Dopo la recente scorpacciata di Brut IPA e altre birre creative provenienti dai birrifici italiani, oggi torniamo a occuparci di novità legate a stili molto più tradizionali e – inutile sottolinearlo – particolarmente adatte alla stagione estiva. Come la nuovissima Wit (5%) di Extraomnes, produttore che torna a sfoggiare la propria interpretazione di una classica tipologia belga (quella delle Witbier o Blanche), arricchendola però di sfumature personali. La base è quella tipica delle birre di frumento fiamminghe e nella descrizione aromatico i descrittori chiamati in causa sono come sempre insoliti: oltre al balsamico coriandolo, sono citati la zagara, il neroli e – udite udite! – il Limon Kolonyasi. Non manca infine un riferimento alla forza dissetante simile a quella di un seltz siciliano e all’ormai immancabile suggestione derivante dagli anni ’80: per la sua freschezza la Wit è infatti paragonata a un Billy all’arancia.
A proposito di birre perfette per la stagione calda, segnaliamo che una ventina di giorni fa è stata annunciata l’ultima novità del Birrificio Lambrate, creata in collaborazione con Dogma Brewery di Belgrado. La birra si chiama Brate (“fratelli” in serbo) e viene definita una West Coast Lager: facile immaginare allora una bassa fermentazione piuttosto leggera (4,5%) e riccamente luppolata con varietà statunitensi. La Brate è stata presentata sul territorio italiano lo scorso 4 luglio a Milano, ma se non sbaglio la prima uscita ufficiale è stata proprio nella capitale serba a inizio giugno. È disponibile alla spina e in bottiglia.
Come abbiamo visto nelle recenti panoramiche, in occasione dei suoi primi 10 anni di attività il Birrone ha presentato molte birre inedite. A quelle già segnalate in passato (Bang, Puf, 10 sberle e 1000 abbracci, My GF Maranella) ora si aggiunge la Tenptation, una Session IPA con la quale si abbassa ulteriormente il contenuto alcolico della nostra carrellata (3,8%). La freschezza della birra non deriva solo da questo aspetto, ma anche da intensi aromi agrumati provenienti dal sapienti uso dei luppoli. Per presentarla il birrificio ha organizzato un minitour tra eventi e locali, che è terminato giusto ieri. Ciononostante non dovrebbe essere difficile trovarla in questi giorni nei luoghi dove solitamente si bevono le creazioni di Birrone.
Torniamo in terra belga – e a parlare di collaboration brew – con la Bink’n’Roll, creata dal Pork’n’Roll di Roma insieme a un nome storico della scena brassicola europea: la Brouweij Kerkom. Questo birrificio è conosciuto in patria e all’estero per la sua Bink Blond, che rappresenta un ottimo modello di riferimento per lo stile delle Belgian Ale (pur con qualche leggera tendenza alla modernità ). Come in quel caso, la Bink’n’Roll tende a esaltare gli aromi provenienti dal lievito belga, sebbene si accompagnino alle note derivanti dall’aggiunta di succo di pera e fichi secchi. La tendenza è dunque al dolce, tuttavia risulta molto bilanciata sia dalla secchezza finale, sia da un amaro decisamente persistente. Chiaramente potete assaggiarla presso il locale capitolino.
E concludiamo con la Sfumatruna, l’ultima creazione del piemontese Birrificio Trunasse. Si tratta di una Weissbier affumicata, tipologia che se non sbaglio non è stata mai sperimentata in Italia e che all’estero è propria della zona di Bamberga. La ricetta è frutto della collaborazione con due appassionati locali di birrificazione casalinga (Simone e Ignazio) che si sono piazzati primi pari merito nel concorso che annualmente organizza il birrificio, La Faida degli Homebrewers. Il premio consisteva nella possibilità di replicare la birra sull’impianto del Trunasse ed ecco che è nata così la Sfumatruna: 60% di frumento e luppoli tradizionali tedeschi, impiegati anche in dry hopping (molto tenue). La particolarità è che il gusto fumé è stato ottenuto affumicando a temperatura ambiente, mediante un razzo smoker da bbq, sia i malti (10% di Pils) che i luppoli. La birra, che è stata presentata durante il weekend appena concluso, permette di accompagnare i cibi del locale biergarten senza rinunciare a una elevata capacità dissetante.