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Una veloce carrellata di notizie birrarie

bibite baladinTalvolta mi capita di leggere notizie interessanti, intorno alle quali però fatico a creare un intero articolo. Altre volte le novità sono così tante che letteramente non riesco a star loro dietro. In entrambi i casi la soluzione sarebbe di scrivere un bel post che riassuma rapidamente gli ultimi eventi interessanti, ed è proprio ciò che vado a fare oggi! Quindi bando alla ciance e passiamo subito ad illustrare le ultime notizie del mondo birrario italiano e internazionale…

  • Il birrificio Baladin ha lanciato la sua nuova linea di bibite analcoliche. In passato la voce era già trapelata con insistenza, ora questi nuovi prodotti sono ufficialmente disponibili sul mercato. Come riportato dal blog Tagliatelle Vaganti, le bibite sono la Ginger, la Cedrata e la Spuma. Dovrebbero già essere disponibili un po’ ovunque, ad esempio sono presenti tra le bottiglie italiane dell’Open Baladin di Roma. Non è la prima volta che Baladin lancia una bevanda diversa dalla birra, visto che in passato ci ha già provato con il Sidro. Personalmente non le ho provate (e sinceramente non sono neanche troppo interessato a farlo), ma se qualcuno le ha assaggiate può darci la sua impressione.
  • Sempre Baladin sarà l’unico birrificio a rappresentare l’Italia nel Beer Madness 2010, una sorta di campionato delle birre promosso dal Washington Post. La sfida è organizzata in scontri uno contro uno, con un tabellone già predisposto con gli accoppiamenti fino alla finalissima. Le birre partecipanti sono 32, divise per categoria di appartenenza. I lettori possono votare tutte le vincenti del primo turno e poi, nei prossimi giorni, decidere gli esiti degli scontri successivi. I prodotti partecipanti sono molto diversi: accanto a grandi marchi industriali (Heineken, Stella Artois, Tsingtao) ci sono anche realtà artigianali (Nogne O, Chimay, ecc.). La birra italiana in concorso è la Nora, che al primo turno se la vedrà con la scozzese Fraoch Heather Ale. Una bella sfida tra birre speziate.
  • Tra le tante associazioni birrarie nazionali operanti in Italia, occorre registrare anche la nascita dell’ONAB, l’Organizzazione Nazionale degli Assaggiatori di Birra. L’organismo è stato fondato lo scorso 26 febbraio a Cuneo e “intende valorizzare la funzione degli assaggiatori di birra, favorendone la conoscenza e diffondendone l’impiego con un consumo consapevole da parte del consumatore”. Organizzerà corsi per la formazione di degustatori e a quanto pare lavorerà anche in sinergia con MoBI. Un nuovo attore nel mare magnum di corsi e certificazioni birrarie.
  • L’amico Mike Murphy si trasferisce nuovamente. Come annunciato sul suo blog, dopo una lunga militanza in terra danese, intervallata da un breve ritorno in Italia, la sua prossima meta sarà la Norvegia, dove lavorerà come birraio presso il birrificio Lervig Aktie Bryggeri. Quasi romantico il progetto che c’è dietro: il Lervig è un produttore molto giovane, nato come risposta alle continue acquisizioni di birrifici indipendenti per mano della multinazionale Carlsberg. E’ quasi un microbirrificio da battaglia, un contesto nel quale Mike sicuramente si saprà far valere. Un grande in bocca al lupo a lui per questa nuova avventura!
  • Il Belgio è la terra delle birre trappiste. I monaci delle abbazie oltre alla birra producono anche altri prodotti squisiti, come formaggio e cioccolato. Il sito Trappistbier Beleven riporta che da poco sono anche disponibili tartufi di cioccolato alla Westvleteren 12. Se ho correttamente interpretato la confusa traduzione di Google Translate (ma per fortuna che esiste!), questi tartufi sono realizzati dalle suore del Priorato di Klaarland e sono disponibili nei caffè dei vari monasteri trappisti sparsi sul territorio belga.
  • In Italia siamo abituati a vedere birre create con il ricorso agli ingredienti più inusuali. Ma avete mai pensato a una birra alla pizza? Ebbene in c’è chi ha pensato di unire in un unico prodotto il più classico abbinamento culinario con la nostra bevanda preferita. Non oso neanche immaginare il risultato finale! La birra è segnalata da Chicago Now, in un articolo dedicato alle birre con le speziature più assurde del mondo. Ci sono birre alla banana, al latte e al pomodoro. Tuttavia molti prodotti citati sono ben conosciuti dagli appassionati, come le Stout prodotte con ostriche o cioccolato, le Kriek, la Crème Brulée di Southern Tier e La Dragonne di BFM. Insomma, un elenco che sorprende solo a metà.
  • Chiudiamo con una notizia in linea con il periodo dell’anno. In vista di Pasqua, anche quest’anno torna a disposizione la Colomba alla birra di Zago, prodotta con l’impiego della sua Cuvee HY. Come riportato dal sito Stylosophy, il prodotto è realizzato con lievito madre, farina, burro fresco, uova e bacche di vaniglia del Madagascar. E’ coperta da una glassa di mandorle baresi. Forse mangiarla sarà l’unico modo che mi spingerà ad assaggiare una birra di Zago.
Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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29 Commenti

  1. 1-ma baladin non doveva fare le birre a bassa?Troppo difficili?
    2-la HY cuvee è un’ottima birra, certo non viene fatta da nessuno della setta…….

  2. Scusate non conosco la birra di Zago (l’ho sentita nominare solo una volta da un mio amico ma non sapeva nulla di più oltre il nome), mi illuminate, perché setta?

