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L'AIS organizza un corso sulle birre a Roma

L’Associazione Italiana Sommelier organizza un corso sulla birra, che intende affrontare gli aspetti della bevanda da tutti i punti di vista: produttivo, storico, degustativo, in abbinamento con il cibo, ecc. Il corso, che inizierà il primo dicembre, consta di 18 lezioni, nelle quali saranno degustate 6 birre per volta. Ovviamente ogni lezione affronterà un tema specifico e sono previste anche una visita a un microbirrificio artigianale e una cena di abbinamento cibo-birra.

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Ecco un’introduzione al corso secondo quanto riportato dall’AIS stessa:

Il Corso AIS di Roma sulle Birre nasce dall’esigenza di sfatare i vecchi luoghi comuni, riportando la figlia di Cerere al posto che le compete […] Si acquisiranno le competenze tecniche e gli strumenti indispensabili per un’attenta, ed anche critica e innovativa, Analisi Sensoriale, basata sul nostro Metodo, aperto, in questo caso, ad ogni possibile perfezionamento.

Saranno affrontate le produzioni dei paesi europei con maggiore tradizione birraria, mentre ampio spazio sarà ovviamente previsto per le birre italiane. Le lezioni, che si terranno presso il prestigioso Hotel Rome Cavalieri di via A. Cadlolo, 101, saranno divise in due turni: uno pomeridiano dalle 16,00 alle 18,30 e uno serale dalle 20,00 alle 22,30. Il costo dell’intero corso è 700 euro, più 50 euro di iscrizione all’associazione. Per ulteriori informazioni potete consultate il pdf degli eventi Bibenda.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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14 Commenti

  1. 700 euro, no comment…….ar kuaska ie offri da beve te racconta pure quante caccole c’aveva er mastro birraio de cantillon

  2. 700 euro…un po’ caro. Il triplo di un corso UB

    Mi piacerebbe sapere chi sono i docenti e soprattutto quali birre gli propinano

    Spero che di artigianale non ci sia solo la birra italiana

  3. Questi hanno difficoltà ad avere maestri decenti per il vino…immagino per la birra,
    Franco Maria Ricci comunque è una garanzia! anzi, un avviso di.

  4. Apprendo con interesse che anche l’AIS inizia a prendere in seria considerazione il discorso birra

    Essendo parte dell’associazione e appassionato di birre e divulgatore faccio anche qualche riflessione su quanto riportato nei commenti.

    Sull’AIS come associazione e su certi personaggi potrei dire molte cose…ma una cosa che ritengo decisamente positiva , solida e strutturata e’ la didattica.
    I formatori che ho incontrato sulla mia strada sono mediamente preparati, bravi…e il percorso formativo che sto seguendo per accedere alla formazione
    anche dal punto di vista formale e’ serio e richiede impegno e preparazione. Esami tosti, seminari di comunicazione, tesi finale, valutazione del materiale didattico etc etc.. Ovviamente alla base di tutto ci deve essere passione e capacita’ personale.

    La birra all’interno dell’AIS e’ un tema marginale…ma non troppo…si tenga conto che nelle 16 lezioni del primo livello (quello generale) si dedicano 1 lezioni al tema.
    Nell’esame del terzo livello ricordo almeno 3-4 domande sul tema birra. La nostra rivista dedica sempre un paio di articoli alla birra (e ultimamente anche al discorso artigianale). Nei concorsi internazionali ho visto fare degustazioni e abbinamenti con la birra.

    E’ vero che poi gran parte delle attivita’ (degustazioni, eventi etc…) riguardano il vino e dintorni..e vero che la maggior parte dei sommelier/degustatori/relatori sono molto forti e efficaci sul vino… ma anche la birra ha il suo perche’ e ho partecipato a un paio di iniziative AIS sul tema birra ben fatte. In definitiva la birra per AIS e’ decisamente una nicchia…ma proprio per questo vale la pena di stimolarla e valorizzarla apportando un contributo derivante da persone di esperienza e un vasto consenso di pubblico

    Detto cio’ non vedo cosi’ male che ci siano piu’ enti che si occupano dell’area birra…ovviamente ognuno ha la sua focalizzazione…ma alla fine quello che conta e’ la serieta’, la professionalita’ e la passione che si mette nel fare le cose indipendentemente dalla giacca che si porta.

    In definitiva quindi ben venga ogni iniziativa di chichessia purche’ fatta con serieta’ e professionalita’ e che contribuisca a fare “cultura” in questo settore ancora cosi’ poco sviluppato.

