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Troppe bionde ai Mondiali: la Bavaria nei guai

Olanda vs Danimarca - Mondiali di calcio Sud Africa 2010 GruppoPer chi non se ne fosse accorto, da qualche giorno sono cominciati i Mondiali di calcio 2010.  Come accade in questi casi, è impossibile restare alla larga dalla valanga di notizie a tema che affollano tutti i mezzi di comunicazione, tradizionali o innovativi che siano. Nella miriade di notizie curiose, capita anche di trovare qualcosa di strettamente legato al mondo birrario, anche se non riguardante il segmento artigianale. E’ quanto accaduto a Johannesburg, dove i Mondiali si sono trasformati nel campo di battaglia tra due delle maggiori multinazionali grandi industrie della birra.

Leggendo il forum di Birraiolo (un saluto a Beppe!) sono venuto a conoscenza di un singolare episodio, riportato dal Corriere della Sera. La Fifa ha infatti accusato la Bavaria di aver infranto le regole di marketing della manifestazione sportiva, contravvenendo al diritto d’esclusiva sulla pubblicità della birra, che spetta invece all’americana Budweiser. Il tutto nasce da una strategia di comunicazione alternativa, quel “viral marketing” di cui spesso si sente parlare su Internet. Per spiegare la vicenda, occorre fare un piccolo passo indietro.

Come ogni grande azienda che si rispetti, anche l’olandese Bavaria ha prodotto per i Mondiali in Sudafrica uno spot televisivo a tema. Il protagonista è uno steward, la cui noiosa carriera allo stadio è scandita dall’esclusiva presenza di tifosi di sesso maschile. Una monotonia colossale, che si ripete in ogni competizione internazionale e che fa passare in secondo piano le vittorie della nazionale olandese (si vede anche lo splendido gol di Van Basten contro l’URSS… se non ricordo male). Quando anche per i Mondiali del 2010 lo steward aspetta di trovarsi di fronte all’ennesima folla sudata di hooligans  a petto nudo, ecco la novità: sugli spalti compare una moltitudine di splendide tifose in maglia arancione. Certo, non conoscendo l’olandese non ho compreso il collegamento con la birra, ma poco importa.

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Ecco il video, decisamente spassoso:

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Ma la Bavaria non si è limitata a lanciare lo spot, bensì ha trovato il modo di estendere il messaggio al di là dello schermo televisivo. L’idea è stata semplice: ricreare anche nella realtà la stessa situazione, ingaggiando una serie di tifose bionde e spedendole a Johannesburg per la partita d’esordio degli Orange contro la Danimarca. Inutile dire che i presenti hanno avuto la stessa reazione dello steward dello spot, tanto che le ragazze sono diventate una delle attrazioni più apprezzate del pre-partita.

Pre-partita perché le modelle non hanno potuto assistere all’incontro. Infatti sono state dapprima espulse dallo stadio e successivamente tenute per alcune ore negli uffici della Federcalcio internazionale. Qui, a quanto pare, è stato riferito loro che sarebbero state arrestate e incarcerate per sei mesi.

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La vicenda non è andata giù alla Bavaria, che ha stigmatizzato l’accaduto dichiarando che “la Fifa non ha il monopolio sull’arancione”. In tutto ciò la Budweiser è riuscita a non sporcarsi le mani, poiché ogni intervento è stato preso in via precauzionale direttamente dalla Federazione. Ma c’è da scommettere che la multinazionale americana non abbia apprezzato questo ingegnoso modo di aggirare gli accordi di sponsorizzazione per i Mondiali.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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7 Commenti

  1. Probabilmente i markettari della Bavaria puntavano proprio su questo: se non avessero fatto nulla alle ragazze chi sarebbe venuto a conoscenza del video e, quindi, del fatto che c’era Bavaria dietro a queste ragazze? Io no per esempio 🙂
    Se riversassero tutto questo ingegno nel far la birra e non solo nel pubblicizzarla però sarebbe molto meglio 😉

  2. La Bavaria pur non essendo piccola è ben lontana dallo status di “una delle maggiori multinazionali della birra al mondo”, anzi direi che già parlare di multinazionale, nel loro caso, è sbagliato.

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