La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane si apre all’insegna di una collaborazione tra due giovani – anche se non più giovanissimi 🙂 – birrifici italiani: il marchigiano MC-77 e il lombardo Hop Skin. Frutto del loro incontro è la Time Bomb (7,7%), una Double IPA bella aggressiva che chiaramente gioca sull’intensità della luppolatura. Sono state impiegate varietà Citra, Galaxy e Mosaic, mentre sul fronte della fermentazione la scelta è ricaduta sul lievito New England. Non aspettatevi però una “hazy” IPA: dalle prime foto si osserva una certa limpidezza, offuscata solo da una leggera opalescenza. Con l’arrivo dell’autunno prepariamoci ad accogliere diverse interpretazioni di queste versioni robuste di IPA moderne: possiamo già annunciare che ne seguiranno altre nelle prossime settimane.
A proposito di variazioni di IPA, l’ultima tendenza in questo campo arriva dalla West Coast degli Stati Uniti e si chiama Brut IPA: è una tipologia che esalta al massimo gli aromi dei luppoli riuscendo a raggiungere una secchezza estrema pur utilizzando un lievito non particolarmente attenuante – il lavoro sporco solitamente è portato avanti da enzimi aggiunti appositamente per ottenere questo risultato. Come abbiamo visto in passato anche i birrifici italiani si stanno confrontando con questo sottostile e l’ultimo a iscriversi al club è il sardo P3 Brewing, che negli scorsi giorni ha annunciato la sua 079 (7%). Il nome, oltre a richiamare il prefisso telefonico di Sassari, si riferisce alle caratteristiche numeriche della ricetta: zero gradi plato di densità finale (nessuno zucchero residuo), sette gradi alcolici e nove grammi/litro di luppolo Cryo (Amarillo e Loral) usato in dry hopping. Le varietà aggiunte in bollitura sono invece Magnum, Styrian Kolibri e Tettnanger.
Restiamo in Sardegna per presentare l’inedita di Mezzavia, birrificio della provincia di Cagliari sempre molto attivo. Per festeggiare l’arrivo dell’autunno, il produttore ha recentemente lanciato la Corba (5%), una Brown Porter piuttosto in linea con il tradizionale modello di riferimento, ma che non disdegna una luppolatura decisa. A ogni modo fa dell’equilibrio la sua cifra stilistica, con aromi di caffè, nocciola e toffee che si accompagnano a sfumature erbacee. È molto facile da bere, a dispetto di chi crede che le birre scure sia necessariamente forti e impegnative. Il nome significa “cesta” e indica l’oggetto che storicamente utilizzavano i “piccioccus de crobi”, i ragazzi di strada della Cagliari di fine ‘800 che trasportavano le merci provenienti dal porto: una versione in salsa sarda dei “porters” londinesi, i facchini a cui è dedicato questo antico stile birrario.
Torniamo nelle Marche per segnalare un paio di novità provenienti dal birrificio Babylon. La prima si chiama Birra Picena (5,5%) ed è una Belgian Ale con cui l’azienda vuole omaggiare la sua terra: l’etichetta ritrae infatti la spada picena con la tipica “elsa ad antenne”, ritrovata nel comune dove risiede il birrificio. La birra si presenta di colore dorato, con aromi leggermente speziati ed erbacei e con note di pera, miele d’acacia, uva spina e fragolina di bosco. Dolce ma anche secca, punta senza dubbio all’equilibrio di tutte le componenti. La seconda novità si chiama invece Terre di Confine ed è la nuova sour della linea Erasmus, prodotta con l’aggiunto di mosto di Pecorino e acidificata con pediococchi. Ne sono stati realizzati due batch, con mosto provenienti da due differenti cantine e con altrettanti lieviti belgi per la fermentazione. Sia la Birra Picena che la Terra di Confine saranno presenti a Eurhop.
E concludiamo come avevamo iniziato, cioè con una Double IPA nata da una collaborazione. In questo caso protagonisti non sono due produttori, ma un birrificio e un locale. Il primo è il laziale Tibur Brewing Factory, il secondo è il Black Sheep Pub di Tivoli (RM). In realtà la Black Sheepa (7,8%) – questo il nome della birra – si discosta dal modello di riferimento per un paio di “licenze poetiche”: la base fermentescibile prevede fiocchi di frumento e avena in aggiunta al normale malto d’orzo; il ventaglio aromatico, invece, è arricchito dall’impiego di scorze di limone biologico. La Black Sheepa è stata presentata ufficialmente sabato scorso, in occasione dei tre anni del locale di Tivoli.