    Davide

  5. Dunque, sono Emiliano dell’Offlicense di Roma, sarò un docente sul corso della birra all’ AIS, o meglio, avendo scritto per questo corso tutto il programma ed avendo scelto personalmente le 110 birre da degustare, sarò presente a tutte le lezioni in modo tale da poter mettere a servizio del corso la mia esperienza.

  6. x Davide
    Anche io sono Sommelier (ahimé diplomato nel 1996) e non sono d’accordo sul “purchè se ne parli”
    L’Ais ha sempre avuto un approccio verso la birra a dir poco superficiale, spesso privilegiando il prodotto industriale.
    Questo abbaglio sulla via di Damasco mi puzza molto, e ci vedo solo la volontà di fare cassetto in un settore di moda.
    Se poi vedo il nome in calce di FMR il sospetto diventa prova.
    Che l’Ais si occupi al meglio del vino, sul quale, viste la guida, ha moltissimo lavoro da fare, e non disperda energie sulla birra…
    X Emiliano
    Quando riuscirai a spiegarmi come l’alcool può dare al naso note pepate , ne riparliamo.

    Ciao.Schigi.

  7. Ancora x Emiliano

    Color oro, dalla schiuma morbida ed abbondante, gusto agrumato e finale leggermente aspro.

    Al corso, visto che le birre sono 110, berrete sicuramente la Duvel.
    Ma se la descrivi così…sono 700 euri buttati nel cesso.

  8. X Schigi
    La maggior parte delle degustazioni sul sito dell’OffLicense non le ho scritte io. In alcune, se leggi il mio nome, è solo perchè sono state inserite sul sito dal programmatore in modo frettoloso utilizzando il mio account. Anzi ora che me lo hai ricordato le cancello, non vorrei ci fossero altre incomprensioni.

  9. Per il collega Schigi

    Sono d’accordo sull’approccio non deve essere “purche’ se ne parli”…deve essere “purche’ se ne parli in maniera competente,preparata, strutturata, appassionata”…e questo scuami non dipende da questa o quella bandiera o corporazione…dipende da chi organizza, quante risorse, passione e professionalita’ ci mette.

    Come ho detto il focus del’AIS non ho motivo di pensare che si sposti dal vino…il fatto di occuparsi di birra non lo vedo come una “distrazione” ma un modo per contribuire con tutto il peso, seguito e capacita’ organizzativa di una associazione come AIS a un mondo e una nicchia dove c’e’ tanto da fare…senza invadere spazi altrui, senza velleita’ di conquista (lo dico a titolo personale, senza avere alcuna relazione con l’iniziativa romana…se poi c’e’ dietro altro non lo posso ovviamente sapere)

    Il punto chiave per me e’ uno solo: se si fa seriamente, professionalemente, senza superficialita’…va bene tutto…c’e’ spazio per tutti…
    Se si fanno le cose per moda o per fare cassa…beh…saranno i clienti stessi a decretare l’insuccesso. La qualita’ paga sempre. L’iniziativa di qualita’ va sempre supportata.
    In definitiva a 700Km di distanza da Roma non posso che plaudire alla iniziativa, augurami che sia di livello, fare in bocca al lupo ai colleghi. Solo i clienti paganti a mio avviso avranno il diritto di giudicare la validita’ della iniziativa

    Davide

  10. Pur perfettibile, la didattica AIS è una gran cosa (2 lezioni per la Francia è come conoscere Dante dal Bignami!), soprattutto a Roma. I corsi costano + che nel resto d’Italia ma è risaputo che si assaggino vini davvero eccellenti. Non si può spiegare la persistenza gusto-olfattiva con un vino qualunque, ci vuole roba seria.
    Speriamo lo stesso valga per il corso sulla Birra: 18 lezioni a 700 euro sono un bell’investimento, economico ma anke culturale.
    L’AIS è una bestia strana, speriamo punti sempre un pò di più alla promozione culturale che a quella manageriale. E’ un rischio..
    Un saluto a Schigi, un laboratorio per 3 a San Benedetto è stato proprio una bella esperienza. E le Cantillon, quando ci fai la bocca, Dddio santo quanto sono lunghe… Ho ancora in bocca l’agrumato della Rosé de Gambrinus.. bevuta 3 giorni fa.

  11. 700 euro sono proprio tante….visto che siete in molti ad essere esperti…conoscete qualche altro corso un po’ piu’ abbordabile sempre a Roma che si svolgera’ nei prossimi mesi? magari in qualche birreria “tosta” che ha a disposizione birre buone e qualcuno che ha voglia di far capire di piu’….
    Grazie

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