UB quali saranno le posizioni che gli associati vorranno prendere…….

  9. @Luca. Non hanno i requisiti per entrare nell’associazione. Per adesso non possiamo dire di più, appena uscirà lo statuto sara’ tutto più chiaro.

  10. Poiché è intervenuto Paolo, presente alla riunione in questione, ho preferito cancellare le mie risposte, che potevano essere fuorvianti. Meglio che a rispondere sia qualcuno di interno all’iniziativa.

  11. @Francesco Chiappi

    Il “federalismo” ha già scassato a livello politico.
    Non roviniamo con farneticazioni anche il mondo birrario.

  12. @Andrea e Polliadb

    ok, ma resta il fatto che nessuno ha risposto alla mia domanda. Paolo, mi pare tautologico che se si è deciso di fare una nuova associazione, la maggioranza abbia votato per fare un nuova associazione… io vorrei solo sapere perché, tutto qua. o, girando la domanda, perché si sta sancendo la morte di UB

    possono essere ottime motivazioni, ma saperle almeno… mi pare la questione più importante al momento

  13. Vorrei solo specificare che la riunione UB del 17 dicembre (prevista da tempo) è definita “straordinaria” in quanto, da statuto, tale deve essere la sua denominazione per poter apportare modifiche allo statuto stesso.(sulle cui varianti stiamo discutendo, in sede di consiglio direttivo, da Luglio).
    Nel mentre, tanto per stare in tema, ecco qui una proposta della regione Campania per un disciplinare. http://www.agricoltura.regione.campania.it/comunicati/pdf/disciplinare_birra.pdf

    saluti
    Lelio

  14. Io ero presente e vorrei che non ci fossero portavoci, si chiamino questi lorenzo Bottoni o Paolo Polli.

    Vi resta così difficile parlare a titolo personale?

  15. @ livingstone . Dalle domande che hanno fatto, non potevo dare una mia opinione, ma scrivere quello che e stato detto dalla maggioranza , compreso te.
    Io non voglio fare il portavoce di nessuno , ho solo risposto alle domande senza fare nessuna polemica.

  16. Preciso che il link sul disciplinare non ha nulla a che vedere con UB e con me, mi scuso per averlo postato qui (dove sarebbe pure ot). E’ un iniziativa autonoma della regione Campania e (credo) del neonato consorzio campano.

  17. @Lelio

    cit….”Vorrei solo specificare che la riunione UB del 17 dicembre (prevista da tempo)”

    però se era prevista da tempo, come mai la notizia è stata data (sul sito UB e non via mail – io come associato non l’ho ricevuta) solo il 3 u.s.?……..
    non credi che le modifiche statutarie siano da condividere prima almeno nelle linne principali?……

    cheers,

  18. Essendo stato nominato a tutti gli effetti “catalizzatore” dal mio amico (o no? mah) Schigi …vorrei dire solo che:

    – Non ci sono portavoci…..tutti al momento parlano a titolo esclusivamente personale…ovviamente anche il sottoscritto!;
    – L’iniziativa di dare origine ad una Associazione di Categoria professionale è nata spontaneamente dopo che in tempi diversi c’erano state discussioni e confronti con vari amici birrai;
    – L’incontro di Fidenza è stato organizzato per valutare le opinioni e le proposte di una schiera rappresentativa di Birrifici e di persone attive nell’ambiente (tra gli altri è stato invitato anche Schigi che poi ha deciso di non partecipare), l’incontro dopo un lunghissimo scambio di opinioni si è concluso con la decisione di lavorare ad un progetto che porti alla fondazione di una Associazione di Categoria dei Microbirrifici Artigiani (attualmente inesistente nel panorama italiano della birra) e di farlo in piena indipendenza senza il coinvolgimento di Unionbirrai o di Assobirra;
    – Il progetto è appena partito e alla sua elaborazione sta lavorando un gruppo di lavoro che dovrà poi condividere il tutto con i soci che lo hanno avviato (in modo del tutto democratico);
    – Siccome la cosa ha una valenza esclusivamente professionale deve essere gestita in modo altrettanto professionale e quindi saranno fatti dei comunicati ufficiali ogniqualvolta lo si ritenga necessario;
    – per SR dico che Unionbirrai è ormai morta da sola (come associazione rappresentante dei Birrifici) ….dopo uno stato comatoso che è durato molto tempo. Le ultime assemblee sono sempre andate deserte …ed una Associazione per chiamarsi tale ha bisogno dei Soci….invece mi sembra che l’unico organismo che è in grado di fare tutto in Unionbirrai è il Consiglio Direttivo. Io che sono Socio, fino a poco tempo fa non sapevo nemmeno chi ne fosse il Presidente…e non ho nemmeno avuto il piacere di incontrare mai Lelio Bottero (verso il quale non ho assolutamente nulla…)…non so nemmeno da chi è stato eletto…sicuramente non dai soci….sò che è un appassionato ma non ha un birrificio ….mi auguro che per l’Assemblea Straordinaria di Dicembre possano contare sulla presenza di qualche socio…altrimenti la modifica dello statuto toccherà ancora al solo consiglio direttivo
    – Divisioni dell’Ambiente: le divisioni tanto lamentate dell’ambiente birrario italiano non derivano dal comportamento dei Microbirrifici partecipanti all’incontro del 03/12/2010 in quanto alcuni di loro ancora non nati……ma nascono da comportamenti messi in essere da alcuni personaggi che hanno fatto e fanno la storia del settore in Italia….per varie ragioni ..non ultima la forte personalità individualistica di alcuni di loro….Per me è storia passata !!!!!! Bisogna guardare al futuro e costruire …!!!!! Ripeto costruire…..
    – Triade e Teo/Leo: sono stato tirato in ballo in un altro forum da Lorenzo Bottoni per aver definito Triade l’associazione tra Teo/Leo/Farinetti etc (estrapolando il termine da un ragionamento sugli attori importanti del mercato italiano) …….adesso cerco di riassumere il mio personalissimo pensiero:
    Teo e Leo: sono gli imprenditori birrari che stimo di più in Italia ed hanno dimostrato di essere i numeri uno del settore tanto è vero che altri personaggi Leader come Farinetti ed i fratelli Vecchiato (Interbrau) hanno deciso di entare in società con loro (non lo fanno senz’altro con dei pirla..). In questo momento le Società che fanno parte del Gruppo di Riferimento Farinetti/Interbrau o ad esse alleate sono sicuramente le più importanti del mercato e le uniche che operano con Obiettivi di Lungo Termine chiari e precisi e con Strategie serie per ottenerli……..quindi essendo dominanti possono essere un’opportunità per il mercato della birra artigianale se ben indirizzate o una minaccia per tutti i piccoli operatori che lavorano nello stesso mercato…mi sembra un ragionamento chiaro ed ovvio…ed io come gli altri non abbiamo sicuramente mezzi per poter condizionare i loro comportamenti…..Pensiamo a: Teo/Leo/SamCalagione/GarrettOLiver/Farinetti/SlowFood/Interbrau/Amarcord/Bagli/VerticalDrinks…….non sono una triade ….sono qualcosa di più…ed io non li voglio combattere (non sono dei nemici) ma voglio lavorarci ….ma con dignità…….
    Comunque i Birrifici Artigiani non possono avere gli stessi interessi del Gruppo imprenditoriale di cui sopra, per ovvi motivi (se non sono ovvi potremo approfondire)
    – MoBi e Kuaska: sono la nostra risorsa principale…gli appassionati ed il Guru….gli appassionati (se lavoriamo bene) sono i nostri clienti/venditori principali ed i nostri principali fustigatori ……ed insieme si deve lavorare per far crescere la cultura birraria e per l’organizzazione di eventi o per la creazione di disciplinari,etc.. Lorenzo che dire….gli voglio molto bene come persona ed amico….ed è una grande risorsa per tutto il movimento birrario italiano…senza parole e massimo rispetto! Per i Mobiani mi piacerebbe che organizzassero iniziative concrete e che si facessero meno seghe mentali al computer……

    Questo è il mio personale pensiero su alcuni temi toccati da questo articolo…..

