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Nuove birre italiane da Via Priula, Carrobiolo, Eremo, Paul Bricius e altri

Corna-Bianca-33Iniziamo la settimana dando un’occhiata alle nuove birre dei produttori italiani. Partiamo allora da due novità di Via Priula, che negli scorsi giorni sono state svelate dal sito Birramoriamoci. La prima si chiama Corna Bianca (5% alc.) e prende il nome dall’omonima falesia calcarea della Val Camonica. È una birra di frumento di stampo belga, che si ispira alle Blanche, ma rivisitandone la ricetta. L’aromatizzazione infatti non ricalca i dettami classici (coriandolo e bucce d’arancia), prevedendo invece l’impiego di mentuccia e ginepro in aggiunta ad altre spezie – inutile specificarlo, ma entrambe sono piante che crescono sulla Corna Bianca. Chiaramente si tratta di una produzione adatta alla stagione che, per gli amanti dei numeri, misura 11 Plato e 16 IBU.

Melafoi-33Anche l’altra novità a firma Via Priula è aromatizzata con una pianta di montagna. L’ingrediente speciale è l’Achillea Millefoglie, erba dalle numerose proprietà terapeutiche volgarmente chiamata Mélafòi, che è anche il nome della birra. La base di partenza è quella delle Tripel belghe, quindi si tratta di una birra di colore chiaro, decisamente alcolica (9,5%), ricca, strutturata e complessa. Nelle tradizioni brassicole svedesi la pianta è usata come alternativa al luppolo, che tuttavia qui non manca (37 IBU). La ricetta classica delle Tripel non prevede aromatizzazioni, sebbene sia una pratica che talvolta ritroviamo in interpretazioni moderne. L’importante è che le spezie non snaturino le caratteristiche da Tripel, cosa che speriamo avvenga con questa Mélafòi.

botte_viaDa Via Priulia passiamo a Carrobiolo, che ha recentemente annunciato la nuova nata nel progetto di maturazioni in legno del birrificio. Si tratta di una versione speciale della O.G. 1085, battezzata “Una botte e via” – nome curioso per un birrificio “monastico” 🙂 . Ricordo che anche la O.G. 1085 è una Tripel, che in questa incarnazione è stata affinata tre mesi in barrique di Amarone della Valpolicella dell’azienda Speri di Pedemonte (VR). La birra base già subì un processo simile nella sua edizione Pedro Fontenez, di cui scrisse Stefano Ricci lo scorso maggio. Riuscirà a mantenersi sugli stessi livelli qualitativi? Per scoprirlo non bisognerà fare altro che assaggiarla.

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217315_374533732670196_549517819_nDopo due birrifici operanti da alcuni anni, passiamo a uno giovanissimo: Birra dell’Eremo. Data la carta d’identità è normale che la sua gamma sia destinata ad ampliarsi nei prossimi mesi e non è dunque un caso che, giusto una settimana fa, sia stata annunciata una nuova creazione. Si tratta della Fiera, prima produzione dell’azienda in stile IPA, che in birrificio hanno associato all’immagine del cinghiale. L’ho provata in anteprima allo scorso Birrofòrum, scoprendo una IPA equilibrata e ben costruita, con un amaro in evidenza ma senza eccessi. Immagino che sarà presente anche a Fermentazioni, quindi avremo modo di riassaggiarla con calma dopo l’estate – o prima, se ovviamente capiterà l’occasione 🙂 .

birra_sanmartinoDalla Sicilia invece arriva la notizia di una nuova birra monastica, al punto che sarei quasi tentato di parlare di un nuovo trend nel panorama nazionale. In questo caso però non è prodotta all’interno di un’abbazia, ma nello storico stabilimento di Paul Bricius di Vittoria (RG), per intercessione dell’associazione Hora Benedicta. Il nome della birra riassume il tutto: Paul Bricius Hora Benedicta Abbey. Ora se non ho capito male i frati hanno incaricato il birrificio di produrre una birra per il loro monastero (Abbazia di San Martino delle Scale), che al momento è già disponibile sul territorio di Palermo e Monreale, oltre che presso la bottega dell’edificio religioso. Se avete dettagli aggiuntivi scriveteli pure tra i commenti.

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olmaia33E concludiamo con due veloci annunci. Il primo è quello relativo al nuovo formato del birrificio L’Olmaia, che ha finalmente adottato (anche) le bottiglie da 33 cl. Per l’occasione Moreno e Cisco hanno anche prodotto delle etichette ad hoc, una versione più accattivante delle grafiche classiche.

Il secondo annuncio riguarda invece Toz, nome di un nuovo marchio che mia ha colpito per la sua comunicazione. Ah, preciso che il “colpito” deve essere letto in modo negativo. A partire dalle descrizioni dei due prodotti realizzati: la Toz, appunto, definita “bionda […] prodotta con metodo artigianale […] da bersi a collo oppure a canna!” e la Easy, “bionda dallo spiccato carattere frizzante e rigenerante”, che “al palato rilascia una spiccata speziatura quasi tabacco che solletica la lingua e spegne la sete”. Insieme al lancio delle birre è stato anche organizzato un concorso per vincere un motorino: ogni birra bevuta valerà un punto e il top scorer si aggiudicherà uno scooter. Sperando che nel frattempo abbia smaltito l’alcool…

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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24 Commenti

  1. Senza offesa ma questa Toz, sembra la versione artigianale della Ceres, come comunicazione. Spero non sia così anche per il gusto….

    • lungi dal voler fare il pesantone ma già una campagna pubblicitaria che si basa sul fatto che la birra la devi bere a canna mi inquieta non poco: non puoi bere una birra artigianale a canna….è un crimine contro la natura XD a me piuttosto interessa molto l’abbaziale di Paul Bricius visto che ho letto sul sito che è aromatizzata con erbe officinali varie 🙂

        • ah boh….sarebbe da chiederlo a loro XD comunque dal punto di vista dell’impatto di brand marketing sicuramente hanno fatto una cosa carina, poi bisogna vedere se la qualità del prodotto vale quanto il packaging ( in italia nel mondo brassicolo vige una stana regola per la quale più è ricercata e sofisticata la forma e più fa pena il contenuto)

  2. Vorrei ricordare ai responsabili del birrificio Via Priula che il femminile plurale di “belga” è “belghe” 😉

    • Sono uno dei soci dell’AssociazioneHora Benedicta…tengo a precisare che le bottiglie in fotografia sono state disetichettate e fatte decorare ad alcuni ragazzi della “ABADIR”, accademia di belle arti dell’abbazia in questione…sono degli artisti molto ma molto bravi!!

  3. Potevate dirmelo dell’errore! =D
    Beati voi che le avete già provate…per fortuna non sono l’unico a vedere una possibile similitudine Toz-Ceres. Ultimamente vedo strane associazioni ovunque!

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