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Loverbeer: un nuovo birrificio italiano che farà parlare di sè

loverbeerMi correggo, che già sta facendo parlare di sè. Tra i nuovissimi produttori apparsi di recente sulla scena brassicola italiana, il birrificio LoverBeer è infatti il più “chiacchierato” del momento. Merito della sua birra d’esordio – la  BeerBera, sulla quale torneremo più avanti – per la quale sono già state spese parole entusiastiche da parte di alcuni guru dell’ambiente (di recente Schigi ne ha tessuto le lodi sul forum di MoBI). Una conferma alle prime impressioni si è avuta durante Le Birre della Merla, dove la BeerBera ha lasciato folgorati coloro che hanno avuto la fortuna di assaggiarla.

Se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo quindi pronosticare un radioso futuro per il birrificio LoverBeer. Non si tratta tuttavia di semplice fortuna, perché l’appassionato che si nasconde dietro al progetto, Valter Loverier, si è gettato in questa avventura dopo una splendida carriera da homebrewer, costellata di successi e apprezzamenti.

Valter iniziò a produrre birra per hobby nel 2002, facendosi conoscere nell’ambiente con il nick che oggi è anche il nome del suo birrificio. Già nel 2004 Valter produceva la BeerBera, che fece assaggiare, insieme alle sue altre creazioni, a importanti degustatori (Giacu, Kuaska, Joris Pattyn, Laurent Moussont), ricevendo non solo opinioni positive, ma addirittura lo sprone a passare al professionismo. Un sogno che ora è diventato realtà.

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foto6La filosofia di Valter è molto particolare: ogni birra per lui è una sfida, al punto che cerca di sposare la produzione brassicola con le tradizionali tecniche del mondo enologico, reinterpretando a volte stili dimenticati. Le sue parole d’ordine sono passione, pazienza e confronto: è fondamentale la dedizione al proprio lavoro, la capacità di aspettare e rispettare i tempi tecnici imposti dalla natura, la possibilità di ricevere i giudizi degli esperti per continuare a migliorarsi.

Non meraviglia quindi che la già citata BeerBera sia una produzione assolutamente insolita. Si tratta di un’alta fermentazione che però non prevede l’aggiunta di lieviti. E’ definita a fermentazione spontanea, ma forse è più corretto definirla “indiretta”, nel senso che si attiva grazie all’ingrediente principe di questa birra: il mosto d’uva Barbera. E’ quindi un nuovo esemplare della corrente tutta italiana che prevede l’incontro tra birra e vino, sebbene Valter ci tenga a sottolineare che la sua idea non segue la moda, ma nasce da una filosofia ben precisa, che ha sempre caratterizzato le sue birre. Anche la resa finale e le modalità d’impiego del mosto sono molto diverse da altre produzioni italiane ad essa assimilabili.

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valterLa BeerBera è ottima come aperitivo, grazie alla sua grande freschezza. Si accompagna bene con primi piatti delicati, ma anche con formaggi grassi, salumi o salmone. Ha un tenore alcolico ragguardevole (8% alc.) ed è disponibile in bottiglie da 37,5cl e 75cl. Sarà la prima birra  del birrificio LoverBeer, disponibile a breve: il birrificio è infatti operativo da pochissimo e tutti i prodotti sono ancora in fase di fermentazione o rifermentazione in bottiglia.

Le prossime birre arriveranno a breve. Alcune nascono da vecchie ricette di Valter, altre sono novità assolute. Possiamo citare: una Ale fermentata esclusivamente in legno (no acciaio); una Imperial Stout ispirata a una non meglio precisata chicca birraria che Valter ormai trova solo al Kulminator di Anversa; la D’uvaBeer, fermentata in acciaio e prodotta con un procedimento opposto alla BeerBera con l’impiego di mosto d’uva Freisa; la mitica BeerBrugna, definibile come una “Bière du Lambic” che rifermenta con susine damaschine.

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Il birrificio LoverBeer utilizza un impianto da 10 hl con tini di legno per la fermentazione. E’ situato a Marentino, nel Torinese, in Strada Pellinciona, 7. Effettua solo produzione (no somministrazione), mentre sono possibili la vendita diretta e la visita all’impianto su appuntamento. Se siete curiosi (come il sottoscritto) di assaggiare le birre di Valter, non resta che pazientare ancora un po’. Nel frattempo non possiamo che fargli un grosso in bocca al lupo per questo bel progetto.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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30 Commenti

  1. In bocca al lupo a Valter, uno degli ultimi birrai romantici!

    Integro dicendo che mi pare abbia anche un tino in acciaio per la fermentazione, oltre che un parco botti in fase di crescita con attenta selezione del costruttore, della grana e della tostatura del legno.

  2. Sono debitore a Valter per le dritte che mi diede sul mondo della birra: era l’aprile del 2008 e si definiva ancora un “homebrewer”. Sono contento che abbia fatto questo importante passo, devo senza dubbio andare a fargli visita quanto prima!