    Disponibile…a chiacchierare di tutto lo scibile birrario….e per tutti i coinvolgimenti personali……ma per l’Associazione si parlerà quando ci sarà…..

  19. Precisiamo (anche se ot). La riunione era prevista da tempo, nel senso che: si era deciso, in sede di consiglio, di mettere mano allo statuto e di farlo entro la fine della anno. La data del 17 dicembre è stata scelta dopo che la CNA ha dato disponibilità per quel giorno della sala dove potersi riunire. Simone Monetti, sentito ora per telefono, mi ha riconfermato di aver inviato a tutti gli associati la regolare mail di convocazione. Se, per qualche motivo, non l’hai ricevuta ti invito a contattare [email protected] e segnalare il problema in modo che si possa verificare. Sull’email, che non ti è pervenuta, era anche scritto (come copio dal sito Unionbirrai che riporta paro paro la mail di convocazione)— “In altra mailing invierò le modifiche proposte con le relative motivazioni, al fine di facilitarne la lettura e comprensione.”—-

    Ovviamente saranno prese in massima considerazione e discusse in assemblea tutte le varianti e le considerazioni che ogni associato vorrà costruttivamente proporre.(e mi auguro che siano moltissime).

    Spero di essere stato sufficientemente esauriente…a disposizione.

  20. Francamente non capisco tutta questa riluttanza contro l’ipotesi di una federazione.
    Se lo scenario politico italiano ha affibbiato al termine “federalismo” un’accezione negativa non vedo cosa c’entri il mondo birrario professionale.
    Quante Associazioni di categoria o sindacati di lavori conoscete che non siano federazioni o confederazioni?

  21. @schigi
    non era mia intenzione paragonare il mondo birraio alla politica… ci mancherebbe!

    ho solo messo a paragone quello che è successo nell’ambito della ristorazione (ed io provenendo da una famiglia di ristoratori ho testato personalmente il sistema) che, a mio avviso, funziona molto bene (visto che ormai le associazioni, consorzi, ecc.. crescono come funghi!).

    poi ripeto, non voglio fare la paternale a nessuno! era solo una mia modesta opinione.

  22. MI pare di capire che l’unico punto fermo e di interconnessione birraria italiana sia Cronache di Birra, la vera piazza della birra.
    Invito quindi Andrea a festeggiare questo successo offrendo un giro a tutti a Birre sotto l’Albero.
    🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

  23. Perchè non mi avete chiamato???

    Nei requisiti c’è anche il minimo dell’altezza del mastro birraio?… o devo mettere su un minimo di pancetta??
    Pur di far parte di questa nuova associazione (e ci tengo veramente) sono disposto anche a litigare con Leonardo (ma anche con Teo e Sandro – l’altro non lo conosco).

    Questo settore si sta rovinando un po, non trovate?

  24. x Schigi
    caro lei….First of all il Prezzo lo fà il Mercato (ed il mercato è grande) ….continuo a ritenere il lavoro sui prezzi fatto da MoBI molto limitato (ed anche fuorviante)….si continua a parlare di Prezzi allo Spaccio del Birrificio ….ma non serve a nulla…..si danno dei messaggi sbagliati….io faccio dei prezzi allo spaccio che sono mediamente al di sotto dei prezzi di mercato al pubblico di 2 – 3 euro alla bottiglia….e lo ritengo giusto sia per ragioni di MKTG che per “rispetto” verso i miei clienti diretti……..nello stesso tempo dò un motivo per comprare allo spaccio dell’azienda avendo un risparmio….oltretutto,cosa non da poco, “mi permette di sopravvivere” ….(non ho altre attività che mi danno reddito)…..
    Poi, a mio parere, quello che dovreste fare, visto che in giro si trovano facilmente,…pubblicate i listini dei produttori e dei distributori che vendono al Pub e/o al Beershop….la cosa sarebbe sicuramente più significativa (ed avremo delle belle sorprese) …fatevi una seria Analisi del Mercato da brava Associazione dei Produttori….invece di continuare a farvi delle simpatiche pugnette al computer (non ci vuole molto, forse solo la volontà)…..
    Si parla meglio dal vivo non da dietro uno schermo….:-)

    x Opperbacco
    non c’è alcuna ragione per la quale non siete stati invitati…mi scuso…ma dovevamo restringere il cerchio per evitare confusione…già così …..
    se vuoi ti teniamo aggiornato su tutto…ma ne parliamo al telefono o per mail…
    Siamo appena agli inizi…..
    Teo/Leo/Sandro non hanno bisogno….e non c’entrano nulla con il tuo mancato invito e mi sono anche stancato di parlare di loro…ripeto li stimo ma noi dobbiamo lavorare per noi….io alla fine lavoro per la mia piccola azienda artigiana…ed ognuno come è giusto ha i propri obiettivi che non per forza devono essere identici aquelli di altri….

    x Francesco Donato: Fidenza per ragioni logistiche…..e perchè avevamo gli spazi giusti….

    Chiudo ripetendo (per chi non lo avesse ancora capito) che si sta parlando di una Associazione di Produttori ….direi autonoma e fatta di gente che nel proprio lavoro ci rischia gli attributi tutti i santi giorni e ci mette anche la faccia (anche se a volte non è bellissima)….

    MI taccio….

    Bruno

  25. A proposito …sono d’accordo con Tyrser…
    Andrea dovrà offrire a tutti !!!!
    Ed ho l’impressione che la prossima settimana saremo in molti a Roma ….

    x Opperbacco: mi dimenticavo di dirvi che Vi ritengo tra i migliori in Italia per la qualità delle vostre birre (come ho già detto più volte anche in occasioni pubbliche ed interviste) ……

  26. @Bruno il Catalizzatore (sembra un imperatore romano)

    io credo che un associazione di consumatori (quello è MoBI) debba prima di tutto essere interessata a quanto esce dalle tasche dei consumatori, meno ai flussi che ci sono in mezzo che possono comunque giustificare certi esborsi. come dire… l’onere della prova non spetta al consumatore, che ha il solo onere di pagare un prezzo se lo ritiene adeguato

    dici bene, il prezzo lo fa il mercato. e sei troppo esperto ed intelligente per non capire che tutte le discussioni sui prezzi che si ripetono ciclicamente hanno un unico fine: aumentare l’elasticità della domanda di birra (spero di non sbagliarmi se ti ricordo laureato in economia). tradotto: rendere le persone meno propense a spendere qualsiasi cifra per una birra. determinando una selezione sull’offerta ed una riduzione degli extraprofitti (e qualcuno in giro ce n’è…)

    non credo ci si riuscirà. ma ci si prova. mica per cattiveria, ma per interesse, essendo parte della curva di domanda…

  27. caro SR laureato in economia …..ma grande rompiballe settoriale 🙂 …. l’onere della prova spetta ad una Associazione dei Consumatori ..eccome se spetta !!!!
    Volere è potere …

    Ma comunque non mi interessa ognuno fà quello che vuole….c’è chi vuole andare a comprare la birra al Lidl ed è legittimato a farlo se è quello che vuole….c’è chi vuole un prodotto d’elite se no non si sente gratificato emotivamente …c’è chi cerca ogni giorno una birra diversa se no non può competere con gli amici….etc….

