Tra i tanti spunti di riflessione espressi da Bryan Jansing nell’intervista pubblicata ieri, c’è l’idea dell’importanza della politica per lo sviluppo del mercato. Condivido questa visione ed è per questo motivo che Cronache di Birra tende a valutare con attenzione tutto quanto provenga dall’attività di parlamentari, assessori o consiglieri vari. Una legge può infatti mutare profondamente gli equilibri e le caratteristiche di un settore e, a causa della poca conoscenza dell’argomento, le novità spesso rischiano di risultare più dannose che altro. In passato abbiamo analizzato il decreto ministeriale sulla birra agricola, il ddl sulla birra artigianale piemontese e in ultimo – non più di dieci giorni fa – la proposta dell’assessore Fava su malto e luppolo lombardo. Oggi invece riportiamo una notizia rilanciata giovedì scorso dall’AGI e che sembra molto positiva: una proposta di legge umbra per istituire nella regione dei percorsi della birra artigianale. Vediamo di cosa si tratta…
Partiamo col dire che il disegno di legge è nato dall’iniziativa del consigliere della regione Umbria Maria Rosi (Ncd) ed è stato presentato a inizio mese durante un’apposita conferenza stampa. Le parole del consigliere introducono perfettamente il progetto:
L’idea di un disegno di legge regionale che sostenga i produttori umbri di birra artigianale viene dal fatto che questo prodotto è in forte crescita, è apprezzato dai giovani e in Umbria si stanno affermando diverse iniziative imprenditoriali di settore, che si sposano benissimo con la filiera del turismo enogastronomico. Per questo abbiamo pensato di attuare un gioco di squadra e ideare una strategia comune con questi imprenditori, affinché le istituzioni gli stiano accanto.
In effetti negli ultimi due anni la scena birraria dell’Umbria ha vissuto un’esplosione clamorosa, che ha visto più che raddoppiare il numero di birrifici e beer firm operanti sul territorio. Una crescita che evidentemente non è passata inosservata al mondo della politica locale, che ha deciso di sostenere questo trend positivo con una serie di interventi descritti dal già citato ddl, denominato “Disciplina dei percorsi della birra artigianale in Umbria”.
Il documento punta a sostenere il settore istituendo e finanziando iniziative di promozione, come degli itinerari per la valorizzazione della birra locale e una Giornata della birra umbra. I primi saranno dei percorsi individuati attraverso segnaletica e supporti cartacei e multimediali, finalizzati a collegare “i luoghi in cui la birra è prodotta e commercializzata, le strutture di formazione dei produttori, gli eventuali luoghi in cui è possibile effettuare degustazioni in via permanente o occasionale ed i luoghi in cui sono coltivate le materie prime per la produzione della birra”. In pratica sarà un modo per sviluppare il turismo birrario nella regione e questo, almeno a livello generale, appare finalmente come una splendida iniziativa politica.
La Giornata della birra artigianale umbra sarà invece un appuntamento annuale durante il quale si promuoveranno incontri incentrati su temi di interesse birrario, con il coinvolgimento di soggetti italiani ed esteri operanti nel o interessati al settore. In particolare i risultati di questi incontri si rivolgeranno a soggetti preposti alla definizione delle politiche a supporto del settore e di coloro che forniscono servizi alle imprese.
Il testo del disegno di legge, consultabile in pdf nella sua interezza, spiega poi il funzionamento dell’erogazione dei contributi destinati alle associazioni che gestiranno i percorsi della birra artigianale umbra. Leggendo il documento sono rimasto molto soddisfatto dalla generale competenza con cui si parla di birra artigianale, specialmente nella parte introduttiva. Sebbene possa sembrare scontato che un disegno di legge sia formulato da chi conosce perfettamente un settore, sappiamo bene quanto raramente questo accada, come successo in passato anche per la nostra bevanda.
Possiamo quindi accogliere il ddl con totale entusiasmo? In situazioni del genere preferisco sempre andarci coi piedi di piombo, ma direi che possiamo ritenerci soddisfatti. Sicuramente siamo al cospetto di una proposta valida e intelligente, che magari non cambierà radicalmente lo stato della birra in Umbria, ma che quantomeno cerca di sostenerla a suo modo. Inoltre il solo riconoscimento dell’esistenza di una “birra artigianale” fa ben sperare per il futuro del settore, poiché sappiamo che uno dei maggiori problemi a livello legislativo è la mancata differenziazione tra produttori industriali e microbirrifici.
In questo senso un altro passaggio importante è quello espresso dall’articolo 1 comma 2a, quando si afferma che con “birra artigianale umbra” si intende unicamente la birra prodotta in Umbria da soggetti che operano prevalentemente a livello locale. Per la prima volta in Italia non si fa riferimento all’obbligo di materie prime locali o amenità del genere: qualsiasi birra prodotta da un microbirrificio della regione potrà fregiarsi del titolo, indipendentemente dalla nazione di provenienza del suo malto o dalla presenza di determinati ingredienti locali. Finalmente una definizione giusta all’interno di un testo legislativo.
Non rimane che sperare che il ddl sia presto convertito in legge e vedere come si concretizzerà nella realtà. Voi che ne pensate?
Sarebbe auspicabile un intervento legislativo a livello nazionale. Per quanto lodevoli, queste iniziative nascenti nelle singole regioni rischiano, col tempo, di creare un panorama frammentario e disomogeneo.
Mi piacerebbe che di queste questioni si interessasse il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Che l’idea è fantastica, che la regione Umbria lo è altrettanto, e che entrambe meritano di essere portate a compimento. Complimenti vivissimi per l’iniziativa. Ah, approfitto dell’occasione per candidarmi come aspirante guida! =D
Iniziativa lodevole. Per ottenere riconoscimenti a livello nazionale forse dovremo aspettare che qualche deputato o senatore investa in un birrificio agricolo; magari riducono pure le accise! 😉