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E voi chi avreste votato come giovane emergente a Birraio dell’anno 2016?

Domani prenderà il via a Firenze la tre giorni di Birraio dell’anno, che avrà il suo momento clou domenica pomeriggio quando saranno svelati i risultati e il nome del vincitore assoluto. Dalla scorsa edizione è presente anche il premio minore dedicato ai birrai emergenti, che vedrà sfidarsi 5 finalisti. Volendo dedicare un post all’iniziativa, come lo scorso anno mi concentrerò proprio su questi ultimi per almeno due buoni motivi: presentare dei birrai “giovani” è più interessante che parlare dei “soliti noti”, senza considerare che i candidati al premio principale sono ben 20 e non mi basterebbe una settimana per passarli in rassegna. Dunque ecco a voi i 5 nomi tra i quali sarà decretato il birraio emergente del 2016, riportati secondo l’ordine del sito della manifestazione.

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Flaviano Brandi – Bibibir

Il giovane birrificio Bibibir, guidato dal birraio Flaviano Brandi, ha avuto il merito di affermarsi velocemente nel mercato abruzzese, nonostante la presenza di tanti produttori importanti e attivi da diversi anni. Ebbi la fortuna di assaggiare le birre di Flaviano appena qualche mese dopo l’apertura, rimanendo piacevolmente impressionato dal livello qualitativo raggiunto in così poco tempo. All’epoca vi suggerii di tenere d’occhio Bibibir perché in poco tempo avrebbe potuto diventare un nome molto interessante sul panorama nazionale. L’investitura arrivata da Birraio dell’anno conferma la mia previsione e rappresenta un traguardo prestigioso per l’azienda di Castellalto (TE).

Marco Ruffa – Cr/ak

Tra i giovani birrifici apparsi in Italia negli ultimi tempi, Cr/ak è probabilmente quello che ha avuto l’impatto più importante. Merito di scelte grafiche e di marketing ben congegnate e soprattutto dell’esperienza acquisita dai soci ai tempi della beer firm Olmo, poi ribattezza al momento del “salto di qualità” come vi raccontai in un’intervista del 2015. Ma chiaramente questa rapida ascesa non sarebbe stata possibile se non supportata da birre di alto livello, quasi sempre caratterizzate da un uso generoso dei luppoli. Degne d’attenzione alcune scelte promozionali ideate in questi anni, ma sempre indirizzate verso la qualità del prodotto finale.

Luciano Landolfi – Eastside

Come Cr/ak anche la storia di Eastside è passata attraverso una trasformazione da beer firm a birrificio vero e proprio, che ne ha decretato il definitivo decollo – curiosamente anche in questo caso c’è stata una modifica nel nome, che ha perso il termine “Brewing”. Nonostante l’azienda abbia sede a Latina, l’ostacolo più grande è stato trovare spazio nell’inflazionatissimo mercato romano: un obiettivo che non puoi neanche sognare di raggiungere se non proponi prodotti di altissimo spessore. La sfida è stata ampiamente vinta da Luciano Landolfi, che mostra il suo talento con birre ispirate per lo più agli stili americani, ma senza tralasciare alcune sperimentazioni.

Michele Solimando – Ebers

In Italia esistono alcuni movimenti regionali più attivi di altri ed emergere in certi contesti non è facile, perché è proprio lì che spesso domina maggiore confusione. La Puglia rientra decisamente in questa fattispecie, dunque se il birrificio Ebers è da sempre considerato uno dei migliori esponenti della scena locale significa che il birraio Michele Solimando ha cominciato da subito col piede giusto. La gamma del produttore foggiano è sempre rimasta numericamente contenuta – segno che considero sempre positivo – e ha mostrato una crescita qualitativa costante nei mesi, confermata da alcuni riconoscimenti ottenuti in concorsi nazionali e internazionali. Magari sarà proprio Birraio dell’anno il prossimo premio da mettere in bacheca.

Foto: TusciaUp

Conor Gallagher Deeks – Hilltop Brewery

E torniamo nell’orbita della Capitale con il birrificio Hilltop, che in realtà ha sede a Bassano Romano, in provincia di Viterbo. Conor Gallagher Deeks rientra in quella ristretta cerchia di birrai stranieri che hanno deciso di stabilirsi in Italia con tutta la famiglia e iniziare qui la loro attività commerciale. Questa peculiarità si ritrova pienamente nelle birre a firma Hilltop, tutte ispirate agli stili di stampo anglosassone, pur con delle “licenze poetiche”: accanto a interpretazioni fedeli delle tipologie del Regno Unito troviamo anche sperimentazioni davvero interessanti. Il leit motiv della gamma di Hilltop è comunque la mano del birraio, che si ritrova in tutte le sue creazioni. I primi mesi dello scorso anno portarono a Conor numerose soddisfazioni professionali, chissà che non accada qualcosa di analogo anche nel 2017.

Sono perciò questi i 5 finalisti della categoria “birraio emergente” di quest’anno e domenica sapremo chi sarà il vincitore. Voi chi avreste votato? Per rispondere considerate il regolamento del concorso: dovete fare tre nomi in ordine di preferenza, considerare non solo le punte qualitative ma anche la costanza nell’arco dei mesi e la capacità di tirar fuori buone birre sia alla spina che in bottiglia. In quanto giudice ufficiale, mi astengo dal voto 😛 . Spazio ai vostri commenti!

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. 1-eastside
    2-hilltop
    3-crak

    purtroppo non conosco niente di ebers, mentre le birre di bibibir le ho bevuto poche volte (buone, specialmente 23zero6 e la vedo triplo).

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