    Poi c’è chi fà la birra per campare ….e in Italia come nel resto del mondo con la Birra da Mainstream e la birra Indifferenziata non campi se non hai delle dimensioni almeno da 1 Milione di Hl l’anno……

    Noi Artigiani Italiani siamo “condannati” a lavorare nella nicchia di fascia alta altrimenti non si stà in piedi….siamo, come dice Riccardino, dei Nicchioni….
    E dico non stà in piedi …….punto e basta….

    Solo una mente perversa può vedere in giro degli “Extraprofitti” in questo settore ….con dimensioni come le nostre è già un miracolo se riusciamo a passà a nuttata…..

    In Italia poi……abbiamo talmente tanti oneri da pagare al parassitismo che impera….fare Birra Artigianale in Italia (oltre che Impresa) è costosissimo ….

    Una campagna sui prezzi (generalizzata e generica) che non tenga in considerazione queste cose fà il gioco dei grandi e degli stranieri con produzioni da decine se non centinaia di migliaia di Hl all’anno…..e allora addio birra artigianale italiana….se vogliamo aprire un Tavolo dove discutere “seriamente” di queste cose ….a disposizione……

    Comunque presto potrete comprare le birre “agricole” a molto poco…..consolatevi…

    Ciao e bevi di meno robacce Belghe che sanno solo di lievito marcio…..:-)…

    Sostieni con i tuoi soldi la causa dei Birrifici Italiani….e spendili….che cacchio ci fai ???

  28. “gli appassionati (se lavoriamo bene) sono i nostri clienti/venditori principali ed i nostri principali fustigatori ……ed insieme si deve lavorare per far crescere la cultura birraria e per l’organizzazione di eventi o per la creazione di disciplinari,etc..”

    Mi sembra di averla già sentita questa…

  29. oggi sono a casa..e così mi diletto a scrivere alla faccia dei miei collaboratori che sono al lavoro….così potranno dire a tutti gli effetti che non faccio un cacchio….
    Giuro che alla collaborazione con gli appassionati ci credo …eccome se ci credo….anche perchè gli appassionati non bevono mica Heineken o Corona (tranne SR per risparmiare….lui non lo dice ma ne sono quasi certo :-))..bevono le birre buone e quindi….
    Scauca… la frase mi è venuta di getto ….non ho copiato nulla….lo giuro….

  30. @Catalizzatore

    la mia mente sarà perversa, ma con gli occhi ci vedo benissimo. a me risulta che qualche birrificio, i più bravi (come produzione e impreditorialità) si stiano ingrandendo… e non parlo solo della coppia Teo-Leo che cmq sono un caso paradigmatico. mi vuoi fare credere che riescono ad ingrandirsi andando in banca a chiedere finanziamenti con dei bilanci che stanno in piedi per miracolo? maddai… altri che lo fanno nel w-end pensando di mollare il lavoro “ufficiale” per farlo a tempo pieno. non la vedo una gran decisione se è poi così un settore alla canna del gas senza prospettive di guadagno…

    e se adesso non navighi nell’oro, e come te molti, rimarrei basito se fra 10 anni fossi ancora lì con lo stesso impiantino e la stessa produzione. e tu? che vuol dire allora fare impresa? partire e dopo 24 mesi staccare dividendi stellari oppure metterci il giusto tempo e se hai lavorato bene fra 5-10 mietere i successi meritati? che vuol dire fare impresa, lamentarsi e giustificare prezzi alti e poi (spero mi smentirai un giorno, sai che ho una memoria da elefante) un giorno quando avrai decuplicato la produzione (te lo auguro) lasciare invariati i prezzi?

    non dico che l’Italia sia il paese del bengodi. non dico che una birra deve costare come la Fidel al LIDL. non dico nemmeno che debba costare come una belga (a me i lieviti marci mi mandano in SOLLUCCHERO). ma 18 euro (cifra a caso ma realistica) al tavolo per una birra italiana NON TE LI DO, quella non è nicchia, è presa per il c***. e se facessero tutti così, vedi poi a chi tocca l’onere della prova che quei soldi sono giustificati… se hai clienti o a produttori/publican. vedi chi si sbatte ad ottimizzare la rete vendita ed imporre una diversa politica di prezzi… vedi chi si sbatte finalmente ad organizzarsi come si deve e a chiedere modifiche legislative favorevoli…

    sono 10 anni che si discute su prezzi. di tavoli sui prezzi se n’è parlato 100 volte e mai nessun produttore si è presentato a quel tavolo. solo Lelio ultimamente ha presentato uno studio di budget sul suo blog, che è uno studio. io sono come San Tommaso, non credo alle chiacchiere, credo ai bilanci ed ai 730. personalmente da quel tavolo mi ci sono alzato da un pezzo. ma ti dico che ai tempi di San Visco me li ero scaricati gli imponibili IRPEF, perché non mi piace parlare a vanvera. e non parlavo a vanvera allora, ho la presunzione di non farlo manco oggi… ma accetto smentite, documentate però…

    che ci faccio coi miei soldi? non so, quanto costa un appartamento al mq a Fidenza? nella città in cui lavoro si parte da 4-5000 euro. l’alternativa è fare la vita da pendolare su vagoni Trenitalia ghiacciati tipo quello che prendo da un mese a questa parte (già, non li aggiustano). o magari devo farmi una bella pensione integrativa visto che la generazione precedente alla mia s’è magnato tutto come dicono a Roma. o magari ci devo pagare un botto di soldi per un accertamento fiscale del 2004 (grazie a delle cazzate di un mio precedente datore di lavoro), perché venire a pescare il Ricci ci vuole due minuti, pescare i poveracci che dichiarano la metà di me con la barca ormeggiata a Portofino invece è uno sbattimento…

    vedi che ci faccio coi soldi? la vita è dura per tutti e le tasse sono alte anche per i comuni mortali, non solo per i birrai…

  31. Ricci….emigriamo che è meglio…..ma prima dimmi dove vai tu che poi mi regolo 🙂

    Teo e Leo sono cresciuti bontà loro perchè sono stati bravi e hanno trovato degli investitori che hanno creduto in loro (forse le aziende non sono più del tutto le loro….anche per il peso che hanno questi investitori) ……per il resto non vedo in giro tanti miliardari….anzi…molti sono alla canna del gas nonostante sacrifici personali notevoli…
    Non è un settore dove i margini sono quelli che dite voi….

    Ora sembrerà che c’è l’ho con il povero Lelio Bottero (Lelio non è colpa mia) …ma se il famoso Budget che ho visto è quello di cui parli te (Fermento Birra etc…) ci sono moltissimi errori di quantificazione ed omissioni di costo…..
    es. ma dove stà scritto che un operaio in Italia costa ad un azienda 20.00 Euro l’anno ….ci vogliono almeno 32.000 Euro l’anno (minimo salariale)…e parlo di costo per l’azienda (all’operaio andrano più o meno 17.500 Euro)
    La Struttura di costo è variabile da Birrificio a Birrificio…e dipende dalle scelte manageriali che si fanno e dalle strategie Commerciali…..se un birrificio vuole vendere solo ai ricchi a prezzi esorbitanti e gliela comprano non vedo che c’è di male…voi non la comprate e stop….

    Per le tasse anche io ho dovuto pagare degli arretrati altissimi …ho lavorato come dipendente e mentre io pagavo il 45 % di tasse il proprietario della mia azienda pagava il 12,50 % sui dividendi o sulle sue rendite di posizione….ma questo è il problema dei questo povero paese pieno di ingiustizie….

    Noi siamo condannati a fare i nicchioni….o nicchia o morte…..

    Per fare birra di massa o a livelli di prezzo tali…dobbiamo andare a produrre in Germania o in Belgio…….oppure negli States per rimanerci per tutta la vita…sono scelte obbligate….

    Viva i lieviti marci !!!!

