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Passione Birra: la mia recensione

Gli ultimi mesi sono stati stranamente molto prolifici per il comparto editorial-birrario italiano: oltre a pubblicazioni di varia natura, abbiamo accolto ben due guide decisamente importanti. La prima è l’edizione 2019 della Guida alle Birre d’Italia di Slow Food, di cui ho scritto abbondantemente circa un mese fa. La seconda, che rappresenta una novità assoluta per il nostro settore, si chiama Passione Birra, rientra nella collana delle guide de La Repubblica ed è oggetto della recensione di oggi. È stata realizzata mediante i contributi di una decina di collaboratori e grazie alla partnership con Assobirra, l’associazione che riunisce le industrie birrarie d’Italia. Quest’ultimo aspetto può far squillare un campanello di allarme, perché in passato opere del genere si sono rivelate poco più di uno spot pubblicitario per i marchi delle multinazionali, ma per fortuna sfogliando le prime pagine ci si accorge di essere al cospetto di un’opera di tutt’altro spessore.

Il sottotitolo di Passione Birra è “Storie, protagonisti, seduzioni. Guida alle eccellenze d’Italia”. Una frase che poco lascia intendere sull’impostazione della guida, dunque per capirne qualcosa in più possiamo affidarci alla breve introduzione di Giuseppe Cerasa, direttore della collana. L’estratto finale recita come segue:

Noi non abbiamo voluto fare un lungo per quanto interessante elenco di produttori e modalità commerciali, ma abbiamo provato a mettere su una mappatura innovativa costruendo decine di itinerari birro-gastronomici per raccontare e visitare l’Italia da una angolatura differente e straordinaria, attratti da odori e sapori e stili brassicoli impensabili appena pochi decenni fa. Speriamo di esserci riusciti.

L’obiettivo è dunque di raccontare il fenomeno nazionale della birra artigianale con un’impostazione da “turismo gastronomico”, contestualizzando cioè le varie realtà birrarie in percorsi definiti secondo precise peculiarità geografiche, alimentari e, ovviamente, brassicole. Un proposito ambizioso e originale, che però risulta centrato solo in parte. Come vedremo, infatti, Passione Birra da un lato tenta di perseguire questo preciso intento – sebbene non sempre con la massima lucidità – dall’altro però sembra voler inserire a forza tutte le sfaccettature del nostro mondo, con capitoli dedicati a testimonianze varie, cultura birraria, abbinamenti, cucina alla birra, falsi miti, economia del settore, ecc. Da subito appare evidente che si tratta di un lavoro di buona qualità, ma è difficile comprendere quale sia la sua vera anima, quale target abbia intenzione di raggiungere e come voglia rendersi utile al lettore.

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La parte più corposa della guida è chiaramente dedicata ai suddetti itinerari (occupano 500 delle 672 pagine), ai quali si arriva non prima di un’ampia sezione dedicata ai vari protagonisti del settore. Oltre alle parole di Renzo Arbore, storico testimonial di Assobirra, troviamo interviste a (tra gli altri) Teo Musso, Leonardo Di Vincenzo, Mauro Pellegrini, Lorenzo “Kuaska” Dabove e Manuele Colonna, che chiaramente toccano temi molto diversi tra loro. Insieme al successivo capitolo generale sulla birra artigianale, questa parte può essere considerata una godibile lettura propedeutica alla guida vera e propria, che si segnala per l’ottima selezione di contributi inseriti.

I percorsi turistico-birrari sono organizzati per regioni (o per gruppi di regioni) a ognuna delle quali è dedicato un intero capitolo. Qui mi sarei aspettato delle mappe o almeno degli specchietti utili a riassumere le varie tappe, invece si passa direttamente alla parte narrativa, legata di volta in volta a vaghi criteri di selezione. Il racconto si dipana alternando descrizioni di attrazioni paesaggistiche a quelle dei vari birrifici, secondo una selezione non sempre condivisibile: nonostante sia chiaro che la cernita ha dovuto piegarsi a esigenze di tipo “turistico”, non possono non risaltare agli occhi alcune assenze importanti.

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Poco male, si potrebbe pensare, poiché alla fine di ogni capitolo è presente una sezione che riassume i birrifici della zona, con una selezione più ampia rispetto a quella degli itinerari. In aggiunta a queste pagine – che ovviamente possono apparire ridondanti in alcuni passaggi – troviamo altri paragrafi che fanno da corollario al capitolo, battezzati “Dove mangiare”, “Dove dormire” e “Cosa acquistare”. L’obiettivo è di fornire informazioni aggiuntive per completare l’offerta della guida, tuttavia ho qualche dubbio sulla loro reale utilità. In particolare il primo consiste in uno strano mix tra ristoranti stellati, pub con cucina e altri indirizzi, nel quale si avverte l’assenza di informazioni dettagliate. Insomma, invece di fornire degli elenchi del genere, decontestualizzati dalla parte degli itinerari, forse avrebbe avuto più senso inglobare tali contenuti nei percorsi birro-gastronomici, strutturando questi ultimi in maniera più profonda.

La parte conclusiva di Passione Birra affronta diversi argomenti. Un discreto spazio è dedicato alle principali culture birrarie del mondo, che forse avrebbero avuto più senso se inserite nella prima parte dell’opera, così da permettere al lettore di prendere confidenza con gli stili brassicoli prima di ritrovarsi inondato da termini come Stout, American IPA Blanche e via dicendo. I restanti contenuti sono una sbrigativa e alquanto inutile summa delle altre sfaccettature del mondo birrario, nella quale rientra un po’ tutto: un breve elenco di beershop e locali d’Italia, un bignami su abbinamenti e ricette con la birra, una finestra sull’economia del settore e sui miti da sfatare, fino a un trascurabile glossario composto dalla bellezza di 11 (undici!) vocaboli.

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Al di là di questi limiti d’impostazione, vale la pena ribadire che Passione Birra è un’opera di alto livello. La collaborazione con Assobirra non mostra “ingerenze” dell’industria nella narrazione: la maggior parte dello spazio è dedicato ai microbirrifici (quasi tutti molto validi), mentre tutte le volte che si incontrano aziende ex artigianali non viene nascosta la loro appartenenza alla multinazionale di turno. La qualità dei contenuti è ottima: nonostante qualche piccola imprecisione, tutti i contributi mostrano un alto grado di competenza e conoscenza dell’argomento. In altre parole, Passione Birra rappresenta un importante precedente, perché in passato difficilmente una pubblicazione proveniente da una realtà “mainstream” (La Repubblica nello specifico) è stata in grado di garantire simili standard e una tale precisione nozionistica.

Le perplessità riguardano la struttura dell’opera, in generale poco organica e con alcune informazioni inutili e altre ridondanti. L’idea di partenza è molto interessante, ma se l’obiettivo era di creare una sorta di Lonely Planet della birra artigianale italiana, siamo lontani da questo traguardo. Considerando però che è solo la prima edizione, ci sono tutti i presupposti per aggiustamenti futuri. Mettendosi nei panni del lettore, più che come guida birro-gastronomica, Passione Birra risulta utile per far conoscere la ricchezza del settore e le tante sfaccettature della nostra bevanda. Tutti concetti pressoché sconosciuti all’utente medio, spiegati per di più con accuratezza e puntualità. E scusate se è poco.

Passione Birra è uscita come allegato con La Repubblica di sabato 14 aprile, ma è disponibile in edicola, sui principali e-commerce e sullo store ufficiale.

Passione Birra
Collana Guide La Repubblica
Pagine: 678
Prezzo: € 12,90.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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