La quarta edizione di Fermentazioni che prenderà il via a Roma venerdì prossimo come sempre sarà sfruttata da tanti birrifici per presentare le loro novità. Questa abitudine è emersa sin dal primo anno, tanto che nel programma dei laboratori ne inserimmo subito uno dedicato alle nuove birre disponibili al festival – un’usanza che ripeteremo anche sabato 17 alle 18,00, con una degustazione che si preannuncia a dir poco imperdibile. La panoramica di oggi sulle giovani creazioni dei microbirrifici italiani si concentra allora su quelle disponibili durante la tre giorni di Fermentazioni, cominciando (in ordine sparso) proprio dalle produzioni inserite nel laboratorio di sabato.
La5 Riserva è l’inedita a firma L’Olmaia, che ha già fatto una comparsata al recente Villaggio della Birra. Se siete amanti delle creazioni di Moreno Ercolani, avrete già capito che si tratta dell’ultima nata dalla collaborazione con l’apprezzata Cantina Salcheto: la ricetta è quella della “chiara base” del birrificio toscano (La5, per l’appunto) che in questa versione è stata lasciata maturare un anno e mezzo in botti di Nobile di Montepulciano Riserva. I commenti arrivati da Buonconvento sono stati molto lusinghieri, quindi occhio perché potrebbe candidarsi a sorpresa di Fermentazioni.
Il legame tra il mondo della birra e quello del vino si ritrova anche nell’Insolita di Birra Perugia, ma in questo caso non si limita semplicemente alla maturazione in legno. L’Insolita è infatti un’Italian Grape Ale, che prevede l’impiego di mosto di Trebbiano Spoletino, un’uva bianca umbra antichissima (così mi dicono dalla regia, io di vino non capisco niente). L’aggiunta dell’insolito “ingrediente” innesca una fermentazione spontanea, permettendo di evitare il consueto inoculo di lieviti. Fermenta in botti di cemento e quindi in bottiglia… inutile dire che non vedo l’ora di assaggiarla.
Tante le novità a firma Manerba, che evidentemente punta forte su questa quarta edizione di Fermentazioni dopo l’ottimo riscontro dello scorso anno. Partiamo dalla Love the Hops (4,8%) che si propone l’affascinante ma non facile obiettivo di offrire il gusto autentico delle Bitter inglesi. La scelta delle materie prime è un ottimo punto di partenza: è prodotta con un ceppo di lievito originario di uno dei birrifici britannici più rinomati, malti 100% inglesi e da diverse varietà di luppolo coltivate principalmente nel Kent. Anche l’acqua è stata corretta per avvicinarsi alle caratteristiche di quelle usate per le Bitter inglesi. I non pochi amanti delle Ale britanniche non dovranno farsela sfuggire! Così come saranno attratti dalla seconda novità di Manerba: la Back in Black (4,8%), pensata come un omaggio alle Dry Stout d’Irlanda ma con qualche lieve variazione rispetto al modello di partenza.
Ma è la terza neonata in casa Manerba ad avere trovato spazio nel laboratorio di sabato. La Hill Top è una Blonde Ale moderna, secca e pulita, con una luppolatura decisa. Impiega malto 100% Pils, luppoli sia europei (EKG, Saaz, Saphir) che americani (Centennial), usati anche in dry hopping. Luminosa alla vista, al naso esprime il carattere del luppoli e profumi fermentativi. In bocca l’amaro finale non passa inosservato. L’assaggeremo insieme a Fermentazioni e qualcosa mi dice che sarà una bevuta molto interessante.
Bissa la sua presenza nel laboratorio sulle novità brassicole il molisano La Fucina, che quest’anno si presenta con una collaboration brew realizzata insieme alla beer firm olandese Pampus Brewery. Alla lontana ricorda l’antico stile delle Grodziskie, essendo allo stesso tempo sia affumicata che salata, e si candida a una delle produzioni più particolari di tutto Fermentazioni 2016. Il nome sarà scelto tramite sondaggio popolare proprio durante il festival, motivo per cui al momento è registrata come La birra il cui nome sarà deciso durante Fermentazioni 2016. Più chiaro di così! 🙂
Ci sono poi altre due birre presenti nel laboratorio di sabato, entrambe nate da una filosofia molto simile. La prima è la Taronja Pale Ale di Canediguerra, di cui vi ho parlato nell’ultima panoramica sulle novità italiane: è una Pale Ale brassata insieme al birrificio spagnolo Guineu con l’aggiunta di scorze di arancia. L’altra è La Molesta del Piccolo Birrificio Clandestino, una Ipa aromatizzata con buccia e succo di pompelmo e dedicata alla squadra di beach rugby Molesta Quindicina. Anche di questa birra scrissi in passato.
Purtroppo non tutte le novità di Fermentazioni troveranno spazio nel laboratorio di sabato. Tra queste si segnala la We Want You (7%) del birrificio MC-77, una IPA prodotta con purea di pesca e albicocca al 15% e con luppoli Citra e Galaxy. La sfida qui è ricercare armonia aromatica tra luppoli fruttati e frutta fresca di stagione, con il basso PH di quest’ultima che dona una leggera acidità nonostante si tratti di una fermentazione totalmente controllata. Anche la Visciole al Sole, novità con cui si presentò lo scorso anno MC-77, propose l’incontro tra birra e frutta: se la We Want You ne ricalcherà il successo anche solo da lontano, ci troveremo al cospetto dell’ennesimo colpaccio del produttore marchigiano.
È già disponibile in alcuni locali di Roma, ma farà il suo ingresso ufficiale in società a Fermentazioni, la Nerd Choice di Ritual Lab, uno dei birrifici debuttanti in questa quarta edizione del festival. La birra appartiene alla tipologia delle Session Ipa e punta a valorizzare al massimo i profumi di luppolo grazie ad alcuni accorgimenti tecnici. Le varietà utilizzate sono Citra, Amarillo, Equinox e Simcoe che chiaramente caratterizzano il ventaglio aromatico con note fruttate e agrumate. Anche qui i primi giudizi ascoltati in giro sono entusiastici, quindi non resta che assaggiarla.
Insomma, queste sono le novità che vi attendono a Fermentazioni 2016. Forse dovrei scrivere “alcune delle novità”, perché sicuramente ne ho dimenticate altre. A ogni modo sono curioso di assaggiarle tutte 🙂 . Voi invece avete già deciso quali puntare?
Se volete partecipare al laboratorio di sabato ci sono ancora alcuni posti liberi. Trovate il link qui sotto.
Trebbiano Spoletino, senza la enne. Non sapevo dell’esistenza di botti di cemento…
Errore mio nel nome del vino, l’ho detto che non ci capisco niente 🙂