  32. @Catalizzatore

    Teo/Leo: togli pure il forse. il 20% di Farinetti in Baladin l’avevo già documentato io mesi fa. ora credo le cose siano cambiate ancora, ma non sono così curioso e non ho voglia di mandare una email al mio uomo che ha accesso a vari database interessanti…

    anche secondo me lo studio di Lelio vale quello che vale (nel bene e nel male). solo qualche bel conto economico di birrifici giovani e di birrifici avviati possono dire come stanno veramente le cose, quale è la sostenibilità iniziale e le prospettive di reddito nella fase successiva (che non è quella della maturità del business…)

    sulle tassazione dei redditi di capitale e sul lavoro sfondi una porta spalancata. ma questi è un paese di imbecilli, in cui se al pensionato o al lavoratore gli tocchi la tassazione sulle rendite dei suoi 100k euro in banca in BOT (al momento un lauto 1.5%) scatta la rivoluzione, poi se sullo stipendio o sulla pensione ci paga il 45% di imposta allora va tutto bene…

    cmq c’è anche l’export. leggiti il prossimo numero della rivista MoBI…

    io cmq a emigrare ci sto pensando molto seriamente. ma è OT

  33. @SR @Catalizzatore
    Purtroppo dobbiamo chiudere qui il discorso prezzi, perché andiamo OT e perché è stato affrontato a più riprese. E’ sempre interessante quando c’è un confronto tra esponenti dei due “mondi”, però il tema è completamente diverso e mi sembra giusto lasciare spazio a quello.

    E poi soprattutto, chiudiamola qui col discorso che devo offrire da bere a tutti, la cosa sta prendendo una brutta piega 😀

  34. Bruno, la tua curva di offerta (e quella di tanti altri bravi birrai italiani – Opperbacco ne è un esempio, ma anche Maltovivo, Montegioco e via discorrendo) non si incrocia con la mia di domanda e, credimi, te lo dico da consumatore abituale di birra artigianale, spesso le vostre birre prendono polvere sugli scaffali, a vantaggio dei lieviti marci, certo, ma anche di lieviti nobili stranieri meno costosi (USA, UK, Danimarca, Norvegia) che fanno il giro del mondo e arrivano sulle nostre tavole (di casa, nel mio caso) a prezzi inferiori. E non è nemmeno vero che le birre italiane siano di migliore qualità delle straniere, sapessi quante bestemmie ho mandato a birrai italiani per aver bevuto birre “non a posto” pagate a 8-9 euro.
    Ascoltate ogni tanto anche chi si fa le pugnette…….
    Siccome il 18 sera verrò a Roma per “Birre sotto l’albero” (senza disdegnare una puntatina anche al 4:20), mi “associo” al giro di birre offerto da Andrea.

  35. Andrè,vogliono bere,ok,ma non hannno detto cosa.
    Presentati con una cassa di Corona da 24 e ne esci da vero signore.

    P.S: a Birre sotto l’albero l’ultimo che rimane in piedi,per tradizione,paga il conto di tutti.

  36. per Andrea mi sembra che stiano diventando “volatili per diabetici”…….e poi deve bere ancora di più per digerirli….

    per Giovanni: non ci sono problemi …beviti le americane “Artigianali”…chi ti obbliga a bere italiano….io no…siamo in un “libero mercato”….almeno nella birra….è il mercato che selezionerà….

  37. Facciamo una cosa, io come richiesto da voi offrirò Corona a tutti (con limone dentro) e voi in cambio interrompete questa divagazione sui prezzi, si può fare? 😉

    A parte gli scherzi, il prossimo commento che parla di prezzi finisce diretto nel cestino…

  38. mi c’è voluto mezz’ora e tre birre per legge tutto.
    Bruno ha ragione dal mio punto di vista tutti i microbirrifici hanno bisogno di un’associazione che aiuti il mercato della birra artigianale in italia.Pero’ arrivati a questo punto le parole e i bei discorsini credo che lascino tutti perplessi.
    Il Monetti si sta impegnando molto sul discorso accisa e non solo,ma …..dove c’è alcole c’è accisa … è legge… italia.Ma dico io non è meglio pagare lo stesso questa cavolo di tassa però sul marchio ‘birra artigianale italiana’?…..ah già ancora c’è da definire cosa è birra artigianale in Italia….
    Credo che abbiamo bisogno di forti iniziative che coinvolgano tutte le persone interessate e non e il Pollaccio mettetela come vi pare è lu re.Con i festival innesca un qualcosa che invita la gente a bere birra artigianale dove lui e soprattutto i birrifici presenti ci mettono grandi responsabilità, a Torino gli ho visto fare cose incredibili perchè neanche lui si aspettava cosi’ tanta roba,Bravo!.Abbiamo bisogno di piu’ festival questo è uno dei modi e ripeto (uno) per far entrare nelle teste la birra artigianale in italia …
    I sindacati li rispetto ma i sindacalisti mi stanno sul caz. rappresentano chi lavora e si fa il culo e loro …sempre ben pettinati come i ns. politicacci impestati! Un associazione deve essere fatta e diretta da chi è sul campo di battaglia e sapiente per filo e per segno di tutto il fronte di battaglia…Ovviamente siamo italiani e questa nuova assoc. rimarra’ nel cassetto perchè ogni..uno è sempre molto impeg…. con il proprio lavoro.Ciao!
    ah dimenticavo , se pero’ andasse in porto (non so’ quale,magari proprio quello del Porto lago di Chiusi) ….tutto il profondo nord non si dimentichi che oltre Bologna c’è ancora piu’ di mille km di bellissima Italia.

  39. cercando di tornare IT. La cosa che non capisco, senza polemica, e’ a cosa si riferisce “indipendente”. Da chi? Da cosa?
    I cambiamenti di statuto di UB non mi stupirebbero e mi sembrano gia’ fuori tempoi massimo, sono ancora “associazione culturale” e non una associazione di imprese, seppur con lo sforzo apprezzabile di avere la CNA che li aiuta.

  40. @Amarillo
    So che sei un lettore (e commentatore) assiduo del blog, ma come ho scritto preferirei che scrivessi senza l’anonimato del tuo nick

  41. x Amarillo
    In estrema Sintesi:

    – Associazione di categoria (qui si parla di Birrifici Artigiani)= Sindacato dei Birrifici Artigiani…..difende gli interessi (i più vari…. nelle modalità più svariate)della categoria. Entrano nell’Associazione i Birrifici che hanno comunione di intenti e stesse caratteristiche “strutturali” (in via di definizione).Non si vuole creare un qualcosa di omnicomprensivo che non avrebbe senso.

    – Indipendenza:hanno stessi interessi piccole aziende artigiane che sono indipendenti da: Gruppi Industriali, Gruppi della Distribuzione, Aziende Agricole (es. inteso come Birrifici Agricoli con tassazione agevolata,etc….)…..è ovvio che se il Birrificio appartiene ad un Gruppo che fattura 20.000 Milioni di Euro non sarà la stessa cosa di un Artigiano che lavora all’interno della propria piccola impresa con un capitale ridotto…qui stiamo parlando di interessi di impresa e non di qualità del prodotto……(che sarà oggetto di un suo disciplinare distinto che rientrerà nelle regole che dovranno rispettare gli associati….) ma prima di questo ci deve essere la VICINANZA DI INTERESSI …

    Mi sono ripetuto più volte ma per far capire meglio il concetto di base….

  42. @Bruno
    Un catalizzatore chimicamente induce una reazione, ma resta invariato la termine della reazione. Forse un altro nick rendeva più l’idea.

  43. non sono Bruno il chimico…..sono un catalizzatore di anime pie……poi è una definizione che mi piace…me l’hanno data e guai a chi me la toglie:-)

    Poi io non mi sono mai trasformato in vita mia…..sono sempre me….

