L’ultimo articolo di Cronache di Birra incentrato sui birrifici nazionali ha analizzato i movimenti più interessanti nel “mercato” dei birrai italiani. Tra quelli degni di nota va sicuramente inserito l’addio di Nicola Grande al Birrificio Settimo di Carnago (VA). Negli scorsi giorni il blog Berebirra ha svelato in anteprima quella che sarà la nuova avventura di Nix: birraio in un birrificio completamente nuovo. È allora proprio da questa realtà inedita che partiamo per la panoramica di oggi sulle novità brassicole italiane. Il Birrificio Etnia ha sede a Sant’Alessio con Vialone, nel pavese, e vanta una sala cottura da 13 hl con 6 fermentatori da 10 hl ciascuno. I soci sono diversi imprenditori guidati da Andrea Ferri, ma alcune quote saranno in mano allo stesso Nicola.
Al momento due sono le birre sicuramente presenti in gamma, entrambe dai nomi uguali agli stili che rappresentano: Double Blanche e Double IPA. La prima è una versione più muscolare delle normali Blanche belghe, che oltre alla classica aromatizzazione con buccia d’arancia amara e coriandolo, prevede l’aggiunta di pepe Melegueta. La seconda è invece un’interpretazione piuttosto elegante dello stile, lontana dalle “mappazze” di stampo scandinavo (e spesso anche italico) e brassata con luppoli Chinook, Amarillo e Centennial. Come ci rivela ancora Angelo, il progetto sembra avere basi molto solide e addirittura è prevista in futuro l’apertura di un secondo stabilimento in Puglia… che guarda caso è la terra natia di Nicola 🙂 .
Si trova invece ad Assago, pochi chilometri da Milano, il birrificio I Tri Bagai, partito inizialmente come beer firm ma oggi operante su un impianto da 5 hl. Dal nome, che in dialetto locale significa “i tre ragazzi”, si deduce che i soci formano un terzetto: i loro nomi sono Alberto Cavenaghi, Stefano Torre (birraio) e Alessandro Carcioffi. Nonostante due di loro provengano dal mondo del vino (sono enologi), non aspettatevi birre particolari o strani esperimenti brassicoli. Gli stili delle prime tre birre sono invece molto tradizionali: La-mia (4,2% alc.) è una Kölsch brassata con luppoli coltivati in proprio, la Fuorigioco una Bock prodotta con doppia decozione e con una lagerizzazione di 60 giorni a 5° C, la Mahori (5,6%) infine può essere considerata un’appartenente a quel falso stile che prende il nome di Pacific Pale Ale (quindi una Pale Ale con luppoli “esotici”). Per ulteriori informazioni potete consultare il sito de I Tri Bagai.
È invece ancora una beer firm, ma con l’obiettivo di diventare presto un birrificio, quella fondata recentemente da Simone Pagnoni e Alessandro Fosca. L’azienda si chiama Costa Est – ha sede infatti a Pesaro – e al momento propone due birre. La Inachis Io (5,8%) è un’American IPA con aromi di frutta tropicale, resina e agrumi, mentre la Pupa (5%) è una Belgian Pale Ale profumata, leggera e facile da bere. Particolare la scelta dei nomi, che possono essere definiti “da entomologo”: la Inachis Io (Vanessa Io) è una bellissima farfalla che si nutre delle foglie di luppolo, la Pupa invece non solo l’ultimo stadio della mutazione del bruco, ma anche l’acronimo di Pesaro Urbino Pale Ale (la provincia di riferimento di Costa Est). Se ne volete sapere di più, vi rimando al sito dell’azienda.
Basta scendere di qualche chilometro e approdare in Abruzzo per incontrare una nuova realtà partita recentemente. Stiamo parlando del Birrificio Abruzzese di Castel di Sangro (AQ), che nonostante il nome è ancora una beer firm – tuttavia i lavori di costruzione dell’impianto produttivo sono in via di conclusione. L’idea è dell’architetto Lino Mazzocco, che dopo trent’anni di passione per la birra artigianale ha deciso di aprire un sua azienda brassicola lanciando, al momento, una sola birra: si chiama Eva (è la settima “Eva” di un birrificio italiano, alla faccia della prima donna) e può essere considerata una Bitter di stampo anglosassone. Altre informazioni sono disponibili sulla pagina Facebook del Birrificio Abruzzese.
E concludiamo con un’altra beer firm, battezzata Birra Memo e nata da una storia diversa dal solito. L’azienda nasce dall’iniziativa dei due amici Danilo e Massimo, che inizialmente avevano pensato di coltivare nelle terre di loro proprietà materie prime destinate ai birrifici italiani. In seguito la passione per la birra artigianale li ha spinti a proporsi in prima linea nella produzione, fondando il marchio Birra Memo e proponendo (al momento) quattro birre: la Bionda (5%) è una bassa fermentazione riconducibile alle Helles tedesche, la Bianca (4,8%) una Blanche di stampo belga, la Rossa (5%) una Belgian Ale e la Miele (8%) una birra… al miele. Altre informazioni sul sito dell’azienda.
Un grandissimo in bocca al lupo a Nix, che secondo me è uno dei più bravi birrai che ci siano in Italia.
Sono impaziente di provare le nuove produzioni di Nix al Birrificio Etnia. Davvero una grande notizia per i pavesi!
Bellissimo articolo, anch io non vedo l’ora di provare le birre di questi nuovi birrifici! grazie per tutte le info 🙂 e buona bevuta a tutti!
salve,
sono un collezionista di sottobicchieri di Torino, vorrei chiedervi
se fosse possibile avere alcuni dei vs. sottobicchieri per collezione
e scambio aspetto una Vs. risposta grazie