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Dell'importanza dell'etichetta in una birra

Ieri stavo leggendo su Birragenda le impressioni di Maurizio Maestrelli sull’Italia Beer Festival della scorsa settimana. A parte le considerazioni sulla manifestazione, mi ha catturato – e leggendo i commenti non sono stato l’unico – una sua breve digressione sulle etichette del neonato birrificio Toccalmatto:

A mio gusto, sono tra le più belle e simpatiche apparse in pubblico da lungo tempo a questa parte. Complimenti davvero a tutta la squadra!

E in effetti non si può che sottoscrivere: la grafica fumettosa e moderna risulta molto piacevole e conferisce alla birre una decisa personalità, distinguendole sicuramente dalla concorrenza.

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Leggendo queste righe sono tornato a riflettere sull’importanza di un logo o di un’immagine coordinata, elementi sui quali i miei studi sono tornati infinite volte e che nella realtà possono pesare notevolmente, decretando il decollo di un prodotto oppure affossandolo ben oltre i suoi demeriti. Per fortuna parliamo di birra e in ultima analisi è il contenuto all’interno della bottiglia che fa la differenza, però è evidente che l’immagine – anche se solo limitata a un’etichetta – gioca pur sempre un ruolo fondamentale.

A tal proposito vi chiedo: quali sono le vostre etichette preferite? E’ una domanda sulla quale ad esempio si concentrò un vecchio thread apparso mesi fa sul forum di Ratebeer, e per il quale le risposte furono molto varie. In quell’occasione tuttavia c’era un elemento che legava i diversi pareri, e cioè il fatto che spesso le etichette votate erano basate su disegni o illustrazioni, tra cui ad esempio quelle della Brasserie à Vapeur. Questo produttore belga, oltre che per l’incostanza delle sue creazioni, è famoso infatti per le etichette realizzate dall’artista Louis-Michel Carpentier, che spesso hanno come soggetto un maiale.

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Personalmente tra le mie preferite ci sono le etichette di De Dolle, in particolare quella della Stille Nacht (presente qui nel post). Oppure trovo molto divertenti quelle dell’americana Rogue, trattandosi quasi sempre di una variazione su un tema comune: un mezzobusto disegnato con in mano la birra in questione . Neanche a farlo apposta, anche in questi casi ci troviamo di fronte a illustrazioni: come a dire che le etichette che più ci attirano sono quelle più divertenti e frivole.

Per restare in Italia trovo molto curate e caratterizzate le etichette di Baladin, simpatiche quelle di Barley, molto originali le primissime della Birra del Borgo. Secondo me però qui da noi difficilmente troviamo creatività davvero valide e capaci di elevare visivamente una birra dal resto della concorrenza: vuoi forse per la poca abitudine ad investire nella comunicazione, vuoi per l’inclinazione a guardare al mondo del vino, che spesso determina un’eccessiva “seriosità” nelle scelte grafiche.

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Per concludere torno alla domanda di prima: quali sono le vostre etichette preferite? Anche nel vostro caso la predilezione ricade su illustrazioni o disegni, oppure preferite scelte più sobrie ed eleganti?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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21 Commenti

  1. Bellissime quelle di Flying dog. Tra le italiane quelle del birrificio Boero mi sembrano molto semplici ma anche molto efficaci

  2. Grande argomento Andre. Anche non volendo,l’impatto visivo conta e come..In ogni caso,per l’estero non ho troppi dubbi: in America Jolly Pumpkin tutta la vita (http://www.jollypumpkin.com/bottlelog/); in Inghilterra probabilmente la Ridgeway (http://www.sheltonbrothers.com/beers/breweryProfile.asp?BreweryID=40); in Belgio De Dolle e aggiungerei l’arte pura di Cantillon; in Germania Maxlrainer (http://www.birra-baviera.it/assortimento.htm); in Italia, oltre a Toccalmatto, su tutti direi soprattutto Montegioco: una Quarta Runa è bella anche a vedersi e la mano del cacciatore che tiene la testa del demone ha fatto storia. Grande stile!
    Ciao,Lorenzo

  3. Condivido le vs idee in fatto di etichette…belle quelle di Toccalmatto in fiera, ma anche le etichette semplici, nella loro chiarezza, come quella del Ducato, GalliaOmnia e anche Praforte che non conoscevo. Alcune viste sono troppo pasticciate, ma non faccio nomi, allora in quel caso preferisco la linearità alla confusione:-)
    SKOL!

  4. personalmente sono amante delle etichette sobrie o cmq nn casinarie, mi attraggono le etichette nere (Black Likard della maltovivo) quelle squadrate (cantillon) e in generale mi piacciono le etichette chiare e complete con sopra scritto lo stile e nn nomi ambigui tipo “la rossa” “la chiara” o ODIO MASSIMO per “la doppio malto”!!!!

  5. Bellissime le brewdog, carine le de Dolle, spettacolari le flying dog! Le Italiane credo siano le più brutte di tutte (e non è accettabile per un paese dove grafica, moda e design sono a livelli altissimi), si salvano, a mio parere, citabiunda, baladin, 32, barley… terribili le etichette Montegioco (peccato, perché il contenuto è tra i migliori)!
    Anche le etichette Toccalmatto (che a voi piaciono tanto) a me sembrano un po’ troppo infantili!

  6. dai hindoo, in quanto a etichette nn siamo così neri, ci sono delle belga che nn si possono guardare (tanto per citarne qualcuna che mi salta alla mente tra “le più conosciute” gouden carolus, kwak, duvel, brugge ma anche chimay in effetti)

    p.s. ma è anche vero che sono molte di più rispetto alle “italiane” 😉

  7. sono d’accordo con te Matteo, il belgio è la madre patria della birra … ma ad etichette sono messi male pure loro 😉 però le etichette dei birrifici che hai citato cmq hanno degli elementi classici legati a decenni (e anche secoli) di tradizione.. per questo hanno il mio rispetto (che non è il mio apprezzamento!). 😉

    D’accordo con Bilbo, brasserie de la senne bellissime (ne ho bevute 3 giusto ieri 😉 )

  8. si bè, ovviamente mi levo il cappello i capelli e il cuoio capelluto e mi inchino dinanzi a queste birre… ah, l’etichetta della gouden carolus noel nn è male invece 🙂

    p.s. sono Matteo Albero 😉

  9. dupont forse voleva rimodernarsi e andare verso il “minimale” ma si vede che non c’è la mano di un professionista!

    Anche in Italia si fanno passi indietro. Ho visto le nuove etichette del brùton… terribili! Le vecchie erano molto più belle!

  10. Beh sì, ma il problema non è tanto nel formato della nuova bottiglia Orval (75 cl), quanto nel fatto che sarà in plastica…

  11. Vado matto per le bottiglie con le etichette serigrafate… tipo Karmeliet, Bourgogne de Flandres, Dominus. Fra le cartacee mi piacciono le Samuel Smith’s ed Innis & Gunn.

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