  44. @Catalizzatore

    Bruno, il fatto che tu importi e rivenda Malto Franco Suisse, Luppoli Charles Faram, fusti KeyKeg, pompe Angram(legittimamente, stai sfruttando gli alti contatti che avevi quando poco tempo fa lavoravi per l’industria (Carlsberg?) ) rientra nella “vicinanza di interessi” con gli associati del futuro sindacato?
    Cioè, per capirci, verranno messi a disposizione degli associati i prezzi puliti che riesci a spuntare dal fornitori,oppure no?

    un ps

    non portiamola sempre sul personale: mi dai contro perchè non sei più mio amico , macosatihofatto?
    Cerchiamo di mantenere un confronto sulle idee.

  45. @ Schigi
    Come spesso mi succede – ma è senz’altro colpa mia – non riesco neanche a capire il senso della tua domanda.
    Potresti aiutarmi per favore?
    Perchè qualcuno dovrebbe lavorare aggratis? E perchè se uno importa del malto e lo rivende dovrebbe essere una cosa deprecabile?

    Grazie per la pazienza,
    f

  46. @livingstone

    secondo me l’ha posta male. io la interpreto così: se la nuova associazione deve essere indipendente da gruppi industriali, distributori, aziende agricole perché non deve anche essere indipendente da importatori di materie prime e materiali per la birrificazione e mescita?

  47. @Livingstone

    Se uno propone un’associazione e come tu hai sottolineato nella tua bellissima lista dei desideri http://www.movimentobirra.it/forum/forum_posts.asp?TID=3354 vuole che si faccia squadra in tutti i sensi, mi chiedevo (sono anche pelosamente interessato in questo senso) se in un impeto di “Collaboration” potesse mettere a disposizione dei suoi colleghi prezzi il più possibile favorevoli delle materie prime ed altro trascurando i ricarichi.
    Spero di essere stato più chiaro.

  48. x Schigi
    caro Luigi io non sono arrabbiato con te….però visto che ti diverti a sfrucugliare tutti …ogni tanto qualcosa ti si rivolta contro …o no ???
    Per me sei sempre un amico e forse le faccine sorridenti non ti dicono nulla…..

    Se vogliamo fare i seri:
    – Io sono il rappresentante per Franco Suisses del Malto per il settore dei Microbirrifici in Italia….questo dipende dal fatto che ho delle conoscenze ok…che male c’è ?? Il mio ingresso nel mercato ha portato alla rottura di una situazione di fatto in cui qualcuno stava ricaricando un pò troppo sul malto….di questo si sono avvantaggiati tutti i Birrifici Italiani (che poi in parte hanno gestito la cosa in maniera tattica per ottenere ulteriori sconti dai fornitori abituali) ….il margine che io applico è assolutamente fisiologico e non patologico…..
    Il grande Business del Malto pesa alquanto poco nel mio conto economico rispetto alla produzione della Birra….(non più di 1/5 del totale)…e non faccio pressioni commerciali nè le voglio fare…chi compra da me sà che può comprare uno dei migliori malti pils d’europa a prezzi concorrenziali….ma è assolutamente libero di rivolgersi a chi vuole……
    – Luppoli, Key Keg,Angram,etc: faccio da centrale per questione pratiche senza avere nessun tipo di accordo con i fornitori …tutto è nato in maniera spontanea insieme ad alcuni amici birrai per risparmiare sui costi di trasporto….anzi adesso è diventata una rottura di scatole e basta….non ci guadagno nulla anzi ci sto perdendo solo del tempo…..guarda a quanto Ti ho venduto i Key Keg e gli attacchi e confronta con quanto ti quota direttamente Lightweight Container…..
    – e basta, fatela finita col discorso Carlsberg..mi sono rotto gli zebedei…io sono stato un Dirigente per 7 anni non sono mica il Signor Carlsberg…dopo Carlsberg ho lavorato in altre 2 aziende e prima in altre 3……durante (per passione) ho fatto appena 10 anni di birra in casa…..però in Carlsberg ho respirato talmente tanta cultura birraria che non ho visto da nessuna altra parte (dovreste fare un bel corso a Copenhagen prima di parlare)….e dal mio lavoro mi porto dietro quel poco che ho imparato a livello di capacità gestionali ed organizzative…..
    – nel Birrificio (potevo fare altro ma questo sapevo fare e mi andava di fare) ci ho messo Passione e Soldi ed i soldi sono i miei ed il rischio imprenditoriale è tutto il mio…ed è per questo che reputo necessario difendere quello che sto facendo…

    – Luigi qui non si sta parlando di Consorzio…ma di Sindacato …con interessi che esulano dall’acquisto di prodotti per la produzione della birra….si parla di difesa di Interessi Comuni (Legali/Politici) e di Sviluppo della Cultura Birraria e del Mercato delle Birre Artigianali Italiane di Qualità….ed il fatto che io abbia un Birrificio Artigiano è fuori di dubbio….il fatto che sia la mia unica attività principale è fuori di dubbio….cosa che non si può dire di Extra Omnes che opera all’interno di un’azienda che si chiama El Mundo SpA che solo di capitale sociale ha 1.500.000 Euro e che se va bene potrà arrivare a fare un centesimo del fatturato del caffè….sicuramente farà delle birre di alto livello qualitativo ma non è un’azienda artigiana (questo per rimanere legato ai fatti) e non ha economicamente i miei stessi interessi….

    Io penso che gli interessi delle nostre due aziende siano profondamente diversi dal punto di vista economico…ma potrebbero essere identici dal punto di vista culturale….ma noi vogliamo fare il Sindacato non l’Associazione Culturale….
    Il che significa: si deve collaborare per sviluppare la cultura birraria ma non si può collaborare a livello di categoria perchè non facciamo parte della stessa categoria(esempio:se la tua azienda visto che campa di caffè, e non di poco, vuole fare azioni di forzatura del mercato cercando di abbassare i prezzi io non posso seguirla perchè chiuderei il giorno dopo, non ha le stesse problematiche di accesso al credito, non ha le stesse problematiche di rete di vendita, non ha le stesse problematiche di costi fissi,affitti,etc….) …..

    Ciao Amigo….non è una questione personale….

  49. @Bruno

    “non ha economicamente i miei stessi interessi….”

    Ma allora perché mi hai invitato?
    Queste cose le hai scoperte adesso?
    E basta con lo scrivere Extraomnes staccato!
    mi sono rotto gli zebedei! (cit.)

  50. Perchè non ci sei venuto???
    Salvo poi chiacchierare e chiedere a tutti….potevi scoprirlo di persona….
    O è un problema di paure ….di esporsi troppo???
    Vecchia politica Democristiana…….

    Si scrive Extraomnes si legge Extraelmundo…..è facile così…..

    Comunque inizio a prenderci gusto……

  51. @ Schigi
    La mia lista dei desideri probabilmente rimarrà tale, almeno fino a che non sarò padrone del mondo.
    L’ho resa pubblica solo perchè mi si possa stimolare a rimaner fedele a quello che l’obiettivo al quale vorrei tendere.
    Poi per citare le vecchie “pietre rotolanti”, non si può sempre ottenere quello che si vuole, ma a volte si ottiene quello che serve…

    Grazie per il chiarimento sulla tua domanda a Bruno.
    Io non so se quello sia un problema.
    Per me non è neanche un problema tutto il resto, birrai industrializzati ecc.

    Forse è vero che una associazione debba essere omogenea.
    Ma come tu volevi far notare tutto fila finchè non entra il fattore “Orwell”.
    Ma forse neanche quello è importante.

    L’unica cosa importante è che si sia costituito un gruppo intenzionato a creare qualcosa di nuovo.
    Curiosamente questo suscita immancabilmente un’alzata di scudi sempre e solo da parte di chi non ha mai fatto niente di costruttivo.
    E’ talmente prevedibile che è quasi matematica.

