Nonostante l’inizio di agosto consiglierebbe a tutti di buttarsi in spiaggia e godersi un po’ di relax, i nostri birrifici sono regolarmente al lavoro. Testimonianza è il gran numero di birre inedite che vengono sfornate anche in questo periodo, sebbene con una frequenza meno costante rispetto alle scorse settimane. Tra gli stacanovisti di questa estate 2016 entra prepotentemente il laziale Eastside (una delle new entry di Fermentazioni a settembre), che ha in serbo alcune succulenti novità. La prima è la Litor Ale (4,2%), una Oyster Stout, che astutamente va a riempire il vuoto “craft” lasciato da un’altra scura alle ostriche del Lazio: parliamo chiaramente della celeberrima Perle ai Porci di Birra del Borgo, marchio ormai di proprietà dell’industria. L’augurio è che la Litor Ale possa bissare i successi della sua “musa ispiratrice”.
La seconda novità a firma Eastside di chiama Route 148 ed è una Blonde Ale come da criteri previsti dal BJCP (lievito e luppoli sono americani) e per berla occorrerà attendere metà settembre. Come da dettami è una birra chiara, dissetante e ben equilibrata tra la parte maltata e luppolata. Il nome, invece, si riferisce alla statale che il birraio Luciano Landolfi è costretto a percorrere tutti i giorni per recarsi da Roma a Latina e viceversa. Terza e ultima novità infine è la Abra Cadabra (4,8%), una Session Ipa che punta a valorizzare al massimo l’aroma tropicale dei luppoli impiegati. Neanche a dirlo, è perfetta per queste calde giornate estive!
Ancora più “session” della Abra Cadabra – almeno dal punto di vista del tenore alcolico – è l’ultima nata in casa Birrificio Artigianale Veneziano. Creata in occasione della Festa del Redentore di Venezia, la Dr. Rudy è una Session Pale Ale che misura appena 3,5% in contenuto alcolico e che fa della bevibilità la sua caratteristica principale. La birra rientra in una linea speciale del BAV, composta di quattro produzioni ognuna delle quali dedicata a uno dei soci del birrificio: la Dr. Rudy ovviamente omaggia Rudy Liotto, frontman dell’azienda, ed è la seconda creazione di questa particolarissima gamma.
Dopo una lunga assenza in panoramiche del genere, Birra Amiata torna a far parlare di sé con una nuova collaborazione. La Cinghiale Bianco (6,2%) è il frutto del lavoro messo a punto con il birrificio spagnolo La Quince, insieme al quale è nata questa White Ipa fresca e dissetante. I luppoli utilizzati sono rigorosamente americani e si esprimono non solo in aroma, ma anche con un finale amaro piuttosto deciso: 62 IBU su un’impalcatura del genere non dovrebbero passare del tutto inosservati, giusto per usare un eufemismo. Comunque non rimane che assaggiarla per verificare se la teoria trova conforto nella pratica.
Rientra nell’ormai affollatissima tipologia delle Session Ipa anche la Sbrai (4%), ultima creazione di Birra Nostrale. Rispetto ad altre “colleghe”, la ricetta di questa birra è particolare, perché prevede un’aromatizzazione con scorze di arancia amara e bergamotto calabrese, oltre a una percentuale di farro reggiano in aggiunta al malto d’orzo (tedesco). I luppoli utilizzati sono Belma (bollitura), Enigma e Azacca (dry hopping) e El Dorato (bollitura e dry hopping). Rinfrescante e agrumata, è la risposta alle torride temperature di questi giorni.
E concludiamo con la rivisitazione della Nartra, una delle birre più anziane ma anche di maggior successo della beer firm romana Stavio. Come la sorella maggiore la Nartra Ancora si ispira alle classiche Golden Ale inglesi, ma prevede un’importante variazione di ricetta per quanto riguarda i luppoli: qui è stato impiegato esclusivamente il nuovissimo 102/44, varietà slovena prodotta da Italian Hops Company. Realizzata presso il Birrificio degli Archi di Viareggio (una delle aziende con cui Stavio collabora più spesso), è naturalmente disponibile presso il locale di via Pacinotti, a Roma.
Ma Stavio quando diventerà birrificio?
Negli anni ci sono stati vari progetti per trovare una sede produttiva, mai concretizzatisi. Non so se l’argomento è di nuovo d’attualità.