Ogni anno, in concomitanza con i risultati di Birra dell’anno, qui su Cronache di Birra siamo soliti pubblicare i “campioni di categoria”, cioè delle classifiche non ufficiali costruite raggruppando le categorie del concorso in macro-famiglie, ognuna della quale appartenente a una specifica cultura brassicola. È un esercizio divertente ma anche utile, perché di fronte alle 41 categorie di quest’anno (e quindi agli oltre 120 premi assegnati) il lettore meno smaliziato può rimanere disorientato e senza riferimenti precisi – a parte quello di Birrificio dell’anno, andato a Crak. Allora ecco che abbiamo elaborato tutti i podi di Birra dell’anno e li abbiamo divisi in quattro tipologie: stili di stampo tedesco, stili di stampo anglo-americano, stili di stampo belga e birre speciali. Il risultato sono altrettante classifiche “specialistiche”, capaci di darci qualche indicazione in più sul più importante contest italiano dedicato alla birra artigianale. I punteggi sono stati ripartiti così: 10 punti per l’oro, 6 per l’argento, 3 per il bronzo e 1 per la menzione d’onore.
Birre di stampo tedesco
In questa famiglia abbiamo inserito praticamente tutti gli stili a bassa fermentazione e le categorie che comprendono Weizen, Gose e Berliner Weisse. Abbiamo inoltre considerato la categoria 5, quella delle fermentazione ibride di stampo tedesco o americano: è vero che vi fanno parte anche California Common e Cream Ale, ma la maggior parte delle birre iscritte rientra nel modello delle Kölsch e delle Altbier. Qui a dominare la scena è stato il birrificio Benaco 70, che ha conquistato ben due ori con le sue Helles e Kolsch, seguito a breve distanza da Val Rendena, capace di ottenere oro e argento nella stessa tipologia (Vienna, Marzen e Schwarz). In terza posizione un gruppone con un oro ciascuno, composto da Buttiga, Doppio Malto, Fenice, Oldo e Vetra. Nell’elenco mancano molti birrifici italiani tradizionalmente affermati in questi stili, come Elvo, Biren, Birrone, Birrificio Italiano, ecc.
- Benaco 70 (20 punti)
- Val Rendena (16 punti)
- Buttiga, Doppio Malto, Fenice, Oldo e Vetra (10 punti)
Birre di stampo angloamericano
L’ampliamento delle categorie di Birra dell’anno si è ripercosso soprattutto in questa famiglia, tanto che ero quasi tentato nel suddividere gli stili di stampo prettamente anglosassone da quelli più moderni di provenienza americana. Il problema è che alcune categorie raggruppano le interpretazioni di entrambe le culture brassicole e dunque ho preferito continuare con l’accorpamento, diventato a questo giro piuttosto imponente. A emergere è il birrificio Crak, grazie a 3 ori e 1 bronzo: un risultato facilmente preventivabile, penserete, eppure non così scontato. Se infatti consideriamo gli stili più luppolati di stampo americano, il primo posto spetterebbe ad Hammer (1 oro, 2 argenti, 1 bronzo). Ma, come abbiamo sottolineato ieri, Crak ha costruito il suo successo a Birra dell’anno grazie a stili diversi: in questo caso è stato l’oro nei Barley Wine a permettergli di superare il produttore lombardo. Al terzo posto si è piazzato MC77, con un bottino davvero niente male: 1 oro e 2 argenti.
- Crak (33 punti)
- Hammer (25 punti)
- MC77 (22 punti)
Birre di stampo belga
In questa famiglia molto classica si ripetono pochissimi nomi, col risultato che la graduatoria finale è composta da tantissimi ex-aequo. In particolare nessun birrificio andato a oro è riuscito a conquistare altri riconoscimenti, neppure una “misera” menzione speciale. Quindi al primo posto troviamo cinque birrifici a 10 punti ciascuno: Amerino, Anbra, Birrificio del Forte, Malti e Bassi e Mukkeller. Stesso identico discorso per la seconda piazza, che si spartiscono altrettanti birrifici: Alba, Birrificio dell’Aspide, Benaco 70, Oxiana e Saragiolino. In terza piazza troviamo infine due birrifici che oltre al bronzo hanno ottenuto una menzione d’onore ciascuno: sono Baladin e Birrificio della Granda.
- Amerino, Anbra, Birrificio del Forte, Malti e Bassi e Mukkeller (10 punti)
- Alba, Birrificio dell’Aspide, Benaco 70, Oxiana e Saragiolino (6 punti)
- Baladin e Birrificio della Granda (4 punti)
Birre speciali
E concludiamo con la famiglia delle birre speciali, anch’essa soggetta a un ampliamento nel numero di categorie in questa edizione del concorso. Qui chiaramente troviamo un po’ di tutto: birre speziate, affumicate, con frutta, IGA (White e Red), acide, ecc. Chiaramente abbiamo anche considerato la famigerata categoria 41 (da pronunciare con voce alla Fantozzi): un minestrone “residuale” nel quale rientrano tutte le birre che non erano in linea con le precedenti 40 categorie. A trionfare è stato Birranova, grazie ai due ori conquistati con Arsa (cereali alternativi) e Gran Bay (Extraordinary Ale, per l’appunto). In seconda posizione troviamo La Fenice con 1 oro e 1 argento, mentre la terza piazza è appannaggio di Bionoc, che ha raccolto 1 oro e 1 bronzo nella stessa categoria (birre acide).
- Birranova (20 punti)
- La Fenice (16 punti)
- Bionoc’ (13 punti)
L’aumento della categorie ha permesso la ripetizione di molti birrifici nelle varie famiglie, rendendo meno evidente quell’andamento a compartimenti stagni che avevamo sottolineato lo scorso anno. Ce n’è uno che addirittura è riuscito nella non facile impresa di conquistare almeno un premio in ognuna delle quattro macro-tipologie che abbiamo individuato: è Croce di Malto, che ha portato a casa un oro nella affinate in legno, un bronzo nelle APA, uno nelle Weizen e una menzione nelle Belgian Dark Strong Ale. A livello di risultati assoluti non sarà stata un’edizione straordinaria per Croce di Malto, ma se dobbiamo assegnare un premio all’eclettismo, allora va senz’altro attribuito a questo birrificio.
Avete altre considerazioni?