    Cheers,
    f

  52. @Catalizzatore

    “Si scrive Extraomnes si legge Extraelmundo…..è facile così…..”

    Cacchio come rosichi 😉
    Devo aver toccato un nervo scoperto.

  53. Ma va….mi diverto un elmundo….

    Mi sembra di essere tornato alle scuole medie……tirami l’aeroplanino…..beccati questo cancellino…..

    Luigi …svegliati…..che è ora di andare a scuola….

  54. Ragazzi, vi presento quello che dovrebbe rendere la birra artigianale in Italia un prodotto di nicchia.
    Anzi, per nicchioni, come dice lui.
    Teo!!!!!!!!!!!

  55. Che sia un intervento OT?…….

    ….sono (o forse ero?) in procinto di aprire un micro….sono ormai 9 mesi che ci lavoro (a tempo pieno) e credo possa essere quasi partorito (anche se forse serviranno molti più mesi, come agli elefanti)……adesso in questa bagarre non riesco a capire se c’è una sindrome da “celolunghismo” oppure se ci sono delle vere e proprie diffrenze di vedute con razionali importanti per discussioni costruttive….
    In questi mesi mi sono concentrato sulla ricerca del locale (impresa quasi titanica ancora non conclusa), fare tirocinio, studiare chimica, leggere tutto (o quasi quello che è stato scritto), degustare birre, sperimentare ricette (alcune, dicono, buonine), fare del sano benchmarking, poco tempo ho dedicato al gossip (forse sbagliando visto le informazioni “strategiche che sambrano ricavarsi…)…insomma “giocavo” a fare il progetto “impresa birrificio”…..le esperienze professionali mi avrebbero dovuto aiutare e non poco……

    Adesso cominicio ad avere dei vacillamenti…..non è che bisogna entrare in una guerra ancor più “cruenta” di quella da cui sono uscito faticosamente dopo 25 anni?

    :-((((

    Cheers,

  56. @Andrea
    Aprire non è semplice per i motivi che tutti sappiamo..certo se vacilli di fronte alla possibile apertura di una nuova associazione sindacale, allora devi rivedere qualcosa..è come se la fiat chiude perchè al suo interno nasce una nuova sigla. Se invece ti inquieti di fronte a Bruno e schigi che scazzano e si divertono allora è un altro paio di maniche..fai bene a chiudere prima di cominciare!! Prima li conosci..poi li eviti!! :-))

  57. Andrea …con la Gelmini che impera non ti conviene fare la maestra…..

    anche se la Gelmini me la vedo in calze nere corpetto di pelle e frusta…..mi dà questa idea…..

    Mah…credo che abbia ragione Schigi …ho sbroccato…..

  58. @Catalizzatore
    Bruno, non ho mica fatto la maestra, ho fatto semmai alcune riflessioni ad “alta voce”….non posso e soprattuto non voglio insegnare nulla a nessuno….;-)

    non credo tu abbia sbroccato, come credo nessuno lo abbia fatto (ancora) 🙂

    @Gennaro

    no, la mia titubanza (semmai ne servisse) è dovuta al fatto che (IMHO) il mondo della birra (come tanti altri settori “emergenti”) ha visto un inizio goliardico e pionieristico che ha fatto vedere come l’essere umano di fronte a qualcosa di innovatovo manifesta la tendenza (innata credo) alla solidarietà, poi quando gli interessi iniziano a diventare più seri (economicamente e “politicamente” parlando), l’individualismo prende il sopravvento……non parlo della diatriba tra Schigi e Bruno, quella come altre ci sta, ma lascia intravedere (ma non solo questo), la variazione e la tendenza……

    non mi spaventano, anzi per certi versi la vedo come uno stimolo, aperture di “gruppi di lavoro” o associazioni o sindacati che dir si voglia….anzi per dirla chiaramente non mi spaventa nulla ormai, il mio vacillare è, nel caso, dovuto al mondo che vorrei…….

    cheers,

  59. @Andrea FLB

    Qui

    “non è che bisogna entrare in una guerra ancor più “cruenta” di quella da cui sono uscito faticosamente dopo 25 anni?”

    qui

    “poi quando gli interessi iniziano a diventare più seri (economicamente e “politicamente” parlando), l’individualismo prende il sopravvento……”

    e qui

    “non mi spaventa nulla ormai, il mio vacillare è, nel caso, dovuto al mondo che vorrei…….”

    Ma in generale il tono è questo

    http://snipurl.com/1mkr93

  60. @Schigi

    Luigi, non mi sembra di aver usato un tono alla “penitenziagite”……

    http://www.youtube.com/watch?v=UAgsq8Suna4

    nè tantomeno di averti attaccato o contraddetto in qualche tua riflessione (pensa che curiosamente tu sei uno dei “lucignoli” che, ancor più curiosamente, stimo;-))….

    non era mimimamente mia intenzione arrivare “ultimo” e fare “dottrina”…..

    la prima frase che citi è una mia riflessione o domanda comparativa che dir si voglia, la seconda una banalissima constatazione sulla natura umana (direi che sono stati scritti fiumi di parole sull’argomento, no?), la terza un altro banalissmo (ancor più di prima) commento su un mondo che vorrei che, scusami, per quanto possa stimare la tua conoscenza della psiche umana, credo tu non abbia idea do cosa volessi intendere…….
    Non vorrei cmq tediare e approfittare dello spazio a disposizione, nè tantomento fare una gara dialettica con te a chi ha l’ulitma parola.

  61. cosa mi son perso, cosa mi son perso !
    *si prende un pacco di popcorn*

    ora io non ho tempo di leggere tutto , quando torno da Londra mi voglio mettere in pari, non vi azzardat a mandare tutto in vacca ed a far sparire sta pagina di commenti eh…

    😉

  62. per prima cosa credo che una associazione o gruppo o un network o un consorzio non si debba chiedere soldi per associarsi, o quantomeno dopo aver fatto aderire i birrifici tutti a egual livello purche birrifici e non commercianti si debba effettuare una riflessione: vedendo chi aderisce alle associazioni ho notato che al sud oltre che alla libera interpretazione delle leggi sul mercato e sulla concorrenza in particolar modo dei grandi gruppi industriali c’e’ pure il totale deserto burocratico che oltre a non aiutare le attivita’ artigianali le intralcia, per intendersi la elite beer e’ l’unico birrificio presente nella provincia di lecce e da circa sei mesi che richiede la possibilita’ di aumento di produzione, dopo 18 mesi persi tra carte burocratiche varie ora ha bisogno di 6 mesi per passare da 8 a 16 ettolitri/mese, oltre ad essere unico birrificio e’ pure l’unico che fa’ la trasmissione delle accise per via telematica e in 6 mesi ha gia ricevuto ben 5 verifiche sanitarie, fiscali, antifrode etc etc. alla fine l’associazione a che serve? per essere tutelato devo pure pagare per mettermi addosso un marchio? fino ad ora l’aiuto l’ho ricevuto da altri birrifici che si sono dimostrati sempri attenti alle mie richeste e si sono messi a disposizione alle mie domande ogni qualvolta mi sono rivolto alle associazioni di categoria mi hanno solo chiesto l’adesione………….smettiamola. grazie per l’attenzione

  63. Comunque parlando di Unionbirrai mi sembra che stiano facendo proposte di far entrare nell’associazione anche i gestori dei Pub …..Forse non hanno capito molto cosa vogliamo fare? Come fanno a presentarsi a CNA come associazione di categoria ? Mah??? Inquietante…..

  64. Io la chiudo qui.
    E’ veramente triste come questa discussione, partita da un argomento molto serio che sta a cuore a molti appassionati e produttori seri (Ieri sera ho sentito Jurji Ferri e mi ha commosso per il trasporto che ha nelle cose che fa)
    sia scaduto nell’avanspettacolo più bieco.(mi accollo la mia parte di colpa e mi scuso)
    Spero che le persone che hanno fatto chilometri e chilometri venerdì scorso si rendano conto.