  3. Vi posso dire che la cedrata è un’ottima bibita analcolica con quel giusto equilibrio di acidità del cedro e dolcezza tipiche di queste bevande. Sicuramente diversa dalla solita tassoni e non credo i nomi siano registrati sono di dominio pubblico.

  4. scusate, tutto molto bello.
    ma non vi sembra che la birra stia piano piano andando in secondo piano al resto?
    a me fa un po tristezza!
    come ebbi modo di dire tempo fa “marketing questo sconosciuto”.

  5. Ma di cosa stiamo parlando?
    Su cronache di BIRRA “hanno parlato bene della Spuma” “la cedrata è un’ottima bibita analcolica” “ma questi nomi tipo “cedrata” e “spuma” non saranno registrati?”
    Mavalà,mavalà,mavalà,mavalà!

  6. @ turco e schigi
    avete ragione, sono nomi generici.

    sono d’accordo con marcos, con il progetto open, la catena di birrerie, i vestiti, il profumo e le bibite (ora sicuramente mi sfugge altro)… baladin è oramai diventato un Brand.

  7. @marcos @velleitario
    “ma non vi sembra che la birra stia piano piano andando in secondo piano al resto?”

    per rispondere a questa domanda, io mi limito a vedere se le birre Baladin continuano ad essere ottime birre. E mi sembra proprio che lo siano

    P.S. veramente “marketing questo sconosciuto” lo scrisse matilde 🙂

  8. Beh probabilmente qualcuno voleva dire che, fermo restando che la birra Baladin debbano continuare a rimanere ottime birre, non necessariamente occorre dare continue informazioni e dettagli su altre attività che sono collaterali al settore birra. E per essere più chiaro, chissenefrega delle casse acustiche dell’abbigliamento alla birra e adesso delle bibite che avete citato già ben due volte nelle ultime settimane

  9. @Giors
    Qui si parla di tutto quello che gira intorno alla birra, in passato ho citato bibite analcoliche di altri birrifici, ma non hanno avuto la stessa attenzione. Evidentemente un marchio come Baladin attrae di più l’attenzione, ed è anche giusto visto che è uno dei birrifici più importanti.
    Prendi l’esempio delle casse acustiche: era appena un accenno in un articolo che citava diversi eventi, ma nei commenti si è parlato soprattutto di quella iniziativa. Così come ora si parla delle bibite Baladin, quando è solo una delle tante notizie che ho citato. Mai mi sarebbe venuto in mente di dedicare un intero post alle monocasse o alla Spuma di Piozzo, e infatti così è stato.

  10. saluti a shigi che e’ un po’ che non ci si vede! sto’ infortunio! comunque sono passato alle stampelle(in breve tempo..con la sorpresa di un po’ di tutti). ciaoooo

  11. sinceramente sulla birra alla pizza e delle colombe di zago ne avevo già sentito parlare negli anni scorsi…
    però, se magari in giro ci fossero più informazioni sull’ONAB magari parliamo di questo.

  12. @velleitario
    Non fraintedermi, liberi di commentare ciò che si vuole. Rispondevo a Giors, che confondeva lo spazio da me concesso a certe inziative con la risonanza che ricevono attraverso i commenti dei lettori

  13. @Andrea

    Effettivamente quanto viene proposto dal birrificio più importante deve/viene preso maggiormente in considerazione. Probabilmente è solo un fastidio mio personale, ma
    di utilizzare la birra come veicolo trainanate per proporre qualsiasi cosa ( e finchè rimaniamo nel beverage tanto quanto..) francamente faccio fatica ad accettarlo 😉

  14. vi do una primizia. è allo studio, insieme alle acciaierie Dalmine della Tenaris, una serie di chiavi inglesi e a pappagallo griffate Baladin per il birraio che non deve chiedere mai quando svita qualche bullone o qualche manicotto

  15. @Andrea
    lungi da me l’idea di criticare le birre di un collega.
    era solo una riflessione mattutina.
    a parte le bevande gasate ed altre attività che hanno l’unica funzione di fare “brandig” (attività necessaria a certi livelli) mi sembra che si punti un po troppo a sorprendere.
    la birra passa in secondo piano in quanto bevanda e mi sembra che sia sempre più una esibizione di estro fine a se stessa.
    boh. forse non mi capisco più neanche io

  16. @marcos

    Branding?

    Se vogliamo rimanere nel tecnico, al massimo stiamo parlando di brand exstension.

    Che sia necessario, mi spiace ma non credo proprio. Specie in questo modo fine a se stesso.

  17. @superciccio
    non lo so, comunque per superare certi limiti (quantitativi) di vendita devi lavorare sul marchio, attribuendogli, anche con la brand exstension (2 a 1), “valori” altri. e portando così l’attenzione sul marchio stesso
    a me questo modo non piace.
    fa leva sul fatto che ognuno di noi, chi più chi meno, acquista non tanto il prodotto ma la storia che c’è dietro e che esso rappresenta.
    tale storia però, a mio parere, deve essere vera ma sopratutto non deve far dimenticare l’uso del prodotto. se la storia mira solo a stupire o è falsa mi sembra che svilisca l’intera operazione.
    bisogna però dire che in questo caso mi sembra che le varie cose fatte (e mi riferisco a baladin citato da Andrea) siano fatte tutte con alta professionalità.
    però concordo con Schigi: che c’azzecca con la birra tutto ciò?
    invece mi sembra che stia passando sottotraccia il punto relativo a ONAB.
    qui mi permetto di essere sospettoso. possibile che Teo sia dietro tutte le iniziative associative nate dopo la scissione di UB : Consobir, Assobirra/micro, ONAB, .. solo io lo trovo strano?

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