Quello dei concorsi birrari è un fenomeno in discreta crescita, che negli ultimi anni ha visto nascere diverse iniziative a tema in tutto il mondo. Sebbene la maggior parte di esse si concentri sul prodotto finito – cioè sulle birre – nulla vieta che si possano immaginare competizioni atte a premiare le migliori materie prime. È il caso ad esempio della Malt Cup, l’unico contest al mondo – almeno così si autodefinisce – dedicato al malto e organizzato dalla Craft Maltsters Guild, associazione americana fondata nel 2013 che riunisce i maltatori artigianali. La notizia è che un malto italiano ha trionfato in una delle sei categorie previste dall’edizione 2024 della Malt Cup, conclusasi di recente. L’importante riconoscimento è stato ottenuto dal malto Pale della Malteria Italiana Artigianale del Gruppo Farchioni, che come forse saprete è collegata al birrificio Mastri Birrai Umbri. Ma come funziona la Malt Cup? In cosa differisce rispetto a un normale concorso birrario?
Come accennato, quest’anno la Malt Cup ha previsto sei diverse categorie di malti: Pilsen, Pale Malt, Light Munich, Vienna, Wheat Malt e Caramel Malt. L’ultima categoria è l’unica che a sua volta è suddivisa in sottocategorie, in base al livello di “caramellizzazione” del cereale. Le malterie possono iscrivere un solo malto per categoria e inviare un campione del peso minimo di 3 pound (1,36 chilogrammi) all’organizzazione. Come accade in molti concorsi birrari, per ogni categoria viene assegnato un oro, un argento e un bronzo, più eventuali menzioni di merito. I malti premiati con l’oro in ogni categoria partecipano al trofeo Best of Show, che prevede tre round di giudizio: il malto che ottiene il punteggio più alto viene incoronato come il migliore dell’intera competizione.
La parte più interessante riguarda ovviamente la valutazione dei giudici. La giuria della Malt Cup è composta da operatori del settore, come maltatori, birrai, distillatori, ricercatori e giornalisti, nonché da assaggiatori certificati Cicerone. La valutazione è divisa in diverse fasi, la prima delle quali avviene in via preliminare nei laboratori dell’Università del Montana, stato in cui ha sede la Craft Maltsters Guild. L’istituto esegue un controllo di qualità oggettivo su ogni campione, scartando quelli che non raggiungono un livello minimo stabilito a monte. I malti che superano questa fase vengono quindi sottoposti a un’analisi sensoriale (vista, olfatto, gusto) dei mosti caldi, condotta da un panel misto di professionisti del settore. I prodotti che superano anche il secondo esame arrivano al terzo ed ultimo livello di valutazione, nel quale i giudici riesaminano i malti incrociando i dati sensoriali e i dati sulla qualità chimico-fisica.
Il funzionamento della Malt Cup, che ha visto la partecipazione di 86 prodotti da 26 malterie dei cinque continenti, per molti versi ricorda dunque quello dei maggiori concorsi birrari. L’unica differenza riguarda il processo di valutazione, più complesso e basato anche su valutazioni effettuate in laboratorio. Di conseguenza i maltatori ricevono diversi feedback, uno per ogni step superato: il certificato di analisi del laboratorio universitario, il report di analisi sensoriale e feedback aggiuntivi nel caso di passaggio al round finale.
Il malto italiano premiato alla Malt Cup è di produzione interamente italiana, dalla coltivazione in Umbria fino alla maltazione, e si trova regolarmente in commercio: un malto della tipologia “Pale”, dal colore chiaro pallido, tipico della ricetta anglosassone, quindi tra i più importanti per l’uso al mondo. Gian Franco Regnicoli, mastro maltatore di MIA (Malteria Artigianale Italiana) spiega così il recente successo:
Presente come base in varia misura soprattutto nelle birre scure prodotte da Mastri Birrai Umbri, è un malto tra i più importanti per l’uso al mondo. È difficile da realizzare: il premio arriva perché il nostro malto è molto performante per il mastro birraio, offre un bel profumo e un bell’estratto. Inoltre, non trattandosi di una categoria di nicchia, c’è una grande concorrenza, pertanto questa medaglia rappresenta un risultato eccezionale.
Questo riconoscimento, che arriva dopo aver vinto una medaglia d’argento nel 2021, conferma non soltanto che in Italia possiamo fare malto di ottimo livello, ma pure che la nostra malteria in questi anni ha fatto un ulteriore importante passo verso la qualità.
Negli Stati Uniti i birrifici artigianali sono una realtà consolidata da tempo. Lì le malterie sono tante e già riunite in associazione. L’Italia ha un ritardo di 20-30 anni rispetto a quel movimento. Ecco perché è stato un onore avere l’opportunità di competere – unici italiani premiati – a fianco delle tante talentuose malterie della Craft Maltster Guild. È sempre una grande occasione di confronto.
Per avere un’idea delle dimensioni (piccole) della Malteria Artigianale Italiana, basti pensare che nel corso del 2023 ha prodotto prodotto circa 7.335 quintali di malto, tremila dei quali destinati alla produzione delle birre di Mastri Birrai Umbri e il resto venduto ad altri birrifici. Complimenti per questo eccezionale riconoscimento!