  65. Schigi non Ti preoccupare ….mentre ci si diverte a prendersi in giro tra noi…si continua a lavorare seriamente dietro le quinte di questo teatrino.
    Ti posso assicurare che la cosa è in lavorazione e chi è interessato lo sa, non siamo così pirla come credi…..
    I tuoi infantili tentativi di dividere il campo dei birrifici pro sono del tutto inutili.

    E ricordati la soddisfazione di finire in bellezza non te la dò…

  66. “Spero che le persone che hanno fatto chilometri e chilometri venerdì scorso si rendano conto.”

    L’unica persona che si rede conto

    Non c’era
    non sa
    non fa

    lol.

  67. Io spero ancora che una frase del genere

    Catalizzatore:” dico che Unionbirrai è ormai morta da sola (come associazione rappresentante dei Birrifici) ….dopo uno stato comatoso che è durato molto tempo.”

    non corrisponda alla realtà, ora nè mai…

  68. caro Marco non dipende da me…..ma dipende da quanto non è stato fatto nel recente passato e da fuoriuscite pesanti sia in termini di nomi che di sostanza cerebrale…..
    Io non ero nemmeno nato (come Birrificio si intende….)….
    Adesso ne auguro l’esistenza e l’evoluzione come vera e propria Associazione Culturale….

    caro Marcos….io di pio non ho proprio nulla 🙂 nemmeno i desideri….

    comunque vada questa storia… spero che questa scossa faccia bene anche ad Unionbirrai…anche se dopo aver visto qualche nota di cambiamento allo statuto un pò strana (mentre noi vogliamo una Associazone di Categoria vera e propria nel nuovo statuto si propone un allargamento anche ai gestori di Pub ???) continuo a nutrire seri dubbi a riguardo….

    In bocca al luppolo….

  69. nel mondo birraio italiano tanti proffesionisti…ma anche tanti BUFFONI e rognetti vari…lecca …e lecca dei lecca hai hai!! questo era l’utimo mio intervento! addio

  70. Ok Bruno, ma xchè non cambiare e migliorare UB dal suo interno che ripartire da zero?
    Perchè non evitare gli errore di UB fatti nel passato?
    Perchè non rendere UB italiana fino in fondo e non solo localistica?

    Tutti questi spezzatini di associazioni di produttori non fanno altro che disperdere le energie.

    Dal tuo punto di vista capisco la voglia di innovare ed essere al passo coi tempi e se uno statuto vecchio e non in linea coi tempi, meglio innovarlo o stravolgerlo se neccessario.

    La scossa posso intuirla dagli articoli di Maurizio Maestrelli e di Andrea Turco, perchè di dettagli specifici o di posizioni ufficiali non ce ne sono.

    Ma ribadisco la mia idea di consumatore non iscritto a nessuna associazione birraria, è meglio uno spezzatino, magari fatto del consorzio altoatesino, di quello campano, di quello emiliano, di quello laziale, di quello piemontese, o un innovazione dal basso di una UB rifondata? Propendo per la seconda, ma ormai, dal processo inarrestabile che vedo, rimane, con sconforto, solo un auspicio.

  71. @Marco

    Mi permetto di intervenire anche se la domanda era rivolta a Bruno.

    Sono d’accordo sul valore di UB e sui vantaggi che ci sarebbero stati a mantenere un marchio che è parte integrante della storia di tutti gli appassionati di birra in italia.
    Ma siamo sicuri che questo sarebbe stato possibile?
    Nella migliore delle ipotesi ci sarebbero voluti mesi, ma forse anni, di discussioni per cambiare dall’interno una associazione che comunque conta un gran numero di associati professionali e un certo numero di associati non professionali.
    Senza contare che per andare nella direzione che ai “Birrai Catalizzati” sembrava più opportuna, gli associati non professionali avrebbero dovuto essere estromessi.
    Ma sarebbe stato…sarebbe veramente possibile?

    L'”Assemblea” ha votato e a stragrande maggioranza ha espresso l’intenzione di iniziare da subito un nuovo percorso senza perdere tempo in infinite lotte in UB.

    Nessuno si è dimostrato ostile ad UB (l’amarezza per l’attuale situazione non è ostilità).
    La scelta è stata in positivo.
    Facciamo!
    Senza perdere tempo in discorsi.
    Perchè OGGI c’è oggi bisogno di fare, non tra qualche anno!

    Ma non sarà una nuova associazione ad affossare Unionbirrai.
    Questo non lo accetto.

    Unionbirrai è stata affossata da anni di personalismi, disinteresse e incapacità di chi si era candidato a guidarla.
    Ma sopratutto da chi, da osservatore esterno ha taciuto.

  72. se la marmitta è Unionbirrai si….Giovanni Campari è uno dei pochi Birrai Pro (sono rimasti in due) che fanno parte del Consiglio direttivo di Unionbirrai e non ci sembrava il caso….se vuoi potevamo anche invitare il Dott.Terzaghi di Assobirra o Piero Perron …..o Topogigio (come si scrive?? attaccato o staccato ???)….
    avevamo però invitato un certo Schigi ….che per non prendere posizione (eh si..)non ha partecipato…mah….anvedi il Puntualizzatore….

    comunque stiamo lavorando 🙂

  73. Rosicache?
    Forse dovresti qualche spiegazione.
    La triade (tua definizione) Teo-Leo-Farinetti è cattiva solo quando fa piacere a te, ma se si tratta di vendergli della birra per Open…Pecunia non olet.

  74. La triade non è cattiva….allora non vuoi o non puoi capire……rileggiti qualche passo a monte… i ragazzi sono molto bravi….e ricchi…..tanto di cappello…

    Però hanno una potenzialià e strategie differenti dalle mie o da quelle di altri birrifici artigiani. Ci si può e ci si deve lavorare ma senza essere dei succubi vassalli……
    Hanno il piano strategico ben definito e chiaro, non hanno bisogno del sottoscritto o di altri …se ne possono benissimo infischiare…
    Dall’altro lato finchè vendo a qualcuno della birra ..ma questo qualcuno non è assolutamente importante dal punto di vista delle quote del mio business sono e sarò libero…nel momento in cui quel qualcuno pesa troppo divento dipendente e …forse…l’azienda non è più la mia….
    E questo non lo voglio!

    Sulla Pecunia poi….ma mi faccia il piacere…..
    Caporal Schigi lei è rimasto molto indietro…..

  75. Beh, certo, un ex manager di una multinazionale del malto travestito per l’occasione da artigiano, la sa molto più lunga del Caporal Schigi.
    Credo che la prima regola sia non far sapere alla destra cosa fa la sinistra.

