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Come nasce la grafica di una lattina? Il processo creativo di Jungle Juice

Oggi il mercato italiano della birra artigianale è una giungla, per emergere dalla quale non è più sufficiente soltanto realizzare prodotti di qualità, ma anche saperli comunicare con efficacia, a partire dall’aspetto estetico. Tra i birrifici italiani che si distinguono per la loro identità visiva va sicuramente menzionato Jungle Juice (sito web), che proprio nella giungla urbana di Roma – è uno dei pochi produttori all’interno del GRA – trova il suo habitat e i propri caratteri distintivi. L’azienda negli anni ha sviluppato un universo visivo molto peculiare, che gli ha permesso di crescere in un mercato assai competitivo come quello della Capitale. Di recente abbiamo contattato Patrizio Anastasi ed Emanuele Grimaldi, che si occupano della parte “artistica” di Jungle Juice, per conoscere i segreti del processo creativo alla base delle splendide grafiche del birrificio.

L’importanza di un team interno al birrificio

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Uno dei punti di forza di Jungle Juice è la possibilità di affidarsi a due professionisti interni all’azienda. Patrizio Anastasi si occupa di creare le illustrazioni da zero, mentre Emanuele Grimaldi ne elabora il lavoro per “montarlo” sulle lattine o su altri supporti comunicativi. La loro collaborazione, frutto di un’amicizia ventennale, si basa su una profonda intesa e sulla capacità di capirsi al volo in molte occasioni. Questo legame speciale è un valore aggiunto inestimabile, poiché permette loro di tradurre l’identità del birrificio in modo autentico e spontaneo, senza le difficoltà che spesso si incontrano lavorando con studi esterni. Come spiega Emanuele:

Essendo tuo il brand, lo conosci alla perfezione e sai come portare valore con il tuo lavoro, curandone ogni dettaglio.

Dall’idea al formato: un approccio dinamico

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Il vero e proprio processo creativo inizia con uno scambio di idee tra Emanuele e Patrizio. Patrizio crea le illustrazioni, spesso con segni semplici e in outline – cioè definiti solo dai contorni, senza riempimenti – e poi Emanuele le adatta allo spazio della lattina o a quello del materiale di comunicazione di turno. Il formato gioca un ruolo cruciale: un’illustrazione per una lattina avrà caratteristiche diverse rispetto a una per un formato più grande. Nonostante la cura per i dettagli, il processo è tutt’altro che rigido, lasciando spazio alla spontaneità e all’evoluzione dell’idea iniziale. È Patrizio a spiegare questo passaggio:

Lo scambio tra me ed EManuele è abbastanza semplice: io lavoro con l’illustrazione, che poi passo a Emanuele, il quale la adatta allo spazio. C’è tuttavia una sorta di propensione alla  dinamicità e all’adattamento. In base ai materiali che dobbiamo produrre, io fornisco a Patrizio un’indicazione di formato, su cui lui poi sviluppa la parte illustrata e grafica.

Come accennato, la comunicazione di Jungle Juice ruota attorno al concetto di birrificio urbano, con un immaginario che richiama la giungla. Ovviamente non è un semplice riferimento alla natura, ma una vera e propria metafora della vita urbana, dove la giungla primordiale si fonde con l’ambiente cittadino. L’approccio visivo si ispira quindi all’arte rupestre e ai petroglifi, ma con un occhio di riguardo all’estetica cittadina, creando un contrasto affascinante tra selvaggio e urbano.

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Le lattine come supporto fondamentale per l’identità visiva

La scelta di Jungle Juice di utilizzare le lattine per il confezionamento delle birre è stata una decisione strategica, presa rapidamente dopo aver scartato le bottiglie. Le lattine offrono una superficie di brandizzazione significativamente maggiore rispetto alle bottiglie, fornendo più spazio all’etichetta, all’illustrazione e alla grafica in generale. Questo aspetto è cruciale per il processo creativo, in quanto permette di esprimere l’identità del marchio in modo più efficace. La maggiore superficie disponibile consente di integrare meglio gli elementi visivi, come il nome della birra, le illustrazioni e gli elementi grafici, creando un design più coerente e impattante.

La lattina non è solo un contenitore, ma un supporto fondamentale per la creatività di Patrizio ed Emanuele, perché permette loro di giocare con l’aspetto estetico delle etichette. La forma cilindrica e la superficie continua della lattina si adattano perfettamente all’approccio spontaneo e senza fronzoli del brand. Questa scelta si è rivelata in linea con le tendenze del mercato, ma è stata motivata principalmente da ragioni pratiche, come la facilità di stoccaggio e il peso minore rispetto alla bottiglia, e da ragioni comunicative, come il maggiore spazio disponibile per la creatività.

Il ruolo fondamentale del template

Per gestire la grande varietà di birre prodotte, Jungle Juice ha sviluppato un template per le etichette. Questo schema non rappresenta un limite alla creatività, ma uno strumento che permette di coordinare il lavoro e garantire coerenza visiva all’interno della linea produttiva. Attualmente la gamma di Jungle Juice si divide in tre linee principali: le “Year Round”, le “Gluten Free” e la nuova linea “Dark Room”.

Le Year Round hanno uno spazio ampio dedicato all’illustrazione, punto di forza del brand. Il formato è semplice ma versatile, adatto a ospitare illustrazioni di vario tipo. Le Gluten Free, invece, presentano un approccio più orientato al lettering, con nomi brevi e incisivi scritti in verticale. La scelta di un design diverso mira a differenziare il prodotto e a renderlo immediatamente riconoscibile. Infine la linea Dark Room, con le sue bottiglie nere e i dettagli metallizzati, rappresenta un sub-brand a sé stante. L’idea è di evocare un’atmosfera notturna e misteriosa, con fasci di luce che danzano nell’oscurità.

Ogni linea si basa dunque un template riconoscibile, rispetto al quale la grafica di ciascuna birra si adatta secondo le esigenze. La riconoscibilità non deriva solo dall’organizzazione degli spazi, ma anche dalle finiture. Le lattine Gluten Free utilizzano carta metal con foil, mentre le Year Round sono realizzate con PP White. Anche se talvolta si utilizza il foil anche per le Year Round, la scelta dei materiali è studiata per differenziare le linee e valorizzare l’illustrazione.

Montesacro: un caso di studio

Per comprendere meglio il processo, prendiamo come esempio l’etichetta della Montesacro, l’American Pale Ale della casa. L’idea iniziale era quella di dedicare una birra al quartiere romano di origine dei fondatori. Patrizio ha condotto una ricerca storico-antropologica, scoprendo che in epoca romana, nella zona di Montesacro, si radunavano gli auguri per studiare il volo degli uccelli. L’illustrazione rappresenta quindi un monte con un uccello, un omaggio al passato e al territorio. La palette colori, giallo e blu, riprende i colori storici del quartiere. L’illustrazione è stata creata tenendo conto dello spazio dedicato all’etichetta, ma con la possibilità di adattare e modificare, se necessario, alcuni elementi.

Conclusione

Le etichette di Jungle Juice sono molto più che semplici contenitori di informazioni: sono quasi delle opere d’arte che raccontano storie, richiamano memorie e comunicano l’anima del birrificio. La loro unicità nasce da un processo creativo che fonde abilità, amicizia e passione, creando un’esperienza visiva tanto appagante quanto il gusto delle loro birre. Ogni illustrazione è un viaggio, valorizzato dai vantaggi offerti dalle lattine in termini creativi.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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