La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane si apre con il Birrificio Lambrate, che ha recentemente realizzato tre creazioni inedite frutto di una prestigiosa collaborazione. In questo caso perĂ² la partnership non è con qualche importante birrificio, bensì con il salumificio Veroni di Correggio (RE), storico marchio attivo da ben 95 anni nel settore alimentare. La gamma, battezzata Toladolsa, si compone di birre “entry level”, ma non così scontate come si potrebbe inizialmente pensare: Ragasola (4,8%) è una Pilsner con eleganti note erbacee e floreali; Zuvnot (6%) una Bock delicata e rotonda dal piacevole profilo maltato; Filos (5,5%) una India Pale Ale dall’amaro contenuto e dagli evidenti toni agrumati. Ăˆ interessante notare che per le tre birre sono confezionate in lattina, ostentando peraltro delle grafiche decisamente accattivanti in perfetto stile Lambrate. Un bel colpo per il produttore meneghino, che potrĂ sfruttare la rete vendita di Veroni in un periodo in cui il canale Horeca è ancora convalescente.
Il progetto è stato presentato da Marco Fattori, responsabile vendite NT Italia di Veroni:
Abbiamo voluto scegliere un partner che si distingue per la scelta di materie prime naturali e di alta qualità , nonché per i metodi di lavorazione che preservano le proprietà organolettiche e il tipico sapore aromatico della birra non filtrata e non pastorizzata.
Abbiamo optato per un formato non usuale forse per le birre artigianali, quello in lattina di alluminio, perchĂ© volevamo poter preservare al massimo la qualitĂ del nostro prodotto e sfruttare a pieno la nostra catena del freddo che puĂ² consegnare a oltre 5000 punti vendita al dettaglio in tutta Italia.
Sono diversi i punti in comune con un’altra interessante collaborazione tra un birrificio italiano e un brand non direttamente legato al mondo birrario. Da una partnership tutta pugliese è infatti nata recentemente Asatt (5%), una New England IPA scaturita dall’incontro tra il birrificio Birranova (sito web) e appunto Asatt, giovane marchio di abbigliamento streetwear autoprodotto e indipendente. Anche in questo caso come recipiente è stata scelta la lattina, decorata partendo da un progetto grafico sviluppato degli artisti di Asatt. Il grist prevede una percentuale di frumento maltato in aggiunta al normale malto d’orzo, mentre i luppoli impiegati sono Mosaic, Citra e l’immancabile Sabro, una varietĂ a cui in questo momento non sembra voler rinunciare nessun birrificio italiano. L’attivitĂ di co-marketing prevede anche la creazione di magliette a tema. Di seguito le dichiarazioni dei due protagonisti:
Con la nostra collaborazione puntiamo ad espandere la conoscenza dei due brand in contesti a noi prima sconosciuti, ma speriamo anche di essere da ispirazione per la nascita di altre belle collaborazioni e per dimostrare come sia possibile fare squadra e lavorare insieme per la propria crescita e per quella di un intero territorio.
Torniamo in Lombardia per introdurre la terza novitĂ di oggi, proveniente dal birrificio Carrobiolo di Monza. Si chiama Parabolipa (5,7%) e rientra nella tipologia delle Pacific IPA, poichĂ© la ricetta prevede solo varietĂ di luppolo originarie di zone che si affacciano sull’Oceano Pacifico: il Nelson Sauvin dalla Nuova Zelanda e il Sabro dalla costa occidentale degli Stati Uniti. La base fermentescibile è realizzata invece con soli malti inglesi, sia di orzo che di avena (Pale e Golden Naked Oats). Il nome – mi raccomando l’accento tonico sulla “o” – è un omaggio alla curva piĂ¹ celebre del circuito di Monza, situato non lontano dal brewpub. La descrizione della Parabolipa è costruita proprio chiamando in causa suggestioni di stampo automobilistico:
Alla vista la Parabolipa si presenta di colore dorato con una leggera velatura e schiuma color panna; al naso si sentono cocco, limone, menta e crema pasticcera in un crescendo di intensitĂ che ci portano sul rettilineo finale dell’assaggio dove, dopo un ingresso morbido e maltato, arriva a tutta velocitĂ luppolo che ci assale con il suo amaro per poi richiamare sulla linea di arrivo un ricordo di crema al limone sia nel gusto che nella sensazione in bocca.
La terza collaborazione presente nella rassegna odierna arriva dalle Marche e vede coinvolti due giovani birrifici: Babylon (sito web) e Malaripe (pagina Facebook). Realizzata presso l’impianto di quest’ultimo, la birra si chiama Miscela (4,3%) ed è brassata sul modello delle Lichtenhainer, antico stile tedesco della Turingia caratterizzato dal un profilo acido e affumicato e da un tenore alcolico piuttosto contenuto. La Miscela è infatti realizzata ricorrendo a malto d’orzo, malto di frumento affumicato su legno di quercia e faggio e lattobacilli a supporto del normale lievito ad alta fermentazione. Ăˆ una birra leggera ma anche assolutamente peculiare, che non mancherĂ di sedurre chi è alla ricerca di produzioni che strizzano l’occhio alle tradizioni brassicole europee. La Miscela dovrebbe ancora essere disponibile nei locali in cui è stata presentata lo scorso weekend: il Fabric di Macerata, il Groove di Potenza Picena e ovviamente quelli dei due birrifici.
Chiudiamo la carrellata di oggi spostandoci a Roma, dove un paio di settimane fa il birrificio Rebel’s (sito web) ha presentato la sua ultima creazione. Il nome è alquanto impegnativo, ma fornisce il pretesto per una riflessione in un momento molto particolare della nostra storia: When all this is over, how do you want the world to be different? (7%). Lo stile di riferimento è quello delle West Coast IPA, mentre i luppoli impiegati rispondono alle varietĂ Enigma (dagli Stati Uniti) e Topaz (dall’Australia). Ăˆ una birra secca e facile da bere, con un profilo aromatico dominato da note floreali ed erbacee e un leggero amaro finale che accompagna toni piacevolmente resinosi. La birra è confezionata in lattina, con un’etichetta decisamente minimalista: sfondo completamente bianco, nome che occupa la parte superiore e un grande spazio vuoto per permettere di rispondere alla profonda domanda insita nel nome della birra.