Il birrificio belga Cantillon non ha certo bisogno di presentazioni, essendo il piĆ¹ famoso produttore di fermentazioni spontanee al mondo: numerosi sono gli appassionati che ben conoscono le sue birre, sia che appartengano alla linea base, sia che rappresentino edizioni limitate bramate dai collezionisti. Non tutti sanno perĆ² che proprio in questo momento, nella suggestiva cantina dove sono collocate le botti, sta fermentando un Lambic molto speciale con un forte legame con l’Italia. E in particolare con il Sannio, storica regione abitata anticamente dal popolo dei Sanniti ed estesa tra l’attuale Molise, l’Abruzzo meridionale e la parte nord-orientale della Campania. Ć un Lambic prodotto con un antico grano italico, frutto dell’incontro tra Jean Van Roy di Cantillon e Armando Romito di Maestri del Sannio, beer firm con sede a Cerreto Sannita (BN).
Chiaramente non puĆ² essere solo la vicendevole passione per la birra a spiegare la nascita della collaborazione tra un mito delle fermentazioni spontanee e un giovane birraio della provincia di Benevento, quindi dobbiamo fare qualche passo indietro. La beer firm di Armando nacque nel 2015, utilizzando il marchio della sua bottega nella quale vendeva (e vende tuttora) i prodotti gastronomici degli artigiani sparsi per il territorio del Sannio. La sua passione per le le tradizioni agroalimentari lo aveva spinto, giĆ dal 2008, ad appassionarsi alla birrificazione, perciĆ² la nascita della beer firm fu quasi un atto dovuto con il quale approfondire ancora di piĆ¹ il desiderio di indagare le tecniche di produzione agroalimentari.
Fu proprio il suo background a spingere Armando Romito a sperimentare ricette con antichi cereali locali, trovando il supporto del Birrificio Borrillo. La sua flagship beer ĆØ la Romanella (5,5%), una Wheat Ale che utilizza un 40% del grano omonimo, un’antichissima varietĆ coltivata nella Campania interna e caratterizzata da chicchi di colore rossastro. Concetto identico per la Risciola (5,5%), una Belgian IPA che prevede un 20% del tipico grano di montagna del Sannio. A queste due prime birre si sono aggiunte nel tempo la Sourella (fermentata spontaneamente e affinata in legno), la Cerasella (con ciliege) e la Vignarella (con uve Aglianico, praticamente un’Italian Grape Ale). Una gamma quindi molto interessante e strettamente legata al concetto di territorialitĆ , ma che difficilmente avrebbe trovato un punto d’incontro con Cantillon se non si fosse intromesso Valerio Bannoni.
Di Valerio ho scritto su queste pagine a giugno 2017, quando raccontai la mia trasferta belga per condurre una serata con birre italiane proprio presso il suo locale: La Tana a Bruxelles. All’epoca vi spiegai quanto fosse preziosa la sua opera di divulgazione birraria in una cittĆ che ha la sua precisa idea della bevanda, ma che non impedisce a Valerio di lavorare duro per far conoscere ai consumatori i prodotti dei nostri birrifici. Fu proprio lui, nel maggio 2018, a invitare Armando Romito nella capitale belga per organizzare una serata con le birre dei Maestri del Sannio e quelle di Cantillon. Inutile precisare che all’evento partecipĆ² anche Van Roy in persona, che rimase affascinato dalle birre della beer firm campana e incuriosito dalla varietĆ di grano Romanella, che Armando aveva portato con sĆ©. Se conoscete gli ingredienti del Lambic avrete giĆ capito com’ĆØ proseguita la storia…
Le classiche fermentazioni spontanee del Belgio, infatti, sono fondamentalmente delle birre di frumento, che impiegano questo cereale (non maltato) in ampia percentuale (30-40%). Qualche tempo dopo la serata presso La Tana, Jean contattĆ² Armando e gli propose di tornare a Bruxelles e portare con sĆ© un quintale e mezzo di grano Romanella per provare a creare un Lambic sperimentale. Ovviamente Armando non se lo fece ripetere due volte, anzi aggiunse al carico di frumento una botte da 500 litri di Falanghina dell’azienda Giovanni Iannucci, la stessa da cui si rifornisce per le uve della sua Vignarella. Una parte dello speciale Lambic ĆØ finito in questa botte e sarĆ pronto tra un paio di anni; la restante parte ĆØ invece stata trasferita nelle normali botti di Cantillon e il risultato potrĆ essere assaggiato tra un anno.
In questo momento quindi sono due i prodotti “italiani” che stanno fermentando da Cantillon, entrambi a base Romanella: il primo “normale” che potrĆ essere assaggiato tra circa un anno, il secondo maturato in una botte di Falanghina, per il quale occorrerĆ attendere almeno due anni. Jean perĆ² ĆØ stato chiaro: se il grano antico caratterizzerĆ la birra in modo decisivo, allora quest’ultima sarĆ immessa sul mercato in una versione speciale; diversamente sarĆ utilizzata per creare un prodotto standard di Cantillon (come ad esempio una Gueuze), evitando di speculare sulla comunitĆ internazionale dei beer nerd che solitamente impazzisce per le special release del produttore belga.
Qualunque sarĆ il risultato della collaborazione tra Cantillon e Maestri del Sannio, occorrerĆ pazientare diversi mesi. E magari tra un anno saremo qui a raccontare come un antico grano dell’Italia meridionale avrĆ arricchito il profilo organolettico di una fermentazione spontanea del Belgio. Incontri improbabili e affascinanti, che solo il mondo della birra ĆØ in grado di regalarci.