Come dicevamo ieri, il bello della birra artigianale è per ogni stagione dell’anno esistono stili birrari che si adattano meglio di altri. I motivi possono essere diversi. Nel caso delle birre alle castagne dipende chiaramente dalla stagionalità del frutto, il cui sapore influenza il gusto della birra. Altre volte i motivi sono da ricercare nelle consuetudini brassicole del passato, altre ancora semplicemente nelle caratteristiche organolettiche di una data tipologia. Con l’autunno ormai arrivato un po’ in tutta Italia, possiamo allora addentrarci in quegli stili che si adattano meglio alla stagione in corso. Non ce la facevate più a bere Blanche, Pils, Golden Ale e Session IPA? Perfetto è giunto il momento del vostro riscatto.
Scotch Ale
Nella mia testa associo i tradizionali stili “marroni” dell’area anglosassone e in particolare le Scotch Ale all’autunno. Il colore scuro, il gusto di frutta secca e caramello, le sfumature tostate e affumicate, il corpo morbido e la nota alcolica appena accennata (almeno nelle versioni meno forti) sembrano adattarsi perfettamente alla stagione. In Italia ne esistono diverse interpretazioni (anche se alcune vengono definite semplicemente Strong Ale): dalla Momus di Brùton alla Ducale di Birra del Borgo, dalla Maxima di Almond ’22 alla Dees di Lambrate, dalla Last Witch di Toccalmatto (one shot) alla Gairloch di Birrificio dell’Aspide. Montegioco produce sia la Demon Hunter che la Mac Runa, ma secondo me una delle migliori interpretazioni (anche come attinenza al modello originale) è quella di Retorto, che non per niente si chiama Daughter of Autumn 🙂 .
American Red Ale
Uno degli stili storici degli Stati Uniti è anche uno di quelli dai confini meno definiti. Come suggerisce il BJCP possono essere considerate versioni più piene delle American Pale Ale, sia in termini cromatici, sia soprattutto in termini organolettici (note di caramello più evidenti, corpo più vellutato). Ovviamente la parte luppolata può essere importante. Nonostante sia una tipologia poco conosciuta, in Italia non pochi birrifici si sono cimentati con questo stile: ricordiamo la Macca Meda del sardo Barley, l’American Red Ale di Birra Perugia, la Reset di Rurale, l’Indie Ale di Elav, la Coast to Coast di Turbacci + Opperbacco, l’Amber Ale di Maltus Faber.
Marzen
Ottobre è tempo di Oktoberfest e l’Oktoberfest è tradizionalmente il luogo delle Marzen. Il nome non mi vi tragga in inganno: indica il mese di inizio produzione, l’ultimo utile prima della sospensione estiva. La birra veniva lasciata maturare per tutta la stagione calda e poi consumata nelle feste di ottobre. È una versione un po’ più alcolica e caramellata delle chiare base (le Helles), di colore leggermente ambrato. Forse non propriamente autunnale come stile, ma per motivi storici non potevo non citarlo. Oggi completamente scomparse dalla festa della birra per antonomasia, resistono invece nella gamma di molti birrifici, anche italiani: segnalo la Marzen di Grado Plato, la Phönix di Maltovivo, la Balance di Grand St. Bernard, la Renazzenfest di Biren, la Fest Bier di Birrone, la Lappola del Birrificio di Cagliari.
Oud Bruin
Per me anche questo antichissimo stile belga rimanda mentalmente all’autunno. Qui le note di caramello si fondono con tutte le caratteristiche derivanti dalla lunga maturazione in legno: sono birre dolci e acidule, dal gusto maltato ma anche aspro e lattico. Insomma, sono prodotti di non facile approccio e non è quindi un caso che in Italia pochissimi birrifici li propongano. Segnalo quello che più di tutti ha fatto ricerca attorno a questa tipologia, rara come poche altre: Loverbeer, con le sue Madamin e Dama Brun-a.
Birre alle castagne
Dopo il post di ieri, in questa panoramica non potevano mancare le tanto vituperate Chestnut. Ovviamente non possiamo non citare il birrificio Amiata, che ha fatto di questo tipologia uno stile di vita (o quantomeno di produzione): tra Bastarda Rossa, Bastarda Doppia, Vecchia Bastarda, Tripla Bastarda, Suor Bastarda e Bastarda Nera c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Se invece volete orientarvi verso altri produttori, segnalo la Palanfrina di Troll, la Nivura di Scarampola, la Strada San Felice di Grado Plato, la Gabiana di Menaresta.
Pumpkin Ale
Qual è l’altro prodotti tipico dell’autunno? Bravi, la zucca. E anche la zucca definisce uno stile birrario, diffuso soprattutto negli Stati Uniti. Dopo essere state l’ancora di salvataggio per i primi coloni americani, oggi le Pumpkin Ale sono tornate alla ribalta grazie ad Halloween. In Italia produzioni del genere si contano sulle dita di una mano: abbiamo la Zucca di Baladin, la Kowacchy di Decimoprimo, la Zeta di Pavese, la Orange Poison di Pontino e quella di Giratempopub.
Dunkelweizen
La versione scura delle classiche Weizen si adatta bene alla stagione, aggiungendo toni “autunnali” a quelli tipici delle birre di frumento tedesche. Se non potete fare a meno di ordinare questa tipologia, almeno sappiate che esiste un’interessante variazione sul tema. In Italia tuttavia pochi birrifici hanno riprodotto questo stile: tra le incarnazioni più significative segnalo Vudù del Birrificio Italiano, Rat Fener di Montegioco, Specchia White Night di B94, la Extra Charlotte di Biren.
Dobbiamo aggiungere altri stili? Quali sono le vostre birre autunnali preferite?
Bières de Garde (ambrèe) decisamente, sia per la storia (praticamente la stessa delle Maerzen) sia per le loro caratteristiche organolettiche .
Aggiungerei anche Porter inglesi, molto autunnali imho.
Comunque qua l’autunno è ancora fermo al checkin 🙂
Sì concordo su entrambi gli stili!
per me autunno significa principalmente brown ale, stout in tutte le declinazioni e poi belgio spinto (dubbel,tripel, quadrupel).
Se in autunno vai sul Belgio spinto, in Inverno che fai? 🙂
Una ottima doppelbock da sorseggiare guardando le foglie cadere… quasi poetico!
Adesso si comincia come giufandango con dubbel tripel e quadrupel, barley wine e quando si sente il freddo Imperial Stout 🙂
Voi siete professionisti veri 😀
Io andrei già più deciso, anticipando l’inverno 😀
Infatti, con la stagione fresca dimentico IPA, blanche e sorelle per lasciare il posto a Weizenbock eccellenti (Weihenstephaner, Ayinger, Schneider), qualche sporadica Doppelbock tipo Ayinger Celebrator, ma soprattutto per tornare alle amate Dubbel e Tripel belga 🙂
Tra le Oud Bruin consiglio vivamente la Liefmans Goudenband, gran birra.
All’EurHop ho provato anche un’ottima Oud Bruin del chiostro: meritava davvero… non so però se sia una one shot!
Per me l’autunno chiama Rauchbier…
Giustissimo!
E aggiungerei anche le sempre troppo ignorate Schwarz
Appena tornato da bamberg !! Di rauch ne ho bevuta qualcuna più la urbock all’evento della schlenkerla ..!! Troppo dolce per i miei gusti però sempre di ottima fattura ..
Fabio anche io ho assaggiato (purtroppo) quella birra de Il Chiostro è tutto ricordava tranne una vera Oud Bruin.
Riconsiglio di nuovo l’ottima Liefmans Goudenband, quella si che è un’ottima Oud Bruin.