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Pubblicazioni birrarie: la recensione di 10 nomi in 10 birre e Guida all’apertura di un microbirrificio (parte II)

Nonostante il successo della birra artigianale in Italia abbia raggiunto livelli impressionanti, la mia sensazione è che siano ancora pochi i libri (in italiano) che parlano dell’argomento. Dopo un momento di grande vivacità editoriale, con pubblicazioni valide e altre decisamente censurabili, mi sembra che la situazione sia tornata in uno stato di stallo. Questo per quanto riguarda la grande distribuzione, perché invece a un livello più “underground” i progetti editoriali continuano a fiorire con una certa costanza, spesso per merito della passione di singoli autori. Oggi torniamo quindi a occuparci di libri sulla birra, con due recenti pubblicazioni: 10 nomi in 10 birre e Guida all’apertura di un Microbirrificio parte II.

La prima lettura ha come sottotitolo “Storia dell’Amiata in etichetta” ed è opera di Fiora Bonelli e Rachele Ricco. Avrete probabilmente già capito che si tratta di un libro nato dalla collaborazione con Claudio e Gennaro Cerullo del birrificio Amiata. L’idea è di raccontare quello splendido territorio della bassa Toscana partendo da dieci birre dell’azienda: Amiata infatti è uno dei microbirrifici italiani con il più spiccato attaccamento alla terra natia. L’aspetto è evidente per le tante produzioni alle castagne in catalogo, ma in realtà quasi ogni ricetta dei Cerullo parte dal tentativo di valorizzare la loro zona di origine, antica, aspra e affascinante.

Attenzione però, perché 10 nomi in 10 birre non è un libro che parla di birra. O meglio: la birra è solo un pretesto per presentare storie, leggende, caratteri e consuetudini dell’Amiata. Quasi sempre il collegamento con le produzioni dei Cerullo è assai labile: esse esauriscono la loro funzione nell’introdurre le varie storie, senza che quest’ultime richiamino mai le birre che hanno ispirato. Le dieci produzioni sono invece presentate alla fine del libro, attraverso altrettante schede tecniche. Questa netta separazione è a mio parere il tallone d’Achille della pubblicazione, perché impedisce di valorizzare la premessa di partenza: quanto cioè un’attività imprenditoriale – nella fattispecie un birrificio – possa essere strettamente connessa alla storia e alle tradizioni di un territorio. L’idea di partenza è intrigante, ma la formula individuata la sviluppa nel modo meno coinvolgente.

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A impreziosire 10 nomi in 10 birre c’è una prefazione di Kuaska, una cronistoria del birrificio e soprattutto un’introduzione a firma Claudio e Gennaro Cerullo, che più di qualsiasi altro contenuto è in grado di restituire la passione dei due, tanto per la birra quanto per la loro terra. Il prezzo di copertina è di 10 euro, al momento è acquistabile sul sito C&P Adver sborsando solo 8,5 euro (c’è un 15% di sconto).

La seconda pubblicazione è invece un saggio a opera di Lelio Bottero, un nome che tanti appassionati conosceranno. Si tratta della seconda parte della Guida all’apertura di un Microbirrificio, che nello specifico si concentra sugli aspetti di marketing, canali di vendita e logistica. Forte della sua esperienza nel settore – non so quanti di voi sanno che per quasi 10 anni Lelio è stato responsabile commerciale e marketing di Baladin – l’autore affronta un elemento fondamentale per il successo di un birrificio, ma che ciononostante è spesso sottovalutato da chi si lancia (o gestisce da tempo) in un’avventura del genere.

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Lungi dall’essere un manuale in materia, l’opera affronta diversi argomenti sul tema, con la capacità di focalizzare sempre il discorso sul mercato della birra artigianale. La guida è una raccolta di consigli precisi e pragmatici su come curare il marketing di un microbirrificio, affrontando diversi problemi: la percezione del potenziale cliente, il packaging, la promozione, il prezzo, il posizionamento, i canali di vendita, la logistica, il merchandising e altro ancora.

Il saggio è in grado di evidenziare caratteri e problematiche che spesso vengono sottovalutate o addirittura neanche prese in considerazione. In generale si avverte la grande esperienza dell’autore, che pare conoscere a menadito i risvolti di un mercato nel quale ha operato (e opera tuttora) per anni. Non condivido pienamente alcune considerazioni sul settore – in particolare sulla formazione dei prezzi, chevelodicoafà – ma si tratta di piccoli dettagli. Come già detto, non aspettatevi un manuale di marketing: il saggio si legge in un giorno, però vi occorrerà molto più tempo per mettere in pratica i dettami di Lelio. L’opera è disponibile su Lulu al prezzo di 17,90 euro (la versione in pdf, decisamente preferibile, costa 12,90 euro).

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In questi mesi vi è capitato di mettere la mani sulle due pubblicazioni in questione? Che ne pensate?

10 nomi in 10 birre
Scritto da Fiora Bonelli e Rachele Ricco
Edito da Effigi
Pagine 150

Guida all’apertura di un Microbirrificio (parte II)
Scritto da Lelio Bottero
Pagine 63

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Qualcuno ha letto la Guida all’apertura di un microbirrificio – brewpub di Lelio Bottero (in pratica la prima pubblicazione)?

    Io ho letto Brewing up a Business di Sam Calagione, Bottling Success di Brooklin Brewery e The Microbrewers’ Handbook di Ted Bruning.

  2. O.T.
    se kuaska scrivesse un libro sugli abbinamenti cibo (italiano)/ birra sarebbe best seller immediato!
    penso che tutti siano stanchi di leggere libri a base di fried chicken, ham & stilton cheese…..

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