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Parigi e birra , oltre la Kronenbourg c’è di più

Il bello di poter viaggiare per birra, grazie ai voli low cost e ad un capo-ufficio permissivo, è che spesso ti ritrovi nelle principali mete europee più volte durante l’anno, senza che questo pieghi troppo le tue finanze e senza che ti possa sentire in colpa quando ti chiedono: “ancora Bruxelles?”. Dopo aver più volte visto la Grand Place, il Ponte Carlo e il Tower Bridge, avevo nel mirino una città ancora acerba per quanto riguarda la birra, quindi mi sono deciso e sono partito alla volta di Parigi.

L’idea era di intervallare poche ma mirate bevute a piccoli bistrot e gastronomie dove mettere sotto i denti qualcosa di più originale di una baguette. Sulla base della mia esperienza, tra le diverse tappe possibili ho selezionato per voi le seguenti tre.

Foto: Zoom on Paris
Foto: Zoom on Paris

Le Moustache Blanche

E’ un piccolo beershop sito in Rue des Tournelles 16, nel quarto Arrondissement. L’assortimento, davvero impressionante, comprende numerosi microbirrifici locali e un mix da tutto il mondo, Italia compresa, con alcune perle introvabili perfino nei nostri negozi specializzati. Pur non avendo licenza di mescita si può bere in plastica, restando all’interno del negozio, a prezzi onesti (3,50/4,00 € per le 33 cl, 8,00/12,00 € per le 75 cl.).

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Interessato alle produzioni francesi, dal frigo ho pescato due India Pale Ale della Brasserie Parisis. La Iparisis, luppolatura americana e neozelandese con note di mango e passion fruit, è una birra di grande beva e con un bell’amaro finale. La seconda, sempre brassata presso la Brasserie Parisis per conto della beer firm Les Brasseurs du Grand Paris, è stata la Ipa Citra Galactique: mono-luppolo Citra, freschissima e con un amaro importante, mi ha ricordato le grandi India Pale Ale dell’italiano Revelation Cat, purtroppo non più in attività. Ci si puo’ trascorrere un pomeriggio intero come una mezz’ora, di certo non si rimane delusi.

Foto: Paris bouge
Foto: Paris bouge

La Fine Mousse

Percorrendo Avenue Jean Aicard, viuzza sita nell’undicesimo Arrondissement, si arriva al locale di riferimento per la scena birraria parigina (sito web). L’ambiente, va detto, non è dei più evocativi: muri intonacati alla bell’e meglio, pochi posti a sedere, bancone non abitabile e musica elettronica sparata ad altissimo volume. Particolarmente affollato soprattutto in orario aperitivo da una clientela talvolta anche di giovanissimi, compensa in parte la totale mancanza d’atmosfera con una selezione birraria strepitosa, con le migliori birre da tutta Europa e qualche sporadica incursione americana.

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I prezzi sono sopra la media parigina, di per sé già alta: 25 cl di una birra standard viaggiano sui 5-6 euro, ma per fermentazioni spontanee e Barley Wine arriviamo tranquillamente anche a 8 euro. Come per Le Moustache Blanche, anche qui la scelta è caduta su prodotti locali, assaggiando diverse produzioni di Craig Allan e Mont Saleve. Birre semplici e pulite, ok, ma che per il momento non fanno gridare al miracolo. Resta comunque una tappa imperdibile per l’appassionato, con o senza portafoglio corazzato.

Foto: Hoppy go hoppy
Foto: Hoppy go hoppy

Les Trois 8

A pochi passi da La Fine Mousse, in Rue Victor Letalle 11 , ha sede Les Trois 8. Si tratta sostanzialmente un piccolo bistrot dove oltre alla birra trovano spazio anche vini, distillati di pregio e un’importante selezione di formaggi e salumi sia locali che europei. Otto spine, con un’evidente predilezione per le produzioni iper-luppolate, delle quali sei destinate a produttori francesi quali Brasserie Thiriez, Crazy Hops e Outland.

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La forza di questo locale risiede soprattutto in due fattori: prezzo e informalità. La pinta da 50 cl costa 8 euro, un calice di vino al bicchiere 6 euro, un tagliere per il “grignotage” dai 9 ai 12 euro. La clientela è decisamente più easy e gioviale, meno fighetta di quella de La Fine Mousse, e non è un caso che mi ci sia ritrovato per tre sere di fila a far chiusura ogni volta con persone conosciute al bancone poco prima.

Questi sono a mio avviso i locali piu’ meritevoli, ma l’offerta cittadina non finisce certo qui. Se il vostro obiettivo è un pub crawl vero e proprio potete fare una sosta anche presso Le Triangle Brewpub , Le Supercoin, Le Brewberry Bar e L’Express De Lyon. Dopodiché, sappiatelo, il vostro direttore di banca alzerà il telefono… siamo pur sempre a Parigi.

E per quanto riguarda il cibo? Vi parlerei volentieri dell’Avant Comptoir, del menù carta bianca di Stéphane Jégo, delle lumache di Rue Montorgueil, dell’inarrivabile pain au chocolat e cristalli di sale incrociato per caso a Montmartre, delle N+1 terrine de campagne ingurgitate nelle gastronomie del quartiere latino, ma sarà per un’altra volta.

A la santè!

Alessandro Maggi
Alessandro Maggi
Piacentino, sommelier F.I.S.A.R., collaboratore MoBI e Slow Food, autodidatta zaino in spalla da oltre dodici anni nei birrifici e pub di (quasi) tutta Europa. Nel suo ideale di mondo perfetto la HopHead di Dark Star scorrerebbe dai rubinetti.

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3 Commenti

  1. Bravo, le Trois 8 è fenomenale! Mi sono sempre trovata bene, e l’ho adorato al primo sguardo. Anche Express de Lyon è carino. Ma perché manca La Cave à Bulles?

    • La Cave è un buon posto ma non è indicato per il consumo sul posto ma solo per l’acquisto.
      Organizza talvolta degustazioni ma se metti caso domani arrivo a Parigi e voglio bere qualcosa (pur in plastica) all’interno del negozio….non si puo’!

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