Il panorama brassicolo italiano continua a muoversi a grande velocità, con un fermento che unisce sperimentazione, contaminazioni internazionali e attenzione alla tradizione. Le ultime novità raccontano di stili rivisitati in chiave moderna, collaborazioni con realtà estere di primo piano e un costante dialogo tra ingredienti innovativi e tecniche classiche. Dai luppoli d’oltreoceano alle materie prime locali, ogni nuova uscita testimonia la vitalità dei birrifici nostrani, sempre più capaci di combinare radici e innovazione per offrire al pubblico esperienze di bevuta sorprendenti e sfaccettate. Quelle che seguono sono le ultime novità apparse sul mercato italiano.
LZO
Alle 20 birre inedite lanciate dal birrificio LZO (sito web) fino a questo momento nel corso del 2025 – cifra ufficiosa derivante dalle rilevazioni di Whatabeer – bisogna aggiungere altre due novità. La prima si chiama Cyber (4,8%) ed è una Saison in salsa moderna, il cui profilo aromatico è in gran parte definito dal contributo dei luppoli BRU-1 e Galaxy. Il grist è composto da una percentuale di segale a integrazione del malto d’orzo, che restituisce un tocco rustico e un interessante supporto alla luppolatura. È invece disponibile solo da qualche ora la Smoke Me Tender (5%), una Lager molto particolare che prevede l’impiego di albicocche affumicate su legno di ciliegio. È una birra tendenzialmente dolce e dalle intense note fruttate, in cui si intrecciano evidenti aromi fumé.
War + Aviator
Il birrificio Aviator (sito web) è uno dei nomi storici della birra craft americana, nonché uno dei protagonisti assoluti del settore brassicolo della Carolina del Nord. È anche il produttore con cui recentemente il birrificio lombardo War (sito web) si è confrontato per realizzare la nuovissima Modalità Aereo (6,8%), una West Coast IPA di stampo moderno. La base dei malti ricalca quella della Hogwild IPA, ammiraglia di casa Aviator, mentre la luppolatura sfrutta la potenza aromatica di varietà moderne (Idaho 7, Krush, Galaxy ed Ekuanot), utilizzate nei formati Cryo e T90. Il risultato è una birra secca, amara e tropicale, con profumi che rimandano a frutto della passione, agrumi, ananas, frutti di bosco e frutta a nocciolo.
Granda + Braufactum
A proposito di collaborazioni internazionali, qualche giorno fa il birrificio Granda (sito web) ha annunciato la new entry del fortunato progetto Be Grapeful. Siamo dunque al cospetto di una nuova reinterpretazione delle Italian Grape Ale, realizzata in partnership con il birrificio tedesco Braufactum (sito web) e con il supporto della cantina Vite Colte. La Be Grapeful with Braufactum (4,8%) parte dalla ricetta di una Kölsch per poi sconfinare nel regno delle birre con mosto d’uva: l’elegante stile ad alta fermentazione originario di Colonia è quindi modificato dall’aromaticità del mosto di moscato.
Nama Brewing
In occasione del recente Nama Days, il festival organizzato dal birrificio Nama Brewing (sito web), è stata presentata una birra inedita: la Mayday (5%). Si tratta di una West Coast Pilsner, cioè una Pils rivista in chiave contemporanea con alcuni elementi tipici delle IPA della costa occidentale degli USA. Nonostante il suo approccio moderno, la ricetta presenta tratti molto tradizionali: il malto d’orzo proviene direttamente dalla Repubblica Ceca e per l’ammostamento si è fatto ricorso alla tecnica della decozione. La luppolatura invece va in tutt’altra direzione, poiché effettuata con luppoli americani usati sia a caldo, sia in dry hopping. Nota a margine: da qualche giorno nello staff di Nama Brewing è entrato Matteo Palmisano, che ricoprirà il ruolo di head brewer sfruttando i suoi quindici anni di esperienza nell’ambiente (Hammer, Elav, ecc.).
Otus
Negli ultimi tempi anche il birrificio Otus (sito web) si sta rivelando molto attivo e le novità previste nel mese di settembre sono due, entrambe appartenenti al progetto Otuslab: Cold IPA e Marzen. La Cold IPA (5,7%) prevede curiosamente un grist 100% malto Pils Extra Pale, quando lo stile invece è spesso interpretato con l’impiego di succedanei (mais, riso). Il lievito Lager è fatto lavorare a temperature più alte del normale, mentre i luppoli (Eureka, Nelson Sauvin, Enigma e Krush) sono aggiunti anche in fase di fermentazione in modo da attivare una biotrasformazione dei composti aromatici. È una birra secca e amara il giusto, con note di agrumi, frutta tropicale e uva. La Marzen (5,3%), invece, è la classica interpretazione dello stile tedesco: malto in evidenza (Monaco) con aromi di biscotto, frutta secca e caramello e grande bevibilità.
Garlatti Costa
Chiudiamo con un’altra Märzen, tipologia regina del periodo – storicamente è quella associata all’Oktoberfest e alle feste autunnali della birra. La nuovissima Dicke Titten (5,6%) del birrificio Garlatti Costa (sito web) vira più sul modello delle moderne Festbier, cioè l’evoluzione delle storiche Märzen: il colore è dorato carico anziché leggermente ambrato e nel finale emerge un amaro un po’ più deciso. Ciò che non cambia è la facilità di bevuta e il corpo scorrevole, due peculiarità che la rendono una scelta perfetta per la stagione in corso. Il nome (letteralmente “Grandi Tette”) è un omaggio all’omonimo brano dei Rammstein.











