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Birra dell’anno 2018: i campioni di categoria

Ogni anno, in concomitanza con i risultati di Birra dell’anno, qui su Cronache di Birra siamo soliti pubblicare i “campioni di categoria”, cioè delle classifiche non ufficiali costruite raggruppando le categorie del concorso in macro-famiglie, ognuna della quale appartenente a una specifica cultura brassicola. È un esercizio divertente ma anche utile, perché di fronte alle 41 categorie di quest’anno (e quindi agli oltre 120 premi assegnati) il lettore meno smaliziato può rimanere disorientato e senza riferimenti precisi – a parte quello di Birrificio dell’anno, andato a Crak. Allora ecco che abbiamo elaborato tutti i podi di Birra dell’anno e li abbiamo divisi in quattro tipologie: stili di stampo tedesco, stili di stampo anglo-americano, stili di stampo belga e birre speciali. Il risultato sono altrettante classifiche “specialistiche”, capaci di darci qualche indicazione in più sul più importante contest italiano dedicato alla birra artigianale. I punteggi sono stati ripartiti così: 10 punti per l’oro, 6 per l’argento, 3 per il bronzo e 1 per la menzione d’onore.

Birre di stampo tedesco

In questa famiglia abbiamo inserito praticamente tutti gli stili a bassa fermentazione e le categorie che comprendono Weizen, Gose e Berliner Weisse. Abbiamo inoltre considerato la categoria 5, quella delle fermentazione ibride di stampo tedesco o americano: è vero che vi fanno parte anche California Common e Cream Ale, ma la maggior parte delle birre iscritte rientra nel modello delle Kölsch e delle Altbier. Qui a dominare la scena è stato il birrificio Benaco 70, che ha conquistato ben due ori con le sue Helles e Kolsch, seguito a breve distanza da Val Rendena, capace di ottenere oro e argento nella stessa tipologia (Vienna, Marzen e Schwarz). In terza posizione un gruppone con un oro ciascuno, composto da Buttiga, Doppio Malto, Fenice, Oldo e Vetra. Nell’elenco mancano molti birrifici italiani tradizionalmente affermati in questi stili, come Elvo, Biren, Birrone, Birrificio Italiano, ecc.

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  1. Benaco 70 (20 punti)
  2. Val Rendena (16 punti)
  3. Buttiga, Doppio Malto, Fenice, Oldo e Vetra (10 punti)

Birre di stampo angloamericano

L’ampliamento delle categorie di Birra dell’anno si è ripercosso soprattutto in questa famiglia, tanto che ero quasi tentato nel suddividere gli stili di stampo prettamente anglosassone da quelli più moderni di provenienza americana. Il problema è che alcune categorie raggruppano le interpretazioni di entrambe le culture brassicole e dunque ho preferito continuare con l’accorpamento, diventato a questo giro piuttosto imponente. A emergere è il birrificio Crak, grazie a 3 ori e 1 bronzo: un risultato facilmente preventivabile, penserete, eppure non così scontato. Se infatti consideriamo gli stili più luppolati di stampo americano, il primo posto spetterebbe ad Hammer (1 oro, 2 argenti, 1 bronzo). Ma, come abbiamo sottolineato ieri, Crak ha costruito il suo successo a Birra dell’anno grazie a stili diversi: in questo caso è stato l’oro nei Barley Wine a permettergli di superare il produttore lombardo. Al terzo posto si è piazzato MC77, con un bottino davvero niente male: 1 oro e 2 argenti.

  1. Crak (33 punti)
  2. Hammer (25 punti)
  3. MC77 (22 punti)

Birre di stampo belga

In questa famiglia molto classica si ripetono pochissimi nomi, col risultato che la graduatoria finale è composta da tantissimi ex-aequo. In particolare nessun birrificio andato a oro è riuscito a conquistare altri riconoscimenti, neppure una “misera” menzione speciale. Quindi al primo posto troviamo cinque birrifici a 10 punti ciascuno: Amerino, Anbra, Birrificio del Forte, Malti e Bassi e Mukkeller. Stesso identico discorso per la seconda piazza, che si spartiscono altrettanti birrifici: Alba, Birrificio dell’Aspide, Benaco 70, Oxiana e Saragiolino. In terza piazza troviamo infine due birrifici che oltre al bronzo hanno ottenuto una menzione d’onore ciascuno: sono Baladin e Birrificio della Granda.

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  1. Amerino, Anbra, Birrificio del Forte, Malti e Bassi e Mukkeller (10 punti)
  2. Alba, Birrificio dell’Aspide, Benaco 70, Oxiana e Saragiolino (6 punti)
  3. Baladin e Birrificio della Granda (4 punti)

Birre speciali

E concludiamo con la famiglia delle birre speciali, anch’essa soggetta a un ampliamento nel numero di categorie in questa edizione del concorso. Qui chiaramente troviamo un po’ di tutto: birre speziate, affumicate, con frutta, IGA (White e Red), acide, ecc. Chiaramente abbiamo anche considerato la famigerata categoria 41 (da pronunciare con voce alla Fantozzi): un minestrone “residuale” nel quale rientrano tutte le birre che non erano in linea con le precedenti 40 categorie. A trionfare è stato Birranova, grazie ai due ori conquistati con Arsa (cereali alternativi) e Gran Bay (Extraordinary Ale, per l’appunto). In seconda posizione troviamo La Fenice con 1 oro e 1 argento, mentre la terza piazza è appannaggio di Bionoc, che ha raccolto 1 oro e 1 bronzo nella stessa categoria (birre acide).

  1. Birranova (20 punti)
  2. La Fenice (16 punti)
  3. Bionoc’ (13 punti)

L’aumento della categorie ha permesso la ripetizione di molti birrifici nelle varie famiglie, rendendo meno evidente quell’andamento a compartimenti stagni che avevamo sottolineato lo scorso anno. Ce n’è uno che addirittura è riuscito nella non facile impresa di conquistare almeno un premio in ognuna delle quattro macro-tipologie che abbiamo individuato: è Croce di Malto, che ha portato a casa un oro nella affinate in legno, un bronzo nelle APA, uno nelle Weizen e una menzione nelle Belgian Dark Strong Ale. A livello di risultati assoluti non sarà stata un’edizione straordinaria per Croce di Malto, ma se dobbiamo assegnare un premio all’eclettismo, allora va senz’altro attribuito a questo birrificio.

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Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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