  3. In bocca al lupo Valter per la tua la “BeerBera”. Naturalmente non posso che farti i complimenti. Sono stato uno dei fortunati che ha potuto assaggiarla alle Birre della Merla, e le mie impressioni sono sicuramente positive, molto beverina, giuste bollicine e un pò di alcool che non guasta. Non vedo l’ora di averla in birroteca.
    Salute e saluti

  4. Grande son proprio curioso di assaggiarla. Anzi lo contatterò al più presto…ne avevo sentito parlare molto bene, ora bisognerà assaggiare per bene.
    Ciao e in bocca al lupo, Mirko

  5. un po’ off topic:

    “Anche la resa finale e le modalità d’impiego del mosto sono molto diverse da altre produzioni italiane ad essa assimilabili.”

    “la D’uvaBeer, fermentata in acciaio e prodotta con un procedimento opposto alla BeerBera con l’impiego di mosto d’uva Freisa”

    cosa significano????
    comunque davvero grandi in bocca al lupo per il “nuovo” lavoro…..
    certo che passare da homebrewer a pro è un gran salto, e pensare che io ho fatto solo un paio di cotte e+g e mi sembra di aver fatto chissa cosa…
    ed allora dovrò fare sto’ sforzo di assaggiarle al più presto…..
    stefano

  6. Complimenti, e soprattutto buon inizio a LoveBeer per la nuova avventura imprenditoriale. Non solo una buona e particolare birra, ma un birrificio artigianale di qualità a 360°. A presto, spero
    Neromarco

  7. In bocca al lupo Valter… La passione e la competenza di certo non mancheranno!

    Peraltro, ho sempre ritenuto che il filone delle “birre con l’uva” sia in gran parte originato da lui, che seppure ancora homebrewer, diede l’ispirazione a tanti birrai professionali…

  8. Complimentissimi e un in bocca al lupo al nuovo birrificio 🙂
    Lunga vita e prosperità.
    Saluti a tutti, posto poco perchè sono impegnata in un progetto personale… 😀

  9. Se davvero è il primo a fare una birra senza aggiunta di lieviti (a parte i lambic, ovviamente) penso che sia una bella sperimentazione da approfondire. Credo che lo contatterò per assaggiare la sua BeerBera

  10. @altrabirra

    Divina panil nasce senza aggiunta di lieviti anche se non è una lambic, ma dove lavora Lorenzo Rosi fermenterebbe anche l’acqua del pozzo !.

  11. @Pistillone

    Non ho mai bevuto le birre di Torrechiara, adesso mi metti la curiosità…
    Scusa l’ignoranza: ma perchè nel parmense (se non sbaglio Torrechiara è in provincia di Parma) fermenterebbe anche l’acqua del pozzo?

  12. @altrabirra

    Ciao, la mia ovviamente è una battuta , si riferisce al fatto che Losi ha il microbirrificio nello stesso podere dove la sua famiglia ha la produzione del vino e i vigenti, quindi il posto dove lavora è strapieno di lieviti nell’aria.
    ti consiglio vivamente di farci una visita perché è uno dei pionieri della birra in barrique , forse è stato il primo in italia ad usarla per produrre birra.

    p.s.

    ho letto il tuo libro e l’ho trovato molto gradevole :).

  13. @Pistillone

    L’ho sentito nominare diverse volte, e sempre bene, ma non ho mai avuto il piacere di assaggiare le sue birre. Provvederò…

    Il libro “Un’ Altra Birra” è molto bello, ma non è mio! 😉
    So che è facile confonderci, ma io sono uno dei 2 titolari del nuovo beershop di Pavia, Altrabirra, non l’autore del libro 😉

  14. Ecco, questo mi pare un gran bel progetto.
    Ci vedo la giusta voglia di sperimentare e di innovare, ma con la testa, ragionando.
    Niente fuochi d’artificio, niente esagerazioni.

    Ho già sete.

  15. Un nuovo birrificio in Piemonte non può che fare piacere. Spero di poterlo visitare presto e presto assaggerò le sue produzioni.

  16. @Dottorsqualo

    “Anche la resa finale e le modalità d’impiego del mosto sono molto diverse da altre produzioni italiane ad essa assimilabili.”

    Con il termine di resa finale, credo che Andrea intendesse ciò che si sente nel bicchiere (sapore, gusto, etc.), in quanto la modalità d’impiego del mosto, condiziona l’intero processo fermentativo.

    “la D’uvaBeer, fermentata in acciaio e prodotta con un procedimento opposto alla BeerBera con l’impiego di mosto d’uva Freisa”

    Opposto perché qui il mosto di birra inoculato con un lievito selezionato riceve una certa quantità di mosto d’uva freisa che ne condiziona (uhhh, se la condiziona!) secondariamente la fermentazione.

    Spero di non essere stato troppo sintetico ma ci sarà senz’altro occasione di approfondire l’argomento.

  17. In bocca al lupo da tutta la ciurma Athenay.
    Elena sta facendo una campagna pubblicitaria da paura e anche chi non beve birra, non vede l’ora di assaggiare la tua invenzione!!!

  18. Che peccato che Walter si lontano, al Nord, un grande in bocca al lupo, per essere una bella persona e un birraio originale

  19. Complimenti, ho assaggiato la Beer Bera e mi ha stupito. Molto interessante, una via di mezzo tra una lambic ed una birra ‘normale’. Fresca e beverina, unico appunto: forse è un pizzico cara….

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