  76. Sono Michele Barro, del Birrificio Cittavecchia di Trieste.
    Non essendo più consigliere di UB scrivo a titolo assolutamente personale, ma anche perchè credo di conoscere il mondo della birra artigianale da più tempo di molti altri, e provo a dire la mia su alcune delle cose lette da cui comincio a capire le motivazioni di questa neonata associazione.
    Se è vero che la concorrenza e la pluralità sono in generale un arricchimento, è chiaro che il mondo della birra artigianale (un settore dal peso economico veramente ridicolo) si sta avviando a fare la figura di quei partitini del 1,5 per cento che si dividono in due o tre senza che il pubblico capisca cosa li distingue se non la personalità dei loro leader.
    Le critiche ad UB a volte sono comprensibili e possono essere giuste, ma quelle che leggo qui sembrano piuttosto pretestuose, al punto da fare pensare che le vere motivazioni stiano più nella voglia di affermare se stessi anziché confrontarsi con ( e magari prevalere su ) gli altri.
    L’inazione (morte? Stato comatoso?) di UB:
    E’ fuori di dubbio che UB faccia meno di quanto si vorrebbe e anche di quanto potrebbe. E’ altrettanto vero che a fare questo poco sono pochissime persone. Un associazione non è un’azienda che vende servizi: rende in funzione della partecipazione dei soci, soprattutto se è piccola e non può chiedere ai soci cifre ingenti. Purtroppo la partecipazione dei soci (anche di quelli che qui criticano) è scarsissima, sia in termini operativi, sia in termini dialettici. Probabilmente è però vero che UB comunica poco e male, sia all’esterno, che ai soci stessi.
    Come già altri hanno fatto notare il poco che Ub ha fatto negli ultimi tempi comprende corsi di vario genere, un concorso che ha assunto dimensioni e qualità notevolissime ( sono state mosse delle critiche, certo, ma quale iniziativa non ne riceve? Crediamo che il concorso che indirà la neonata associazione non ne causerà?) una trattativa con il ministero sulle accise che ci riconoscono ( noi, non assobirra) come interlocutore valido, e che nel frattempo ha portato ad una proroga eccetera eccetera, un progetto sul coinvolgimento dei pub indipendenti per avvicinarli alla birra artigianale, una bottiglia specifica per le birre artigianali italiane che le identifichi rispetto a quelle industriali o pseudo artigianali,e questo sì potrebbe essere un mezzo per reggere la spinta della corazzata Triade. Più altre cose. Ma non negli ultimi 10 anni, nell’ultimo paio
    Apertura:
    E’ davvero difficile capire perchè chi critica UB non lo faccia al suo interno (né si sia mai fatto sentire) e non si candidi a diventarne consigliere o presidente. Lo spazio c’è, e più volte inviti in questo senso sono stati fatti. L’idea che si trattasse di una cricca o casta esclusiva è veramente ridicola, una leggenda. Di quei vecchi mafiosi dei consiglieri storici non ne rimane più nessuno, ormai pieni di gloria, potere e soldi passano i loro inverni sulle spiagge dei caraibi e nei paradisi fiscali.
    D’altra parte non risulta che in tutti questi anni di gestione scandalosa di UB nessuno si sia preso la briga di fare sentire la propria critica o meglio ancora abbia chiesto le dimissioni di chi la guidava. Il primo è stato Bottoni recentemente nei miei confronti e io lo ho prontamente accontentato.
    Associazione di categoria / associazione culturale:
    E’ un argomento che è stato affrontato diverse volte all’interno di UB ( ma va? ). si è ritenuto che la massa del nostro mondo non lo permettesse. Anche se metà dei birrifici esistenti aderissero sarebbe una massa assolutamente insufficiente per essere significativi. Io sono presidente di una associazione di categoria nella mia città e rappresento 700 aziende ( più grandi della maggior parte di noi) e a livello locale abbiamo un peso appena sufficiente per essere considerati interlocutori importanti. Pensate 150 aziende ( o 20)in alcuni casi microscopiche e semi hobbistiche a livello nazionale. Per questo motivo si è pensato di affiliarsi ad una associazione nazionale che raggruppa decine di migliaia di aziende, ed i risultati si vedono. Naturalmente questa posizione potrebbe in qualsiasi momento essere rivista da un nuovo consiglio che avesse opinioni differenti.
    Lungaggini:
    Come detto, la scarsa efficienza di UB deriva dalle scarse forze ( e ovviamente da quei vecchi mafiosi), non certo da lunghe ed estenuanti discussioni o trattative che direi proprio non ci sono, anzi. Se poi qualcuno si vuole baloccare con questa favoletta faccia pure, ma usarla come pretesto della fondazione di una nuova associazione per favore no.
    Azione:
    Non so se la nuova associazione affosserà o no UB, né se saprà dimostrare, dopo l’entusiasmo dei primi mesi di essere la “associazione del fare”, se saprà fare cioè quel lavoro quotidiano che è necessario per ottenere dei risultati che vadano al di là dei proclami. UB ha un patrimonio. Se dovesse capitolare (ma io sono convinto che non succederà) la nuova associazione dovrebbe ripartire da zero. Convinti che sia una bazzeccola? Al ministero delle finanze ci mandiamo Carilli. Ce l’hai il numero di telefono?

  77. divide et impera.
    Non si fa il proprio il gioco dei più grandi?
    Lo dico da osservatore (consumatore) esterno. A me ciò che interessa è che si producano birre di qualità elevata, possibilmente costante, e di prezzo MODERATO, quasi mi viene da dire “giusto”.

  78. Caro Michele Barro…io mi sono stancato di fare polemiche (oltretutto ci avviciniamo al Natale) però devo fare delle ulteriori puntualizzazioni:

    – io sono socio professionale di Unionbirrai da due anni e fin dall’inizio ho sempre dialogato e detto la mia sia con Simone Monetti (con il quale ho sempre avuto un buon rapporto personale) che saltuariamente con Agostino Arioli. Quindi non è vero che non abbia cercato un dialogo anzi l’ho sollecitato più volte e mi sono sempre lamentato della scarsità di informazione/comunicazione e dello scarso coinvolgimento dei soci nelle decisioni del consiglio direttivo.Come ho già detto la mancanza di risultati di Unionbirrai è un dato di fatto ed ha una sua storia. Noi guardiamo al futuro di un mercato che è cambiato molto rispetto a quando l’esperienza unionbirrai è nata ;
    – è vero che siamo in pochi ma se poi quei pochi non vengono coinvolti….non è un caso che molti dei Birrifici italiani non partecipino alla vita dell’Associazione da tempo e non è un caso se in modo assolutamente indipendente qualcuno ha deciso di dare vita a qualcosa di diverso;
    – protagonismo: se si crede che questa sia una mia solitaria iniziativa allora non si è capito molto, valuterete quando vedrete lo statuto e l’organizzazione della nuova Associazione. Io ho avuto solo il “merito” di far partire l’iniziativa ma la cosa deve essere gestita in modo collegiale e democratico. Io non ho mire da Primadonna..anzi credo che il mondo dei Birrifici Artigianali Italiani ne abbia già troppe e che siano di blocco alla crescita del settore (pur di difendere il proprio orticello…). Io gradirei un pò più di professionalità da parte di tutti;
    – Rapporti con Enti: dalle mie informazioni mi sembra che Unionbirrai si prenda un pò troppi meriti su un’azione più che altro gestita da Assobirra con l’Agenzia delle Dogane;
    – Ironia su Ministero delle Finanze: guarda Michele che non ci sono mica problemi…sai quante volte ho dovuto gestire per Aziende Industriali non proprio piccole rapporti ad altissimo livello, sia in Italia che all’Estero ? Comunque lo si farà eccome….forse non sarò io a farlo ma qualcuno molto preparato lo troveremo….anche in collaborazione con Assobirra se necessario.Piuttosto non ho mai capito come si sia potuto dare formalmente credito ad una Associazione Culturale…..(mi riferisco anche al credito di CNA..)..se vuoi è una questione formale ma importante…

    Adesso mi taccio..anche per rispetto verso quelle persone che stanno lavorando alla nascita di un qualcosa di nuovo….

    Auguri a Tutti
    e per chi sarà a Roma alle Birre sotto l’Albero un buon divertimento (anche a Luca che se vuole potrà parlarci direttamente…aggratisse:-)
    ).

    • per Catalizzatore
      Beh, il fatto che non dai risposta a nessuna delle mie obiezioni ( a meno che dire “non è vero” venga considerata risposta) mi fa pensare che non sono così sbagliate

  79. Michele , io non faccio guerre di religione…….soprattutto a Natale…..
    Buon Natale Michele …a te e a tutti i ragazzacci del mondo birrario italiano…..:-)

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